La stagione del ciclismo, le date per la possibile ripresa e tanti interrogativi

Le ipotesi sulla possibile ripresa del calendario ciclistico e la nuova collocazione del giro d'Italia

Il ciclismo, iconicamente più di ogni altro sport, ci accompagna verso la primavera. Una primavera che quest’anno è anomala per i motivi che tutti conosciamo e anche perché non ci saranno le classiche, e tutte le altre gare di contorno, che da un secolo accompagnano i mesi di marzo e aprile. Niente Tirreno-Adriatico, niente Milano-Sanremo, niente campagna del Nord con Fiandre e Roubaix e Liegi. Niente Giro d’Italia. In forte dubbio il Tour de France. E’ indubbio che molte di queste corse non potranno essere recuperate, con l’Uci che proverà a fare il possibile per salvare le più prestigiose. Queste al momento le indicazioni che vengono dal mondo del ciclismo.

Le possibili date

L’Uci ha diramato un comunicato ufficiale nel quale ha ufficializzato la cancellazione di ogni gara del calendario internazionale fino alla fine di aprile. E’ stato specificato che al momento della ripresa delle competizioni si darà priorità a eventi già presenti nel calendario. La stagione su strada sia maschile che femminile verrà quasi certamente prolungata fino al primo novembre, con il termine attualmente fissato al 20 ottobre. E’ probabile che questo termine possa estendersi verso metà novembre, ma molto dipenderà anche dalle condizioni climatiche nei paesi in cui si disputeranno le gare.

Le classiche monumento

Indicazioni dall’Uci sono arrivate sulle cinque classiche monumento, la Milano-Sanremo, il Fiandre, la Parigi-Roubaix, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia. L’obiettivo è disputarle dando loro la priorità rispetto ad altre gare minori, che potrebbero essere corse in mezzo alla settimana ma più realisticamente cancellate dal calendario ed essere riproposte nel 2021. Non è soltanto una questione cronologica, ma anche fisiologica e la approfondiremo in un altro articolo. Uno sport di fatica come il ciclismo richiede una preparazione graduale e una sosta di due mesi ha come conseguenza un arco di tempo più o meno lungo per permettere agli atleti di riprendere la condizione. Il che è ancora diverso da correre una gara e per questo il quesito non riguarda soltanto quando si tornerà a disputare una competizione, ma quali atleti parteciperanno. Se il programma di un corridore prevede tot gare spalmate nell’arco di dieci mesi, è impensabile che possa correrne altrettante all’interno di una stagione compressa. Le squadre e gli atleti dovranno fare delle scelte.

Giro d’Italia

La Rcs ha specificato che il Giro ha la priorità assoluta e potrebbe nella peggiore delle ipotesi essere collocato in autunno. Si sta studiando un percorso alternativo e delocalizzato che potrebbe essere contratto e più corto rispetto alle tradizionali tre settimane di gara. Si può lavorare a una corsa su due settimane da disputare a ottobre, subito dopo il mondiale, oppure a settembre prima della rassegna iridata anche se sarebbe forse eccessivamente a ridosso della Vuelta. Un Giro ridotto è un’idea che ha già diviso le opinioni, con Vincenzo Nibali che si è dichiarato contrario. Naturalmente il valore della corsa rosa non è soltanto sportivo, ma è anche simbolico e già nel secolo scorso il Giro è stato occasione di ripartenza e capacità di unire emotivamente il paese dopo le guerre. Anche per questo motivo, e anche per evitare conseguenze economiche derivanti da una cancellazione definitiva, si proverà a salvarlo.