Williams molto poco Serena, Osaka trionfa a Flushing Meadows

La statunitense è stata battuta nettamente in finale, dopo aver insultato l'Arbitro e aver rimediato anche un game penalty.

Serena, poco. Pochissimo. O almeno lo è stata ieri nel corso della finale degli US Open persa con Naomi Osaka 6-2 6-4. “Lo sapete tutti quello che ho fatto per arrivare fin qui, se fossi stato un uomo tutto questo non sarebbe successo”. Questa l’analisi della tennista statunitense, che ha insultato l’arbitro a più riprese fino a prendere un game penalty: “Non baro per vincere. Preferirei perdere”. E infatti ha perso.

Williams, tornata al tennis di vertice dopo la maternità, ha motivato così il suo nervosismo in conferenza stampa: “Ho visto giocatori uomini dire di tutto ai giudici. Sono qui per lottare per i diritti delle donne e per l’uguaglianza femminile. Io ho detto “ladro”, lui mi ha tolto un gioco, mi è sembrata una decisione sessista. Non avrebbe mai tolto un gioco a un uomo perché ha detto “ladro”. Continuerò a lottare per i diritti delle donne”.

Nel secondo set l’arbitro ha inflitto un secondo warning alla statunitense per abuso di racchetta, gettata a terra e distrutta dopo un punto sbagliato. A questo punto si è scatenata la furia della Williams, ancora in vantaggio per 3-2. Forti proteste all’indirizzo dell’arbitro che sono proseguite al cambio di campo successivo quando Ramos si è sentito dare del «ladro», da una Serena ormai incontrollabile.

Inevitabile la decisione del “game penalty” con la giapponese che ha vinto un game senza giocarlo, allungando sul 5-3. Furiose le proteste di Serena, che ha anche richiesto l’intervento del supervisor e poi è riuscita ancora a vincere un game prima di arrendersi alla giapponese. Che ha solo 20 anni e ha stra-meritato la vittoria di Flushing Meadows, presentandosi da numero 26 del mondo. Per lei un successo storico, si tratta del primo in assoluto di un tennista giapponese in un torneo dello Slam.

Così Osaka alla fine. “Non ho sentito nulla di ciò che è successo dall’altra parte della rete, perché ero di spalle e il pubblico era molto rumoroso. Quando mi sono girata e ho visto che ero 5-3 la cosa mi ha un po’ confuso. Sapevo di non potermi permettere di farmi tradire dai nervi, quindi ho pensato solo al mio tennis, cosa che mi ha permesso di arrivare fin qui. Mi sono scusata col pubblico perché so quanto Serena desiderasse vincere il suo 24esimo Slam. Quando sono entrata in campo mi sono sentita una persona diversa. Non una tifosa di Serena, ma una giocatrice di tennis pronta ad affrontare un’altra giocatrice. Ho sentito un po’ di pressione solo all’inizio, durante il riscaldamento. Alla fine, quando Serena mi ha abbracciato a rete, mi sono sentita di nuovo una bambina”.

Foto Ufficio Stampa US Open