La Roma respira, dopo la Sampdoria la classifica è meno orrenda

Nella giornata che ha visto Inter, Milan e Lazio perdere punti, i giallorossi hanno ritrovato qualche motivo per sorridere anche in campionato.

Al decimo retropassaggio a Olsen in meno di un quarto d’ora, molti dei quali arrivati a mortificare un’azione di attacco, ho pensato di essere troppo anziano per questo sport. O per questa Roma, che in alcuni momenti delle partite di questo avvio di stagione sembra impegnarsi per farmi saltare i nervi.

Poi è arrivato il provvidenziale gol su palla inattiva (come a Mosca, come con la Lazio, come a Empoli…) e la partita si è messa in discesa anche se il rigore assegnato e poi cancellato in avvio di secondo tempo ha rischiato di incastrare anche questi 90 minuti.

Nella giornata che ha visto Inter, Milan e Lazio perdere punti, la Roma ha ritrovato qualche motivo per sorridere anche in campionato: sette vittorie, due pareggi e il suicidio con la Spal nelle ultime dieci uscite tra Serie A e Champions League ma nel complesso c’è poco da stare allegri.

Squadra con qualche equivoco tattico da risolvere, tra doppioni e buchi in organico, e se Cristante inizia a fornire confortanti segnali di risveglio, per altri l’encefalogramma continua a rimanere piatto. Si sono perse le tracce di Karsdorp e Coric e la crisi di Schick temo non possa dirsi conclusa col gol da un metro contro la Sampdoria. Per non parlare del fantasma Pastore, che doveva rappresentare la ciliegina sulla torta del mercato di Monchi e che si è visto finora solo per due (pregevoli) colpi di tacco, tra uno stiramento e una contrattura.

Da salvare qualche lampo di Dzeko, la rinascita di Lorenzo Pellegrini e il talento fatto intravedere da Zaniolo e Kluivert. Poi certo, il turno quasi passato in Champions League non è mai cosa banale. Banale semmai è non rischiare mai una giocata e ricorrere con sinistra frequenza al rinvio del proprio portiere.

Ma forse sono io che sono anziano…

Foto Ufficio Stampa AS Roma