La Nba non è una delle leghe sportive più famose del mondo soltanto per il talento e la visibilità dei suoi giocatori e delle sue franchigie, ma anche perché ha un format stabile e storico che le ha permesso di avere un’identità immutabile nel corso della storia moderna. Una struttura che però potrebbe non solo essere cambiata, ma addirittura rivoluzionata dal 2021-22 entrando definitivamente in un’epoca nuova che è stata inaugurata dall’introduzione degli sponsor sulle maglie nel 2017-18 e poi necessariamente dall’emergenza Coronavirus che ha interrotto la stagione. Adesso con l’avallo del commissioner, dei proprietari e delle tv potremmo assistere a cambiamenti epocali. Questa una lista delle possibili novità da introdurre.
Regular season più corta
Se ne parla da anni, in un crescendo di polemiche per il numero di infortuni che una stagione di 82 partite comporta e per l’alta percentuale di gare inutili soprattutto dopo l’All Star Game, con gran parte delle squadre che non parteciperanno ai playoff intente in operazioni di sperimentazione del proprio roster quando non in vero e proprio tanking. L’ipotesi è di accorciare la regular season di quattro partite, portandole a 78 o un numero simile.
Torneo in autunno
Forse la scelta più inaspettata, per cultura distante dallo sport americano e più simile a quello europeo nel quale un format di torneo al quale parteciperebbero tutte le franchigie nella fase iniziale, con partite che varrebbero per il torneo e anche per la regular season. Il format prevede gare contro squadre appartenenti alla propria Division e una fase finale alla quale accedono le migliori otto, le prime di ogni Division e le due migliori seconde, che ricorda le Final Eight di coppa Italia. A quel punto quarti, semifinali e finale a eliminazione diretta. La scelta dell’arco temporale, tra novembre e dicembre, è dovuta alla necessità di non entrare in concorrenza con le altre leghe sportive americane, a gennaio e febbraio ci sono i playoff Nfl e a marzo il tabellone a eliminazione diretta della Ncaa.
Playoff di ingresso ai playoff
Gioco di parole che racchiude un’altra novità che ha come obiettivo dare motivo di competizione a quelle squadre che da marzo in avanti rischiano o sanno già di non andare ai playoff. Si parla di un torneo di ingresso ai playoff che coinvolgerebbe le squadre tra la settima e la decima posizione nelle due Conference, una sorta di wild card già presente nella Nfl e che aumenterebbe l’intensità agonistica degli ultimi due mesi di regular season. Un altro torneo nel quale la settima classificata affronterebbe l’ottava e la perdente giocherebbe contro la vincente della sfida tra nona e decima.
Tabellone playoff incrociato
Altra ipotesi di cui si parla da tempo e che potrebbe diventare realtà, dalle semifinali dei playoff potrebbe decadere il concetto di Conference per lasciare spazio a sfide incrociate basate sul record delle squadre e non sulla loro disposizione geografica. I playoff a quel punto diventerebbero un torneo aperto con sfide tra squadre delle due coste sulla base del record in regular season, per esempio i Lakers con il record migliore della Nba potrebbero sfidare i Knicks che accedono ai playoff con un record peggiore, un tabellone che permetterebbe di riequilibrare i valori in un’epoca nella quale la Western Conference è molto più competitiva della Eastern e alle Finals si potrebbero vedere le due squadre con il record migliore o le due effettivamente più forti anche se giocano nella stessa Conference.
Nuovo calendario
Inteso non come sequenza di partite ma di data di inizio e fine della stagione. La Nba sta provando a salvare il 2019-20 interrotto bruscamente dal Coronavirus e per farlo dovrà necessariamente spostare in avanti i playoff e le Finals che tipicamente occupano maggio e giugno. In un’ottica del genere, l’ipotesi del futuro prevede che si possa iniziare la regular season a fine dicembre e giocare fino ad agosto, con un calendario compresso, ma anche per evitare sovrapposizioni con la Nfl che inizia a settembre e finisce a inizio febbraio.
