
EASTERN CONFERENCE
Partenza a razzo e botte da orbi, Washington risponde a Boston – Tra Wizards e Celtics non corre buon sangue e la rivalità è destinata a aumentare con questa serie. Il teatro è il Verizon Center ma il copione nel primo quarto rimane sempre lo stesso. Washington inizia in maniera travolgente in attacco ma stavolta, davanti al pubblico amico, mette le briglie a Thomas e neutralizza la rimonta di Boston per vincere 116-89 e accorciare 2-1. La capitale è squadra che finora non ha mai sbagliato in casa ai playoff, quattro vittorie, e la battaglia contro i Celtics è emotiva e fisica prima che tecnica. Era già successo nei primi due episodi che i Wizards tentassero di scappare nel primo periodo e il 22-0 con cui comincia la partita è una tendenza che continua. Il vantaggio si allunga a 34-12 con i Celtics incapaci di segnare e di gestire il pallone in maniera corretta. Nelle prime tre partite la capitale ha segnato 119 punti nel primo periodo, nuovo record Nba, contro i 70 di Boston. A fine primo quarto è 39-17.
La miccia si accende nel secondo periodo quando Oubre Jr, stampatosi sopra un blocco duro di Olynyk, reagisce con una spinta mandando per terra il lungo avversario. Parapiglia ed espulsione, oltre che possibile squalifica, la prima delle tre di una serata nervosa nonostante il punteggio mai in discussione, che coinvolge anche Stevens e Brooks che nel quarto periodo si vedono fischiare entrambi un fallo tecnico. Ma i Wizards dominano a rimbalzo 50-38 e Boston non riesce mai a accendersi. Il divario tocca anche 30 punti nel secondo tempo e Thomas paga gli sforzi delle prime due gare, è ingabbiato nella combo della capitale e finisce a 13 punti con 3/8 dal campo e 4 assist, andando a prendersi il suo fatturato in lunetta ma senza coinvolgere i compagni. Privi del faro i Celtics sparano nella nebbia con il 35% dal campo e Horford e Crowder sono gli unici altri due in doppia cifra, 16 e 3 assist per il centro e 14 e 7 rimbalzi per l’ala. Boston ha ancora poco dalla sua panchina, Smart e Brown in coppia tirano 5/18 dal campo, e perde 16 palloni di cui la metà proprio con il disastroso esterno che non riesce a dare supporto a Bradley. I Wizards portano in doppia cifra sei uomini, con Wall da 24 punti, 8 rimbalzi e 3 recuperi e un Gortat che vince per la prima volta la battaglia in area con 13 punti e 16 rimbalzi. Ce ne sono 19 con 8 rimbalzi e 3 recuperi per Otto Porter Jr, 10 e 5 rimbalzi per Morris e 11 con 3 assist per Beal che si dedica con successo alla difesa. I padroni di casa tirano con il 46% dal campo e appena 8/25 dall’arco ma stavolta hanno un Bogdanovic che decide di giocare e i suoi 19 punti, 10 rimbalzi, 2 assist e 4/7 dall’arco sono gli ingredienti rimasti in dispensa nelle prime due partite. I Wizards chiudono 22/25 dalla linea e lavorano sulle linee di passaggio per impedire canestri facili a Boston. Gara 4 darà altre risposte in una serie che potrebbe essere decisa dalla prima vittoria in trasferta, ammesso che arrivi.
Boston | Washington | 2-1 |
Cleveland | Toronto | 2-0 |
WESTERN CONFERENCE
Green e Durant, Warriors ancora imbattuti – Botta e risposta a distanza tra Golden State e Cleveland. I campioni sono imbattuti in questi playoff e nella notte anche i Warriors si portano sul 2-0 contro i Jazz grazie a una vittoria quasi in fotocopia 115-104 alla Oracle Arena. La difficoltà per Snyder è quella di mantenere contatto con i Warriors in attacco nonostante la sua difesa continui a funzionare e nonostante l’infortunio di George Hill, fermato nel pomeriggio da un problema all’alluce del piede sinistro, renda ancora più difficile la notte di Utah. I Jazz arrivano fino a dove possono in attacco e non è comunque vicino a quello che i padroni di casa possono produrre in termini di qualità e alternative. Il primo periodo finisce 33-15 per i padroni di casa, il vantaggio rimane intorno ai 20 punti e Utah in due partite non è ancora mai stata avanti nel punteggio. Green è sempre protagonista su due lati del campo ma nel secondo episodio finisce anche in copertina con 21 punti, 7 rimbalzi, 6 assist e 4 recuperi. Chiude con 7/13 dal campo e punisce la scelta del coaching staff dei Jazz che scelgono di sfidarlo al tiro quando si porta lontano dal canestro. Risultato 5/8 dall’arco, con Curry che fa altrettanto per 23 punti, 4 rimbalzi, 7 assist e 2 recuperi. I Warriors sono una macchina che sforna assist senza interruzione, non importa quanto piano tu li faccia andare, sono 33 su 42 canestri di squadra. E c’è anche un Durant da 25 punti, 11 rimbalzi, 7 assist e 13/15 ai liberi (l’intera Golden State ne tira 20). E’ un problema per tutti, perché se vuoi fermarli senza sfidarli al tiro devi mandarli in lunetta. Thompson è efficace con 14 punti, 6 rimbalzi, 6 assist e 2 recuperi e Iguodala scalda i motori nella propria metà campo con 10 punti, 5 rimbalzi e 4 assist. I Warriors tirano con il 49.4% dal campo e le 17 palle perse fanno parte del copione nel quale la squadra più forte ogni tanto si concede leggerezza nel gestire i possessi. I Jazz sembrano arrivati ai propri limiti. Hanno un Hayward da 33 punti, 5 rimbalzi e 4 assist, un Gobert dominante in area con 16 punti e 16 rimbalzi prima di uscire con 6 falli, un Mack che fa il primo violino dalla panchina con 14 punti, 4 assist e 2 recuperi. Tirano il 45.2% dal campo, hanno un Johnson da 8 punti e 3/8 dal campo e semplicemente hanno di fronte un ostacolo troppo alto da scalare. Il remake delle ultime due finali Nba è sempre più vicino.
Golden State | Utah | 2-0 |
San Antonio | Houston | 1-1 |