Nba Finals gara 1, Suns favoriti contro i Bucks con il dubbio Antetokounmpo

Pronostici Nba Finals gara 1, i Suns sfidano i Bucks con il vantaggio del fattore campo e sono favoriti anche per la vittoria del titolo

I Suns mancavano dalle Finals dal 1993, stagione in cui un Charles Barkley mvp provò ad opporsi al Michael Jordan sulla strada del primo three peat e fu sconfitto 4-2 dai Chicago Bulls e Phoenix al terzo viaggio in finale cerca il primo anello nella storia della franchigia. La storia è quella di Chris Paul, che a 36 anni e con addosso un campionario quasi senza eguali di infortuni di ogni genere ha trovato in Arizona la forza di arrivare all’ultimo atto giocando una leggendaria gara 6 sul parquet che era stato suo fino al 2017, lo Staples Center nel quale aveva giocato per sei stagioni e sul cui parquet ha travolto i Clippers segnando 41 punti e trasformandosi nell’uomo in missione che può cambiare la serie. I Suns hanno il vantaggio del fattore campo e giocheranno le prime due gare alla PHX Arena. Per i Bucks sono le prime Finals dal 1974 e anche la squadra di Budenholzer ha fatto quel passo avanti tecnico ed emotivo che era mancato nelle ultime due stagioni. Sopravvissuti in gara 7 alla serie con i Nets, sul 2-2 contro gli Hawks e davanti alla prospettive di giocare le due gare decisive della stagione senza Antetokounmpo sono saliti di livello i suoi compagni di squadra per chiudere 4-2 la finale della Eastern Conference e giocarsi il titolo in un’edizione inedita delle Finals anche per il mercato delle due città, che non è quello dei grandi centri mediatici come Los Angeles o San Francisco. La domanda che accompagna la vigilia è una sola: può Milwaukee battere Phoenix senza la sua stella? Risposta senza ancora riscontro del campo: difficile, molto difficile.

Quote gara 1

Phoenix Suns Milwaukee Bucks
1.44 3.00

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Pronostici Nba Finals gara 1

C’è un motivo per il quale i Suns sono favoriti per il titolo Nba e non è soltanto il fattore campo, che pure potrebbe incidere al termine di playoff lunghi e intensi che arrivavano dopo una stagione anomala iniziata a dicembre e che è costata a un numero enorme di All Star infortuni che ne hanno condizionato singole partite e più spesso regular season o intere serie. Phoenix ha chiuso 51-21, ovvero il secondo record della Lega alle spalle dei Jazz e poi in una Western Conference come al solito selvaggia e ricca di pretendenti legittime alle Finals ha piegato le due parti di Los Angeles, prima 4-2 i Lakers campioni uscenti e poi i Clippers con lo stesso risultato. In mezzo c’è stato il 4-0 contro i Nuggets, altra squadra che non riesce a decollare ma che coltivava ambizioni nobili, e obiettivamente se batti tre squadre che puntano apertamente al titolo ti meriti di giocare le finali con i favori del pronostico. Si può obiettare che i Lakers non avevano Davis e che LBJ non era al meglio e che la serie con i Clippers sarebbe stata diversa con Leonard in campo ed è vero, ma anche i Suns nelle prime due gare della finale di Conference non hanno avuto Chris Paul eppure sono stati superiori vincendo segnando moltissimo come in gara 1 o pochissimo come in gara 4. La squadra di Monty Williams al momento ha un pacchetto di tre giocatori che fanno la differenza che non ha nessun altro e se Booker è il migliore marcatore con 27 punti e 4.8 assist di media in 40 minuti di impiego, l’impatto di Paul con 18.1 punti e 8.7 assist e un rapport assist/palle perse di 5.5 non può essere pareggiato da nessuno degli esterni avversari. Aggiungete Ayton che produce 16.2 punti e 11.8 rimbalzi in area e avrete l’antica formula che vinceva i titoli, ovvero non uno ma due esterni devastanti che alimentano un centro che fa la differenza vicino al canestro. Poi ci sono altri tre uomini in doppia cifra, Bridges, Crowder e Payne che è più di un backup di lusso e avrete una squadra da 108.9 punti e 24.4 assist a partita, una combinazione per la quale nessuna difesa in questa stagione ha ancora trovato un antidoto. C’è quel discorso delle motivazioni e bussate di nuovo alla porta di Chris Paul, per la prima volta alle Finals in un percorso lungo sedici anni e iniziato a New Orleans proprio con Williams come coach e avrete una fiamma che potrebbe fare la differenza soprattutto se non avrà problemi fisici e in partite che si decideranno negli ultimi possessi. Arrivare in fondo alla Western Conference offre un’occasione unica per il titolo ma non certo la garanzia di riprovarci, soprattutto se hai 36 anni e un conto aperto con gli infortuni.

I Bucks hanno eliminato 4-0 gli Heat finalisti nella scorsa stagione e poi perdendo le prime due gare contro i Nets si sono trovati davanti agli interrogativi sorti negli ultimi due anni, ovvero che questa fosse una squadra da regular season ma che puntualmente si scioglieva ai playoff dove gli adattamenti tecnici e il giocare sempre contro gli stessi avversari mettevano in evidenza i limiti degli uomini di Budenholzer. Se Milwaukee è alle Finals è soprattutto una questione emotiva e la svolta c’è stata in gara 7 contro Brooklyn, una partita praticamente persa e poi vinta quasi solo con i nervi. Poi c’è stata la reazione alla sconfitta in gara 1 contro gli Hawks e infine la maggiore capacità di reazione dopo l’infortunio di Antetokounmpo che ha pareggiato quello di Young, con il cast di supporto che è salito di livello e sono stati Middleton e Holiday a caricarsi la squadra sulle spalle. E’ chiaro che senza il greco l’ago della bilancia pende abbondantemente dalla parte dei Suns perché manca l’antidoto al midrange game avversario in difesa e una dimensione interna potenzialmente inarrestabile in attacco. Antetokounmpo ha finora prodotto 28.2 punti e 12.3 rimbalzi di media ai playoff, cifre che si possono compensare ma non si sostituiscono e a quel punto non solo Middleton e Holiday ma soprattutto Lopez, il terzetto di Milwaukee che con il greco garantisce 80 dei 109 punti di media a partita, sono chiamati a un compito straordinario che non è detto venga portato a termine. Portis può giocare in quintetto o uscire dalla panchina a seconda della presenza della stella, ma i Bucks vanno dove li porta il loro quintetto e anche da questo punto di vista i Suns hanno più alternative. La chiave primaria sarà la difesa su Booker e Paul, che potrebbe portare via ai due esterni di Milwaukee molte energie preziose dall’altra parte del campo soprattutto se l’assenza di Antetokounmpo si prolungherà e dovranno prendersi grande parte delle responsabilità offensive, è chiaro che per Budenholzer la coperta è corta bisognerà vedere se gli adattamenti da gara 2 in poi potranno essere efficaci.

Alcune voci riportavano di un recupero di Antetokounmpo già per gara 6 contro gli Hawks ma lo staff tecnico ha preferito non rischiarlo, è chiaro che la sua presenza o meno cambia ogni prospettiva in vista di gara 1. I Suns sono più riposati a prescindere e in questo momento hanno più certezze tecniche, andiamo con Phoenix vincente in handicap -6.0 (Bet365.it 1.90, Snai -6.5 1.95) e la serie potrebbe cambiare da gara 3 in poi o con il ritorno del greco (la sua situazione viene valutata giorno per giorno, alla vigilia ha lavorato prima dell’allenamento sul campo ma non con i compagni), un 4-2 finale (quote intorno a 5.50 prima dell’inizio delle Finals) è secondo noi l’esito più realistico della serie.

Pronostico e quote del 6.7.2021 alle 8:45