La tribu dei nottambuli NBA. Come fare per riconoscerli? Dal sorriso…

La tribù dei nottambuli NBA ha regole precise e condivise: quello che succede in cucina durante le Conference Finals, ad esempio, rimane in cucina.

Lasciando stare il fatto che stanotte sono rimasto sveglio fino alle 2.00 aiutandomi con un caffè preso a mezzanotte e mezza per poi ritrovarmi davanti al Golf di SkySport2 visto che gara2 si gioca questa notte e non quella appena trascorsa, cosa mi posso aspettare da gara2 di NBA Finals tra Golden State e Cleveland?

Innanzitutto, posso sperare. Sperare di rivivere quella sensazione unica e poco traducibile che solo le partite NBA trasmesse di notte con commento in italiano ti possono dare. C’è l’eccitazione di Apollo 13, la strambata di Luna Rossa, una lacrima del Mundial di Argentina 1978. Quel senso di appartenenza traversale e fatato che ci rende tribù, tutti appollaiati davanti a uno schermo, da 12 a 75 pollici (tutti verso l’alto), in attesa che qualche cosa di magico accada.

E in questo, l’NBA difficilmente tradisce. Nel cuore delle mie notti di giugno, spesso con un occhio aperto e uno chiuso, mi sono goduto il semigancio di Magic al Boston Garden, “The Shot” a Salt Lake City, la stoppata di LeBron alla Oracle Arena. Per poi provare a tornare presentabile qualche ora più tardi e andare in ufficio. Col sorriso stampato di chi si rivolge al mondo con gli occhi colmi di gioia: “Ma che cazzo ne sapete voi, cosa, di cosa ho visto io stanotte?”.

L’NBA di notte mi fa vivere l’alba, mi costringe a fare colazione a ore che neanche pensavo esistessero, a guardare l’orologio alle 9.30 pensando che sia mezzogiorno. La palpebra si abbassa, talvolta, ma il ricordo delle emozioni provate qualche ora prima, vale la candela. “Mentre tu dormivi e russavi, pover’uomo, io ho visto Chris Paul segnare in faccia a Curry e poi prenderlo per il culo“. C’è pure, miscredenti, chi non vuole sapere il risultato e ti chiede di non parlarne. Certo, perché non siamo nel 2018, siamo nel 1977. Amico mio che rischi di non esserlo più a breve, il risultato ti può arrivare da un sito di Economia, da un Social, dal TG1, da una radio, da un led pubblicitario al centro commerciale.

La tribù dei nottambuli NBA ha regole precise e involontariamente condivise: quello che succede in cucina durante le Conference Finals, ad esempio, rimane in cucina. Siamo tutti testimoni di qualcosa di memorabile, spesso epico, col vantaggio che non essendo sul posto non possiamo massacrarci di selfie o di dirette Facebook. Vuoi mettere?

L’unica diretta è quella SKY, che non ci molla neanche durante i timeout e così ci permette di assistere a tutto ciò che non è Basket e che avviene intorno al campo. O in campo mentre le due squadre fingono di ascoltare i loro allenatori quando in realtà molti sguardi sono rapiti da quanto avviene sul cubo (Pachulia, sto parlando con te!!!). Nani, acrobati, ballerine griffate Warriors, cani addestrati, magliette sparate col mitra e atterrate anche di là, nel vostro soggiorno. Una partita NBA dura 150 minuti ma per me il tempo vola come LeBron. Come assistere a tre minuti del secondo tempo di Chievo-Atalanta.

Come mi aspetto stanotte, dunque? Innanzitutto, che la partita si giochi davvero.
Poi che Golden State per la quale il mio cuore batte dai tempi di Dido Guerrieri e del suo adesivo “Warriors” sulla Panda bianca, siano un po’ più Warriors dell’altra notte. Meno isolamenti, che già ci siamo noi isolati nei nostri letti, e più passaggi, tagli, ritmo.

Quanto a LeBron, cosa dire? Grazie. Perché dai un senso alle mie coraggiose nottate, da quando avevo 20 anni e rimanevo sveglio fino alle 4 per Jazz-Bulls e poi mi addormentavo alla palla a due. Perché stai riscrivendo il significato di “epica”. Perché uno rimane sveglio anche solo per vedere fino a dove vuoi arrivare, quanto a scherzo degli avversari, della serie, della Lega. “Se vabbè, mo’ segna anche questo?”. Silenzio…

Provo disgusto per gli “haters”, in generale. Quanto agli “NBA Haters” (che peraltro è un ossimoro) sono sempre più convinto che vivano esistenze discutibili. Godetevi il bello.

Dunque, ci vediamo alle 2, ognuno nei propri letti. Sempre che stanotte non ci sia di nuovo il Golf…

Foto Ufficio Stampa NBA Italia