Nba, Coronavirus, Cina e ipotesi di ripartenza

La Nba osserva con attenzione gli sviluppi del ritorno del basket in Cina per disegnare scenari compatibili a una ripresa in sicurezza

Abbiamo visto come la Nba, anche grazie ai suoi rapporti diretti con la Cina, sia stata più veloce nel reagire all’emergenza Coronavirus rispetto allo sport europeo, in particolare al calcio. Adesso l’obiettivo della Lega è capire in che modo la stagione possa ripartire e da questo punto di vista sta ancora tenendo d’occhio la situazione cinese e il suo campionato, la Cba, che dovrebbe ripartire ad aprile ma non c’è ancora una data certa.

Le prospettive

Di sicuro la Nba sta studiando un sistema che permetta di creare un ambiente sicuro, a rischio di contagi zero sintetizzando, all’interno del quale possano muoversi i suoi protagonisti. Giocatori, arbitri, staff, dirigenti, medici, operatori dei media. Una sorta di bolla nella quale al momento non è prevista la presenza di pubblico e per sviluppare la quale non è necessariamente prevista un’arena almeno nell’accezione che conosciamo. In Cina la stagione si è interrotta il 24 gennaio e doveva riprendere il 15 aprile. La data della ripresa è slittata a fine aprile o inizio maggio. Se queste tempistiche fossero rispettate, il modello cinese prevede uno stop di tre mesi. Le società hanno richiamato i propri giocatori e li hanno sottoposti a un periodo di quarantena preventiva di due settimane per essere sicure di trovarli in salute e pronti a riprendere gli allenamenti. A sua volta la Cina ha osservato come anche Giappone e Corea del Sud abbiano provato a riprendere i campionati di basket senza ancora riuscirci. Una possibilità studiata dagli esperti cinesi prevede di concentrare le squadre in una o due città e giocare in due o tre arene vuote per concludere la stagione regolare e giocare i playoff in una seconda fase con la speranza di poterli disputare con il pubblico. Sono stati fatti i nomi di alcune località nelle quali i protagonisti possano vivere in sicurezza e costantemente monitorati, con la temperatura ed altri parametri controllati diverse volte al giorno.

Le possibilità di uno scenario Nba

Se queste misure avranno successo e soprattutto se avranno continuità per un arco di tempo tale da permettere che la stagione possa continuare senza ulteriori interruzioni, la Nba potrebbe essere disposta a replicarle. Le franchigie hanno a disposizione i loro centri di allenamento e in alcuni casi anche arene di proprietà, ma la diffusione a macchia di leopardo del Coronavirus negli Stati Uniti rende impossibile la pianificazione di un sistema affidabile. Per questo si prenderanno in considerazione località che non appartengono alla geografia Nba e subito Las Vegas è salita al centro dell’attenzione con la possibilità di convertire uno o più degli enormi casinò presenti in città in centri polifunzionali nei quali fare vivere le squadre, permettere gli allenamenti e giocare le partite. Naturalmente non basterebbe una città e forse nemmeno due perché stiamo parlando di trenta squadre se si vuole portare avanti la regular season e di sedici se si giocassero i soli playoff. Per questo si è parlato anche di isole come le Bahamas e le Hawaai con la possibilità di costruire ambienti di gioco specificamente disegnati per la trasmissione televisiva degli eventi, ma sono soluzioni di più difficile realizzazione. Las Vegas è invece una città già attrezzata per il basket, è territorio di Summer League e potrebbe essere a disposizione della Nba per tre mesi dando ossigeno anche agli alberghi e casinò che di questi tempi sono praticamente inutilizzati. Le incognite sono enormi e riguardano non solo la logistica e i tempi di progettazione e realizzazione, ma anche la disponibilità dei giocatori ad accettare uno scenario tanto insolito. E’ probabile che anche i più reticenti come LeBron James finiscano per accettarlo se l’alternativa è rimanere fermi a tempo indeterminato, ma di sicuro questa emergenza non è mai stata affrontata a livello planetario e anche lo sport ha bisogno di tempo per provare a prendere le misure.