Nazionale Basket Roberto Brunamonti: “Saremo una squadra seria”
Roberto Brunamonti è una delle facce belle della pallacanestro italiana. Ettore Messina l’ha voluto come dirigente accompagnatore della Nazionale che giovedì esordisce all’EuroBasket 2017.
Alle spalle una carriera ricchissima e piena di esperienze diverse, tutte di altissimo livello.
Ha esordito giovanissimo in A1 con Rieti, dove ha giocato 7 stagioni e vinto 1 Korac. Con la Virtus ha alzato 4 scudetti, 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa e 1 Coppa delle Coppe. Con la Nazionale ha conquistato un argento olimpico a Mosca 1980 e un Oro, un Argento e un Bronzo agli Europei. Ha poi anche allenato per un breve periodo la Virtus vincendo 1 Coppa Italia nel 1997, prima di passare ai ruoli dirigenziali prima a Bologna e poi alla Virtus Roma.
Una volta Sasha Danilovic ebbe a dire: «Venni alla Virtus per poter giocare con Brunamonti». Serve altro?
Roberto, impressioni dopo un raduno di 40 giorni e alla vigilia dell’Europeo.
“Emozioni belle, intense, impagabili. Quando indossi la Maglia della Nazionale tutto è amplificato in positivo. Dal primo giorno di raduno, nonostante le difficoltà, ho provato bellissime sensazioni a contatto con questo gruppo. Tra qualche giorno inizia l’Europeo, voglio ringraziare anche tutti i giocatori che sono stati con noi e che poi per diversi motivi sono rimasti a casa. Sono stati fondamentali, preziosi anche loro con il proprio contributo. Sono tornato in Nazionale con entusiasmo, felice ora di averlo accettato la proposta della Federazione e di Ettore Messina”.
Giocatore, allenatore, General Manager, ora Dirigente Accompagnatore in Nazionale. Un playmaker che ha sempre saputo come rendersi utile per la squadra, a tutti i livelli.
“Incarichi diversi, vissuti in momenti diversi della mia vita e nei quali certamente ho dovuto interpretare ruoli differenti in piazze differenti. Probabilmente sì, essere stato un playmaker mi ha aiutato in questo senso perché è chiaro che quando hai in mano le redini di una squadra devi necessariamente ampliare gli orizzonti e preoccuparti delle esigenze di tutti”.
La tua è sempre stata una leadership “morbida”, solare, sorridente.
“Ho sempre pensato di fare le cose prima di chiederle agli altri. Non so se questo sia servito per dare l’esempio o per indicare la strada ma è sempre stato questo il mio modo di pormi. Fare, prima di chiedere. Vale in ogni ambito, a ogni livello”.
A Ettore Messina ti lega un rapporto decennale e speciale.
“Tra me e Ettore ci sono solo quattro mesi di differenza. Siamo arrivati alla Virtus Bologna giovani, io in campo e lui nello staff tecnico delle Giovanili. Siamo cresciuti insieme e poi quando si è interrotto il rapporto allenatore-giocatore si è instaurato ancora di più un rapporto solido e molto forte. Un motivo in più per accettare la chiamata in Nazionale”.
Con la Nazionale ha vinto tra le altre cose un Argento olimpico e un Oro europeo. Molti di quegli Azzurri (Bonamico, Costa, Sacchetti, Marzorati, Vecchiato, Gilardi, Meneghin) si sono poi costruiti una carriera prestigiosa rimanendo a vario titolo nel mondo della pallacanestro.
“Vero. Segno che quel gruppo aveva straordinarie doti tecniche ma anche caratteriali, di temperamento. Era una squadra intelligente, evidentemente non solo in campo. Qualcosa di analogo è successo poi anche col gruppo del 1999 e del 2004, non credo sia un caso”.
Giovedì palla a due di Italia-Israele, esordio all’Europeo. Come ci arriviamo?
“Con l’intenzione e la speranza di essere una squadra seria, degna dell’impegno a cui siamo chiamati e della Maglia Azzurra che indossiamo. Il lavoro svolto è stato tanto, faticoso e di qualità. Siamo pronti”.