
Alla fine, come è stato finora con lo sport mondiale, sarà il virus a decidere. Sarà lui, dopo avere interrotto il calcio che conoscevamo a marzo, a stabilire quale strada delle due verrà percorsa. O potrebbe anche decidere per la terza, quella che nessuno prende in considerazione, ovvero che una discesa e risalita dei casi nei prossimi mesi a livello globale renda necessario (ma non necessariamente sostenibile, questo però esula dal contenuto dell’articolo) l’utilizzo di nuovi lockdown. Lo sport che vuole ripartire potrebbe dovere fare i conti, fino a cura certa o a vaccino testato, con nuove interruzioni impreviste e inaspettate. Intanto però emergono due scenari contrastanti per salvare quello che rimane del 2019-20 e mettono una di fronte all’altra Uefa e Fifa. L’organismo del calcio europeo contro quello mondiale, semplicemente perché entrambe hanno un modello per la ripresa che, avente come comune denominatore la salvaguardia dei calendari, non coincide sul calendario.
Il modello Uefa
E’ quello più largamente dibattuto e conosciuto. Ampio mandato alle federazioni nazionali di completare i campionati entro il 3 agosto, prendendo in considerazioni le ipotesi più drastiche e fantasiose per portare a termine la stagione come ad esempio i playoff per comprimere la durata dei tornei. Poi tre settimane estive dedicate a Champions League ed Europa League, che non si dispera di completare con la classica formula dell’andata e ritorno fino alla finale ma che all’occorrenza si declineranno con le inedite Final Eight e Final Four se il tempo rimasto è troppo poco. Il punto di arrivo è a Istanbul il 29 agosto per la finale di Champions League. L’obiettivo è cominciare il 2020-21 a ottobre, con i campionati nazionali e le coppe, per varare una stagione quasi normale che abbia come naturale approdo gli Europei rinviati di un anno in un’estate che con dodici mesi di ritardo dovrebbe essere quella che non avremo tra due mesi, comprese le Olimpiadi.
Il modello Fifa
La condizione di base, imprescindibile a livello economico, è che la stagione interrotta vada completata. Per questo se la pandemia non permettesse un ritorno in campo in tempi brevi e la chiusura di campionati e coppe slittasse dopo l’estate, si entrerebbe nello scenario gradito dalla Fifa. La stagione attuale si completa entro ottobre e il 2020-21 inizia a novembre ma più realisticamente a dicembre insieme alle coppe europee. A quel punto girone di andata dei tornei fino a maggio, interruzione dei campionati per lasciare spazio a Europei e Olimpiadi, poi da ottobre 2021 ad aprile 2022 conclusione dei tornei. Si aprirebbe così il modello di stagione basato sull’anno solare che porterebbe con le stesse modalità ai mondiali invernali del 2022 in Qatar, con la possibilità di varare il nuovo mondiale per club a 24 squadre nell’estate 2023.
Le prospettive
L’Uefa spinge per la conclusione dei campionati in modo da avere spazio per Champions League ed Europa League, ma questo modello comporta la possibilità dei vari paesi di concludere i campionati. Non una incognita, ma tante quanti sono i tornei da concludere in giro per l’Europa. Le complicazioni sono all’ordine del giorno, vedi la scelta dell’Olanda di dichiarare conclusa la stagione e uno dei motivi è che non ha squadre impegnate nelle coppe europee, e per questo si studiano anche criteri di ammissione alla prossima edizione di Champions League ed Europa League se il campo non potesse dare verdetti. La stagione solare della Fifa permetterebbe di guadagnare tempo, ma rischierebbe di concederne poco successivamente. Se la stagione inizia in inverno e poi a marzo 2021 si ferma di nuovo tutto, a saltare di nuovo potrebbero essere gli Europei. In mezzo ci sarebbe anche la nuova Europa Conference League, la terza coppa europea che dovrebbe partire proprio dal 2021-22 ma di cui in questi giorni tutti sembrano essersi scordati. L’unica vera certezza al momento è che provare a stilare calendari che guardino all’estate 2021 in una condizione di totale instabilità globale dal punto di vista della salute è un esercizio di estremo ottimismo, sia da parte della Uefa che della Fifa.