Juve-Inter: l’aria che tira

La mia personale marcia di avvicinamento alla sfida di sabato sera comincia con un riferimento al recente passato

Una notte invernale, un posto in cui non avrei mai dovuto essere. Ricordi che risalgono la corrente e riaffiorano catalizzati dall’approssimarsi di Juve-Inter.

Tarda mattinata del 27 gennaio 2016, temperatura mite per la stagione. Siamo in semifinale di Coppa Italia e proprio quella sera si gioca l’andata allo Stadium.

Prima di Natale perdiamo in casa con la Lazio, evento che segna l’inizio della fine di un bellissimo quanto insperato periodo in testa alla classifica. Poi crolliamo anche contro il Sassuolo e giusto tre giorni prima della sfida di coppa il Carpi, in dieci, ci rimonta a San Siro. Il gol di Lasagna non vale come quello di Brignoli ma brucia.

Si mette malissimo. Ma guardate le quote di allora e quelle di oggi. Sono simili eppure oggi ci sembra di camminare in sospensione, volteggiando a un metro da terra, ettometri sopra le miserie di chi sapete. A volte i numeri sono strani, o forse siamo noi a non capirli.

Senza quasi sapere come, mi ritrovo a Torino di fronte allo stadio ad aspettare il tipo con i biglietti. La mia prima volta nella nuova casa del nemico. Posti praticamente a bordo campo, comodissimi, anche se noto subito che c’è una bella differenza, come frequentazione, rispetto a San Siro. Non quanto quella tra le squadre in campo però.

Sballottati. A fine primo tempo avrei dato tutto per finirla così, 1-0. Ma ne ho viste troppe per sperare nei miracoli. Ce ne fanno tre, ma potevano essere sei. Non vedevo l’ora che finisse, il triplice fischio è stato liberatorio.

Fuga da Torino e cena a Milano a base di pizza, gommosa e urticante, in un locale urfido e punitivo.

La partita di ritorno, giocata a marzo, non ha fatto che peggiorare le cose, con l’eliminazione ai rigori.

Questo ribollire di cattivi pensieri mi percuote.

Vedo il Pano che sghignazza e le sublimi mugnaghe del Busnelli passare di mano con mestizia.

Ritorno alle quote: come mai oggi c’è questa sensazione che sia diversa eppure i numeri sono più o meno gli stessi? Quando dici che l’Inter è data a 5.50 (quota William Hill 08.12.2017 ore 11.15) e oltre la gente sgrana gli occhi. Persino un rossonero puro come Aneg (si, il cronista dell’ippodromo), costretto a gufarci, secondo me ci sta pensando.

Nel 2015-16 dopo 15 giornate eravamo in testa ma con soli 33 punti e già tre sconfitte sul groppone. Inoltre la sfida con i bianconeri fu giocata dopo, quando eravamo già in fase calante.

Le differenze ci sono, e quindi che il feeling generale non sia lo stesso si può capire.

Poi ci sono le dichiarazioni di quel mattacchione di Sandro Pellò, direttamente dagli studi di JTV: “devono stare nelle fogne, nei tombini …”.

Come interista non mi sento offeso. Anzi, quasi lo ringrazio. Si, perché allora è vero che forse l’aria che tira non è più la stessa.

Avrei una gran voglia di esorcizzare quella notte dal retrogusto al salame del discount, ma sarà dura. Molto.

Amala.