Il favoloso mondo di Jack Bonora, tra Marronaro, Richardson e Linda Santaguida…

L'intervista al giornalista bolognese tifosissimo dei rossoblu e della Virtus. Un personaggio divertente, autoironico, mai banale.

E’ difficile parlare di Jack Bonora. O lo conosci o non lo conosci. E se lo conosci una volta, poi difficilmente te lo dimentichi. L’etichetta di “Giornalista” gli va stretta, Jack è uno showman, un presentatore, un personaggio centrale nel mondo della Comunicazione bolognese. L’ho incrociato un bel po’ di volte nei miei primi anni bolognesi. Grazie a lui ancora oggi sorrido ogni giorno sui Social Network. Inimitabile, Jack!

Il giocatore del Bologna che non riesci a dimenticare…
Lorenzo Marronaro, il bomber della promozione in serie A nel 1988. Ovviamente ne ho visti tanti più forti in maglia rossoblu (Baggio e Signori, per dire…) ma quella stagione lui ci fece sognare. Era il calcio champagne di Maifredi, erano gli anni 80 ed erano i miei 20 anni. Tutto sarebbe presto svanito, ma fu meraviglioso.

La valletta/modella che non riesci a dimenticare.
Linda Santaguida la presentai alle selezioni in Romagna di Miss Italia nel 1995, per un’ intera estate. Aveva 17 anni e appena la vidi ebbi modo di percepire che aveva qualcosa in più. Certo era molto bella, tanto che arrivò alla finale nazionale di Salsomaggiore, ma la verità è che aveva qualcosa in se di speciale. Direi una perfetta miscela di magnetismo e determinazione. Ci siamo visti recentemente, con grande piacere, e a 40 anni devo dire che è sempre splendida.

Il giocatore della Virtus che non riesci a dimenticare.
Sugar Ray Richardson, perchè ci ha fatto vedere sprazzi di NBA in Italia. Arrivò a 33 anni, vissuti al massimo e con troppe cadute. A Bologna si gustò notte, donne e liquori: noi ci gustammo lui. A tratti era ancora un fenomeno. E poi, anche in questo caso, Sugar si lega ai miei 20 anni. Prima ho apprezzato Jim Mc Millian e Kresimir Cosic, la più forte coppia di stranieri che abbia mai visto in maglia bianconera. Sasha Danilovic è stato più efficace di Richardson, per il campionato italiano, ma venne a Bologna per essere antipatico e vincente: riuscì perfettamente in entrambe le cose. Ginobili è stato fortissimo con la Virtus, ma il meglio lo ha fatto vedere in NBA.

Nella prossima vita, vuoi essere un croupier, presentare Miss Italia o la Domenica Sportiva?
Miss Italia, perché sono un presentatore che fa il giornalista, non un giornalista che presenta.

Coach vincente ai Giardini Margherita: ti senti sottovalutato, come allenatore?
“Il giornalismo è l’arte di spiegare agli altri quello che non si è capito”. Diciamo che ho applicato il concetto al Playground… Non so minimamente allenare ma so creare un gruppo, e questo, non solo in un torneo estivo, è ciò che ci vuole. A ogni giornalista, che si lancia abitualmente in dissertazioni tecnico-tattiche, consiglierei di fare il coach ai Gardens. A me è servito per rendermi conto che non capivo nulla. Già, però, un sospetto lo avevo…

Perché è bellissimo vivere a Bologna?
Perché ci sono i bolognesi. Che sanno apprezzare la precisione di un milanese e la solarità di un napoletano. Che a tavola li vogliono entrambi e sanno che davanti ad un piatto di tortellini li metteranno sempre d’accordo, cantando una canzone di Lucio Dalla. Bologna è una città universitaria, abituata agli studenti fuori sede e a sorridere dei loro eccessi, per poi ritrovarli anni dopo, medici, ingegneri e avvocati. Fateci caso, non sentirete mai parlar male di un “bolognese”, non è nè puntuale, nè ritardatario, nè riservato, nè invasivo: è quello che vuoi seduto a fianco a tavola. Quanti sportivi ho visto venire a far serata la domenica, a Bologna, da tutte le città d’Italia….

Un rimpianto della tua carriera?
Da bambino dissi a mia mamma: “Da grande farò il presentatore, il giornalista e non userò la sveglia!”. Sono riuscito a far tutte e tre le cose… In assoluto mi considero un pigro, che si vergogna di esserlo, ma non fino al punto di mettersi a lavorare. Più che un rimpianto, una domanda: “Cosa sarebbe diventato Jack Bonora se si fosse svegliato tutte le mattine alle 7, invece di andare a letto a quell’ora…?”. Credo che avrebbe fatto una carriera superiore, ma non sarebbe stato Jack Bonora.

Un tuo sogno, sportivo.
Il Bologna campione d’Italia.

Un tuo sogno, extra-sport (pubblicabile)
Poter viaggiare nel tempo e andare a Roma, il 7 giugno 1964, per vedere il Bologna vincere il suo settimo scudetto. Poi tornare nella mia città a festeggiare e godermela, quella meravigliosa Bologna anni 60 che mi sono perso. In pieno stile “Ritorno al futuro” vorrei incontrare i miei genitori e raccontargli tante cose che avverranno. Dirgli: “Sono vostro figlio che nascerà tra 4 anni, un giorno si potrà tornare indietro nel tempo”. Poi, però, credendo smodatamente nel karma, valuterei che ogni mia parola condizionerebbe il futuro e li osserverei semplicemente, con dolcezza, da lontano.

Se al mondo ci fossero più Jack Bonora, che mondo sarebbe?
Un mondo pieno di gente seria, che vive con il sorriso. Di gente ambiziosa, ma non arrivista. Un mondo nel quale l’armonia tra le persone ha molta più importanza del denaro. Certo anche un mondo in cui ci sarebbero più night club…

Persa la fiducia in Saputo?
Assolutamente no! E’ un ricco che non butta via i soldi, e a me va bene così.

Sei dichiaratamente virtussino: come gestisci la tua fede con la tua professione?
A Bologna o tifi Virtus, o tifi Fortitudo: non posso credere che un cronista, felsineo, non abbia nel cuore una delle due. Prima regola dichiararsi, seconda regola essere obiettivi.

Foto Archivio Privato Jack Bonora