Lesione all’adduttore sinistro. É questo l’infortunio accusato da Stephen Curry nella partita persa stanotte alla Oracle Arena 111-134 contro i Milwaukee Bucks. Oggi la risonanza magnetica per il fuoriclasse di Golden State e se ne saprà certamente di più.
Dalle prime impressioni, comunque, non sembra essere nulla di particolarmente grave: l’ha detto coach Steve Kerr a fine partita ma ovviamente saranno solo gli esami a tranquillizzare l’ambiente dei campioni NBA. In questo periodo i Warriors lamentano già le assenze di Draymond Green e Shaun Livingston, sempre per infortunio.
Curry è uscito nel corso del terzo quarto, è andato direttamente negli spogliatoi e non è più rientrato in campo «Sinceramente non sono preoccupato – ha dichiarato Kerr a fine partita – Non ho precedenti su cui basarmi: fosse stata la caviglia, avrei potuto fare una stima. Onestamente non era successo prima”. Anche Kevin Durant, per quanto vale, non sembrava particolarmente negativo: «Sembrava stare bene, vediamo domani dopo le analisi e speriamo vada tutto per il meglio».
Curry si è infortunato nel tentativo di contrastare il tiro della guardia dei Bucks Eric Bledsoe. Il numero 30 dei Warriors, anche prima dell’infortunio non stava vivendo comunque una grande serata: nei 26 minuti in cui è rimasto in campo, Steph ha tirato solo 5/14 dal campo realizzando 10 punti, la sua peggior prestazione dall’inizio della regular season.
Se la diagnosi iniziale dovesse essere confermata, Curry potrebbe rimanere fuori per diverse settimane: gli Warriors sono partiti fortissimo, ottenendo dieci vittorie nelle prime undici gare e la seconda miglior partenza nella storia NBA della franchigia. L’unica sconfitta prima di quella di stanotte con Milwaukee è arrivata con Denver, che non a caso insegue Golden State a sola mezza partita di distanza.
