Gp Ungheria 2017 le pagelle semiserie

Le pagelle da Budapest: la doppia vittoria di Vettel e Raikkonen, l'imbarazzante scambio di posizioni della Mercedes, la punizione di Verstappen

Gp Ungheria 2017 pagelle – Per la F1 undicesima gara della stagione all’Hungaroring con la vittoria bivalente della Ferrari e l’imbarazzante scambio di posizioni della Mercedes.

PROMOSSI

  • Vettel – L’esperto di insalate del fine settimana. Mista venerdì, caprese sabato, russa, o meglio finlandese, la domenica. Siccome da Silverstone non c’è verso di avere una giornata senza patemi, nella carta degli imprevisti compare ‘guida una sessantina di giri con lo sterzo che tira a sinistra’. Pare un disastro, ci si dispera, ma è uomo in missione e anche evitando di andare sui cordoli guadagna una vittoria fondamentale per la classifica e forse la più bella e dura della carriera. Ringraziando Raikkonen che gli copre le spalle per tutta la gara. Risposta sua e della Ferrari, che con gli aggiornamenti su un circuito favorevole al passo corto dimostra che il mondiale è apertissimo e lo rimarrà fino alla fine. Strepitoso, lui e la scuderia.
  • Raikkonen – Ecco il dialogo tra Arrivabene e il finlandese prima del via. Arrivabene: ‘Kimi, oggi mi devi assolutamente coprire le spalle di Seb dalle Mercedes qualsiasi cosa succeda’. Kimi: ‘Boh’. Arrivabene: ‘E se ci aggiungo anche il rinnovo per l’anno prossimo?’ Kimi: ‘Teemme paljon jos lisäämme myös laatikollisen, Vodka’. Arrivabene capisce la parte più importante, fa pervenire una cassa di Moskovskaya nel paddock e in cambio Raikkonen fa il vincitore morale della gara. Protegge Vettel al via e durante la seconda parte, quando ha più ritmo, potrebbe vincere, ma si concentra sul Black Russian che lo aspetta al traguardo e respinge gli assalti di Hamilton. Obiettivamente sta facendo tutto quello che ci si aspetta dal secondo pilota perfetto.
  • Bottas – Ecco il dialogo tra Wolff e il finlandese prima del via. Wolff: ‘Val, lo vedi qui il contratto per l’anno prossimo? Se mi aiuti Lewis a stare davanti alle Ferrari te lo faccio firmare alla bandiera a scacchi’. Bottas: ‘En tiedä, minun täytyy ajatella’. Google Translate non funziona e Wolff lo prende come un sì. Però lo scudiero lo fa sul serio, anche se in maniera plateale quando regala la terza posizione a Hamilton. E continua ad andare più forte del catena in qualifica. Rinnovo firmato, pilota prezioso. La sorpresa della prima parte di stagione.
  • Alonso – Commosso com’è di avere un fine settimana intero senza noie meccaniche, praticamente non si accorge che sta costantemente tra i primi dieci. In qualifica e in gara. Finisce con un clamoroso sesto posto, migliore risultato stagionale della McLaren, e quando gli danno un triciclo che dura dall’inizio alla fine lui non tradisce mai. Si regala un trentaseiesimo compleanno felice e visto che si augura che la Ferrari vinca il mondiale non è nemmeno disturbato dalla doppietta rossa. Si prende pure il giro più veloce della gara, tanto per ricordare che a talento lui non è secondo a nessuno. E ora che si è trasformato nel Dalai Lama stai a vedere che diventa pure simpatico.
  • Sainz – I dolori del giovane Carlos si trasformano in sorrisi prima delle vacanze. Si tiene dietro le Force India, non va a sbattere contro nessuno, si regala un duello epico con Alonso e dimostra che quando ha il cervello che non fa contatto con il fondo schiena si tratta di pilota veloce e affidabile. In Toro Rosso per le vacanze gli suggeriscono una cura di fosforo, in modo da non dimenticarsi come si fa nel mese di vacanza.

BOCCIATI

  • Hamilton – Nel fine settimana si confessa grande fan de Le Vibrazioni, visto che le cita in continuazione. Non lo sciagurato gruppo musicale nostrano però. E nemmeno le Good Vibrations cantate dai Beach Boys. Passa il sabato a frignare via radio che le vibrazioni delle gomme anteriori gli disturbano la guida e invece di raggiungere Michael Schumacher a quota 68 pole parte quarto nella gara più incasinata per i sorpassi dopo Monaco. Per completare l’opera si lascia sfilare in partenza dalle lattine e per fortuna che Verstappen si accanisce sul suo compagno di squadra e si becca una penalizzazione. E’ talmente petulante che dai box decidono di sabotargli la radio per non sentirlo durante la prima parte di gara. Quando risolvono il problema si vendica declamando per intero la prima lettera di Paolo ai Corinzi. Bottas in cambio del rinnovo gli regala anche la terza posizione che non gli serve a niente, le Ferrari vanno troppo più forte anche con lo sterzo storto, e gliela restituisce. Parte e finisce allo stesso modo, quarto. Dopo i fasti di Silverstone, giù dal podio a Budapest. L’uomo montagna russa.
  • Ricciardo – Re del gioco dell’oca di Budapest, le lattine gli fanno lo scherzo più perfido. Vola il venerdì, gli si scioglie il cambio il sabato mattina, finisce quinto il pomeriggio e la domenica gli dura una trentina di secondi, quelli che servono a Verstappen per sbriciolargli gomma e radiatore dopo una partenza promettente con sorpasso a Hamilton. Lo sforzo gigantesco della Red Bull nell’ostacolarlo serve a raggiungere l’obiettivo, ovvero privarlo per la prima volta del suo famoso sorriso. Non succedeva da quando faceva la prima elementare. ‘Oggi ha trovato un modo alternativo di fare merda’ riferito all’olandese. Non è una traduzione letterale. Lo dice proprio in italiano.
  • Verstappen – Belle le emozioni, l’audacia, il pelo sullo stomaco, la boiserie, bello tutto. Però non è che siccome sai guidare, sei un ragazzino e sei olandese ti è permesso di fare qualsiasi cosa nel primo giro. Elimina Ricciardo in una gara che poteva essere promettente e stavolta fa saltare la mosca al naso pure a Whiting e alla direzione corsa che gli regalano dieci secondi di penalità. I nostri nonni ce lo dicevano sempre che ogni tanto una bacchettata sulle mani raddrizza anche i più talentuosi e indisciplinati. Era ora.
  • Renault – Ai box si dimostrano dei veri pistola, che non è un insulto alla milanese ma il motivo per il quale Hulkenberg viene privato di un meritato sesto posto. Quando non si rompe la macchina si rompono le pistole che fissano i dadi ai meccanici (e poi per coerenza si rompe pure la macchina a un giro dalla fine). Ma stanno crescendo e se in futuro avranno Kubica il quadretto sarà perfetto.
  • Force India – Il rosa si abbina male al verde di Budapest e Perez e Ocon finiscono dietro a Mercedes e Toro Rosso. Arrivano in coppia, come da tradizione, ma a luglio la scuderia si è persa e somiglia più al Palermo, inteso come società confusionaria, che a una squadra che funziona. Magari al fresco di Spa ritrovano brio (Sergio, nel senso del difensore. Per difendere il ruolo di quarta forza del mondiale).
  • Mercedes – Ah ma insomma gli ordini di scuderia in F1 non esistono fino a quando non fanno comodo a Hamilton? E quindi Toto Wolff che si bullava di giocare a briscola nelle riunioni con i piloti perché tanti li lasciava liberi di correre la loro corsa è un bugiardo matricolato? La risposta a entrambe le domande è sì. Gli efficienti tedeschi brigano con le loro macchine che è un piacere quando ne hanno bisogno. E non riescono nemmeno a stare davanti alle Ferrari. La restituzione della posizione all’ultima curva è perfino più imbarazzante, come Wolff che batte i pugni sul tavolo mentre Lauda ride. Diavolo, pentole, coperchi, farina che va in crusca e il resto del campionario.
  • Vandoorne e Williams – Ovvero, manco le base del mestiere (cit. un supremo Mario Brega in Un sacco bello). Il primo entra ai box frenando come un diciottenne all’esame della patente, solo che di fianco non c’è l’istruttore coi doppi pedali che frena per lui. Risultato, i meccanici devono rincorrerlo fino a Budapest centro, che è dove si ferma dopo avere sradicato da terra il pover’uomo con il carrello. La scuderia del Martini fa concorrenza sleale a Raikkonen. Non contenti di avere rimosso il plaid dalle ginocchia di Massa che si era appena guadagnato una meritata pensione, per fare scopa hanno come terzo pilota Paul Di Resta che non guida una vettura da quando c’erano ancora frizione e cambio manuale. E siccome il brasiliano sulla carta degli imprevisti a Budapest spazia da ‘beccati una molla sul sopracciglio nel 2009’ a ‘buscati un’influenza nell’estate più torrida degli ultimi 800 anni’, si elimina dalla gara il sabato mattina e il volante lo prende quello che non guida dal 1989. Avere due piloti ufficiali per non farne nessuno effettivo è record di tutti i tempi.