Gp Stati Uniti 2017, 15 posizioni di penalità per Verstappen

La F1 negli Stati Uniti, Hamilton guadagnando 16 punti su Vettel potrebbe diventare campione del mondo con tre gare di anticipo

Gp Stati Uniti 2017 – La F1 in America per un doppio appuntamento tra Stati Uniti e Messico nel quale Hamilton potrebbe diventare campione del mondo. Vediamo protagonisti e quote.

Il circuito – Il Circuito delle Americhe è stato disegnato dall’architetto tedesco Hermann Tilke e lo si vede anche dal disegno del tracciato. Suggestiva e tecnica la partenza, con il rettilineo iniziale che si impenna in salita e genera un tornante senza visuale che spesso è teatro di sorpassi e bagarre al via. Circuito medio veloce di 5513 metri, con curve veloce che ricordano Silverstone nella prima parte e due lunghi rettilinei. Finito di costruire nel 2011, è tracciato che ogni tanto in questa stagione è sottoposto a violente sferzate di vento o acquazzoni che possono cambiare le qualifiche e la gara. Qui come a Dubai e a Interlagos, si gira in senso antiorario. E’ circuito utilizzato anche dalla MotoGp proprio per le sue caratteristiche, le ampie vie di fuga e la carreggiata larga. Il record appartiene a Sebastian Vettel in 1’39”347 stabilito nel 2012 su Red Bull.

Albo d’oro – Agli albori della F1 si correva a Watkins Glen, negli anni Ottanta venne la moda dei circuiti cittadini. Prima Dallas, poi Detroit e Phoenix per tre stagioni ciascuna fino a un interruzione dal 1992 al 2000, quando lo scarso appeal degli americani verso il circus portò il mondiale lontano dagli Stati Uniti. Si provò in seguito ad abbinare la F1 a un simbolo delle corse a stelle e strisce, Indianapolis, correndo a metà sull’anello e in parte su un circuito costruito al suo interno. Andò avanti fino al 2007 e poi altri cinque anni di pausa. Con la costruzione del Circuito delle Americhe si è tornati in Texas, dove si corre dal 2012. E’ un circuito ampiamente targato Lewis Hamilton.

L’inglese qui ha vinto all’esordio, nel 2012, e poi nel 2014, 2015 e 2016 in epoca dominio Mercedes. L’unica vittoria altrui risale a Sebastian Vettel, che vinse su Red Bull nel 2013 in un tracciato sul quale hanno vinto solo campioni del mondo. Stante la vittoria di Hamilton a Indianapolis nel 2007, anno del suo debutto in F1, il pilota inglese ha vinto cinque delle ultime sei edizioni del Gran Premio degli Stati Uniti. Oltre a cercare la sesta vittoria che gli permetterebbe di superare Michael Schumacher e Ayrton Senna, loro pure a cinque successi nella classifica dei vincitori del Gp Usa, è il favorito per la gara di domenica.

I protagonisti – Con 59 punti di vantaggio per Hamilton si possono già fare calcoli iridati. Dopo la gara ci saranno ancora in palio 75 punti. Significa che se ne guadagnasse altri 16 su Vettel sarebbe campione del mondo già negli Stati Uniti. Ipotesi non da escludere vista l’assoluta inaffidabilità della Ferrari a Sepang e Suzuka.

Dal punto di vista tecnico il periodo più delicato per la Mercedes sembra essere alle spalle. La vettura tedesca soffre particolarmente le alte temperature, che nelle ultime quattro gare non dovrebbero raggiungere i picchi elevati di Singapore e Malesia. In condizioni di caldo normale, come in Giappone, il pacchetto a disposizione di Hamilton gli permette di lottare per la pole e l’affidabilità totale rende poco realistica la possibilità che il pilota inglese possa perdere punti per problemi meccanici. Significa gestire con assoluta tranquillità un vantaggio che non può essere colmato.

Paradossalmente gli aggiornamenti portati dalla Ferrari nelle ultime tre gare non si sono mai visti in pista in condizioni normale per capirne l’effettiva efficacia. A Singapore, Sepang e Suzuka per Vettel non c’è stata la possibilità di affrontare una gara di testa per confrontarsi con Mercedes e Red Bull. La sensazione è che il tentativo estremo di colmare la distanza con la Mercedes in termini di prestazioni sia stato pagato sul piano dell’affidabilità. Strategia che, al netto della delusione per l’epilogo del mondiale, è da apprezzare.

Anche la Red Bull ha fatto passi avanti e si può dire che nelle ultime quattro gare ci saranno tre diverse scuderie in grado di giocarsi la vittoria. Sempre sul podio nell’ultimo mese e basi gettate per la prossima stagione quando il duello mondiale potrebbe coinvolgere anche la scuderia austriaca.

Dietro le potenze del mondiale le Force India sembrano avere recuperato margine su Renault e Williams, ma proprio la scuderia francese farà esordire Carlos Sainz, che arriva dalla Toro Rosso, in un giro di piloti che restituisce un volante anche a Kvyat e che  per sostituire Gasly impegnato nella rincorsa al titolo Super Formula darà spazio a Brendon Hartley. Fine stagione inglorioso per McLaren e Alonso, che devono sciogliere molti dubbi per il futuro.

Cambio di power unit per Verstappen nelle FP3 con conseguente penalità di 15 posizioni sulla griglia di partenza.

Quote massime dei piloti principali al 21 ottobre

Gara – Tracciato targato Hamilton ed è lui il candidato principale alla vittoria davanti a Vettel in un copione nel quale non sembrano ammesse alternative per il gradino più alto del podio se non ci sono di nuovo inconvenienti tecnici a modificare lo scenario. Bottas ha più credito di Raikkonen e Verstappen, reduce da una vittoria e un secondo posto nelle ultime due gare, si fa preferire a Ricciardo come outsider.

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Hamilton 1.50 1.55  1.50
Vettel 3.75 3.50 3.75 
Bottas 9.00  11.00 9.50
Raikkonen 21.00  16.00 17.00
Ricciardo 15.00 16.00 15.00
Verstappen 29.00 33.00 34.00 

 

Mondiale piloti

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Hamilton  1.01 1.01 1.01
Vettel 17.00 11.00 26.00