Gp Baku 2017 le pagelle semiserie, Far West sul Mar Caspio

Le pagelle di Baku: la gara più pazza della stagione, gli schiaffoni tra Hamilton e Vettel, la fortuna di Ricciardo e Bottas, la direzione gara sotto accusa

Gp Baku 2017 pagelle – Per la F1 ottava gara della stagione a Baku, una delle più emozionanti e folli degli ultimi anni.

PROMOSSI

  • Stroll – Più di Ricciardo, sì. Perché in mezzo a una quantità infinita di lupi di mare che impazziscono sulle rive del Mar Caspio, il più giovane è anche il più saggio. Viene beffato dalla potenza Mercedes proprio sul traguardo, ma secondo o terzo cambia poco. Guida con saggezza e dopo essere diventato lo zimbello del circus nelle prime tre gare è a punti per la seconda gara consecutiva. Oltre che il terzo canadese della storia sul podio dopo i due Villeneuve. Oltre che il più giovane di sempre. Di tutte le pazzie di Baku, questa è la più grande. Magari ci eravamo sbagliati a bollarlo come bluff troppo presto, ma la metamorfosi è simile a quella di George McFly in Ritorno al Futuro I, e capite di cosa stiamo parlando.
  •  Ricciardo – Quattro gare consecutive a podio non le aveva mai fatte. Nemmeno una vittoria partendo in mezzo al traffico aveva mai fatto. Il numero vincente della lotteria è il suo e non quello di Verstappen, che paga quest’anno i fasti dello scorso. Non è che faccia molto, a parte starsene per i fatti suoi lontano dalla mischia, ma è sufficiente per dare alla Red Bull il primo sorriso della stagione. E quel sorriso che gli vedete addosso non è tanto per il podio e lo champagne, ma perché il pischello olandese è stato riposto nel cassetto per l’ennesima volta quest’anno.
  • Bottas – In una gara nella quale non si parla di più bravi ma di più fortunati, lui li batte tutti. Manda per aria la gara di Raikkonen speronandolo alla terza curva, sembra finita, lo doppiano una cinquantina di volte ma le safety car lo rimettono in gioco. Hamilton e Vettel fanno il resto, la power unit Mercedes gli regala pure il secondo posto. Quando si dice c… ircostanze favorevoli.
  • Vettel – Dai problemi idraulici a Hamilton che gli inchioda davanti, vive uno dei fine settimana più intensi e complicati della sua carriera. Gli montano un motore Ferrari del ’72 per evitare rischi, ha pochi cavalli, limita i danni in qualifica e dopo lo stop and go va all’assalto dei punti finendo quarto e guadagnandone un paio sul Catena. Poteva essere una disfatta, può essere soddisfatto. Ma poteva essere anche una vittoria, e ne parliamo più in basso.
  • Force India – Questi ci sono, confermando di essere la quarta forza del mondiale e a volte pure la terza. Non è colpa della scuderia se i loro piloti vanno talmente a braccetto che decidono di eliminarsi da soli, e nonostante tutto Ocon rientra su tre ruote ai box e chiude sesto a due passi dal podio. Maglia rosa, oltre che livrea, tra le scuderie normali.
  • Raikkonen – Fa tenerezza, poverino. Neanche annusa il cocktail al via e Bottas per l’ennesima volta gli rovina la gara in una connection finlandese sempre più esplosiva. I meccanici riescono a rimettergli insieme la parte destra della vettura che arriva ai box squagliata, si prende un’altra penalità perché gli sostituiscono pezzi che non si potrebbero cambiare in fast line, alla fine si arrende, manda tutti al diavolo e va a farsi una cassa di vodka. Era stato profeta e aveva detto che avrebbe aiutato Vettel in caso di necessità. Ora in classifica è dietro anche a Ricciardo. La matematica non lo condanna, il buon senso sì.

BOCCIATI

  • Hamilton – Er Catena produce il meglio al sabato, con una pole position che gli fa completare l’album delle figurine dei circuiti su cui se l’è presa, roba che se lo fai a F1 2017 tiri la PS4 fuori dalla finestra perché non è realistico. La domenica invece produce il peggio, un cafone che rallenta tutti dietro la safety car producendo rischi e anche il contatto con Vettel in una procedura, brake testing, che è la più odiata dai piloti (frenare quando dovresti accelerare per disturbare chi sta dietro). Prova a tenere con una mano la protezione del casco che rischia di volare via in barba a tutte le norme di sicurezza, chiede alla squadra di rallentare Bottas nel finale per provare a riprendere la Ferrari. Fa come gli pare e la direzione gara gliela fa passare liscia. Non lo merita.
  • Vettel – Appunto. Guadagna 2 punti su Hamilton ma senza la reazione da coatto al brake testing, con annessa ruotata e dieci punti di penalità, sarebbe stata vittoria e vantaggio in classifica lievitato in forno. Deve ancora limare questo aspetto del suo carattere, ogni tanto perde la testa quando crede di subire un’ingiustizia. E un mondiale che si vince sui dettagli può anche essere perso per una ruotata fuori dal regolamento. Intanto tutti a bocca aperta nel vedere un pacato teutonico perdere la brocca come il più facinoroso degli automobilisti latini quando quello davanti al semaforo si muove al rallentatore.
  • Mercedes – Ecco, gli efficientissimi e perfetti tedeschi che fissano male la protezione casco di Hamilton non è proprio un’immagine rassicurante. E nemmeno una bella figura per quelli che di solito sono perfetti nei dettagli. Si vede che l’atmosfera di follia dell’Azerbaigian coinvolge anche loro.
  • Perez e Ocon – Questi hanno due macchine che viaggiano forte e si fanno prendere dalla sindrome del truzzo di periferia che quando vede uno con una macchina uguale alla sua lo sfida a duello per vedere chi va più veloce. Risultato, buttano nel mar Caspio una possibile vittoria e replicano le scintille già viste in Canada. Se la scuderia non interviene a calmarli, questi non arrivano a fine stagione ma si sfidano alla sciabola prima.
  • Red Bull – La vittoria di Ricciardo rischia di fare passare in secondo piano l’ennesima rottura di Verstappen. Le lattine sembrano salire di tono ma continuano a essere fragili e poco affidabili, percorso simile alla Ferrari dello scorso anno. Provano a forzare le soluzioni a scapito della robustezza strutturale, ma il mondiale è andato. Possono vincere solo quando in pista c’è il remake di Dieci Piccoli Indiani.
  • Direzione corsa – Va bene, il fallo di reazione non si fa e merita di essere punito. Ma da regolamento sportivo, di tutti gli sport, la reazione è conseguenza di una provocazione che qui è chiara. Vettel punito e Hamilton con la fedina penale pulita è un precedente pericoloso. Per loro due e per tutti gli altri. Vediamo cosa succede alla prima safety car a posizioni invertite. A occhio niente di prudente.
  • Azerbaigian – E’ stato bello, due anni, ora grazie e fuori dal calendario. Circuito senza senso, pericoloso, senza vie di fuga, con i commissari che rimuovono detriti a mano oppure con un trabiccolo a tre ruote e una rete di quelle che si usano per pulire i campi da tennis che comunque va più veloce della McLaren, una bandiera rossa infinita, una regia che sta sempre sui duelli sbagliati. Ne viene fuori una gara divertentissima in un tracciato che non lo merita.

Mondiale F1 2017 quote aggiornate

 

Bwin William Hill Bet365
Vettel  1.72  1.72 1.72
Hamilton  2.10  2.10  2.10
Bottas 34.00  51.00 34.00

 

 

Snai Paddy Power Bet365
Mercedes 1.50  1.20  1.25
Ferrari  2.50  3.60  3.75