Gara 6: la partita di Gentile, l’impatto di Reggio Emilia

Milano per cucirsi il secondo tricolore sul petto negli ultimi tre anni, Reggio Emilia per regalare un ultimo sorriso ai propri tifosi e regalarsi la bella. Ecco i temi più interessanti di gara 6.

Sanders & Gentile, Aradori & Lavrinovic – Passa da loro. Sanders al Forum è giocatore da chirurgia avanzata in area, ma in trasferta tende al letargo nei momenti decisivi. Gentile vive di fiammate e ha poca mano dall’arco, è stata la sua finale solo nelle prime due partite, ma chi ha il coraggio di scommettere che gara 6 non porterà la sua firma? L’X-Factor di Reggio Emilia è stato tra i pochi positivi nella disfatta di gara 5 e potrebbe vedere crescere il suo minutaggio. Per Lavrinovic non è questione di numeri (che sono lievitati anche a rimbalzo da gara 3 in poi) ma di autonomia: occhio ai minuti che può garantire prima di perdere lucidità difensiva e incappare in problemi di falli.

Cambi difensivi – Repesa ha vissuto sulla propria pelle le intuizioni tattiche di Menetti nelle gare giocate al PalaBigi, e per gara 5 ha studiato adattamenti simili. Aggredire sulle linee di passaggio gli esterni della Grissin Bon, impedire a Della Valle di trovare ritmo, cambi su ogni penetrazione centrale, forzare la linea di fondo verso i lunghi. Può farlo perché ha più uomini, più chili e più falli da spendere rispetto a Reggio Emilia. Ogni tanto si prende un parziale perché la Grissin Bon ha giocatori di striscia, ma è un affare nel quale comunque Milano guadagna.

Intensità – In più, ingrediente aggiuntivo, il coach dell’EA7 sa che arrivati alla sesta partita a Reggio Emilia la spia delle energie sta già lampeggiando da un pezzo. Per questo Milano ha corso come non si era visto finora al Forum e proverà a farlo di nuovo al PalaBigi. Perché il rischio di vedere lievitare le palle perse (16 in gara 5) è compensato dal togliere lucidità a Lavrinovic e Polonara, e sui quaranta minuti questo significa controllare i tabelloni, dominare a rimbalzo e avere tiri a più alte percentuali (Sanders è di nuovo un fattore, Batista in gara 5 ha giocato la migliore partita delle sue finali). Finora la manopola dell’intensità, al PalaBigi, è stata sempre comandata dai padroni di casa. Gara 6 potrebbe deciderla chi sarà in grado di tenere il volume alto più a lungo possibile.

Fattore campo – Lo avevamo detto, questa serie potrebbe finire per inerzia a gara 7, col fattore campo che non viene mai deflorato. La Grissin Bon in trasferta ha faticato dall’inizio della stagione, mentre al PalaBigi non perde un colpo anche con l’acqua alla gola, anche senza due giocatori importanti come Gentile e Aradori. Gara 6 sarà il congedo dal pubblico amico e sarà partita senza niente da perdere. Condizioni ideali per provare a regalare l’ultima gioia ai tifosi e a mantenere immacolato il cammino interno ai playoff.

Prolificità offensiva – E’ qui la chiave, e vale per entrambe. Reggio Emilia in casa segna 84 punti di media, in trasferta 73. Milano, quando perde in trasferta, ne segna 69 di media e si aggira intorno al 30% da tre. La Grissin Bon, in un modo o nell’altro, riesce sempre a fatturare offensivamente nei canestri di casa. L’Olimpia, non solo in questa finale ma in questa stagione, ha fatto fatica a imporre il proprio gioco in trasferta anche in condizioni assolutamente favorevoli (era sul 2-0 quando la serie si è trasferita a Reggio Emilia). In sintesi, se Milano trova i nomi e i numeri per segnare almeno 80 punti, può festeggiare lo scudetto in trasferta. Altrimenti apparecchiate la tavola per gara 7.