La crisi del Fenerbahce che rischia la retrocessione

A volte la vita può essere dura anche per i club storici e più blasonati: sorprende però che capiti in Turchia dove il livello delle piccole squadre è modesto e per le grandi è più facile non cadere

La situazione di uno dei club più prestigiosi del calcio turco è preoccupante. Dopo diciotto giornate il Fenerbahce ha solo due punti in più dell’ultima in classifica. Continuando così la sua permanenza in Super Lig è rischio. I Sarı Kanaryalar hanno sempre militato nella massima serie, vantando, insieme alle rivali Besiktas e Galatasaray, il numero massimo di partecipazioni: sessanta.

Il club dei ‘Mai stati in B’ è molto più ristretto di quanto si pensi. Limitandosi ai soli campionati europei più importanti (Premier League, La Liga, Serie A, Ligue 1, Bundesliga) sono solo quattro le società mai retrocesse: una italiana, l’Inter, e tre spagnole, ossia Barcellona, Real Madrid e Athletic Bilbao. Anche i baschi non sono messi benissimo, solo tre punti in più della terzultima in classifica, ma si stanno riprendendo dopo un inizio disastroso.

Allargando lo sguardo anche ai tornei di seconda fascia, il club si allarga. Quattro squadre in Olanda, tre in Portogallo, Grecia e Turchia e due in Scozia. In questi campionati, in cui ci sono poche squadre di alto livello, però è molto più facile salvarsi anche nelle annate complicate.

La situazione del Fenerbahce sorprende molto di più – ad esempio – di quella dell’Amburgo, ultima squadra ad abbandonare il club dopo 54 anni e 261 giorni di Bundesliga. Il campionato tedesco è molto più competitivo e poi il club della città anseatica ha più volte rischiato prima di cadere definitivamente.

Il Fenerbahce invece ha vinto il suo ultimo scudetto nel 2013-14 (19° titolo) piazzandosi in seguito sempre ai primi posti fino alla seconda posizione dello scorso campionato.

Dunque perché?

Se lo chiedono in molti.

Un tempo a Istanbul arrivano calciatori di livello internazionale. Gente del calibro di Jay-Jay Okocha, Pierre van Hooijdonk, Alex, Nicolas Anelka, Roberto Carlos, Dirk Kuyt, Nani e Robin van Persie.

Oggi questo non è più possibile perché la società oggi guidata da Ali Koc è finita nel radar dell’UEFA che, attraverso il ben noto meccanismo del FPP, ha imposto al club limiti di spesa.

Ci si deve accountare di elementi di livello medio, e anche un po’ spremuti come Martin Skrtel (34), Roberto Soldado (33), Islam Slimani (30) e Andre Ayew (29). Il mix con i giocatori locali e altri stranieri sul viale del tramonto o di scarsa qualità non ha funzionato e Phillip Cocu è stato esonerato per far spazio ad Ersun Yanal.

Insomma, le cose sono andate molto peggio del previsto ma una ragione c’è: la rosa è forse la peggiore degli ultimi vent’anni.

Nonostante in campionato stia andando malissimo, c’è ancora vita in Europa League: il 12 febbraio si giocherà il match di andata contro lo Zenit.

La retrocessione del Fenerbahce resta un evento poco probabile, anche con la classifica di oggi sarebbe una sorpresa. Ma è interessante notare come le nuove regole possano favorire il determinarsi di scenari impensabili fino a qualche anno fa. E’ chiaro che la società ci ha messo del suo, anche con una rosa non qualitativa un club del genere non può rischiare di retrocedere in un campionato di questo livello, ma, visto che il presidente i soldi li avrebbe, con il vecchio sistema, forse, questo articolo non sarebbe mai stato scritto.