Come giocherà il Milan senza Ibrahimovic

Con l'infortunio di Ibrahimovic il Milan dovrà cambiare ancora in attacco, zona in cui ha faticato per tutta la stagione. Possibili il 4-3-3 o il 4-2-3-1, ma serve la crescita offensiva di Leao

Ci eravamo occupati di Ibrahimovic una decina di giorni fa, perché il futuro dell’attaccante svedese al Milan è probabilmente giunto al capolinea. Ma anche il presente preoccupa i tifosi rossoneri, visto che l’infortunio al polpaccio è sì meno grave del previsto e non ha coinvolto il tendine d’Achille, ma rende anche molto difficile la sua presenza in campo se il campionato dovesse riprendere il 13 o il 20 giugno (oltre a generare una nuova preoccupazione per il sindacato giocatori che vede nella ripresa la possibile escalation di problemi fisici e alcuni protagonisti preferirebbero tornare in campo direttamente per la prossima stagione). Ibrahimovic era tornato al Milan per assicurare una profondità offensiva che fino a gennaio era mancata alla squadra di Pioli, la sua presenza aveva aiutato Rebic a sbloccarsi e adesso i rossoneri dovranno tornare al punto di partenza in una situazione di classifica già complicata. Come giocherà il Milan senza lo svedese?

Milan senza Ibrahimovic

Ibrahimovic ha assicurato al Milan 4 gol in 10 presenze, tre in campionato e uno in coppa Italia, aggiungendo 1 assist. Ma come detto la sua presenza accentratrice nella fase offensiva ha aiutato anche giocatori come Rebic (6 gol nelle 7 gare giocate accanto allo svedese) a essere più prolifici e infatti con Ibrahimovic in campo la squadra ha segnato 11 gol in 7 partite rispetto ai 17 realizzati nelle precedenti 18 gare di campionato. Il ruolino di marcia parla di 4 vittorie, 2 pareggi e 2 due sconfitte tra campionato e coppa Italia con Ibrahimovic, 6 vittorie, 3 pareggi e 8 sconfitte senza di lui. La media punti è stata 1,8 con lo svedese e 1,2 senza. Il tutto va inquadrato in un contesto stagionale nel quale il Milan al momento della pausa era settimo con 36 punti, 12 in meno dell’Atalanta quarta e con una partita giocata in più rispetto ai bergamaschi ma anche a Verona e Parma, che a 35 punti e con una gara da recuperare potrebbero ottenere il sorpasso. La stagione anonima del Milan si vede anche nelle statistiche, i suoi 28 gol segnati in 26 partite ne fanno il peggiore attacco del campionato tra le prime tredici squadre della classifica e solo Udinese (21), Spal (20) e Brescia (22) hanno segnato di meno, con Sampdoria e Torino che hanno segnato lo stesso numero di gol. In casa i rossoneri ne hanno realizzati appena 13 e solo Udinese (10) e Spal (11) sono state meno prolifiche davanti ai propri tifosi. In trasferta con 15 gol realizzati quello del Milan è il quintultimo attacco della serie A. Un problema che Pioli non era ancora totalmente riuscito a risolvere anche con l’arrivo di Ibrahimovic e che adesso diventa ancora più pressante. Una prima possibile soluzione è il ricorso a un classico 4-3-3 con una linea mediana composta da Kessié, Bennacer e Calhanoglu e un tridente offensivo composto da Castillejo e Rebic sugli esterni e Leao come prima punta. L’alternativa potrebbe essere un 4-2-3-1 con Kessié e Bennacer da intermedi, Calanhoglu spostato più avanti in cabina di regia ad alimentare Rebic e Castillejo sulle fasce e lo stesso Leao ad agire da punta unica. E’ chiaro come ci si attenda dal portoghese una crescita sostanziale dal punto di vista realizzativo visto che in campionato ha segnato solo 2 gol in 21 partite e 1055 minuti di utilizzo, ma l’assenza di una vera punta di ruolo nella rosa non può essere completamente compensata. L’altro evidente limite di questa squadra da risolvere è quello dell’assenza di un fantasista dotato di visione di gioco e qualità nei piedi. Bonaventura andrà via a parametro zero nella prossima stagione, probabilmente andrà alla Roma e non sembra essere un profilo sul quale puntare per provare a rendere più brillante il finale di stagione.