Champions League, Final Four sempre più probabili

La Uefa sta valutando l'ipotesi Final Four per completare la Champions League, che presenterebbe numerosi vantaggi tra cui il minore rischio di infortuni

Ci sono due evidenze che in questo momento tengono banco nel calcio europeo, almeno in tutto quello che non si gioca in Germania dove la Bundesliga potrebbe tranquillamente concludersi entro luglio. La prima: è assolutamente necessario per motivi economici completare la stagione e questo vale sia per alcune singole federazioni (la Scozia dopo Olanda, Belgio e Francia si è arresa e ha chiuso le serrande, Italia, Inghilterra e Spagna proveranno a ricominciare) che per la Uefa con Champions ed Europa League. La seconda: coniugare la conclusione delle coppe con le tempistiche diverse per la ripartenza e la conclusione dei campionati in paesi diversi. Ce ne sarebbe anche una terza, ovvero fare in modo di chiudere la stagione 2019-20 entro agosto, mandare in vacanza i calciatori a settembre e ricominciare a ottobre la stagione successiva.

Final Four Champions League

Ma sarebbe più corretto parlare di Final Eight. Mettendo insieme tutti questi elementi, la sintesi che ne viene fuori è sempre la stessa. Ovvero che se il calcio in varie zone del continente tarderà a ricominciare, ma dovrà comunque concludersi entro agosto, la soluzione che la Uefa dovrà prendere in considerazione è una sola. Ridurre il numero delle partite per concludere le coppe. Soluzione che peraltro alcune federazioni potrebbero essere costrette a valutare con il tempo che stringe e un accordo che continua a non arrivare tra i comitati tecnico-scientifici e le esigenze delle società e dei calciatori (prima o poi il dibattito salirà di livello anche in Italia). Ricorrere alla formula delle partite secche permette di risolvere due problemi. Il primo è quello di accorciare sensibilmente i tempi per la conclusione dei tornei. Il secondo è quello di concentrare le partite in uno o due singoli stadi di una sola città, permettendo di abbassare il rischio di contagio e anche quello di giocare partite in paesi dove è prevista la quarantena (come per esempio in Inghilterra dove anche le squadre professionistiche in trasferta potrebbero essere costrette a quattordici giorni di isolamento in entrata e in uscita, di fatto impedendo l’ipotesi che si possano giocare partite di competizioni Uefa sul territorio inglese). In questi giorni si sta parlando molto di Final Four, ma se l’indicazione è quella di completare gli ottavi di finale rimasti in sospeso (Juve-Lione, Barcellona-Napoli, Manchester City-Real Madrid e Bayern Monaco-Chelsea) e poi giocare in gara secca anche i quarti si tratterebbe a tutti gli effetti di una Final Eight come quella che siamo abituati a vedere nel basket italiano in coppa Italia. Una soluzione che verrebbe adottata anche per l’Europa League e che potrebbe diventare necessaria se verrà confermata dal Comitato Esecutivo Uefa previsto per il 17 giugno, dopo che la stessa Uefa ha specificato che la conclusione dei campionati entro il 3 agosto era solo un’indicazione e non una scadenza inderogabile. Le semifinali e la finale di Champions League potrebbero essere ospitate a Istanbul, sede originaria dell’epilogo, e una soluzione del genere potrebbe essere gradita da giocatori e società perché permetterebbe di evitare il rischio di ulteriori infortuni se si giocassero altre partite nel caldo torrido di agosto per obiettivi prestigiosi come le coppe europee. Resta da capire che fascino avrebbero due trofei giocati e alzati senza pubblico, ma sono tutti concordi nel ritenere che in questa fase giocare a un gioco che somiglia soltanto al calcio che conosciamo è meglio che non giocare affatto.