Un gol di testa, una conclusione perfettamente all’angolo, un tunnel, un rigore trasformato nel momento finale dell’allenamento. Così Usain Bolt ha concluso il “provino” del Borussia Dortmund, allenamento seguito passo passo da 173 giornalisti provenienti da tutta Europa. “Mi sono divertito, grazie a tutti i giocatori che mi hanno accolto benissimo”, ha commentato il giamaicano, visibilmente entusiasta.
Il provino di Usain
Così Peter Stoger, il tecnico del Borussia: “Si vede che capisce gli schemi ma in due ore non è possibile capire se avrà un futuro nel calcio. Un po’ di timore è naturale per qualcuno che passa da uno sport individuale a uno di squadra”. Bolt ha toccato il pallone venti volte, sempre sulla fascia sinistra, in attacco. “La mia posizione preferita!”.
Non sappiamo ancora se Usain Bolt diventerà un giocatore del Borussia, oltre che uno dei più straordinari velocisti della storia dell’atletica leggera. Certo è che il salto sarebbe carpiato, complicatissimo, quasi impossibile. E gli esempi del passato stanno lì a testimoniarlo. Puoi passare da uno sport all’altro ma se punti all’eccellenza il rischio di fallire è altissimo.
Quanti fallimenti
Parliamo di Rio Ferdinand, dal 2002 al 2014 al Manchester United, e poi a quasi 40 anni pronto per la riconversione verso il pugilato. Nel 1994, quattro mesi dopo il primo dei suoi tre ritiri, Michael Jordan decise di provare col baseball, sua passione da ragazzo. Le sue prestazioni con i Birmingham Barons, club affiliato ai Chicago White Sox, furono decisamente deludenti. E Tim Wiese, ex portiere della Germania, dopo il calcio si è dato al wrestling.
C’è anche chi non si è accontentato di cambiare un solo sport. Dwain Chambers, noto centometrista, ha provato con l’NFL allenandosi con i 49ers durante il suo stop per problemi legati al doping. Qualche anno più tardi, non si fece mancare il (maldestro) tentativo di diventare un giocatore di rugby.
C’è poi chi ha cambiato vita. Si pensi ad Eric Cantona, leggenda dello United, divenuto attore. O a Mendieta, visto alla Lazio e ora noto DJ, un po’ come Osvaldo.
In Inghilterra l’eclettico per definizione è il compianto John Surtees, campione mondiale in sella a una moto per sette volte e poi a bordo di una Formula Uno nel 1964 con la Ferrari.
I pluri-medagliati
A Rio ha fatto scalpore la canadese Georgia Simmerling, in gara nel ciclismo su pista e prima nello sci alpino a Vancouver 2010 oltre che nello skicross del freestyle a Sochi 2014.
I vincitori di medaglie olimpiche in più discipline sono più di 80, solo 5 quelli saliti sul podio insieme ai Giochi estivi e a quelli invernali: l’americano Eddie Eagan (pugilato e bob), il norvegese Jacob Tullin Thams (salto con gli sci e vela), la tedesca Christa Luding-Rothenburger (pattinaggio velocità e ciclismo su pista), la canadese Clara Hughes (ciclismo su strada e pattinaggio velocità) e la statunitense Lauryn Williams (atletica e bob).
Quanto all’Italia è straordinario il caso di Cesare Rubini, contemporaneamente Nazionale di pallanuoto e pallacanestro nella seconda metà degli Anni 40.