Anthony Davis, la star Nba che fa gola a tutti

Anthony Davis ha chiesto la cessione ai Pelicans e mezza Nba è sulle sue tracce, ma i Lakers sono favoriti per metterlo accanto a LBJ

New Orleans, intesa non soltanto come Pelicans ma anche come città, è Anthony Davis. In una franchigia che fatica a costruire una base di pubblico solida, il miglior giocatore della squadra è ovunque. Sui cartelloni pubblicitari, negli spot, nei video di presentazione della squadra. Per essere più precisi, New Orleans era Anthony Davis. Lo è stata fino a quando l’ala ha dichiarato pubblicamente tramite il suo agente che voleva essere scambiato. Troppe sconfitte, troppa frustrazione, troppe difficoltà nel costruire una realtà vincente nella Western Conference in un ambiente dal quale in tanti, Chris Paul per primo, avevano deciso di traslocare. Dalle tasche del giocatore sono traslocati anche cinquantamila dollari, perché la Nba non permette che le richieste di trade diventino pubbliche, soprattutto quando la deadline si avvicina e le linee telefoniche dei gm sono caldissime.

Dove va Davis?

Nella fase iniziale ovviamente tutti si sono mossi per provare a sondare il terreno e mettere insieme uno scambio soddisfacente. Davis ha un accordo con i Pelicans che scade nell’estate 2020, non firmerà l’estensione da 240 milioni di dollari ed è ovvio che, con zero prospettive di trattenerlo, New Orleans deve cederlo a febbraio o al massimo al termine di questa stagione per non rischiare di perderlo a zero. Per questo conviene a entrambe le parti trovare una trade, Anthony Davis per andare dove ha possibilità concrete di vincere e i Pelicans per avere in cambio giocatori e asset con i quali ricostruire. Naturalmente dalla corsa inizialmente sembravano escluse subito quelle squadre che di vincere non hanno possibilità, compresi i Knicks. Anche se, saltando la trade in febbraio, ogni destinazione diventa potenzialmente possibile in estate e molto dipenderà anche dalla configurazione che le competitor per il titolo daranno al proprio roster. Da questo punto di vista New York, che si è appena liberata di Porzingis e del suo enorme contratto spedendolo a Dallas, tra cinque mesi può fare la corte a Davis, Durant e un’altra star tornando incredibilmente alla ribalta come franchigia nella quale ricostruire con le stesse dinamiche dei Warriors.

Lakers o Celtics

Stando dentro la deadline del 7 febbraio non si scappa, restano i Lakers e i Celtics anche se le possibilità a meno di clamorose sorprese sono ormai remote. Altri cinquantamila dollari sono evaporati dalle tasche di Magic Johnson, gm di Los Angeles, per avere dichiarato che sarebbe un sogno vedere Davis accanto a LeBron James. Frase che la Nba ha multato come tampering, ovvero un corteggiamento pubblico a un giocatore in termini non conformi al regolamento. I californiani sono dispostissimi a mettere sul piatto i propri giovani talenti, Kuzma, Ingram, Hart, perfino Lonzo Ball che subito ha precisato di non volere andare in una squadra dove non avrebbe fatto il titolare (a New Orleans ruolo sigillato su Jrue Holiday). I Celtics hanno loro pure una quantità di talento considerevole da mettere nella trattativa, compreso Tatum, ma difficilmente smantellano una squadra che sia pure in mezzo alle difficoltà ambisce legittimamente alle Finals in piena corsa playoff e in ogni caso non possono firmare Davis fino a che hanno Irving in squadra a causa della regola che impedisce di avere in roster due giocatori firmati con la Rose Rule. Per questo Celtics e Pelicans puntano a giugno, quando si dovrebbe definire la situazione dell’esterno che ha dichiarato di volere rimanere a Boston ma decidendo di diventare free agent può ascoltare tutte le offerte e infatti ha già fatto parzialmente marcia indietro comunicando che una scelta la prenderà solo a luglio. Ma Magic Johnson nelle ultime ore ha offerto ai Pelicans tutti i propri talenti ed è disposto anche a prendersi il contratto di Solomon Hill per cercare di chiudere la trattativa subito. Sarà una deadline sul filo di lana.

Il fattore Paul

L’ultimo indizio rischia di essere quello decisivo e riguarda un altro Paul, Rich, che di professione fa l’agente di Anthony Davis ma soprattutto di LBJ. Come è noto LeBron muove tanti fili non soltanto in campo ma anche nelle operazioni della dirigenza, come accadeva anche a Cleveland e Miami e il suo sogno è avere Davis in quintetto con lui il prima possibile. A quel punto, con lo stesso agente, diventa facile fare due più due e se Davis esprimesse la propria preferenza esclusiva per i Lakers la strada sarebbe in discesa. Los Angeles pur di averlo subito è disposta a sacrificare i pezzi pregiati del roster anche a regular season in corso, con la lotta playoff complicata dall’infortunio a LBJ che si è rivelato più ostico del previsto. Se Davis andasse ai Lakers subito, in estate Magic Johnson avrebbe la possibilità di firmare un’altra superstar e rendere il progetto ancora più appetibile. New Orleans sta già preparando il dopo Davis ed è solo questione di tempo. Ore, o pochi mesi.