L’11 settembre 2001 il mondo si fermò. Con qualche eccezione…

La Uefa decise che le partite di Champions League previste per quel giorno si sarebbero giocate. Roma-Real Madrid scesero in campo col lutto al braccio.

Chi non ricorda cosa stesse facendo alle 14.00 dell’11 settembre 2001? Nessuno credo. Era un martedì, io ero nella redazione bolognese di Superbasket. Tornato dal pranzo gli occhi miei e di tutti i presenti si incollarono alla televisione presente nell’Open Space riservato a noi giornalisti. Nessuno disse una parola, per ore.

Nessuno. Tranne un mio collega molto giovane, che iniziò l’Asta del Fantacalcio prima del disastro ma poi non volle saperne di mollare il telefono neanche di fronte a quella tragedia senza fine.

Si fermò il mondo intero, sconvolto. Ma insieme al mio collega non si fermò neanche il calcio. La Uefa decise infatti che le partite di Champions previste per quel giorno si sarebbero “regolarmente” giocate. Roma-Real Madrid in campo col lutto al braccio, stessa cosa per Galatasaray-Lazio.

La Roma tra l’altro tornava in Coppa dei Campioni dopo 17 anni dalla finale persa in casa col Liverpool. Olimpico tutto esaurito, 4 miliardi di lire di incasso e 35 televisioni collegate. Vinsero i Blancos 2-1 ma non ricordo altro. Devo aver rimosso tutto.

Il weekend successivo si corse il Gran Premio di Formula 1 di Monza. Michael Schumacher era già campione del mondo, la Fia confermò il “regolare” svolgimento della corsa. La Ferrari decise di togliere gli sponsor dalle monoposto e dalle tute di Schumi e Barrichello, verniciando di nero il muso delle vetture.

Durante il warm-up la Jordan scese in pista con la bandiera a stelle e strisce sul cofano al posto dello sponsor. Come se non bastasse, il mondo della Formula 1 fu scosso del terribile incidente occorso ad Alex Zanardi il 15 settembre. I piloti chiesero il rinvio del Gran Premio ma la loro richiesta venne respinta da Bernie Ecclestone.

Una settimana più tardi, il 18 settembre, prese il via la stagione della Major League Baseball. Lo Shea Stadium, casa dei Mets, si trasformò in un rifugio per sfollati e volontari. L’inizio di ogni partita fu preceduto da un minuto di silenzio, a Pittsburgh i Mets scesero in campo con dei cappellini che riportavano le insegne della polizia e dei Vigili del Fuoco della Grande Mela. Lo stesso fecero gli Yankees.

Foto Archivio Privato Giancarlo Migliola