Nick Kyrgios, squalificato e costretto allo psicologo

Finisce così la stagione per Nick Kyrgios che non potrà quindi partecipare alle Finals di Londra.

“Why always me” avrebbe detto un noto calciatore italiano. Frase che sembra vestire bene l’australiano Nick Kyrgios, tennista e personaggio che l’ATP vorrebbe ai vertici, ma che ora è costretta a punire. Ecco cosa ne pensano alcuni rappresentanti del mondo tennistico.

Di certo l’Associazione Tennisti Professionisti  non si aspettava di dover prendere una decisione del genere, ma questa volta Kyrgios l’ha combinata davvero grossa. In un periodo in cui la guerra contro lo scandalo “scommesse” nel tennis è nel pieno, non è assolutamente accettabile che un tennista di questo livello si conceda all’avversario in maniera cosi eclatante come successo nel Master 1000 di Shanghai la scorsa settimana.

Nella conferenza stampa del post partita del primo turno con Querrey, il bad boy aveva già dichiarato di provare una sensazione di noia in campo, di ricercare una partita che potesse terminare velocemente, di non sentirsi stimolato mentalmente e fisicamente.  Stessa cosa gli è capitata contro Zverev evidentemente, ma in questa occasione ha ben pensato di non giocarsi i punti finali del match consegnandosi all’avversario ma anche ai numerosi fischi e insulti che il pubblico cinese gli ha rivolto (giustamente) senza pietà.

Come si è conclusa la vicenda? multa diretta di 10.000 dollari inflittagli dai supervisor del torneo per scarso impegno sommata ad altri 5000 dollari per insulti a uno spettatore e 1500 per condotta antisportiva. Ma non finisce qui,  viene aggiunta una seconda multa di 25.000 dollari e soprattutto una sospensione dal circuito ATP per un totale di otto settimane di tornei per comportamento grave e contrario all’integrità del gioco a partire dal 17 ottobre 2016. Tuttavia, la sospensione sarà ridotta a tre settimane di tornei a patto che il giocatore inizi un piano di cura sotto la direzione di uno psicologo dello sport. In questo caso Kyrgios riuscirà a tornare in tempo per prepararsi ai primi tornei stagionali che si disputeranno proprio in Australia (Brisbane e Sydney). Secondo voi cos’ha deciso Kyrgios riguardo quest’ultimo punto? Niente. Infatti ha solamente chiesto scusa ai tifosi e appassionati di tennis cinesi e ha motivato il proprio comportamento come conseguenza dello stress psico-fisico accumulato. E la scelta di accettare di sottoporsi alla cura di uno psicologo, chi l’ha comunicato? la Federazione australiana, chiaramente con smentita da parte di Kyrgios nelle ultime ore di aver accettato la proposta.

Ovviamente non fa bene al tennis e nemmeno all’Associazione questa decisione, in fondo l’aussie è un personaggio nonché tennista di altissimo spessore, uno di quelli che porta i tifosi sui campi e che in un futuro non molto lontano dovrebbe diventare una stella del circuito.

Probabilmente la multa sarebbe bastata se non ci fossero già stati dei precedenti con Kyrgios sempre protagonista. E allora cosa si doveva fare? Dare una lezione: Nick Kyrgios squalificato.

Ma basterà? ecco cosa ne pensano alcuni personaggi del mondo del tennis:

Stefano Semeraro (giornalista e voce di Eurosport): “la faccenda dello psicologo mi sembra ipocrita e un po’ imbarazzante. A me Kyrgios piace, ma se non ha voglia di allenarsi e non gli piace il tennis non andrà lontano. Come dice McEnroe nessuno lo obbliga. Se va in campo e non si impegna, che gli tolgano il prize money e lo squalifichino secondo le regole e senza compromessi”.

Federico Di Carlo (mental coach): “Kyrgios è sicuramente una delle personalità di spicco negli ultimi anni nel tennis. Da una parte viene da un ambiente tennistico, quello australiano, che cerca e celebra la competitività, ma che dall’ altra è molto severa contro la mancanza di fair play. Non dimentichiamo che Kyrgios non è stato voluto come rappresentante della sua Nazione alle ultime Olimpiadi da atleti suoi connazionali. In Australia ci sono fazioni pro e fazioni contro Kyrgios. Dal mio punto di vista è molto più grave come comportamento che una Williams abbia detto ad un giudice di linea ” ti faccio ingoiare la pallina” piuttosto che un giocatore rinunci a competere in campo. Contro la Williams che misure sono state prese? Il fatto di fargli fare delle sessioni da uno psicologo dello sport è una grossa fesseria. Avrebbe avuto qualche senso se fosse stato lui a richiederlo”.

Simone Vagnozzi (ex-tennista): “guarda, penso che sicuramente l’atteggiamento da lui avuto non sia stato positivo e corretto verso il nostro sport!  La squalifica penso non sia da attribuire solamente al match di Shanghai ma alla somma di atteggiamenti poco piacevoli nel corso dell ultimo anno. Naturalmente quello di Shanghai è stato l’episodio piu eclatante. Riguardo lo psicologo non so se tre settimane possano cambiarlo completamente, sicuramente la squalifica gli consentirà di riflettere”.

Alessandro Mastroluca (giornalista e voce di Supertennis): “Stavolta Kyrgios ha decisamente meno scuse, la squalifica ci sta: l’atteggiamento contro Mischa Zverev, questo sì, è anti-sportivo, non certo la sparata sul triangolo Vekic-Wawrinka-Kokkinakis. Stavolta è passato dalle parole ai fatti. Ha passato il Rubicone, ma può diventare anche un passaggio positivo per lui. Perché il suo essere personaggio “divisivo”, come può essere nel calcio Balotelli o di questi tempi Icardi, scatenano spesso reazioni estremizzate, esagerate, e la sospensione condizionale dopo quanto detto in Canada è appunto, dal mio punto di vista, una reazione bacchettona ed eccessiva che ha aumentato le contraddizioni di Kyrgios. Contraddizioni che in fondo non ha mai nascosto: si sente un tennista che voleva giocare a basket, e questa scissione è per me alla base di tutto. Ma se c’è chi, in situazioni di contrasti interiori, maschera più o meno bene, lui ha scelto di viverla pubblicamente fino addirittura ad ostentarla. Il punto di rottura di Shanghai può diventare una presa di coscienza, e credo che le scuse successive, più sentite e meno diplomatiche delle abituali risposte dei giocatori dal mio punto di vista, siano il primo passo per uscire a riveder le stelle e massimizzare un potenziale che è comunque alto e che, paradossalmente, anche da noi giornalisti, a volte viene oscurato o trascurato per far risaltare l’anima da bad boy. Credo, e spero, che possa succedere in fretta. Perché tutto il mondo del tennis ha bisogno di giocatori che possano creare forte empatia e anche forte antipatia, comunque un intenso coinvolgimento emotivo da parte dei tifosi”.

Alessandro Nizegorodcew (direttore di sportface.it e voce di Supertennis): “Il tennis ha bisogno sicuramente di un personaggio come Nick Kyrgios, ma l’impressione è che a Kyrgios interessi relativamente il tennis. Potenzialmente è il nuovo numero 1, nei fatti farà fatica, comportandosi così, a stare nei 10. Mi spiego meglio: ci vuole un personaggio così, fuori dagli schemi, anzi che gli schemi li rompa. La squalifica dell’Atp è una mezza squalifica, questo è chiaro. In realtà la vera pena per lui è ciò che dovrà fare per ridurla. Cioè fare qualcosa che gli viene imposto da qualcun altro, è quella la vera pena. E quindi concordo fino a un certo punto con chi critica la pena inflittagli da Atp. Perché se è vero che la pena è ridicola in quanto dimezzabile facilmente, è anche vero che lo costringe a far qualcosa che non ha alcuna voglia di fare. Lo rifarà? Servirà da lezione? Le risposte per me purtroppo sono “si” e “no”. Lunga vita ugualmente a Nick Kyrgios, perché in assenza, a breve, di Nadal e Federer, servirà qualcuno di cui parlare e che faccia parlare”.

Roberto Antonini (coach): “Guardando ciò che è accaduto, penso sia giusto dare una squalifica a Kyrgios. Un giocatore dovrebbe sempre onorare la propria prestazione e non può essere ammissibile un comportamento del genere. Quello che invece non mi piace e che va a favore di Kyrgios è che spesso venga accusato per il suo essere diverso negli atteggiamenti, rispetto ad altri tennisti, proprio per questa sua esuberanza e strafottenza (a volte).  Anche a me non piace , però è anche giusto non robotizzare troppo questo sport ricordandosi che si tratta di uomini.  Che ognuno possa sentirsi libero di essere se stesso! A me piacciono giocatori che possano esprimere differenti personalità ma che ovviamente rispettino le regole dello sport”.