Messaggioda Davide (ITY) » 24/07/2013 - 21:21
Trovo ora solo ora il modo di scrivere qualcosa su quanto accaduto domenica scorsa a Mosca.
Purtroppo si parte da la più amara considerazione che sia possibile immaginare di fare, e cioè che la morte di Andrea Antonellli sia una morte vana, inutile che non insegnerà nulla, e che sopratutto non cambierà nulla.
Poi restano tutte le considerazioni, di chi fuori dal giro si possa immaginare come reagiranno gli addetti ai lavori.
Come già detto (purtroppo) in altri recenti casi simili, mi ha dato fastidio il palese contrasto tra quanto si è detto e quando si è fatto, esempio il parco chiuso del dopo gara a Laguna, o i parties la sera stessa.
Non siamo nel giro e non possiamo fare commenti o valutazioni, e non siamo nemmeno lontanamente in grado di immaginare lo stress ed il modo di vincere la paura di chi scommette la prorpia vita ad ogni curva, resta solo il rammarico di tutto
R.I.P. Andrea.
Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.