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Le vincite in siti NON aams, voi le dichiarate nel 730???
CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 24/03/2014 - 09:35
RC AUTO: FINTA RETROMARCIA
stralciato il pacchetto rc auto dal decreto corrispondente, le assicurazioni si sono prodigate per annullare ogni possibile vantaggio per gli automobilisti e per sborsare il meno possibile in risarcimenti, troppi emendamenti, sub-emendamenti, controproposte dettate da lobby e partiti.
le tariffe auto sono ancora tra le più alte d'EUROPA e la riduzione dovrebbe essere legata alla sottoscrizione di svariate clausole contrattuali, come avvalersi delle cure mediche scelte dalla compagnia assicurativa, far ispezionare il veicolo prima della stipula del contratto, installare la scatola nera, riparare l'auto in carrozzerie ed officine convenzionate.
nessuno sforzo da parte delle compagnie per rendere più efficiente e concorrenziale il mercato.
completamente sfavorevoli agli automobilisti anche le più che discutibili regole sui risarcimenti, che tolgono diritti ai danneggiati e penalizzano ancora di più le vittime degli incidenti della strada, rendendo più difficile un giusto risarcimento dei danni.
ricordiamoci che la fedeltà non paga, scegliamo sempre l'assicurazione che ci offre le migliori condizioni.
stralciato il pacchetto rc auto dal decreto corrispondente, le assicurazioni si sono prodigate per annullare ogni possibile vantaggio per gli automobilisti e per sborsare il meno possibile in risarcimenti, troppi emendamenti, sub-emendamenti, controproposte dettate da lobby e partiti.
le tariffe auto sono ancora tra le più alte d'EUROPA e la riduzione dovrebbe essere legata alla sottoscrizione di svariate clausole contrattuali, come avvalersi delle cure mediche scelte dalla compagnia assicurativa, far ispezionare il veicolo prima della stipula del contratto, installare la scatola nera, riparare l'auto in carrozzerie ed officine convenzionate.
nessuno sforzo da parte delle compagnie per rendere più efficiente e concorrenziale il mercato.
completamente sfavorevoli agli automobilisti anche le più che discutibili regole sui risarcimenti, che tolgono diritti ai danneggiati e penalizzano ancora di più le vittime degli incidenti della strada, rendendo più difficile un giusto risarcimento dei danni.
ricordiamoci che la fedeltà non paga, scegliamo sempre l'assicurazione che ci offre le migliori condizioni.
...non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare...
Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 24/03/2014 - 10:00
"STALKING" da RECUPERO CREDITI
...ho avuto gravi problemi personali e non sono riuscito a pagare 2 rate di un prestito di 15mila euro, ho cominciato a ricevere almeno un paio di telefonate al giorno da parte della società di recupero crediti della finanziaria con cui avevo contratto il prestito.
con toni poco gentili mi invitavano a restituire il prestito; poi sono passati a contattarmi anche sul luogo di lavoro ed in seguito hanno telefonato alla mia vicina di casa, hanno violato la mia privacy, creandomi enorme imbarazzo e mettendo in piazza il mio debito e perseguitandomi ovunque...
quanto sopra potrebbe succedere ad ogni italiano poichè quello messo in atto dalla società di recupero crediti non è un'eccezione, ma un comportamento illecito piuttosto diffuso, tanto che il GARANTE DELLA PRIVACY, dopo numerose segnalazioni dei cittadini, ha emanato un provvedimento in cui stabilisce quali comportamenti sono lesivi della privacy.
sono vietate le telefonate preregistrate e l'affissione di avvisi di mora sulla porta del debitore o sollecitazioni di pagamento che possono essere viste da tutti. il principio base è che i solleciti di pagamento devono essere portati a conoscenza del solo debitore.
le società di recupero crediti non possono chiamare i familiari, i vicini di casa, il datore di lavoro e metterli a conoscenza del debito, premesso che i debiti si devono pagare, questi comportamenti non sono leciti e bisogna difendersi.
...ho avuto gravi problemi personali e non sono riuscito a pagare 2 rate di un prestito di 15mila euro, ho cominciato a ricevere almeno un paio di telefonate al giorno da parte della società di recupero crediti della finanziaria con cui avevo contratto il prestito.
con toni poco gentili mi invitavano a restituire il prestito; poi sono passati a contattarmi anche sul luogo di lavoro ed in seguito hanno telefonato alla mia vicina di casa, hanno violato la mia privacy, creandomi enorme imbarazzo e mettendo in piazza il mio debito e perseguitandomi ovunque...
quanto sopra potrebbe succedere ad ogni italiano poichè quello messo in atto dalla società di recupero crediti non è un'eccezione, ma un comportamento illecito piuttosto diffuso, tanto che il GARANTE DELLA PRIVACY, dopo numerose segnalazioni dei cittadini, ha emanato un provvedimento in cui stabilisce quali comportamenti sono lesivi della privacy.
sono vietate le telefonate preregistrate e l'affissione di avvisi di mora sulla porta del debitore o sollecitazioni di pagamento che possono essere viste da tutti. il principio base è che i solleciti di pagamento devono essere portati a conoscenza del solo debitore.
le società di recupero crediti non possono chiamare i familiari, i vicini di casa, il datore di lavoro e metterli a conoscenza del debito, premesso che i debiti si devono pagare, questi comportamenti non sono leciti e bisogna difendersi.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 28/03/2014 - 11:28
RISPARMI AL SICURO
sui siti di IVASS (istituto che vigila sulle assicurazioni) e CONSOB (quello che controlla le attività di BORSA) si trovano informazioni per evitare di affidare i propri risparmi o far assicurare i propri beni da operatori non autorizzati.
sul sito www.ivass.it in home-page, nella sezione "informazioni utili" si trova il link "casi di contraffazione o società non autorizzate" dove si trova l'elenco delle società non autorizzate ad operare in ITALIA.
sul sito www.consob.it, in home-page, nella sezione risparmiatori c'è il link "comunicazioni a tutela" con le segnalazioni, provenienti da autorità di vigilanza estere, altre che nella stessa CONSOB, dei soggetti che svolgono abusivamente attività di tipo finanziario.
sui siti di IVASS (istituto che vigila sulle assicurazioni) e CONSOB (quello che controlla le attività di BORSA) si trovano informazioni per evitare di affidare i propri risparmi o far assicurare i propri beni da operatori non autorizzati.
sul sito www.ivass.it in home-page, nella sezione "informazioni utili" si trova il link "casi di contraffazione o società non autorizzate" dove si trova l'elenco delle società non autorizzate ad operare in ITALIA.
sul sito www.consob.it, in home-page, nella sezione risparmiatori c'è il link "comunicazioni a tutela" con le segnalazioni, provenienti da autorità di vigilanza estere, altre che nella stessa CONSOB, dei soggetti che svolgono abusivamente attività di tipo finanziario.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 28/03/2014 - 11:50
COMPRO ON-LINE E CAMBIO IDEA
nell'estate 2013 compro un prodotto su YEPPON (negozio virtuale della società BLASS srl) non me lo faccio spedire, ma lo ritiro personalmente nella sede del negozio a NOVA MILANESE.
tornato a casa con il prodotto acquistato on-line, decido di esercitare il diritto di recesso, cioè il diritto di ripensarci e riavere indietro il prezzo pagato.
invio raccomandata con ricevuta di ritorno alla società BLASS srl entro 10 giorni lavorativi dall'acquisto come previsto dalla legge (art. 64 del CODICE DEL CONSUMO) questo l' 8 LUGLIO.
il servizio clienti di YEPPON risponde sostenendo che il diritto di recesso non può essere esercitato in quanto il prodotto è stato ritirato presso la sede del venditore, invitandomi a leggere le condizioni di vendita sul sito, che riportano questa clausola che nega il recesso in questo caso specifico.
solo con l'intervento di una ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI la società BLASS autorizza il reso del prodotto e restituisce quanto pagato poichè la clausola inserita nelle condizioni di vendita è nulla, priva di effetto, perchè l'ordine del prodotto, l'acquisto ed il pagamento si sono svolti on-line.
la legge prevale e parla chiaro: per i contratti e le proposte contrattuali a distanza ovvero negoziati fuori dai locali commerciali, il consumatore ha diritto di recedere senza alcuna penalità e senza specificarne il motivo entro il termine di 10 giorni lavorativi.
nell'estate 2013 compro un prodotto su YEPPON (negozio virtuale della società BLASS srl) non me lo faccio spedire, ma lo ritiro personalmente nella sede del negozio a NOVA MILANESE.
tornato a casa con il prodotto acquistato on-line, decido di esercitare il diritto di recesso, cioè il diritto di ripensarci e riavere indietro il prezzo pagato.
invio raccomandata con ricevuta di ritorno alla società BLASS srl entro 10 giorni lavorativi dall'acquisto come previsto dalla legge (art. 64 del CODICE DEL CONSUMO) questo l' 8 LUGLIO.
il servizio clienti di YEPPON risponde sostenendo che il diritto di recesso non può essere esercitato in quanto il prodotto è stato ritirato presso la sede del venditore, invitandomi a leggere le condizioni di vendita sul sito, che riportano questa clausola che nega il recesso in questo caso specifico.
solo con l'intervento di una ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI la società BLASS autorizza il reso del prodotto e restituisce quanto pagato poichè la clausola inserita nelle condizioni di vendita è nulla, priva di effetto, perchè l'ordine del prodotto, l'acquisto ed il pagamento si sono svolti on-line.
la legge prevale e parla chiaro: per i contratti e le proposte contrattuali a distanza ovvero negoziati fuori dai locali commerciali, il consumatore ha diritto di recedere senza alcuna penalità e senza specificarne il motivo entro il termine di 10 giorni lavorativi.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 07/04/2014 - 10:53
UN OUTLET VERDE
poche realtà cambiano un territorio in modo traumatico quanto gli outlet.
< io invece volevo un centro commerciale in armonia con il luogo che lo ospita >
a parlare è MARINA ACCONCI, l'imprenditrice che ha ideato e realizzato SHOPINN nuovo mall a BRUGNATO, in provincia di LA SPEZIA, che aprirà i battenti il 12 APRILE.
< ci si andrà per fare shopping, ma anche per conoscere un territorio meraviglioso, che non è mai stato in grado di farsi conoscere meglio >
non punta al buonismo ma al buon business, che mira alla sostenibilità economica ed ambientale del territorio: < quando si è in una tra le zone più belle d' ITALIA (tra le CINQUE TERRE e la VAL DI VARA, prima zona certificata biologica d' EUROPA) e ad alta frequentazione turistica ( a mezz' ora da FORTE DEI MARMI) fare leva sull' ambiente è doveroso ma anche economicamente conveniente>.
il villaggio " a tema " infatti, non piace più.
< la gente cerca autenticità >
meglio un' architettura contemporanea che ci racconta per quello che siamo.
ma anche un legame con le bellezze storiche locali: una navetta collega l' outlet con il borgo di BRUGNATO, uno dei più belli d' ITALIA.
SHOPINN vuole diventare un punto di partenza per scoprire il contesto naturale che lo ospita.
oltre ai 70 negozi, al padiglione del gusto (di COSTAGROUP) ed a uno spazio espositivo, ci sarà infatti la possibilità di iscriversi a passeggiate tematiche sulle colline, percorsi guidati di NORDIC WALKING, gite in canoa e tour gastronomici per cantine e vie del miele.
anche gli eventi saranno all' insegna dell' impegno ecologico.
> all' inaugurazione faremo un lancio di TORYMUS, insetti che combattono naturalmente i parassiti del castagno > spiega ACCONCI.
> un gesto simbolico per raccontare il nostro impegno a favore dei boschi circostanti, alla gente oggi questi temi interessano almeno quanto lo shopping >
poche realtà cambiano un territorio in modo traumatico quanto gli outlet.
< io invece volevo un centro commerciale in armonia con il luogo che lo ospita >
a parlare è MARINA ACCONCI, l'imprenditrice che ha ideato e realizzato SHOPINN nuovo mall a BRUGNATO, in provincia di LA SPEZIA, che aprirà i battenti il 12 APRILE.
< ci si andrà per fare shopping, ma anche per conoscere un territorio meraviglioso, che non è mai stato in grado di farsi conoscere meglio >
non punta al buonismo ma al buon business, che mira alla sostenibilità economica ed ambientale del territorio: < quando si è in una tra le zone più belle d' ITALIA (tra le CINQUE TERRE e la VAL DI VARA, prima zona certificata biologica d' EUROPA) e ad alta frequentazione turistica ( a mezz' ora da FORTE DEI MARMI) fare leva sull' ambiente è doveroso ma anche economicamente conveniente>.
il villaggio " a tema " infatti, non piace più.
< la gente cerca autenticità >
meglio un' architettura contemporanea che ci racconta per quello che siamo.
ma anche un legame con le bellezze storiche locali: una navetta collega l' outlet con il borgo di BRUGNATO, uno dei più belli d' ITALIA.
SHOPINN vuole diventare un punto di partenza per scoprire il contesto naturale che lo ospita.
oltre ai 70 negozi, al padiglione del gusto (di COSTAGROUP) ed a uno spazio espositivo, ci sarà infatti la possibilità di iscriversi a passeggiate tematiche sulle colline, percorsi guidati di NORDIC WALKING, gite in canoa e tour gastronomici per cantine e vie del miele.
anche gli eventi saranno all' insegna dell' impegno ecologico.
> all' inaugurazione faremo un lancio di TORYMUS, insetti che combattono naturalmente i parassiti del castagno > spiega ACCONCI.
> un gesto simbolico per raccontare il nostro impegno a favore dei boschi circostanti, alla gente oggi questi temi interessano almeno quanto lo shopping >
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 09/04/2014 - 14:52
OCCHIO PER OCCHIO
tutti abbiamo letto della condanna dell' ANTITRUST alle multinazionali del farmaco, ROCHE e NOVARTIS, a pagare 180 milioni di euro per aver messo in atto una strategia per ostacolare l' uso di un farmaco poco costoso in favore di un farmaco costosissimo, venduto ad un prezzo 40 volte più alto.
accertato il cartello, ci chiediamo con che logica abbiano agito AIFA e MINISTERO DELLA SALUTE; poichè se le aziende fanno il loro gioco (anche sporco) sono le autorità pubbliche e di controllo che devono difendere i diritti dei cittadini.
che dobbiamo pensare? o erano incompetenti, perchè il danno per i cittadini e le casse dello STATO era evidente, o conniventi visto che si sta indagando anche su una possibile corruzione.
tutti abbiamo letto della condanna dell' ANTITRUST alle multinazionali del farmaco, ROCHE e NOVARTIS, a pagare 180 milioni di euro per aver messo in atto una strategia per ostacolare l' uso di un farmaco poco costoso in favore di un farmaco costosissimo, venduto ad un prezzo 40 volte più alto.
accertato il cartello, ci chiediamo con che logica abbiano agito AIFA e MINISTERO DELLA SALUTE; poichè se le aziende fanno il loro gioco (anche sporco) sono le autorità pubbliche e di controllo che devono difendere i diritti dei cittadini.
che dobbiamo pensare? o erano incompetenti, perchè il danno per i cittadini e le casse dello STATO era evidente, o conniventi visto che si sta indagando anche su una possibile corruzione.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 10/04/2014 - 10:50
LA DIETA DEL SANGUE
tra le svariate diete pazzerelle, spicca per fantasia quella detta " del gruppo sanguigno " .
si fonda sull' eliminazione di determinati alimenti o di gruppi di alimenti esclusivamente in base al proprio gruppo sanguigno ( a, b, ab, 0 ) .
la compatibilità di un alimento con il gruppo sanguigno viene determinata dal suo contenuto di proteine, le lectine.
secondo la bizzarra teoria che starebbe alla base della dieta, le lectine, se incompatibili con il gruppo sanguigno, " aggredirebbero " i globuli rossi, con numerose conseguenze negative per la salute.
la spiegazione dell' incompatibilità di alcuni cibi? suggestiva: il gruppo sanguigno sarebbe legato alla discendenza da 4 antichi ceppi di popolazione umana: agricoltore, cacciatore, nomade ed enigmatico.
da questo, derivano i consigli alimentari dati in questa dieta: vegetali e cereali agli agricoltori, molta carne rossa ai cacciatori e via dicendo.
è una dieta non soltanto priva di basi scientifiche, ma anche rischiosa, perchè suggerisce un' alimentazione squilibrata, come tutte le diete che vietano interi gruppi di alimenti utili all' organismo.
tra le svariate diete pazzerelle, spicca per fantasia quella detta " del gruppo sanguigno " .
si fonda sull' eliminazione di determinati alimenti o di gruppi di alimenti esclusivamente in base al proprio gruppo sanguigno ( a, b, ab, 0 ) .
la compatibilità di un alimento con il gruppo sanguigno viene determinata dal suo contenuto di proteine, le lectine.
secondo la bizzarra teoria che starebbe alla base della dieta, le lectine, se incompatibili con il gruppo sanguigno, " aggredirebbero " i globuli rossi, con numerose conseguenze negative per la salute.
la spiegazione dell' incompatibilità di alcuni cibi? suggestiva: il gruppo sanguigno sarebbe legato alla discendenza da 4 antichi ceppi di popolazione umana: agricoltore, cacciatore, nomade ed enigmatico.
da questo, derivano i consigli alimentari dati in questa dieta: vegetali e cereali agli agricoltori, molta carne rossa ai cacciatori e via dicendo.
è una dieta non soltanto priva di basi scientifiche, ma anche rischiosa, perchè suggerisce un' alimentazione squilibrata, come tutte le diete che vietano interi gruppi di alimenti utili all' organismo.
Ultima modifica di Ghepard il 10/04/2014 - 11:13, modificato 1 volta in totale.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 10/04/2014 - 11:09
POSTE, SE IL BANCOMAT NON FUNZIONA LA FILA DIVENTA DOPPIA
l' addetta delle poste è CATEGORICA: < la sua carta BANCOMAT è smagnetizzata. se non ha contanti per pagare il bollettino, può andare a prelevare ed io proverò a non farle rifare la fila > .
è il ritornello che capita sempre più spesso di sentire nelle migliaia di filiali di POSTE. anche quando la carta BANCOMAT del cliente di turno è perfettamente funzionante, sia attraverso il chip sia attraverso la banda magnetica da "strisciare" .
il punto vero è che POSTE, per i pagamenti allo sportello con carta, non utilizzai chip (come una filiale bancaria) ma la banda magnetica. la stessa che va via via scomparendo dalle carte BANCOMAT perchè considerata meno sicura.
e mentre si moltiplicano i clienti che raccontano del tempo speso inutilmente in fila, c'è chi segnala una beffa ulteriore: < a me l'impiegato ha detto che non usano il chip perchè POSTE non è una banca. però i prodotti finanziari, quelli si che li vendono > ...
l' addetta delle poste è CATEGORICA: < la sua carta BANCOMAT è smagnetizzata. se non ha contanti per pagare il bollettino, può andare a prelevare ed io proverò a non farle rifare la fila > .
è il ritornello che capita sempre più spesso di sentire nelle migliaia di filiali di POSTE. anche quando la carta BANCOMAT del cliente di turno è perfettamente funzionante, sia attraverso il chip sia attraverso la banda magnetica da "strisciare" .
il punto vero è che POSTE, per i pagamenti allo sportello con carta, non utilizzai chip (come una filiale bancaria) ma la banda magnetica. la stessa che va via via scomparendo dalle carte BANCOMAT perchè considerata meno sicura.
e mentre si moltiplicano i clienti che raccontano del tempo speso inutilmente in fila, c'è chi segnala una beffa ulteriore: < a me l'impiegato ha detto che non usano il chip perchè POSTE non è una banca. però i prodotti finanziari, quelli si che li vendono > ...
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 05/11/2014 - 12:16
QUANDO CI SI AMMALA PER LA PAURA DI AMMALARSI
Un terzo della popolazione soffre di disturbi non riconducibili a cause organiche. È l'Ipocondria. Da cui si può guarire.
Il più famoso è Argante, il malato immaginario tratteggiato dalla penna di Molière. Ma, anche nella realtà, non sono poche le persone ossessionate dalle malattie che sono convinte di avere: corrono così da un medico all'altro e vivono in un perenne stato di ansia e agitazione. L'ipocondria, infatti, è il lato oscuro della nostra epoca salutista. Nono stante il costante miglioramento delle condizioni di salute e il fatto che si goda tutti, in generale, di una mag giore aspettativa di vita rispetto a un tempo, la gente si sente meno sana: circa un terzo della popolazione soffre di disturbi fisici per i quali non è riscontrabile alcuna causa organica.
E sempre più persone si sentono sane solo sottoponendosi a regole di vita ferree o vedendosi escludere con certez za una malattia grave grazie a esami effettuati con i mezzi più avanzati. Lo sostengono Hans Morschitzky, psicologo e psicoterapeuta, e il giornalista scientifico Thomas Hartl nel libro Guarire la malattia che non c'è (Urra edizioni).
«I pazienti affetti da paura delle malattie si rivolgono in me dia al medico una volta ogni dieci giorni. E con il loro incessante ricorrere a esami ambulatoriali e cli nici spesso gravano sul sistema sanitario più di molti malati effettivi» afferma Morschitzky, che è specializzato in paure e disturbi d'ansia.
In ogni caso, non si può parlare di malati immaginari, perché gli ipocondriaci «si ammalano, nel vero senso della parola, di preoccupazioni sul proprio stato di salute. Se il cuore palpita e la pressione sanguigna sale temono un infarto cardiaco. I do lori addominali potrebbero indicare un cancro allo stomaco. Spossatezza e lieve malessere generale una leucemia». E se da una parte sperano che i con trolli risultino negativi, dall'altra non riescono a credere alle rassicurazioni del medico, per cui si sottopongono ad altri accertamenti, in una sorta di «doctorshopping, per dimostrare di non essere poi così sani». In questo modo compromettono però la qualità della propria vita: le relazioni familiari e sociali e l'efficienza sul lavoro.
«Nell'85 per cento dei casi, gli ipocondriaci soffrono anche di un disturbo d'ansia e per circa il 50 per cento di una forma di depressione » precisa lo psicoterapeuta. Le cause? «Spesso gli ipocondriaci hanno alle spalle esperienze che han no contribuito a sviluppare la paura delle malattie. Molti, per esempio, hanno vissuto traumi infantili, in particolare violenza fisica, ma anche legami insicuri: la morte di un genitore, il divorzio, la separazione dalla famiglia o genitori anaffettivi. Oppure sono state le malattie della prima infanzia, e gli atteggiamenti iperprotettivi dei genitori, a favorire la ten denza a fissarsi sulle malattie». Con adeguati programmi di psicoterapia è possibile educare l'ipocondriaco ad assopire la paura e a convogliare le energie in altro.
Poi ci sono i patofobici che, per timore di scoprire d'essere malati, non vanno dal medico. «Il nostro sistema sanitario soff re pertanto di un paradosso» conclude Morschitzky «per paura delle malattie alcuni si recano dal medico troppo spesso, altri troppo tardi».
Un terzo della popolazione soffre di disturbi non riconducibili a cause organiche. È l'Ipocondria. Da cui si può guarire.
Il più famoso è Argante, il malato immaginario tratteggiato dalla penna di Molière. Ma, anche nella realtà, non sono poche le persone ossessionate dalle malattie che sono convinte di avere: corrono così da un medico all'altro e vivono in un perenne stato di ansia e agitazione. L'ipocondria, infatti, è il lato oscuro della nostra epoca salutista. Nono stante il costante miglioramento delle condizioni di salute e il fatto che si goda tutti, in generale, di una mag giore aspettativa di vita rispetto a un tempo, la gente si sente meno sana: circa un terzo della popolazione soffre di disturbi fisici per i quali non è riscontrabile alcuna causa organica.
E sempre più persone si sentono sane solo sottoponendosi a regole di vita ferree o vedendosi escludere con certez za una malattia grave grazie a esami effettuati con i mezzi più avanzati. Lo sostengono Hans Morschitzky, psicologo e psicoterapeuta, e il giornalista scientifico Thomas Hartl nel libro Guarire la malattia che non c'è (Urra edizioni).
«I pazienti affetti da paura delle malattie si rivolgono in me dia al medico una volta ogni dieci giorni. E con il loro incessante ricorrere a esami ambulatoriali e cli nici spesso gravano sul sistema sanitario più di molti malati effettivi» afferma Morschitzky, che è specializzato in paure e disturbi d'ansia.
In ogni caso, non si può parlare di malati immaginari, perché gli ipocondriaci «si ammalano, nel vero senso della parola, di preoccupazioni sul proprio stato di salute. Se il cuore palpita e la pressione sanguigna sale temono un infarto cardiaco. I do lori addominali potrebbero indicare un cancro allo stomaco. Spossatezza e lieve malessere generale una leucemia». E se da una parte sperano che i con trolli risultino negativi, dall'altra non riescono a credere alle rassicurazioni del medico, per cui si sottopongono ad altri accertamenti, in una sorta di «doctorshopping, per dimostrare di non essere poi così sani». In questo modo compromettono però la qualità della propria vita: le relazioni familiari e sociali e l'efficienza sul lavoro.
«Nell'85 per cento dei casi, gli ipocondriaci soffrono anche di un disturbo d'ansia e per circa il 50 per cento di una forma di depressione » precisa lo psicoterapeuta. Le cause? «Spesso gli ipocondriaci hanno alle spalle esperienze che han no contribuito a sviluppare la paura delle malattie. Molti, per esempio, hanno vissuto traumi infantili, in particolare violenza fisica, ma anche legami insicuri: la morte di un genitore, il divorzio, la separazione dalla famiglia o genitori anaffettivi. Oppure sono state le malattie della prima infanzia, e gli atteggiamenti iperprotettivi dei genitori, a favorire la ten denza a fissarsi sulle malattie». Con adeguati programmi di psicoterapia è possibile educare l'ipocondriaco ad assopire la paura e a convogliare le energie in altro.
Poi ci sono i patofobici che, per timore di scoprire d'essere malati, non vanno dal medico. «Il nostro sistema sanitario soff re pertanto di un paradosso» conclude Morschitzky «per paura delle malattie alcuni si recano dal medico troppo spesso, altri troppo tardi».
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 05/11/2014 - 12:30
METTI I RIFIUTI NEL COMPUTER
convincere i cittadini a salvaguardare l' ambiente e, insieme, risparmiare è l' obiettivo di GENERATION AWAKE, campagna dell' UNIONE EUROPEA, che punta a una migliore gestione dei rifiuti.
cliccando su www.generationawake.eu/it/ compare una casa: spostando il mouse sui vari oggetti appaiono consigli su come riciclarli.
convincere i cittadini a salvaguardare l' ambiente e, insieme, risparmiare è l' obiettivo di GENERATION AWAKE, campagna dell' UNIONE EUROPEA, che punta a una migliore gestione dei rifiuti.
cliccando su www.generationawake.eu/it/ compare una casa: spostando il mouse sui vari oggetti appaiono consigli su come riciclarli.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 05/11/2014 - 12:36
Il vecchio consiglio di spegnere la luce quando si esce da una stanza è sempre valido. In Italia la quota annua di energia elettrica destinata all’illuminazione rappresenta almeno il 13 % del consumo totale di elettricità nel comparto residenziale e ha un peso tutt’altro che trascurabile sulla bolletta energetica delle famiglie.
Il primo accorgimento per evitare sprechi e contenere i costi, dunque, è quello di usare sempre il massimo buon senso: tenere accese solo le luci realmente necessarie, progettare l’illuminazione in modo sapiente, sfruttare il più possibile la luce naturale e scegliere tappezzerie e rivestimenti adeguati alla diffusione della luminosità.
Utile anche, laddove sia possibile, installare dei sistemi di controllo del flusso luminoso, come sensori di presenza, dimmer per variare l’intensità luminosa, interruttori crepuscolari o temporizzati e regolatori di flusso in grado di “dosare” la luce in base alle condizioni naturali. Questi dispositivi permettono di risparmiare fino al 50% dell’energia elettrica, ma un altro aspetto fondamentale per la riduzione dei consumi è senza dubbio la scelta delle lampadine, che può avere un effetto decisivo sul risparmio energetico.
I dispositivi più energivori sono i “vecchi” bulbi a incandescenza, che, come dice il nome stesso, generano luce sfruttando l’incandescenza di un filo di tungsteno che viene attraversato dalla corrente elettrica. In questo modo, però, una parte dell’energia viene inevitabilmente dispersa sotto forma di calore, rendendo questo tipo di lampadine poco efficienti. Non è un caso che da diversi anni l’Unione europea ha messo al bando le lampade a incandescenza, imponendone la progressiva “sparizione” dagli scaffali dei negozi, e che anche la Cina abbia di recente vietato i bulbi al tungsteno.
Lampadine a risparmio energetico
Molto più efficienti sono le cosiddette lampade fluorescenti o a risparmio energetico, che illuminano grazie a una scarica generata da una differenza di potenziale tra due elettrodi immersi in un gas. Questo tipo di lampadine ha un costo iniziale un po’ più alto rispetto ai tradizionali modelli a incandescenza, ma garantiscono un efficienza nettamente superiore e anche una durata di vita maggiore rispetto alle vecchie lampadine.
Se un bulbo a incandescenza assicura infatti un funzionamento medio di 1.000 ore e una lampadina alogena non va oltre le 2.000, un modello a fluorescenza può raggiungere senza problemi le 10.000 ore di funzionamento, oltre a garantire, a parità di illuminazione, un consumo energetico inferiore.
Secondo stime recenti dell’assessorato all’Ambiente della Provincia di Bologna, in particolare, la sostituzione di bulbi al tungsteno con lampadine a risparmio energetico in un appartamento standard composto da cucina, salotto, camera da letto, bagno e disimpegno permette di ridurre il consumo annuo di elettricità di circa il 75%.
L’uso delle lampade a fluorescenza, però, richiede un’attenzione particolare in fase di smaltimento dei dispositivi giunti a fine vita. La presenza di mercurio all’interno delle lampadine le rende, una volta che non funzionano più, dei rifiuti potenzialmente pericolosi per l’ambiente e per la salute. Fondamentale, pertanto, non gettarle nel cassonetto insieme alla normale spazzatura, né tantomeno nella raccolta differenziata nel vetro, ma rivolgersi alle isole ecologiche comunali o chiedere informazioni alla municipalizzata della propria città.
Lampadine a LED
Se anche una lampadina a fluorescenza vi sembra troppo energivora, potreste optare per il sistema LED, o Light Emitting Diode, che si basa sull’emissione di fotoni da parte di diodi alimentati da un circuito elettronico. Si tratta di una tecnologia relativamente recente, in grado di assicurare standard di efficienza e durata particolarmente elevati.
Il risparmio rispetto alle tradizionali lampadine alogene arriva anche all’80-90%, mentre la durata può superare le 50.000 ore di utilizzo. A differenza delle lampade a filamento, inoltre, i LED sono particolarmente resistenti e si degradano lentamente, riducendo la propria funzionalità in modo progressivo (in altri termini, non si fulminano).
Sebbene sia di nuova generazione, la tecnologia LED sta facendo passi da gigante neglu ultimi anni. I progressi più recenti, in particolare, hanno permesso di limitare degli inconvenienti che inizialmente rendevano i diodi poco “confortevoli”, come l’eccesso di componenti bianca o azzurra. Attualmente, infatti, sono in commercio sistemi di illuminazione con diverse temperature del colore, per quanto la luce a LED resti comunque generalmente più fredda di quella degli altri dispositivi.
A differenza delle lampade fluorescenti, i diodi non contengono mercurio, ma il loro smaltimento a fine vita deve seguire comunque degli accorgimenti. Essendo provviste di un sistema elettronico complesso, infatti, i LED non vanno gettati nella spazzatura, ma riconsegnati al negoziante o smaltiti attraverso il sistema comunale di raccolta dei Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE).
...non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare...
Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 18/12/2014 - 11:59
LIBRI DI SECONDA MANO? SI COMPRANO CON UN CLIC
per acquistare i libri usati ora basta un clic.
merito di PICKMYBOOK, una app creata da una studentessa 18enne, ARIANNA CORTESE.
grazie alla app è possibile mettere in vendita i propri libri, ricevendo una notifica quando c' è un acquirente, senza intermediazione ne costi di spedizione, dato che la app incrocia domanda ed offerta sullo stesso territorio.
USATO
è la crisi bellezza!
che trasforma le nostre abitudini e, soprattutto la nostra economia.
così, la compravendita < seconda mano > sale nel nostro paese a 18 miliardi di EURO.
qualcosa come 1 punto percentuale di PIL, e coinvolge il 44% degli italiani.
secondo un sondaggio DOXA, infatti, comprare e vendere oggetti usati è ormai una scelta per 3 italiani su 5 che perseguono, così, due obbiettivi: risparmiare facendo affari e liberarsi di ciò che ormai è diventato inutile.
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USATO
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così, la compravendita < seconda mano > sale nel nostro paese a 18 miliardi di EURO.
qualcosa come 1 punto percentuale di PIL, e coinvolge il 44% degli italiani.
secondo un sondaggio DOXA, infatti, comprare e vendere oggetti usati è ormai una scelta per 3 italiani su 5 che perseguono, così, due obbiettivi: risparmiare facendo affari e liberarsi di ciò che ormai è diventato inutile.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 23/12/2014 - 15:44
STAMPANTI E RIVOLUZIONE. SE LO STESSO FOGLIO SI PUÒ USARE CINQUE VOLTE
Secondo noi questa è una rivoluzione assoluta. In senso concreto e per il suo valore simbolico. Per avere qualche termine di paragone: è come per un bambino scoprire che il suo videogioco preferito non finisce quando i mostri alieni lo sconfiggono. Perché può sempre ricominciare da dove era stato “terminato”. È come quando da grande ti accorgi che una storia d'amore può ricominciare: una, due, tre, quattro, infinite volte. (Sempre che lei sia d'accordo e non ti abbia pregato di sparire dalla sua vita una volta per sempre).
Tutto questo per dire che secondo noi quelli della Toshiba, la grande società giapponese di elettronica e tecnologia varia, questa volta hanno superato un limite che sembrava invalicabile: inventando la stampante che cancella il foglio e lo ristampa. Fino a cinque volte. All'inizio è come una stampante normale: lavori sul computer, poi decidi che ti serve un documento su carta, schiacci “Stampa” e il foglio esce ronzando dalla macchina in fondo all'ufficio. Nel mondo-come-lo-abbiamo-conosciuto-fino-ad-ora quel foglio stampato, a fine giornata o nella gran parte dei casi poco dopo, quando non ti serve più, finisce lanciato nel cestino della carta da riciclare: canestro. Ed è già il migliore dei casi.
Perché ancora troppo spesso gli tocca il bidone dei rifiuti indifferenziati. Comunque tocca riciclarlo o smaltirlo. E diventa un costo. Ora c'è un'altra possibilità: quel foglio stampato si può rimettere nella pancia della stampante, solo in un cassetto apposito. Quando ridai il comando di “Stampa” la nuova macchina della Toshiba – si chiama e-STUDIO 306LP/RD30 - con la stessa velocità con cui vomita le pagine stampate per la prima volta, 30 al minuto, prende quel foglio già usato, lo scalda, lo cancella e lo rende bianco, nuovo di pacca e perfettamente riutilizzabile. E il gioco dura fino a cinque volte, senza che l'utilizzatore noti nessuna differenza nel prodotto finito.
Il segreto è tutto nell'inchiostro usato nel toner, che è blu ed è come quello delle biro cancellabili dei bambini. Con una formula chimica segreta, grazie al calore prodotto della stampante l'inchiostro scompare, come per magia, perché da blu diventa trasparente. E come per magia i fogli che prima buttavate nel cestino ora tornano in campo. In più, perché non si sa mai, c'è una funzione di scansione che legge i dati stampati su ogni singolo foglio e prima di riutilizzare la carta li converte in files elettronici e li archivia.
Così, se prima i nostri comandamenti erano due, ridurre e riciclare, ora sono tre: ridurre (i fogli usati); riutilizzare (gli stessi fino a cinque volte) e alla fine riciclare (con la raccolta differenziata). Per ora la nuova macchina che riporta in vita la carta è dedicata agli uffici e ai luoghi dove c'è un consumo di copie consistente. Per il futuro è facile prevedere un approdo della nuova tecnologia fin dentro le nostre case, come è stato per il personal computer dopo i grandi calcolatori. Per il presente c'è il risparmio dell'80% di carta usata nei nostri uffici, e la carta è una risorsa naturale. È eccessiva la parola rivoluzione? Di sicuro c'è il premio Innovazione amica dell’ambiente 2013, attribuito da Legambiente con Confindustria, Regione Lombardia, Politecnico di Milano e Università Bocconi.
Secondo noi questa è una rivoluzione assoluta. In senso concreto e per il suo valore simbolico. Per avere qualche termine di paragone: è come per un bambino scoprire che il suo videogioco preferito non finisce quando i mostri alieni lo sconfiggono. Perché può sempre ricominciare da dove era stato “terminato”. È come quando da grande ti accorgi che una storia d'amore può ricominciare: una, due, tre, quattro, infinite volte. (Sempre che lei sia d'accordo e non ti abbia pregato di sparire dalla sua vita una volta per sempre).
Tutto questo per dire che secondo noi quelli della Toshiba, la grande società giapponese di elettronica e tecnologia varia, questa volta hanno superato un limite che sembrava invalicabile: inventando la stampante che cancella il foglio e lo ristampa. Fino a cinque volte. All'inizio è come una stampante normale: lavori sul computer, poi decidi che ti serve un documento su carta, schiacci “Stampa” e il foglio esce ronzando dalla macchina in fondo all'ufficio. Nel mondo-come-lo-abbiamo-conosciuto-fino-ad-ora quel foglio stampato, a fine giornata o nella gran parte dei casi poco dopo, quando non ti serve più, finisce lanciato nel cestino della carta da riciclare: canestro. Ed è già il migliore dei casi.
Perché ancora troppo spesso gli tocca il bidone dei rifiuti indifferenziati. Comunque tocca riciclarlo o smaltirlo. E diventa un costo. Ora c'è un'altra possibilità: quel foglio stampato si può rimettere nella pancia della stampante, solo in un cassetto apposito. Quando ridai il comando di “Stampa” la nuova macchina della Toshiba – si chiama e-STUDIO 306LP/RD30 - con la stessa velocità con cui vomita le pagine stampate per la prima volta, 30 al minuto, prende quel foglio già usato, lo scalda, lo cancella e lo rende bianco, nuovo di pacca e perfettamente riutilizzabile. E il gioco dura fino a cinque volte, senza che l'utilizzatore noti nessuna differenza nel prodotto finito.
Il segreto è tutto nell'inchiostro usato nel toner, che è blu ed è come quello delle biro cancellabili dei bambini. Con una formula chimica segreta, grazie al calore prodotto della stampante l'inchiostro scompare, come per magia, perché da blu diventa trasparente. E come per magia i fogli che prima buttavate nel cestino ora tornano in campo. In più, perché non si sa mai, c'è una funzione di scansione che legge i dati stampati su ogni singolo foglio e prima di riutilizzare la carta li converte in files elettronici e li archivia.
Così, se prima i nostri comandamenti erano due, ridurre e riciclare, ora sono tre: ridurre (i fogli usati); riutilizzare (gli stessi fino a cinque volte) e alla fine riciclare (con la raccolta differenziata). Per ora la nuova macchina che riporta in vita la carta è dedicata agli uffici e ai luoghi dove c'è un consumo di copie consistente. Per il futuro è facile prevedere un approdo della nuova tecnologia fin dentro le nostre case, come è stato per il personal computer dopo i grandi calcolatori. Per il presente c'è il risparmio dell'80% di carta usata nei nostri uffici, e la carta è una risorsa naturale. È eccessiva la parola rivoluzione? Di sicuro c'è il premio Innovazione amica dell’ambiente 2013, attribuito da Legambiente con Confindustria, Regione Lombardia, Politecnico di Milano e Università Bocconi.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 27/01/2015 - 10:55
Come sarai da vecchio
Face Retirement è un'applicazione Web che invecchia fino a 107 anni il viso degli utenti.
Sperando di convincerli a mettere da parte un gruzzoletto per la pensione
Ho appena scoperto come sarò a 107 anni: solchi profondi sul viso, mascella cascante e occhi spenti (per fortuna i capelli rimarranno al loro posto). Ma non è stato il prevedibile effetto della forza di gravità sui miei connotati ad angosciarmi: piuttosto, sono impallidito nello scoprire che nel 2091 un gallone di benzina (più o meno tre litri e mezzo) costerà la bellezza di 41 euro. A quanto pare, quindi, l'applicazione Face Retirement, proposta dalla società statunitense di investimenti online Merrill Edge, ha colpito nel segno: l'obiettivo del software è proprio quello di sensibilizzare gli utenti sul tema del risparmio e dell'investimento in vista della pensione, mostrando, accanto al loro viso rugoso, le proiezioni sul costo della vita del futuro.
Utilizzando un algoritmo di invecchiamento dei tratti facciali, l'applicazione scatta una foto collegandosi alla videocamera del portatile e mostra il viso dell'utente a 47, 57, 67 anni e così via, fino a 107. Gli ideatori di questa campagna promozionale creativa si sono ispirati a uno studio del 2011 degli esperti in economia comportamentale di Stanford, che mostra come le persone siano spesso riluttanti a mettere da parte quattrini per la pensione, perché non riescono a identificarsi con gli anziani che diventeranno: “Le persone tendono a non pensare al proprio futuro. L'idea del risparmio viene piuttosto percepita come una rinuncia a godersi la vita per dare denaro a uno sconosciuto molti anni più tardi”.
Per capire se fosse possibile alterare questa percezione, i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti allo studio una simulazione virtuale di sé stessi in età pensionabile, e poi li hanno sottoposti a un questionario sul tema del risparmio: “Coloro che hanno interagito con il loro alter ego virtuale invecchiato”, spiegano gli scienziati, “hanno mostrato una maggiore tendenza a mettere da parte soldi in vista del futuro”. L'applicazione di Merrill Edge è meno sofisticata di quella di Stanford, ma le proiezioni che fornisce sul costo della vita non sono affatto incoraggianti: tanto per dirne una, nel 2042, una pagnotta di pane costerà più di 5 euro. Il vostro alter ego vecchio e saggio vi ha avvertito.
Face Retirement è un'applicazione Web che invecchia fino a 107 anni il viso degli utenti.
Sperando di convincerli a mettere da parte un gruzzoletto per la pensione
Ho appena scoperto come sarò a 107 anni: solchi profondi sul viso, mascella cascante e occhi spenti (per fortuna i capelli rimarranno al loro posto). Ma non è stato il prevedibile effetto della forza di gravità sui miei connotati ad angosciarmi: piuttosto, sono impallidito nello scoprire che nel 2091 un gallone di benzina (più o meno tre litri e mezzo) costerà la bellezza di 41 euro. A quanto pare, quindi, l'applicazione Face Retirement, proposta dalla società statunitense di investimenti online Merrill Edge, ha colpito nel segno: l'obiettivo del software è proprio quello di sensibilizzare gli utenti sul tema del risparmio e dell'investimento in vista della pensione, mostrando, accanto al loro viso rugoso, le proiezioni sul costo della vita del futuro.
Utilizzando un algoritmo di invecchiamento dei tratti facciali, l'applicazione scatta una foto collegandosi alla videocamera del portatile e mostra il viso dell'utente a 47, 57, 67 anni e così via, fino a 107. Gli ideatori di questa campagna promozionale creativa si sono ispirati a uno studio del 2011 degli esperti in economia comportamentale di Stanford, che mostra come le persone siano spesso riluttanti a mettere da parte quattrini per la pensione, perché non riescono a identificarsi con gli anziani che diventeranno: “Le persone tendono a non pensare al proprio futuro. L'idea del risparmio viene piuttosto percepita come una rinuncia a godersi la vita per dare denaro a uno sconosciuto molti anni più tardi”.
Per capire se fosse possibile alterare questa percezione, i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti allo studio una simulazione virtuale di sé stessi in età pensionabile, e poi li hanno sottoposti a un questionario sul tema del risparmio: “Coloro che hanno interagito con il loro alter ego virtuale invecchiato”, spiegano gli scienziati, “hanno mostrato una maggiore tendenza a mettere da parte soldi in vista del futuro”. L'applicazione di Merrill Edge è meno sofisticata di quella di Stanford, ma le proiezioni che fornisce sul costo della vita non sono affatto incoraggianti: tanto per dirne una, nel 2042, una pagnotta di pane costerà più di 5 euro. Il vostro alter ego vecchio e saggio vi ha avvertito.
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Re: CONSUMATORI...difesa e contropiede!!!
Messaggioda Ghepard » 05/02/2015 - 16:21
...estratto dell’introduzione del libro...
Nel secondo dopoguerra, grazie alla scoperta degli antibiotici, all’invenzione di sistemi di produzione meccanizzati e alla pratica delle monocolture, sotto la spinta emotiva di un nuovo boom economico, nacquero gli allevamenti intensivi. Le fattorie si trasformarono in fabbriche, le creature che le abitavano divennero cartellini con un numero. L’idea dell’allevamento industriale poggiava su una motivazione apparentemente morale, etica e democratica: riuscire a produrre carne e derivati a costi sempre più bassi, permettendone così il consumo a tutti gli strati della popolazione. Così, nel giro di cinquant’anni le tecniche di allevamento, rimaste immodificate per millenni, subirono una radicale trasformazione. Tutto ciò ha avuto un senso, una giustificazione storica e sociale, perlomeno fino alla Seconda Guerra Mondiale e al successivo dopoguerra, durante il quale sono vissute generazioni di affamati persino nelle zone più evolute e ricche del pianeta. I nostri genitori lo ricordano ,ce lo hanno raccontato: avevano fame. In cambio di un pezzo di carne o di una doppia razione erano disposti a tutto: è stato così in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Germania, e come dimenticare le file per il cibo nei Paesi a regime sovietico?
Poi è arrivato il boom economico degli anni Sessanta, un’improvvisa prosperità e ricchezza dagli Stati Uniti si è riversata sul continente europeo, dando la possibilità a tutti (o quasi) di crearsi un piccolo regno,un piccolo castello dove consumare, quotidianamente, un piccolo banchetto reale. Finalmente era arrivata la carne, tanto bramata, ma non era più il pezzo di lardo da buttare nel brodo, bensì il cosciotto d’agnello, la porchetta, il prosciutto, il guanciale, e poi il manzo e il vitello e tante altre nobili carni da assaporare, sempre più spesso. Dopo secoli di legumi, cavoli e bucce di cacio ammuffite, finalmente, si portavano in tavola prelibatezze succulente, carni bianche, rosse, pesci bianchi, azzurri e crostacei, e carni da piuma e da pelo, cacciate o allevate. Anche l’opulenza degli anni Sessanta e Settanta era giustificata da un desiderio di rivincita, era la vendetta contro una fame sopportata troppo, e troppo a lungo. Serviva a esorcizzare lo spettro delle carestie, delle tessere annonarie per il pane e dei brontolii dello stomaco che avevano caratterizzato la storia dell’umanità dagli albori fino all’ultima delle grandi guerre. Era come trovarsi di fronte allo zampillo di un’enorme fontana dopo aver attraversato un deserto lungo millenni. Normale ubriacarsi, normale fare indigestione. Negli anni Ottanta, poi, quel consumismo, inizialmente giustificato da un passato di privazioni ancora troppo recente, divenne vizio, si consolidò in sistema, si cristallizzò in abitudine. Gli allevamenti che già in quegli anni avevano affinato tecniche e tecnologie divennero un macrosistema folle e frenetico. Il «Proteinismo», nuova filosofia alimentare, spingeva le masse al consumo sempre maggiore di proteine rigorosamente animali, specialmente carne, meglio se rossa e succulenta. Il passo successivo fu il trasporto aereo di carni da un continente all’altro; una vera e propria invasione di prodotti provenienti dall’Argentina, dagli Stati Uniti, dalla Danimarca, dall’Irlanda, da ogni dove. Il consumo di carne salì alle stelle, le macellerie prosperavano, fino quando, finalmente, qualcuno si accorse che qualcosa non andava. E oggi?
170.000.000.000
Sono gli animali uccisi in tutto il mondo ogni anno per scopi alimentari (fonti: The State of World Fisheries and Aquaculture 2012, Fao, Fisheries andAquaculture Department; Global Livestock Productionand Health Atlas (GLiPHA), Fao, Agricolture and Consumer production Department, Animal production and healt; www.noi-animali.org/veg/dati/).
170 miliardi, il che significa che ogni mese più di 14 miliardi di animali vengono uccisi per finire sulle nostre tavole. Mezzo miliardo ogni giorno. Ogni ora, un olocausto con 19 milioni di vittime. Oltre 300.000 al minuto. 5.390 a ogni scatto della lancetta dei secondi. Provate a immaginare 5.390 creature che di colpo cadono a terra esamini oppure che una lama tagli di netto 5.390 teste, un secondo dopo l’altro, senza sosta.
170 miliardi equivalgono a circa 30 pianeti con la stessa densità di abitanti della terra, e ogni anno, simultaneamente, questa popolazione viene sterminata. Il numero di animali uccisi ogni 3 ore nel mondo per scopi alimentari è pari al numero di abitanti dell’Italia. E nel nostro Paese si uccidono 2 miliardi e mezzo di animali ogni anno;225 milioni ogni mese; 8 milioni ogni giorno; oltre 300.000 ogni ora;5.100 ogni minuto; 90 al secondo.
Nella seconda metà del Novecento il consumo globale di carne è aumentato di 5 volte, passando da 45 milioni di tonnellate all’anno nel 1950 a 233 milioni di tonnellate all’anno nel 2000, e la FAO ha stimato che entro il 2050 si arriverà a 465 milioni di tonnellate. Il Lussemburgo è la nazione che consuma più carne, superando i 130 kg l’anno, al secondo posto ci sono gli Stati Uniti, con oltre 120 kg. Poi a seguire Australia, Spagna e via dicendo, fino ad arrivare al nostro Paese in cui si consumano in media 90 kg di carne l’anno pro capite.
Per riuscire a soddisfare questa insaziabile fame di carne l’industria zootecnica ha ideato sistemi sempre più efficaci e specializzati. Se così non fosse, non si arriverebbe alle cifre citate qui sopra. Il sistema predominante per la produzione di carne infatti è l’allevamento intensivo. Negli Stati Uniti con il nome di Factory Farming, la percentuale di carne prodotta con le più moderne tecniche è altissima. Oltre il 99,9% dei polli da carne, oltre il 95% delle galline ovaiole, dei tacchini,dei maiali, e oltre il 78% dei bovini, viene allevato nelle «fabbriche di carne» (Censimento 2007 e direttive dell’Environment Protection Agency, Rapporto del National Agricultural Statistic Service 2008). In Europa, e in Italia, le percentuali si abbassano, ma non di molto. Per capire quali sviluppi ha raggiunto questo tipo di allevamento, basta leggere alcuni dati e numeri su questo argomento. Un terzo del raccolto mondiale di cereali è destinato a mangime per animali da allevamento.Il 95% della produzione di soia degli Stati Uniti (circa 100 milioni di tonnellate all’anno) è usato come mangime. Nel mondo, il 73% del mais, il 95% delle farine di semi e il 93% delle farine di pesce sono usati come mangimi. L’Unione Europea importa il 70% delle proteine di alta qualità usate nei mangimi, alcune da Paesi come il Brasile, l’Indonesia e il Senegal, dove regna la povertà. Una mucca da latte in un allevamento intensivo può mangiare ogni anno fino a 4700 Kg di erba e fieno e circa 1650 Kg di mangime proteico concentrato (soia, farine di pesce, farine di rapa). Ogni Kg di carne di manzo prodotto in Europa richiede 5 Kg di mangimi ad alto contenuto di proteine (FoE). Solo una frazione (generalmente il 30-40%) delle proteine vegetali con cui sono nutriti gli animali viene convertita in proteine animali; per il manzo, il rapporto di conversione è solo dell’8%.
Due terzi dei terreni agricoli mondiali sono usati per il mantenimento degli animali da allevamento. L’87% del consumo mondiale di acqua dolce è usato per l’agricolturae le Nazioni Unite prevedono che nei prossimi 20 anni 40 Paesi affronterannogravi carenze idriche. Per produrre 1 Kg di manzo alimentato con mangimi vegetali servono100.000 litri di acqua (100 volte la quantità che serve per produrre 1Kg di frumento e 50 volte quella necessaria a 1 Kg di riso). Nell’ambito dell’allevamento, la produzione di mangimi assorbe il 70% del consumo di combustibili fossili. Gli allevamenti di animali negli Stati Uniti producono 1,4 miliardi di tonnellate di letame solido all’anno: 130 volte la quantità prodotta dalla popolazione umana (fonte: Factory Farming and the Environment, a cura dell’organizzazione Compassion in World FarmingTrust). La forza inquinante del letame suino è 160 volte maggiore rispetto alliquame urbano (John P. Chastain, Pollution Potential of Livestock Manure,Minnesota/Wisconsin Engineering Notes, inverno 1995). Il letame di 200 mucche da latte produce una quantità di azoto paria quella di 10.000 persone.
(…) Direttamente e indirettamente, la moderna zootecnia utilizza complessivamente il 30% dell’intera superficie terrestre non ricoperta dai ghiacci e il 70% di tutte le terre agricole. Per lo più le terre vengono usate per il pascolo degli animali: quasi il 29% della superficie degli Stati Uniti, oltre il 40% del territorio della Cina (più di 4 milioni di chilometri quadrati) e più del 50% della regione orientale del continente africano, sono occupati da pascoli. La produttività dei prati a pascolo è molto variabile: un ettaro di prateria molto ricca può sostenere un manzo per un anno, ma possono essere necessari anche 20 ettari se si tratta di prateria marginale. Un altro importante fattore d’uso delle terre è la produzione di mangime: il 33% delle terre arabili del pianeta è usato a tale scopo (fonte: Fao Livestock Long Shadow).
E nelle acque, cosa succede? Nel 2009 sono stati consumati più di 145 milioni di tonnellate di pesce, di questa cifra abnorme, 55 milioni provengono da acquacolture, nella maggior parte dei casi intensive; e i restanti 90 milioni dalla pesca,che nella maggior parte dei casi utilizza tecniche di guerra.Il consumo medio di pesce dal 1961 al 2005 è aumentato del 71%, inItalia arriviamo al 108%.Nel Mediterraneo, l’80% delle risorse ittiche è sovrasfruttato.
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