Messaggioda scommettitore siracusano » 26/03/2022 - 06:23
VALUTAZIONI DELLE PROBABILITÀ DI INIZIARE A PAGARE L'IMPOSTA UNICA DEI BOOKMAKERS SENZA CONCESSIONE.
Utimamente, dialogando con un ex gestore di CTD, abbiamo analizzato le probabilità che alcuni bookmakers esteri senza concessione, nonostante le continue promesse, inizino a pagare almeno l'imposta unica corrente, e che, al contrario, non abbiamo alcuna intenzione di farlo ne' nel 2022 e ne' mai.
Abbiamo preso in considerazione, in modo similare ai quotisti degli eventi sportivi, gli elementi di valutazione, oggi a disposizione:
1) Sono almeno cinque anni che parlano di teorici accordi con ADM per collegarsi alla SOGEI ed iniziare a pagare. E invece si è scoperto che, come ha fatto la BetN1 in passato, l'imposta unica si può pagare, senza sanzioni, anche in modo non induttivo sulla base dei dati delle scommesse effettuate.
2) Anche dopo l'articolo esplicativo del 19 Marzo su GiocoNews in cui si evidenzia che sia possibile pagare l'imposta unica corrente, inspiegabilmente rimandano la questione a Giugno, Settembre, etc., aumentando senza logica il già pesante arretrato, adducendo inesistenti modalità di pagare l'imposta unica in modo trimestrale o semestrale. L'imposta unica, pena pesanti sanzioni, si paga mensilmente entro il giorno 16 del mese successivo a quello di pertinenza.
3) Alcuni loro avvocati ricordano su giornali del settore di aver chiesto di collegarsi alla SOGEI già a partire da Giugno 2016, quando i termini della seconda sanatoria erano appena scaduti, e solo a fine del 2019 qualcuno ha parlato di non meglio specificati "doppi esposti", di cui uno a una importante procura mai specificata.
4) La modalità impropria di rimborsare, solo ai gestori attivi, le rate delle rateizzazioni delle cartelle esattoriali con "bonus", che fanno aumentare l'imponibile fiscale dei gestori, invece di bonifici con la motivazione specifica di "rimborsi pagamento imposta unica", fa nascere forti sospetti che l'intento sia quello di "non ammettere mai che l'imposta unica sia dovuta dai bookmakers".
5) Le modalità con cui vengono informati solo i gestori attivi, via chat di gruppo, ovvero sempre in via ufficiosa, contribuisce ad aumentare i sospetti di cui al punto quattro.
6) La scelta di non ammettere mai che l'imposta unica spetti ai bookmakers ha la sua importanza sia nel non facilitare le class action promosse, perché significherebbe perderle in partenza, e sia nel tentare, anche se le cause si perederanno, di rimborsare solo il 50% in quanto co-obbligati in solido con i gestori. Rimborsare il 100% sarebbe invece una scommessa aleatoria.
7) Non si può escludere la possibilità, più volte richiamata anche nel forum infobetting, che alcuni di questi bookmakers non intendono partecipare al prossimo bando retail con l'attuale marchio, rischiando le costosissime fideiussioni, senza aver saldato l'imposta unica pregressa, come hanno fatto gli altri bookmakers che parteciparono alle sanatorie del 2015 e del 2016. Potrebbero partecipare sotto altro nome, o acquistando un concessionario ADM esistente.
Tutti questi sette fattori principali, ed altri secondari, fanno valutare che ci sono altissime probabilità che questi bookmakers non inizieranno mai a pagare l'imposta unica corrente, e continueranno a fare promesse mai mantenute e a cercare scuse per non farle.
E più tempo passa senza una loro dichiarazione ufficiale, e più queste probabilità aumentano.
Sono gradite delle opinioni, valutazioni e controdeduzioni in merito da parte dei gestori ed ex gestori dei Ctd interessati, con commenti su questo topic, o mediante email a me o a Federico Bellini, o mediante Chat WhatsApp o Messenger di Facebook.