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AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Situazione attuale, prospettive, notizie.
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AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Messaggioda scommettitore siracusano » 16/07/2018 - 12:47
AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Luglio 16, 2018 Scritto da Sara Michelucci
https://www.gioconews.it/politica-gener ... rounitario
L'avvocato esperto di gioco Daniela Agnello esamina i possibili effetti del divieto di pubblicità per gli operatori e anche per i giocatori.
Si incardina oggi 16 luglio, nelle commissioni riunite Lavoro e Finanze della Camera, il disegno di conversione in legge del decreto Dignità, che approderà in Aula il giorno 24. Sono dunque giornate decisive per il settore del gioco, visto che il decreto messo a punto dal ministro Luigi Di Maio prevede, tra le altre misure, il divieto assoluto di pubblicità di gioco e di sponsorizzazioni. Quali saranno le conseguenze del divieto totale di pubblicità di gioco per il mercato italiano? Si tratta di una misura che ha precedenti, in altri settori merceologici o in altri paesi europei? La parola all'avvocato Daniela Agnello, legale esperto di gaming e con alle spalle oltre vent'anni di esperienza sia nel settore penale che amministrativo e tributario.
"Il settore gioco rappresenta in Italia una vera e propria industria, una costante positiva nell’economia italiana, con un fatturato elevatissimo ed entrate delle quali l’erario non può fare a meno, insomma una vera dipendenza per le casse dello Stato italiano. Il volume d’affari del gioco è cresciuto nell’arco degli ultimi quattro anni in maniera esponenziale e rappresenta il 4,4 del prodotto interno lordo dello Stato Italiano. Oltre alle ingenti entrate erariali, intorno a tale settore, gravitano migliaia e migliaia di posti di lavoro.
Dalla Relazione illustrativa del decreto emerge che il divieto è giustificato dalla finalità di rafforzare la tutela del consumatore e dei soggetti più vulnerabili di una dipendenza socioeconomica con veri e propri effetti patologici e per un più efficace contrasto alla ludopatia.
Mantenendo il rispetto per i malati di gioco e per i soggetti deboli, ritengo che il divieto totale di pubblicità in tale settore, arrecherà un grande danno per l’economia nazionale, con conseguente ulteriore depauperamento del patrimonio dello Stato e un ovvio aumento del debito pubblico italiano, che già oggi ha raggiunto cifre imbarazzanti.
Un intervento così restrittivo mortifica certamente la libertà di iniziativa economica e scoraggia gli investimenti e la produttività, con conseguenti gravi ripercussioni sulle casse dell’Erario e sul settore lavoro, generando sempre più disoccupazione, il cui tasso in Italia è arrivato a livelli massimi storici.
Nel frattempo, il 'giocatore compulsivo' continuerà a giocare anche in assenza di pubblicità, poiché non è la pubblicità che incentiva la “voglia incontrollata” di giocare. Il 'malato di gioco' ha un vizio radicato e profondo, da contrastare e 'curare' non di certo con il divieto di pubblicità, ma con strumenti e percorsi specifici e mirati. Vietare la pubblicità nel settore gioco non aiuta il malato e non lo guarisce dalla sua dipendenza.
Se si vuole realmente e concretamente contrastare la ludopatia, si dovrebbe vietare il gioco nel senso più ampio del termine, si dovrebbe eliminare definitivamente il 'settore gioco', con tutte le inevitabili, gravissime e irreparabili conseguenze in termini di perdite erariali e occupazionali per lo Stato e per i suoi cittadini. Il decreto Balduzzi aveva già introdotto filtri e restrizioni alla limitazione del gioco (divieto di inserimento di messaggi pubblicitari di giochi con vincite in denaro nelle trasmissioni televisive e radiofoniche e altro, la pubblicità deve riportare in modo chiaramente visibile la percentuale di probabilità di vincita che il soggetto ha nel singolo gioco; avvertimenti sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in denaro, il divieto di ingresso ai minori di anni 18 nelle aree destinate al gioco con vincite in denaro e altro). Tali interventi hanno prodotto risultati soddisfacenti, realizzando una concreta limitazione all’accesso al settore.
Una misura simile a quella in oggetto è stato realizzata relativamente al mercato delle sigarette. Anche in questo caso, è stata vietata qualsiasi forma di pubblicità. Occorre però rilevare che in questo settore, il divieto di pubblicità non ha in alcun modo disincentivato l’uso della sigaretta. La percentuale di fumatori in Italia, ancora oggi, è elevatissima.
Anche tale precedente, relativo al mercato del tabacco e delle sigarette, dimostra che il divieto di pubblicità non è lo strumento idoneo a contrastare l’abuso o la 'patologia' in qualsiasi settore.
L’introduzione del divieto assoluto di pubblicità nel settore del gioco è certamente inefficace per soddisfare i dichiarati obiettivi del Governo italiano, appare una misura inutile e dannosa per l’economia italiana globale. Pensiamo a quanti 'official betting partners' della seria A scompariranno con ripercussioni anche sulla sopravvivenza del 'sistema calcio'. Pensiamo a quante multinazionali del gioco fuggiranno dal nostro Paese!
La riserva per i contratti pubblicitari attualmente in vigore e per le lotterie nazionali, così come la proclamazione che non sono ammessi nuovi accordi con scadenza oltre un anno, appaiono misure che esporranno lo Stato ad un contenzioso con rischio di risarcimento dei danni in favore delle società private.
Un Governo che si è insediato con apprezzabili prospettive di cambiamento non dovrebbe predisporre misure che potrebbero esporre lo Stato a contenziosi contro società con diritti acquisiti o misure che si potrebbero convertire in un male per il paese, le imprese e l’occupazione".
In che modo e in quali sedi gli operatori potranno tutelarsi?
"Da una prima lettura del decreto, che ha generato dubbi anche in seno alla stessa maggioranza dalla quale promana e che, certamente, al di là della spinta emozionale, andrebbe approfondito e analizzato con i tecnici esperti del settore, pare che lo stesso si pone in contrasto con il diritto interno e con il diritto eurounitario.
Dalla lettura della norma appaiono mortificati diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana quale ad esempio la libertà di iniziativa economica e principi comunitari tutelati dal Trattato sul Funzionamento Ue.
Gli operatori, pertanto, a seguito della concreta applicazione dell’articolo 0, titolo III del 'decreto Dignità', potranno presentare un ricorso giurisdizionale di diritto interno per la tutela dei diritti acquisiti, chiedendo di sollevare la questione di legittimità costituzionale e il quesito di compatibilità comunitaria delle norme. Vi possono essere, inoltre, altri mezzi di tutela comunitaria contro gli eventuali deficit tecnici dell’emananda legge. Confidiamo in un approfondito esame tecnico da parte del Parlamento durante l’iter di conversione in legge".
Nel testo anche l'aumento del Preu per slot e Vlt. A suo avviso il settore potrà sostenere questo ulteriore aggravio fiscale?
"Con l’aumento del Preu per slot e Vlt, il relativo settore, che ha già subito in passato importanti appesantimenti e aggravi fiscali, subirebbe un ulteriore impatto negativo che lo porterebbe ad essere, dapprima, marginalmente relegato fino ad arrivare alla totale scomparsa, con gravissime conseguenze in ambito monetario e occupazionale".
COMMISSIONE BILANCIO, ESAME ASSESTAMENTO E VOCI SU GIOCO ED IPPICA - Da domani, 17 luglio, la Commissione Bilancio della Camera comincerà l’esame del Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato 2017, e delle Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato, che comprende anche alcune voci sul gioco pubblico, e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2018. I dati registano un aumento dei proventi per il Lotto (103 milioni), vengono iscritti un saldo negativo delle imposte gravanti sui giochi (-123 milioni) e delle lotterie e altri giochi (-20 milioni). In negativo anche le vincite sulle scommesse ippiche (-22 milioni) e gli aggi sulle scommesse ippiche (-3 milioni). Il contenzioso in materia di giochi e lotterie e restituzione delle cauzioni porteranno a una perdita di 10 milioni, mentre la voce Attività di controllo, accertamento e riscossione delle imposte sulla circolazione delle merci, garanzia della sicurezza sui giochi e controllo sulla produzione e vendita dei tabacchi, svolte dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha complessivamente un saldo negativo di circa 397.500 euro. Nel testo, infine, vengono inseriti Interventi a favore del settore ippico per 3.894.426 euro.
Luglio 16, 2018 Scritto da Sara Michelucci
https://www.gioconews.it/politica-gener ... rounitario
L'avvocato esperto di gioco Daniela Agnello esamina i possibili effetti del divieto di pubblicità per gli operatori e anche per i giocatori.
Si incardina oggi 16 luglio, nelle commissioni riunite Lavoro e Finanze della Camera, il disegno di conversione in legge del decreto Dignità, che approderà in Aula il giorno 24. Sono dunque giornate decisive per il settore del gioco, visto che il decreto messo a punto dal ministro Luigi Di Maio prevede, tra le altre misure, il divieto assoluto di pubblicità di gioco e di sponsorizzazioni. Quali saranno le conseguenze del divieto totale di pubblicità di gioco per il mercato italiano? Si tratta di una misura che ha precedenti, in altri settori merceologici o in altri paesi europei? La parola all'avvocato Daniela Agnello, legale esperto di gaming e con alle spalle oltre vent'anni di esperienza sia nel settore penale che amministrativo e tributario.
"Il settore gioco rappresenta in Italia una vera e propria industria, una costante positiva nell’economia italiana, con un fatturato elevatissimo ed entrate delle quali l’erario non può fare a meno, insomma una vera dipendenza per le casse dello Stato italiano. Il volume d’affari del gioco è cresciuto nell’arco degli ultimi quattro anni in maniera esponenziale e rappresenta il 4,4 del prodotto interno lordo dello Stato Italiano. Oltre alle ingenti entrate erariali, intorno a tale settore, gravitano migliaia e migliaia di posti di lavoro.
Dalla Relazione illustrativa del decreto emerge che il divieto è giustificato dalla finalità di rafforzare la tutela del consumatore e dei soggetti più vulnerabili di una dipendenza socioeconomica con veri e propri effetti patologici e per un più efficace contrasto alla ludopatia.
Mantenendo il rispetto per i malati di gioco e per i soggetti deboli, ritengo che il divieto totale di pubblicità in tale settore, arrecherà un grande danno per l’economia nazionale, con conseguente ulteriore depauperamento del patrimonio dello Stato e un ovvio aumento del debito pubblico italiano, che già oggi ha raggiunto cifre imbarazzanti.
Un intervento così restrittivo mortifica certamente la libertà di iniziativa economica e scoraggia gli investimenti e la produttività, con conseguenti gravi ripercussioni sulle casse dell’Erario e sul settore lavoro, generando sempre più disoccupazione, il cui tasso in Italia è arrivato a livelli massimi storici.
Nel frattempo, il 'giocatore compulsivo' continuerà a giocare anche in assenza di pubblicità, poiché non è la pubblicità che incentiva la “voglia incontrollata” di giocare. Il 'malato di gioco' ha un vizio radicato e profondo, da contrastare e 'curare' non di certo con il divieto di pubblicità, ma con strumenti e percorsi specifici e mirati. Vietare la pubblicità nel settore gioco non aiuta il malato e non lo guarisce dalla sua dipendenza.
Se si vuole realmente e concretamente contrastare la ludopatia, si dovrebbe vietare il gioco nel senso più ampio del termine, si dovrebbe eliminare definitivamente il 'settore gioco', con tutte le inevitabili, gravissime e irreparabili conseguenze in termini di perdite erariali e occupazionali per lo Stato e per i suoi cittadini. Il decreto Balduzzi aveva già introdotto filtri e restrizioni alla limitazione del gioco (divieto di inserimento di messaggi pubblicitari di giochi con vincite in denaro nelle trasmissioni televisive e radiofoniche e altro, la pubblicità deve riportare in modo chiaramente visibile la percentuale di probabilità di vincita che il soggetto ha nel singolo gioco; avvertimenti sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in denaro, il divieto di ingresso ai minori di anni 18 nelle aree destinate al gioco con vincite in denaro e altro). Tali interventi hanno prodotto risultati soddisfacenti, realizzando una concreta limitazione all’accesso al settore.
Una misura simile a quella in oggetto è stato realizzata relativamente al mercato delle sigarette. Anche in questo caso, è stata vietata qualsiasi forma di pubblicità. Occorre però rilevare che in questo settore, il divieto di pubblicità non ha in alcun modo disincentivato l’uso della sigaretta. La percentuale di fumatori in Italia, ancora oggi, è elevatissima.
Anche tale precedente, relativo al mercato del tabacco e delle sigarette, dimostra che il divieto di pubblicità non è lo strumento idoneo a contrastare l’abuso o la 'patologia' in qualsiasi settore.
L’introduzione del divieto assoluto di pubblicità nel settore del gioco è certamente inefficace per soddisfare i dichiarati obiettivi del Governo italiano, appare una misura inutile e dannosa per l’economia italiana globale. Pensiamo a quanti 'official betting partners' della seria A scompariranno con ripercussioni anche sulla sopravvivenza del 'sistema calcio'. Pensiamo a quante multinazionali del gioco fuggiranno dal nostro Paese!
La riserva per i contratti pubblicitari attualmente in vigore e per le lotterie nazionali, così come la proclamazione che non sono ammessi nuovi accordi con scadenza oltre un anno, appaiono misure che esporranno lo Stato ad un contenzioso con rischio di risarcimento dei danni in favore delle società private.
Un Governo che si è insediato con apprezzabili prospettive di cambiamento non dovrebbe predisporre misure che potrebbero esporre lo Stato a contenziosi contro società con diritti acquisiti o misure che si potrebbero convertire in un male per il paese, le imprese e l’occupazione".
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"Da una prima lettura del decreto, che ha generato dubbi anche in seno alla stessa maggioranza dalla quale promana e che, certamente, al di là della spinta emozionale, andrebbe approfondito e analizzato con i tecnici esperti del settore, pare che lo stesso si pone in contrasto con il diritto interno e con il diritto eurounitario.
Dalla lettura della norma appaiono mortificati diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana quale ad esempio la libertà di iniziativa economica e principi comunitari tutelati dal Trattato sul Funzionamento Ue.
Gli operatori, pertanto, a seguito della concreta applicazione dell’articolo 0, titolo III del 'decreto Dignità', potranno presentare un ricorso giurisdizionale di diritto interno per la tutela dei diritti acquisiti, chiedendo di sollevare la questione di legittimità costituzionale e il quesito di compatibilità comunitaria delle norme. Vi possono essere, inoltre, altri mezzi di tutela comunitaria contro gli eventuali deficit tecnici dell’emananda legge. Confidiamo in un approfondito esame tecnico da parte del Parlamento durante l’iter di conversione in legge".
Nel testo anche l'aumento del Preu per slot e Vlt. A suo avviso il settore potrà sostenere questo ulteriore aggravio fiscale?
"Con l’aumento del Preu per slot e Vlt, il relativo settore, che ha già subito in passato importanti appesantimenti e aggravi fiscali, subirebbe un ulteriore impatto negativo che lo porterebbe ad essere, dapprima, marginalmente relegato fino ad arrivare alla totale scomparsa, con gravissime conseguenze in ambito monetario e occupazionale".
COMMISSIONE BILANCIO, ESAME ASSESTAMENTO E VOCI SU GIOCO ED IPPICA - Da domani, 17 luglio, la Commissione Bilancio della Camera comincerà l’esame del Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato 2017, e delle Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato, che comprende anche alcune voci sul gioco pubblico, e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2018. I dati registano un aumento dei proventi per il Lotto (103 milioni), vengono iscritti un saldo negativo delle imposte gravanti sui giochi (-123 milioni) e delle lotterie e altri giochi (-20 milioni). In negativo anche le vincite sulle scommesse ippiche (-22 milioni) e gli aggi sulle scommesse ippiche (-3 milioni). Il contenzioso in materia di giochi e lotterie e restituzione delle cauzioni porteranno a una perdita di 10 milioni, mentre la voce Attività di controllo, accertamento e riscossione delle imposte sulla circolazione delle merci, garanzia della sicurezza sui giochi e controllo sulla produzione e vendita dei tabacchi, svolte dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha complessivamente un saldo negativo di circa 397.500 euro. Nel testo, infine, vengono inseriti Interventi a favore del settore ippico per 3.894.426 euro.
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Re: AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Messaggioda scommettitore siracusano » 18/07/2018 - 09:28
EGBA su divieto pubblicità giochi: “Illegittimo se non notificato alla Commissione UE. Senza pubblicità aumenterà il gioco sul mercato nero”
18/07/2018 09:24
https://www.agimeg.it/pp/egba-su-diviet ... rcato-nero
Il divieto alla pubblicità del gioco è illegittimo e la Commissione Europea dovrà richiamare l’Italia al rispetto delle direttive UE. E’ questa la posizione dell’EGBA (European Gaming and Betting Association), l’associazione che rappresenta i principali operatori comunitari di gioco, sulle misure introdotte con il Decreto Dignità: il suo segretario generale, Maarten Haijer, in una lettera inviata a Bruxelles ha sottolineato come il provvedimento – in contrasto con quanto previsto dall’UE – non è stato notificato dal Governo per il periodo obbligatorio di valutazione di tre mesi, il cosiddetto stand still, necessario per tutti i regolamenti tecnici degli Stati dell’Unione. Per una “giurisprudenza consolidata della Corte di Giustizia UE”, ha ricordato Haijer, la mancata notifica dei progetti di legge ne impedisce l’entrata in vigore. “L’EGBA ritiene di fondamentale importanza per l’Italia, nonché per tutti gli Stati membri dell’UE, per la Commissione europea e per l’industria, che venga rispettata la corretta procedura di notifica e che venga rispettato lo stand still di tre mesi” e si sollecita la Commissione “a contattare l’Italia per ribadire l’obbligo di notifica” previsto dalle direttive comunitarie, affinché l’Italia non violi “l’ordinamento giuridico dell’Unione Europea”.
Già nei giorni scorsi l’EGBA si era scagliata contro il divieto di pubblicità nel nostro Paese, ricordando che “uno dei più importanti vantaggi della pubblicità sul gioco è che indirizza i clienti italiani verso quegli operatori che hanno la licenza per operare e che rispettano le regole in Italia. Senza pubblicità aumenterà il gioco sul mercato nero – con i clienti che accedono a siti Web senza licenza in Italia e che operano al di fuori del quadro regolamentato, incluse le tutele protettive legali per i consumatori. Nessun altro paese in Europa – ricorda ancora l’EGBA – attualmente vieta la pubblicità per il gioco proprio per questo motivo”. L’associazione sottolinea come “il divieto di pubblicità influenzerà gravemente lo sport italiano. Ogni anno gli operatori contribuiscono con circa 120 milioni di euro a sponsorizzare squadre e campionati sportivi in Italia, tra cui diverse squadre in serie A. Questa sponsorizzazione è importante per queste squadre e sarà messa a rischio”. Inoltre il divieto di pubblicità sarebbe difficilmente praticabile vista la “natura transfrontaliera di Internet e della televisione. I cittadini italiani continueranno a vedere la pubblicità sul gioco, ma tali annunci pubblicizzeranno siti web che non sono autorizzati in Italia”. Per questo motivo la EGBA sostiene “fortemente le misure volte a reprimere la pubblicità irresponsabile del gioco al fine di proteggere i consumatori – ma un divieto totale di pubblicità è controproducente per questo fine. Il governo dovrebbe invece concentrarsi sull’incoraggiare la pubblicità del gioco responsabile che diriga sufficientemente i consumatori verso gli operatori regolamentati e, allo stesso tempo, non induca i giocatori problematici o i giovani a giocare”. lp/AGIMEG
18/07/2018 09:24
https://www.agimeg.it/pp/egba-su-diviet ... rcato-nero
Il divieto alla pubblicità del gioco è illegittimo e la Commissione Europea dovrà richiamare l’Italia al rispetto delle direttive UE. E’ questa la posizione dell’EGBA (European Gaming and Betting Association), l’associazione che rappresenta i principali operatori comunitari di gioco, sulle misure introdotte con il Decreto Dignità: il suo segretario generale, Maarten Haijer, in una lettera inviata a Bruxelles ha sottolineato come il provvedimento – in contrasto con quanto previsto dall’UE – non è stato notificato dal Governo per il periodo obbligatorio di valutazione di tre mesi, il cosiddetto stand still, necessario per tutti i regolamenti tecnici degli Stati dell’Unione. Per una “giurisprudenza consolidata della Corte di Giustizia UE”, ha ricordato Haijer, la mancata notifica dei progetti di legge ne impedisce l’entrata in vigore. “L’EGBA ritiene di fondamentale importanza per l’Italia, nonché per tutti gli Stati membri dell’UE, per la Commissione europea e per l’industria, che venga rispettata la corretta procedura di notifica e che venga rispettato lo stand still di tre mesi” e si sollecita la Commissione “a contattare l’Italia per ribadire l’obbligo di notifica” previsto dalle direttive comunitarie, affinché l’Italia non violi “l’ordinamento giuridico dell’Unione Europea”.
Già nei giorni scorsi l’EGBA si era scagliata contro il divieto di pubblicità nel nostro Paese, ricordando che “uno dei più importanti vantaggi della pubblicità sul gioco è che indirizza i clienti italiani verso quegli operatori che hanno la licenza per operare e che rispettano le regole in Italia. Senza pubblicità aumenterà il gioco sul mercato nero – con i clienti che accedono a siti Web senza licenza in Italia e che operano al di fuori del quadro regolamentato, incluse le tutele protettive legali per i consumatori. Nessun altro paese in Europa – ricorda ancora l’EGBA – attualmente vieta la pubblicità per il gioco proprio per questo motivo”. L’associazione sottolinea come “il divieto di pubblicità influenzerà gravemente lo sport italiano. Ogni anno gli operatori contribuiscono con circa 120 milioni di euro a sponsorizzare squadre e campionati sportivi in Italia, tra cui diverse squadre in serie A. Questa sponsorizzazione è importante per queste squadre e sarà messa a rischio”. Inoltre il divieto di pubblicità sarebbe difficilmente praticabile vista la “natura transfrontaliera di Internet e della televisione. I cittadini italiani continueranno a vedere la pubblicità sul gioco, ma tali annunci pubblicizzeranno siti web che non sono autorizzati in Italia”. Per questo motivo la EGBA sostiene “fortemente le misure volte a reprimere la pubblicità irresponsabile del gioco al fine di proteggere i consumatori – ma un divieto totale di pubblicità è controproducente per questo fine. Il governo dovrebbe invece concentrarsi sull’incoraggiare la pubblicità del gioco responsabile che diriga sufficientemente i consumatori verso gli operatori regolamentati e, allo stesso tempo, non induca i giocatori problematici o i giovani a giocare”. lp/AGIMEG
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Re: AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Messaggioda scommettitore siracusano » 18/07/2018 - 09:32
Decreto Dignità, per l’avv. Marco Ripamonti su stop pubblicità giochi sono auspicabili importanti chiarimenti e precisazioni
18 luglio 2018 - 07:55
https://www.jamma.tv/attualitasx/decret ... oni-126212
POLITICA – L’avv. Marco Ripamonti è uno dei nomi più noti del gaming, vanta una “militanza” professionale nel settore dei giochi e delle scommesse ormai ventennale, essendosi occupato di importanti procedimenti in sede penale, civile ed amministrativa, spesso determinando vere e proprie linee giurisprudenziali.
Abbiamo chiesto al noto professionista un parere sul decreto Dignità, relativamente al divieto per la promozione pubblicitaria dei giochi.
«Lo Stato Italiano, piaccia o no, è artefice ormai da molti anni di una politica di grande espansione ed incentivazione dei giochi e delle scommesse.
La stessa Corte Costituzionale, con una sentenza di circa un decennio fa, ha affermato come il gioco d’azzardo non possa ritenersi un disvalore in senso assoluto, poiché anche in esso si esplica la vita e lo svago del cittadino.
Ebbene, direi una vera e propria rivoluzione se solo si pensi che la contravvenzione di gioco d’azzardo fu inserita nel Codice Rocco tra le contravvenzioni e tutela del costume e a tutt’oggi la ritroviamo allo stesso posto.
La linea assunta dallo Stato italiano, dopo il successo delle prime AWP, è stata sempre più tesa ad accrescere l’offerta di gioco con formule sempre più sfidanti e performanti al duplice obiettivo di far cassa e risultare maggiormente competitivo rispetto all’offerta di gioco illegale e clandestino, sempre più o meno presente.
C’è stato un periodo piuttosto lungo in cui la politica non si è interessata delle problematiche conseguenti alla diffusione di giochi e scommesse e soltanto quando l’opinione pubblica ha dovuto prendere atto del sorgere di problematiche patologiche legate a giochi e scommesse, ecco che allora si è cercato di correre ai ripari ed anche i politici hanno cavalcato l’onda.
Ne è dimostrazione lo stesso Decreto Balduzzi, che a mio avviso già contiene importanti misure. Il settore del gioco è innegabilmente inviso alla collettività, ma necessario per lo Stato.
Chi si occupa di gioco è quasi sempre visto con diffidenza, sia a livello sociale, sia nelle aule giudiziarie dove la stessa Magistratura non sempre si è mostrata aggiornata su tutte le problematiche di diritto legate al settore, che del resto ha vissuto fasi spesso convulse e di incessante stratificazione normativa.
A mio avviso il decreto Dignità non sarà la panacea di tutti i mali legati alle ludopatie, perché reputo potrà ridurre la propensione al gioco in misura molto limitata, atteso che ormai il cittadino è abituato a giocare e scommettere con grande disinvoltura ed anche con i propri mezzi telematici.
Indubbiamente tireranno un sospiro di sollievo tutti coloro che hanno sopportato con insofferenza spot decisamente fastidiosi, generalmente legati ai maggiori operatori, spesso insolenti, sfacciati e persino ridicoli nel loro messaggio, si pensi alla saga del “ti piace vincere facile”, o ai nullafacenti sui velieri, che aspettano con insofferenza il prossimo fortunato.
Non penso che i big soffriranno particolarmente l’assenza di pubblicità, mentre ritengo che ci saranno comparti ben legittimati a protestare: si pensi ai concessionari del gioco a distanza che possono proporsi soltanto con messaggi pubblicitari.
Ciò che desta, invece, perplessità è il profilo appplicativo del provvedimento.
Si parla di pubblicità, ma ricordo che sussista in materia economica una distinzione netta tra pubblicità informativa, volta ad informare dell’esistenza di un prodotto descrivendone le caratteristiche, e la pubblicità persuasiva, che si propone l’obiettivo di influenzare le preferenze del pubblico dei consumatori.
Credo che l’obiettivo, in pratica la ratio legis, del provvedimento sia proprio ed unicamente quello di inibire quest’ultima forma, perché diversamente potrebbero verificarsi situazioni di eccesso addirittura tali da violare diritti costituzionalmente garantiti legati alla libertà di impresa.
Ritengo, in definitiva, auspicabile che il provvedimento venga accompagnato da importanti chiarimenti e precisazioni sul piano applicativo, mentre in ordine alla sua genesi reputo possano sussistere persino profili di contrasto con la Direttiva Comunitaria 98/34 CE e relative modifiche, attesa la necessità della previa notifica in Commissione Europea».
18 luglio 2018 - 07:55
https://www.jamma.tv/attualitasx/decret ... oni-126212
POLITICA – L’avv. Marco Ripamonti è uno dei nomi più noti del gaming, vanta una “militanza” professionale nel settore dei giochi e delle scommesse ormai ventennale, essendosi occupato di importanti procedimenti in sede penale, civile ed amministrativa, spesso determinando vere e proprie linee giurisprudenziali.
Abbiamo chiesto al noto professionista un parere sul decreto Dignità, relativamente al divieto per la promozione pubblicitaria dei giochi.
«Lo Stato Italiano, piaccia o no, è artefice ormai da molti anni di una politica di grande espansione ed incentivazione dei giochi e delle scommesse.
La stessa Corte Costituzionale, con una sentenza di circa un decennio fa, ha affermato come il gioco d’azzardo non possa ritenersi un disvalore in senso assoluto, poiché anche in esso si esplica la vita e lo svago del cittadino.
Ebbene, direi una vera e propria rivoluzione se solo si pensi che la contravvenzione di gioco d’azzardo fu inserita nel Codice Rocco tra le contravvenzioni e tutela del costume e a tutt’oggi la ritroviamo allo stesso posto.
La linea assunta dallo Stato italiano, dopo il successo delle prime AWP, è stata sempre più tesa ad accrescere l’offerta di gioco con formule sempre più sfidanti e performanti al duplice obiettivo di far cassa e risultare maggiormente competitivo rispetto all’offerta di gioco illegale e clandestino, sempre più o meno presente.
C’è stato un periodo piuttosto lungo in cui la politica non si è interessata delle problematiche conseguenti alla diffusione di giochi e scommesse e soltanto quando l’opinione pubblica ha dovuto prendere atto del sorgere di problematiche patologiche legate a giochi e scommesse, ecco che allora si è cercato di correre ai ripari ed anche i politici hanno cavalcato l’onda.
Ne è dimostrazione lo stesso Decreto Balduzzi, che a mio avviso già contiene importanti misure. Il settore del gioco è innegabilmente inviso alla collettività, ma necessario per lo Stato.
Chi si occupa di gioco è quasi sempre visto con diffidenza, sia a livello sociale, sia nelle aule giudiziarie dove la stessa Magistratura non sempre si è mostrata aggiornata su tutte le problematiche di diritto legate al settore, che del resto ha vissuto fasi spesso convulse e di incessante stratificazione normativa.
A mio avviso il decreto Dignità non sarà la panacea di tutti i mali legati alle ludopatie, perché reputo potrà ridurre la propensione al gioco in misura molto limitata, atteso che ormai il cittadino è abituato a giocare e scommettere con grande disinvoltura ed anche con i propri mezzi telematici.
Indubbiamente tireranno un sospiro di sollievo tutti coloro che hanno sopportato con insofferenza spot decisamente fastidiosi, generalmente legati ai maggiori operatori, spesso insolenti, sfacciati e persino ridicoli nel loro messaggio, si pensi alla saga del “ti piace vincere facile”, o ai nullafacenti sui velieri, che aspettano con insofferenza il prossimo fortunato.
Non penso che i big soffriranno particolarmente l’assenza di pubblicità, mentre ritengo che ci saranno comparti ben legittimati a protestare: si pensi ai concessionari del gioco a distanza che possono proporsi soltanto con messaggi pubblicitari.
Ciò che desta, invece, perplessità è il profilo appplicativo del provvedimento.
Si parla di pubblicità, ma ricordo che sussista in materia economica una distinzione netta tra pubblicità informativa, volta ad informare dell’esistenza di un prodotto descrivendone le caratteristiche, e la pubblicità persuasiva, che si propone l’obiettivo di influenzare le preferenze del pubblico dei consumatori.
Credo che l’obiettivo, in pratica la ratio legis, del provvedimento sia proprio ed unicamente quello di inibire quest’ultima forma, perché diversamente potrebbero verificarsi situazioni di eccesso addirittura tali da violare diritti costituzionalmente garantiti legati alla libertà di impresa.
Ritengo, in definitiva, auspicabile che il provvedimento venga accompagnato da importanti chiarimenti e precisazioni sul piano applicativo, mentre in ordine alla sua genesi reputo possano sussistere persino profili di contrasto con la Direttiva Comunitaria 98/34 CE e relative modifiche, attesa la necessità della previa notifica in Commissione Europea».
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Re: AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Messaggioda scommettitore siracusano » 18/07/2018 - 09:44
Giovanni Garrisi (Stanleybet): Le operazioni di gioco in Italia saranno impossibili senza la pubblicità
17 luglio 2018 - 11:54
https://www.jamma.tv/mercato/giovanni-g ... ita-126161
Secondo l’amministratore delegato di Stanleybet, Giovanni Garrisi, è impossibile per gli operatori di gioco italiani assolvere i propri obblighi di licenza online in Italia senza la possibilità di fare pubblicità. E’ quanto ha dichiarato l’ad in una intervista alla giornalista Becky Liggero
Il divieto riguarderà “qualsiasi forma di pubblicità relativa a giochi o vincite di denaro in scommesse, comunque effettuata e con qualsiasi mezzo, compresi eventi sportivi, culturali o artistici, televisione o radio trasmissioni, giornali e periodici, pubblicazioni in generale, cartelloni pubblicitari e internet. ”
Gli operatori del gioco d’azzardo e i media che non rispettano il dicvieto sono passibili di sanzioni. Tuttavia, molti operatori di gioco ritengono che il divieto di pubblicità non sia altro che un’azione populista, che non affronta realmente il problema del gioco d’azzardo problematico. Secondo l’amministratore delegato di Stanleybet, Giovanni Garrisi, è impossibile per gli operatori assolvere i propri obblighi di licenza online in Italia senza la possibilità di fare pubblicità.
“Questo è un problema del regolatore. Il problema è il nuovo governo. Semplicemente non sanno quello che stanno facendo. Se ci pensi, hanno appena offerto 200 nuove concessioni e anche noi ce ne siamo garantita una, questo è assolutamente incredibile “, ha detto Garrisi a CalvinAyre.com.
Tuttavia, Garrisi ritiene che il divieto sarà temporaneo solo a causa delle ripercussioni della nuova politica, come i ricorsi di diversi operatori di gioco.
“In effetti, penso che cambierà nei passaggi in Parlamento. Al momento giusto, sarà cambiato. Perché una cosa è scommettere e un’altra cosa è, davvero, il gioco d’azzardo “, ha detto Garrisi. “In ogni caso, se nulla cambierà, secondo le nostre opinioni, chiameremo in causa il governo – lo stato è più corretto – per il risarcimento”.
17 luglio 2018 - 11:54
https://www.jamma.tv/mercato/giovanni-g ... ita-126161
Secondo l’amministratore delegato di Stanleybet, Giovanni Garrisi, è impossibile per gli operatori di gioco italiani assolvere i propri obblighi di licenza online in Italia senza la possibilità di fare pubblicità. E’ quanto ha dichiarato l’ad in una intervista alla giornalista Becky Liggero
Il divieto riguarderà “qualsiasi forma di pubblicità relativa a giochi o vincite di denaro in scommesse, comunque effettuata e con qualsiasi mezzo, compresi eventi sportivi, culturali o artistici, televisione o radio trasmissioni, giornali e periodici, pubblicazioni in generale, cartelloni pubblicitari e internet. ”
Gli operatori del gioco d’azzardo e i media che non rispettano il dicvieto sono passibili di sanzioni. Tuttavia, molti operatori di gioco ritengono che il divieto di pubblicità non sia altro che un’azione populista, che non affronta realmente il problema del gioco d’azzardo problematico. Secondo l’amministratore delegato di Stanleybet, Giovanni Garrisi, è impossibile per gli operatori assolvere i propri obblighi di licenza online in Italia senza la possibilità di fare pubblicità.
“Questo è un problema del regolatore. Il problema è il nuovo governo. Semplicemente non sanno quello che stanno facendo. Se ci pensi, hanno appena offerto 200 nuove concessioni e anche noi ce ne siamo garantita una, questo è assolutamente incredibile “, ha detto Garrisi a CalvinAyre.com.
Tuttavia, Garrisi ritiene che il divieto sarà temporaneo solo a causa delle ripercussioni della nuova politica, come i ricorsi di diversi operatori di gioco.
“In effetti, penso che cambierà nei passaggi in Parlamento. Al momento giusto, sarà cambiato. Perché una cosa è scommettere e un’altra cosa è, davvero, il gioco d’azzardo “, ha detto Garrisi. “In ogni caso, se nulla cambierà, secondo le nostre opinioni, chiameremo in causa il governo – lo stato è più corretto – per il risarcimento”.
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Re: AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Messaggioda Il Web » 18/07/2018 - 12:07
Spero che qualcuno lo faccia leggere anche al Super Ministro Tuttologo Di Maio.
Tuttavia, il giovanotto è stato così poco accorto da aver piazzato un tale carico su questo Decreto del Menga che arretrare sarà dura, specie dopo aver vestito i panni di Giusto del Popolo, di Tribuno della Plebe vessata da certe ossute manine forti.
Dilettantismo allo stato puro, ma non scandalizziamoci troppo. In passato ne abbiamo viste di peggio per cui non voglio infierire troppo su una persona la cui colpa principale è quella di essere inadeguato al ruolo. Non ha conquistato il potere con un colpo di stato, in molti sono contenti che stia li a pontificare. Mi sembra molto peggio, ma, ancora, i nostri poveri occhi in passato hanno visto cose che ...
Tuttavia, il giovanotto è stato così poco accorto da aver piazzato un tale carico su questo Decreto del Menga che arretrare sarà dura, specie dopo aver vestito i panni di Giusto del Popolo, di Tribuno della Plebe vessata da certe ossute manine forti.
Dilettantismo allo stato puro, ma non scandalizziamoci troppo. In passato ne abbiamo viste di peggio per cui non voglio infierire troppo su una persona la cui colpa principale è quella di essere inadeguato al ruolo. Non ha conquistato il potere con un colpo di stato, in molti sono contenti che stia li a pontificare. Mi sembra molto peggio, ma, ancora, i nostri poveri occhi in passato hanno visto cose che ...
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Re: AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Messaggioda asaraddon » 18/07/2018 - 21:52
Decreto che non serve a nulla nella sostanza.
Il "malato' di gioco saprà sempre dove andare e continuerà a dilapidare tra macchinette varie, gratta e vinci , estrazioni immediate.
Diciamo che un cambiamento di questa "stro...ta" lo quoto 1,01, qualche testolina pensante farà notare che il metodo per "aiutare" non è questo, aggiungeteci i soldi delle tasse, dai è stato un colpo di sole estivo
Il "malato' di gioco saprà sempre dove andare e continuerà a dilapidare tra macchinette varie, gratta e vinci , estrazioni immediate.
Diciamo che un cambiamento di questa "stro...ta" lo quoto 1,01, qualche testolina pensante farà notare che il metodo per "aiutare" non è questo, aggiungeteci i soldi delle tasse, dai è stato un colpo di sole estivo
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Re: AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Messaggioda scommettitore siracusano » 19/07/2018 - 07:18
asaraddon ha scritto:Decreto che non serve a nulla nella sostanza.
Il "malato' di gioco saprà sempre dove andare e continuerà a dilapidare tra macchinette varie, gratta e vinci , estrazioni immediate.
Diciamo che un cambiamento di questa "stro...ta" lo quoto 1,01, qualche testolina pensante farà notare che il metodo per "aiutare" non è questo, aggiungeteci i soldi delle tasse, dai è stato un colpo di sole estivo
Purtroppo, il problema non è Di Maio in se stesso, ma la RICERCA DEL CONSENSO IMMEDIATO, A TUTTI I COSTI, per MANTENERE IL POTERE.
Di Maio o Salvini potrebbero avere anche cinque lauree ciascuno, o essere ultrasessantenni, ma se la loro SCELTA PRIORITARIA è il CONSENSO di più potenziali elettori possibili, anche se ne perdono pochi altri, le loro nuove leggi DEL CAMBIAMENTO andranno in questa direzione.
Anche nella terminologia usata c'è sempre la ricerca del CONSENSO:
"Governo del cambiamento", "Decreto Dignità", etc. ...... E questa terminologia è "farina del loro sacco" oppure è della regia della CASALEGGIO e Associati?
Sono i mezzi di PERSUASIONE EMOTIVA che nell'era del WEB, purtroppo, funzionano, soprattutto sui cosiddetti ANALFABETI FUNZIONALI.
https://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_funzionale
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Re: AGNELLO: 'DECRETO DIGNITÀ, PROFILI DI CONTRASTO CON DIRITTO INTERNO ED EUROUNITARIO'
Messaggioda scommettitore siracusano » 19/07/2018 - 10:04
Ora anche i tre maggiori sindacati approvano. E chi gli farà cambiare idea a Di Maio?
[b]Sindacati uniti contro i lavoratori del comparto giochi. Cgil, Cisl e Uil: “Ok a divieto pubblicità”
19/07/2018 07:59[/b]
https://www.agimeg.it/politica/sindacat ... pubblicita
Approvazione unanime alla norma del Decreto Dignità che prevede il divieto di pubblicità sui giochi da parte delle tre maggiori sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil. Durante l’audizione che si tenuta ieri sera alle Commissioni Finanze e Lavoro, infatti, i rappresentanti dei tre sindacati hanno si sono tutti espressi favorevolmente in merito alla norma. “Condivisibile la parte che norma il contrasto alla ludopatia”, ha dichiarato Tania Sacchetti, segretario nazionale della Cgil. “Pienamente giustificato l’intervento a contrasto del gioco d’azzardo”, ha sottolineato anche Luigi Sbarra, segretario nazionale aggiunto Cisl. “Accogliamo positivamente la norma contro il gioco. Lo avevamo chiesto anche noi nella campagnia “Mettiamoci in gioco”, perché crediamo che la promessa di una vincita facile porti le famiglie sulla soglia della povertà. Chiediamo però che proventi derivanti dalle sanzioni vadano nella fiscalità generale e non in un fondo speciale perché il diritto alla salute ed alla cura va finanziato dalla fiscalità generale”, ha dichiarato Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil. lp/AGIMEG
[b]Sindacati uniti contro i lavoratori del comparto giochi. Cgil, Cisl e Uil: “Ok a divieto pubblicità”
19/07/2018 07:59[/b]
https://www.agimeg.it/politica/sindacat ... pubblicita
Approvazione unanime alla norma del Decreto Dignità che prevede il divieto di pubblicità sui giochi da parte delle tre maggiori sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil. Durante l’audizione che si tenuta ieri sera alle Commissioni Finanze e Lavoro, infatti, i rappresentanti dei tre sindacati hanno si sono tutti espressi favorevolmente in merito alla norma. “Condivisibile la parte che norma il contrasto alla ludopatia”, ha dichiarato Tania Sacchetti, segretario nazionale della Cgil. “Pienamente giustificato l’intervento a contrasto del gioco d’azzardo”, ha sottolineato anche Luigi Sbarra, segretario nazionale aggiunto Cisl. “Accogliamo positivamente la norma contro il gioco. Lo avevamo chiesto anche noi nella campagnia “Mettiamoci in gioco”, perché crediamo che la promessa di una vincita facile porti le famiglie sulla soglia della povertà. Chiediamo però che proventi derivanti dalle sanzioni vadano nella fiscalità generale e non in un fondo speciale perché il diritto alla salute ed alla cura va finanziato dalla fiscalità generale”, ha dichiarato Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil. lp/AGIMEG
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