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LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Situazione attuale, prospettive, notizie.
Questa sezione non è un mercato. Gli obiettivi primari sono: a) raccogliere informazioni attendibili sul tema raccolta del gioco sul territorio attraverso CTD/CED, PVR, corner, agenzie etc. etc. b) approfondire i temi più importanti, gli aspetti legali e regolamentari del settore.
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LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda scommettitore siracusano » 10/10/2017 - 09:28
LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO
Ottobre 9, 2017 Scritto da Alessio Crisantemi
http://www.gioconews.it/editoriali/5435 ... -sul-gioco
Il fenomeno della doppia rete di raccolta delle scommesse finisce in tv: per la scoperta di uno scandalo tutt'altro che nuovo, ma che deve far riflettere le istituzioni.
Dopo quasi venti anni di denunce e segnalazioni, migliaia di sentenze (emesse da Tribunali civili, Tar, Consiglio di Stato, Cassazione e Corte di Giustizia europea), e dopo aver assistito a fiumi di denaro scorrere fuori dai confini italiani, il tema della raccolta abusiva delle scommesse sportive sembra diventare di dominio pubblico. Finalmente, diciamo noi: che di questa materia ci occupiamo da anni, denunciando il disagio degli operatori della rete legale che da sempre si scontrano con il grande problema della concorrenza illecita rappresentata dai punti vendita irregolari. Eppure, prima d'ora, non si era mai parlato di questo fenomeno sui “grandi media”. Fino alla puntata dello scorso 3 ottobre del programma Mediaset “Le Iene”, nella quale, tra una truffa e un raggiro di quelli abitualmente denunciati dalla trasmissione, è comparso un servizio dal titolo: “La grande truffa del gioco illegale”, nel quale si parla, per la prima volta, della “rete parallela” di raccolta delle scommesse sportive.
Denunciando i meccanismi deviati che caratterizzano il sistema italiano: tra l'esistenza di punti vendita illegali o border line, come i tanti centri trasmissione dati ancora presenti nella Penisola o le agenzie completamente abusive, e quella dei cosiddetti “sottobanchi”, cioè dei gestori di centri che accanto alle giocate lecite raccolgono anche qualche puntata su un circuito parallelo, operata via internet verso un sito “punto com”, in maniera non ufficiale: sottobanco, appunto. Due fenomeni gravi che hanno però una caratteristica in comune. Ovvero, l'inconsapevolezza dei giocatori i quali, recandosi in quel punto vendita ed effettuando la giocata, sono in genere convinti di avere a che fare con un'agenzia regolare e autorizzata dallo Stato. Segno evidente di un fenomeno che non ha mai avuto grande eco mediatica, nonostante gli ingenti danni causati all'economia nazionale e alle imprese italiane.
Eppure lo Stato conosce bene quel disagio, come ricorda giustamente l'Agisco – l'associazione degli allibratori– ribadendo come la triste realtà che affligge da sempre gli addetti ai lavori, sia ben nota alle istituzioni: a partire dal Parlamento, che per ben due volte ha promosso una sorta di “sanatoria” per cercare di regolarizzare la rete parallela, non riuscendo in altro modo a contrastare il fenomeno. Come pure alla Guardia di Finanza, che ha annunciato di aver chiuso 715 punti clandestini di raccolta scommesse nel 2016. E lo sa pure l'Esecutivo visto che, già nel 2015, nonostante la compagine governativa fosse diversa da quella attuale (ma neppure di molto), lanciava la regolarizzazione fiscale dei punti vendita rilevando, nella stesura della Legge di Stabilità di allora, l'esistenza di “oltre settemila punti di raccolta scommesse” che operavano senza essere in possesso di una regolare concessione. E chissà quanti di quei punti saranno rimasti ancora oggi in attività. Guardando il servizio de “Le Iene”, nel quale l'inviato del programma televisivo, girando semplicemente per la città di Catania ed entrando in venti punti vendita che gli si trovano davanti casualmente, riesce ad effettuare appena 6 giocate legali, mentre le restanti 14 schedine, giocate ognuna in un punto vendita diverso, risultano tutte irregolari. Per una statistica a dir poco drammatica, qualora fosse confermata anche a livello nazionale. Tenendo conto delle stime governative che hanno portato alla “sanatoria” della rete, che vedevano oltre 7000 punti vendita senza autorizzazione, e prendendo per buono il dato rilevato dall'inchiesta televisiva, secondo il quale, quindi, il 30 percento delle agenzie sul territorio risultano illecite, significherebbe, intanto, che accanto ai 3,4 miliardi di euro raccolti dalle scommesse sportive in agenzia, nel 2016, ci sarebbe un altro miliardo di euro finito in un circuito “nero” e quindi sottratto al fisco. Ma potrebbe anche significare che di quei punti irregolari che risultavano prima del 2015, ne rimarrebbero più di duemila ancora attivi. Si tratta di pura statistica, per carità: e come tale, può lasciare il tempo che trova. E' pur vero, tuttavia, che il numero di punti vendita irregolari potrebbe nel frattempo anche essere aumentato rispetto a prima, come sospettano alcuni, tenendo conto degli sterili effetti in termini di emersione portati dalle due sanatorie, visto che il fenomeno è stato tutt'altro che debellato, com'è evidente dai fatti. Senza bisogno di ricorrere alle statistiche, infatti, è sufficiente fare lo stesso esercizio dell'inviato del programma televisivo, girando tra i punti vendita, per valutare la situazione attuale. La quale, anzi, potrebbe risultare ancor più grave, tenendo conto di altri aspetti soltanto sfiorati dal servizio, come l'esistenza, in molti casi, anche di slot machine – se non addirittura di Vlt – all'interno di questi punti vendita illeciti (o "diversamente autorizzati"). Per un'altra pratica del tutto illegale, ma comunque esistente, in un modo o nell'altro, sul territorio.
Certo, va detto, il servizio televisivo ha omesso, dimenticato o, probabilmente, semplicemente ignorato vari aspetti. Come per esempio la differenziazione che andrebbe fatta tra “sottobanchi”, centri trasmissione dati, operatori senza concessione ma vittime, secondo la giurisprudenza europea, di una “discriminazione” da parte dello Stato italiano, e così via. Ma è comunque utile per portare all'attenzione generale un fenomeno ancora sconosciuto dal grande pubblico e assolutamente da sconfiggere ed arginare. Suscitando anche qualche riflessione in più. La più evidente, anzitutto, è che lo Stato non ha ancora concluso la sua “battaglia” contro il gioco illegale, anzi. Se il comparto del gioco pubblico era stato costituito proprio allo scopo di contrastare i fenomeni illeciti presenti sul territorio, è dunque evidente che l'obiettivo della totale bonifica non è ancora stato centrato e rimane molto da fare. Una circostanza tutt'altro che banale e della quale dovrebbero rendersi conto tutti, oggi, non solo tra i cittadini, ma anche – e soprattutto – tra le istituzioni. Nonostante la diffusione del gioco risulta oggi probabilmente eccessiva – come ricordato più volte dal sottosegretario all'economia Pier Paolo Baretta, che ha sempre rimarcato come, sull'onda del contrasto al gioco illegale, si sia finito con l'esagerare nella distribuzione del gioco – è pur vero che l'offerta attuale continua ad essere evidentemente ancora inadeguata rispetto alla domanda dei giocatori, visto che continuano ad esserci tante giocate ancora oggi effettuate su circuiti illeciti. Due facce della stessa medaglia, dunque, ed entrambe non possono essere ignorate, per un fenomeno che deve essere affrontato nella sua complessità: senza esclusioni, né omissioni. Se è vero che l'offerta legale è eccessiva, è altrettanto vero che la domanda è ancora superiore e continua a trovare risposte nei circuiti illeciti. Per un problema di ordine pubblico e sicurezza, quindi, e non solo di natura fiscale o di concorrenza illecita. Se davvero si vuole affrontare il tema del gioco in maniera completa ed efficace, quindi, bisogna tenere conto di tutti questi aspetti. Se l'obiettivo è quello di ridurre la domanda e, quindi, la spesa degli italiani, bisogna lavorare sulla prevenzione e sull'informazione e non sulla chiusura dei punti vendita legali, perché abbiamo sotto gli occhi il risultato. Se si vuole evitare l'espansione ulteriore della rete del gioco, come chiesto da più parti al governo, allora è evidente che bisogna lavorare sulla qualità, puntando a innalzare il livello: come del resto sembra essersi prefissato l'Esecutivo, ascoltando le parole dello stesso sottosegretario. Ma la sfida qualitativa non riguarda soltanto gli addetti ai lavori e i titolari dei punti vendita, ma deve interessare e coinvolgere, di nuovo. anche le istituzioni: in primis, lavorando anche sulla qualità (oltre alla quantità) dei controlli: perché se esiste ancora oggi una quantità così diffusa di punti vendita illeciti o irregolari, è evidente che qualcosa non funziona anche dal punto di vista del monitoraggio e del contrasto all'evasione. E di fronte a una realtà di questo tipo, la chiusura dei centri storici alle sale da gioco, non può certo essere una soluzione ideale, anzi.
Tra gli aspetti di cui bisognerà tenere conto e che emergono dalla messa in onda di quel servizio di Italia 1, tuttavia, è che occorre lavorare anche (e molto) sulla comunicazione. Per fare in modo che certi fenomeni siano conosciuti da tutti, ed affrontati quindi in modo opportuno. Se i cittadini sapessero, per esempio, che possono controllare la validità delle proprie giocate semplicemente verificandole in maniera immediata sul sito dei Monopoli di stato, forse ci sarebbero molte meno puntate sulla rete parallela. Allo stesso modo, se i rappresentanti degli enti locali e delle istituzioni più in generale, sapessero dell'esistenza di una tale realtà, probabilmente prenderebbero decisioni diverse in termini di regolamentazione del gioco pubblico. Non si può fare a meno di ricordare, infatti, che il settore è in attesa da quasi due anni di veder bandite le nuove concessioni per la raccolta di scommesse sportive per via del conflitto tra stato centrale ed enti locali che impedirebbe di fatto, ai nuovi titolari di concessione, di poter aprire i propri punti vendita sul territorio o anche semplicemente di rinnovare le autorizzazioni di quelli già esistenti, per un aspetto ancora più paradossale. E tutto questo avviene proprio mentre si aspettava da anni l'emanazione del nuovo bando di gara proprio per sconfiggere e superare i disagi della “doppia rete” di raccolta. Per un clamoroso cul-de-sac dal quale lo Stato non riesce ancora oggi ad uscire. Comunicando in maniera opportuna la realtà di questo settore, inoltro, si potrebbero evitare anche molte delle levate di scudi e delle crociate anti-gioco condotte nel nostro paese. Si pensi per esempio alla campagna portata avanti da alcuni quotidiani e televisioni, ormai qualche anno fa, contro il rilascio delle nuove concessioni dell'esercizio del “poker live” che causò un'interruzione dei lavori da parte del governo e dei Monopoli, anche se una legge primaria chiedeva (e chiede ancora, in realtà) di regolamentare questo settore, sottraendolo al sommerso. Nonostante le tante buone ragioni per effettuare quella gara pubblica (il fenomeno esisteva ed esiste ancora e non si trattava quindi di creare nuovi giocatori, ma si sottrarli al circuito illecito), il processo mediatico causò l'interruzione di quello amministrativo. Lasciando il tutto com'era e, quindi, mantenendo un segmento del gioco fuori dal controllo dello Stato. In un procedimento analogo, per giunta, a quello che sembra viversi in questi giorni per quanto riguarda la liquidità condivisa, di cui si è iniziato a parlare molto, anche al di fuori del settore, ma sempre senza approfondire davvero la questione. Continuando a galleggiare sulla superficie. Ma col rischio, pensando ancora alle scommesse e alla rete parallela, di veder affondare un intero comparto. E con esso, quel presidio di legalità costruito (nonostante le falle appena descritte) nel corso degli anni, che dovremmo rinforzare ed estendere, invece di minarlo alle fondamenta, come stanno facendo alcuni territori. In questo senso, torniamo a dirlo, il Riordino dei giochi previsto dal governo, nonostante le varie criticità, rappresenta senza dubbio un'opportunità. Ma bisogna saperla cogliere.
Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda vichi » 10/10/2017 - 10:36
Hai scritto un papiro che francamente non ho letto tutto perché mi stavo per addormentare, quando con poche parole si può semplicemente dire che per porre termine a questo andazzo in primis basta che abbassino, e di molto, il prelievo che assomiglia più ad uno strozzinaggio piuttosto che a una tassa.
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Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda scommettitore siracusano » 10/10/2017 - 11:56
vichi ha scritto:Hai scritto un papiro che francamente non ho letto tutto perché mi stavo per addormentare, quando con poche parole si può semplicemente dire che per porre termine a questo andazzo in primis basta che abbassino, e di molto, il prelievo che assomiglia più ad uno strozzinaggio piuttosto che a una tassa.
Il prelievo fiscale non è il problema principale. Il problema è l'inflazione dei centri scommesse, legali ed illegali, che non favorisce i controlli necessari. E per questo occorre un bando retail fatto bene, che non presti il fianco a discriminazioni vere o presunte; e si facciano chiudere tutti gli altri centri (ivi compresi i falsi PVR che fanno scommesse da banco) che non avranno dei diritti del nuovo bando.
In questo, come dico da un po' di tempo, anche i COMUNI potranno contribuire ritirando o non rilasciando le licenze comunali a chi non ne avrà diritto.
Nessuno è obbligato a scommettere "tanti soldi".
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Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda scommettitore siracusano » 10/10/2017 - 15:37
Una precisazione. Ovvia per chi come me ha fatto il concessionario e il gestore; molto meno ovvia per chi non l'ha fatto.
Molti gestori fanno 50 e 50 (ovvero metà legalmente e metà con i sotto-banchi COM) perchè sull'utile di questi ultimi non pagano le tasse sul reddito e l'inps (se impresa di persone); a parte le quote un po' più alte. E' tutto in NERO.
Prendiamo ad esempio il mio caso, che ho il co-banco al 50% con la Sisal. Sul margine pago il 50% dell'imposta unica, ovvero il 9%; ma poi sul reddito di impresa pago, tra IRPEF e INPS personale, più del 50% della parte eccedente
Infatti lo stesso problema si è posto per molti CTD che sono andati in Sanatoria (in quanto con il controllo, on line della SOGEI, per evadere le tasse sul reddito, l'unica soluzione erano i sotto-banchi in nero). Ovviamente non tutti hanno i sotto-banchi.
Molti gestori fanno 50 e 50 (ovvero metà legalmente e metà con i sotto-banchi COM) perchè sull'utile di questi ultimi non pagano le tasse sul reddito e l'inps (se impresa di persone); a parte le quote un po' più alte. E' tutto in NERO.
Prendiamo ad esempio il mio caso, che ho il co-banco al 50% con la Sisal. Sul margine pago il 50% dell'imposta unica, ovvero il 9%; ma poi sul reddito di impresa pago, tra IRPEF e INPS personale, più del 50% della parte eccedente
Infatti lo stesso problema si è posto per molti CTD che sono andati in Sanatoria (in quanto con il controllo, on line della SOGEI, per evadere le tasse sul reddito, l'unica soluzione erano i sotto-banchi in nero). Ovviamente non tutti hanno i sotto-banchi.
Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda vichi » 10/10/2017 - 16:18
Quindi quanto dici avvalora ciò che ho detto stamattina. Come fai a campare con questi prelievi se non fai nero?
Ergo, per non far fare nero, è urgente che venga rivisto tutto il comparto, ivi compresa la regolamentazione dei centri scommessa. Senza considerare che se applichi meno tasse, il banco può allibrare a quote competitive con i .com
Ergo, per non far fare nero, è urgente che venga rivisto tutto il comparto, ivi compresa la regolamentazione dei centri scommessa. Senza considerare che se applichi meno tasse, il banco può allibrare a quote competitive con i .com
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Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda scommettitore siracusano » 10/10/2017 - 16:41
vichi ha scritto:Quindi quanto dici avvalora ciò che ho detto stamattina. Come fai a campare con questi prelievi se non fai nero?
Ergo, per non far fare nero, è urgente che venga rivisto tutto il comparto, ivi compresa la regolamentazione dei centri scommessa. Senza considerare che se applichi meno tasse, il banco può allibrare a quote competitive con i .com
Fino al 2009 si campava benissimo. Dal Gennaio 2000 al 2009 ho costantemente aumentato incassi ed utili. Già nel 2007 la Ladbrokes mi aveva offerto oltre 800.000 euro per la mia agenzia. Il problema, come ho detto, è l'inflazione dei punti di gioco fisico.
Poi, se al totocalcio il pay out è sempre stato del 34-35%, e al lotto nel migliore di casi (giocando ad ambi) del 61%, perché lo stato Italiano, da chiunque sia governato dovrebbe rinunciare a un consistente gettito solo dalle scommesse?
Per fare un piacere e far divertire i giocatori?
Dove sta la logica?
Che lo stato dai giochi (volgarmente "la tassa sugli imbecilli") ne ricava un reddito non trascurabile è un FATTO.
La mia soluzione (anzi quella di tutti i concessionari e gestori AAMS) invece non riduce il gettito erariale, ma come per le tabaccherie, ne regola un numero adeguato, con tutti i controlli del caso. O per combattere il contrabbando delle sigarette, dovrebbe diminuire l'aggio statale e ridurre i prezzi? Lo stesso per le accise sulla benzina.
Sarebbe bello, ma nessun governo lo farà mai. Anzi avrà la scusa che il fumo fa male e le scommesse generano ludopatia.
Non è una proposta realisticamente praticabile. Anzi è la prima volta che la leggo.
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Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda Il Web » 10/10/2017 - 16:47
Tutti i problemi veri sono ancora più a monte.
A) Leggi fatte male, chissà quale sarà stato il motivo. Io non lo so. Resto dell'idea che non trovavano qualcuno disposto a investire non so quanto in spese legali forse parleremmo di un'altra storia.
B) La storia sarebbe diversa - ovviamente - anche se i bandi, le regole, le leggi, fossero scritte e pensate da gente che ne capisce e non inventa cose che poi possono venire impugnate in tribunale.
Sul resto, parlerei arabo
La mentalità italiana, giustificativa, scaricabarilista, tengono famiglia, vale tutto, ma come si fa se no ...non fa altro che alimentare lo scempio.
Prelievi, certo, tutto sensato ...
Ma non sono certo quelli i veri problemi
A) Leggi fatte male, chissà quale sarà stato il motivo. Io non lo so. Resto dell'idea che non trovavano qualcuno disposto a investire non so quanto in spese legali forse parleremmo di un'altra storia.
B) La storia sarebbe diversa - ovviamente - anche se i bandi, le regole, le leggi, fossero scritte e pensate da gente che ne capisce e non inventa cose che poi possono venire impugnate in tribunale.
Sul resto, parlerei arabo
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Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda Il Web » 10/10/2017 - 17:01
Aggiungo, se no passo per un fustigatore e basta
Prelievo: andiamo a vedere cosa succede nei regimi regolamentati, quali sono le problematiche e le quote offerte. Astenersi Antillani e Filippini ovviamente.
Non solo, andiamo a vedere le regole, e se sono capaci di farle rispettare
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Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda scommettitore siracusano » 10/10/2017 - 17:03
Vediamo le cifre, per capire le scelte del governo, e di cosa stiamo parlando:
Siamo una nazione ludopatica: le entrate erariali da gioco d’azzardo nel 2016 sono state pari a 10,5 miliardi
http://rossoparma.com/index.php/italia- ... 5-miliardi
Ludomania slot fumetto“Le politiche pubbliche di diffusione del gioco legale hanno certamente contrastato la diffusione di quello illegale e consentito una importante fonte di entrate per la finanza pubblica. Il settore del gioco, nel suo complesso, garantisce importanti entrate erariali, pari a 10,5 miliardi nel 2016, di cui 5,8 miliardi dai soli apparecchi slot“. Lo dice il sottosegretario al ministero dell’Economia, Pier Paolo Baretta, nel corso di una audizione sui giochi nella commissione Finanze del Senato.
All’importo di 10,5 miliardi, continua, “devono essere aggiunti i canoni concessori che affluiscono direttamente al Bilancio dello Stato, pari a circa 200 milioni e il versamento di due delle tre rate dovute dall’aggiudicatario della gara per il servizio del Lotto automatizzato a titolo di ‘Una Tantum’, pari a 600 milioni, per un totale complessivo di 11,3 miliardi. Il gettito ordinario (esclusi le “Una Tantum” e i canoni concessori) si è incrementato di circa il 20%, corrispondente in termini assoluti è circa 2 miliardi.
Su 10,5 miliardi di entrate, 5,8 miliardi provengono solo dalle SLOT, poi viene il LOTTO e il 10 e Lotto e i Gratta e Vinci. Le scommesse sportive sono in proporzione una piccola parte (ma sicuramente quella con il minor peso di imposte).
Siamo una nazione ludopatica: le entrate erariali da gioco d’azzardo nel 2016 sono state pari a 10,5 miliardi
http://rossoparma.com/index.php/italia- ... 5-miliardi
Ludomania slot fumetto“Le politiche pubbliche di diffusione del gioco legale hanno certamente contrastato la diffusione di quello illegale e consentito una importante fonte di entrate per la finanza pubblica. Il settore del gioco, nel suo complesso, garantisce importanti entrate erariali, pari a 10,5 miliardi nel 2016, di cui 5,8 miliardi dai soli apparecchi slot“. Lo dice il sottosegretario al ministero dell’Economia, Pier Paolo Baretta, nel corso di una audizione sui giochi nella commissione Finanze del Senato.
All’importo di 10,5 miliardi, continua, “devono essere aggiunti i canoni concessori che affluiscono direttamente al Bilancio dello Stato, pari a circa 200 milioni e il versamento di due delle tre rate dovute dall’aggiudicatario della gara per il servizio del Lotto automatizzato a titolo di ‘Una Tantum’, pari a 600 milioni, per un totale complessivo di 11,3 miliardi. Il gettito ordinario (esclusi le “Una Tantum” e i canoni concessori) si è incrementato di circa il 20%, corrispondente in termini assoluti è circa 2 miliardi.
Su 10,5 miliardi di entrate, 5,8 miliardi provengono solo dalle SLOT, poi viene il LOTTO e il 10 e Lotto e i Gratta e Vinci. Le scommesse sportive sono in proporzione una piccola parte (ma sicuramente quella con il minor peso di imposte).
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Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda scommettitore siracusano » 11/10/2017 - 09:27
Una curiosità.
La tassazione delle scommesse sportive dal 2000 ad oggi è sempre diminuita, perché, prima, veniva calcolata in base al "movimento netto dei dodici mesi precedenti". Più aumentava il volume di gioco e più diminuiva l'imposta unica.
Riporto a titolo esemplificativo quella del gennaio 2007:
http://www1.agenziadoganemonopoli.gov.i ... o%2007.pdf
3% per scommesse fino a 7 eventi e 6,8% oltre 7 eventi.
quella del Gennaio 2008:
http://www1.agenziadoganemonopoli.gov.i ... 202008.pdf
3% e 6%
fino ad arrivare Gennaio 2009, quando non è più variata fino all'attuale imposta unica sul margine (18% e 22%):
http://www1.agenziadoganemonopoli.gov.i ... gen_09.pdf
2% e 5%
Per tutti gli altri giochi gestiti dallo stato, l'imposta sulle scommesse, a parte il totocalcio che era assurda (un terzo circa allo stato e un terzo al CONI), è sempre aumentata (ultimamente i maggiori aumenti sono stati sulle SLOT).
Dal primo Ottobre 2017, poi, la tassa sulla fortuna (ovvero vincite da 500,00 euro in su, per quasi tutti gli altri giochi, escluse le scommesse sportive, ippiche e virtual) è passata dal 6% al 12%
La tassazione delle scommesse sportive dal 2000 ad oggi è sempre diminuita, perché, prima, veniva calcolata in base al "movimento netto dei dodici mesi precedenti". Più aumentava il volume di gioco e più diminuiva l'imposta unica.
Riporto a titolo esemplificativo quella del gennaio 2007:
http://www1.agenziadoganemonopoli.gov.i ... o%2007.pdf
3% per scommesse fino a 7 eventi e 6,8% oltre 7 eventi.
quella del Gennaio 2008:
http://www1.agenziadoganemonopoli.gov.i ... 202008.pdf
3% e 6%
fino ad arrivare Gennaio 2009, quando non è più variata fino all'attuale imposta unica sul margine (18% e 22%):
http://www1.agenziadoganemonopoli.gov.i ... gen_09.pdf
2% e 5%
Per tutti gli altri giochi gestiti dallo stato, l'imposta sulle scommesse, a parte il totocalcio che era assurda (un terzo circa allo stato e un terzo al CONI), è sempre aumentata (ultimamente i maggiori aumenti sono stati sulle SLOT).
Dal primo Ottobre 2017, poi, la tassa sulla fortuna (ovvero vincite da 500,00 euro in su, per quasi tutti gli altri giochi, escluse le scommesse sportive, ippiche e virtual) è passata dal 6% al 12%
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Re: LA DOPPIA RETE DI RACCOLTA E LA DOPPIA MORALE SUL GIOCO di Alessio Crisantemi
Messaggioda Il Web » 11/10/2017 - 11:29
Infatti, sulle scommesse sportive i passi ci sono stati
e il paragone possono essere paesi come Germania, Francia ... più che paesi esotici
la realtà è che certe cose - almeno a medio-breve - sono impossibili anche da pensare
il problema del prelievo sulle scommesse sportive oggi è un non-problema
alcuni scommettitori esperti, che conoscono i mercati anche non italiani, come vichi, e sono abituati a certe quote lo vedono come un problema perché analizzano la situazione dal loro punto di vista, che però è di pochi
il nodo è più legale, normativo, di efficienza del sistema nel suo complesso
non è che azzeccarne alcune, come si è fatto in Italia, basta per sbandierare eccellenze in giro per il mondo
le scommesse sono scommesse, offline ed online
e il paragone possono essere paesi come Germania, Francia ... più che paesi esotici
la realtà è che certe cose - almeno a medio-breve - sono impossibili anche da pensare
il problema del prelievo sulle scommesse sportive oggi è un non-problema
alcuni scommettitori esperti, che conoscono i mercati anche non italiani, come vichi, e sono abituati a certe quote lo vedono come un problema perché analizzano la situazione dal loro punto di vista, che però è di pochi
il nodo è più legale, normativo, di efficienza del sistema nel suo complesso
non è che azzeccarne alcune, come si è fatto in Italia, basta per sbandierare eccellenze in giro per il mondo
le scommesse sono scommesse, offline ed online
adess biciclett e vuvuzela ...
I miei articoli scritti per il nostro blog: https://www.infobetting.com/blog/author/ilweb/
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