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Spostamento da Malta a Curacao dei book che fanno i sottobanchi in Italia.

Inviato: 12/07/2016 - 18:00
da scommettitore siracusano
avv. Fabio Maggesi (esperto di diritto web ed internazionale) ad Agimeg: “Il giro di vite dell’MGA maltese ha fatto spostare molte compagnie a Curacao. Tra queste anche gruppi che operano in Italia e che stanno spostando nell’isola caraibica la parte oscura del business”

http://www.agimeg.it/on-line-avv-fabio- ... he-gruppi/

12 luglio 2016 - 16:12

Malta ha intensificato da un paio di anni la collaborazione e lo scambio di informazioni con l’ADM, complicando la vita a quelle compagnie nate per operare “sul filo del rasoio”. Il risultato è che questi operatori si stanno trasferendo in altre giurisdizioni, Curacao in primis, o almeno stanno aprendo delle “succursali” nell’isola caraibica, spostando qui la parte del business più opaca. Smascherarli non è impossibile, anzi gli strumenti ci sono, ma i controlli non partono. E’ l’allarme che lancia l’Avvocato Fabio Maggesi, esperto in diritto del web e diritto Internazionale, dello studio Maggesi & Partner con sedi a Roma, Malta, Barcellona ed uffici di rappresentanza in America, Asia ed Africa, in un’intervista esclusiva a Agimeg.

Partiamo dalla coordinate legali. Curacao è un territorio d’oltremare dei Paesi Bassi. Le compagnie con sede in questa giurisdizione sono riconosciute in Europa in riferimento al betting? Per loro vale il principio della libera prestazione dei servizi?

Non potrebbero operare in Europa e sicuramente non potrebbero operare in Italia. Ma è talmente semplice ottenere la licenza! Il vero problema è che l’Adm dispone di pochi strumenti per contrastare questo fenomeno. Se oscura un sito, il giorno dopo quello stesso sito riaprirà inserendo un numero progressivo nel dominio o modificando addirittura l’interno URL. Non sarebbe più facile a questo punto colpire i soggetti che controllano questi siti?!

Ma è possibile risalire ai vertici di una compagnia che opera da un paradiso fiscale?

Nella maggior parte dei casi non serve effettuare indagini sofisticate e dal 2014 paesi come Belize, Ghana, Malta, Paesi Bassi, Bonaire, Saba, Aruba e Curacao stesso hanno aderito alla convenzione OCSE. Convenzione che serve a creare quella cooperazione internazionale tra le autorità fiscali per migliorare e facilitare la lotta all’elusione fiscale nel rispetto dei diritti fondamentali dei contribuenti. Insomma, per quel che mi riguarda, basterebbe maggiore “cooperazione internazionale”.

Chi sta mettendo in atto questo escamotage? Si tratta di grandi operatori o di piccole compagnie?

In realtà ci sono situazioni diverse.In alcuni casi si tratterebbe – ma bisogna usare il condizionale perché non posso sostituirmi alla magistratura – di soggetti collegati a grandi gruppi non necessariamente maltesi, ma anche italiani;altri sono soggetti già noti alla magistratura e che continuano ad operare utilizzando siti locati su Server oltreoceano ( o comunque esterovestiti ) e con aziende parimenti “schermate” che aprono e chiudono rapidamente. Molti siti ( in realtà quasi tutti quelli che operano in maniera “illecita” in Italia) non sono neanche in HTTPS, ma in normale HTTP, e quindi non sono criptate dallo scambio dei Certificati.

Non si tratta quindi degli operatori che in genere allestiscono reti di Ctd, giusto? Cosa utilizzano, dei Totem?

A volte sono siti che vengono offerti sottobanco nelle agenzie regolari, e questo come si può facilmente immaginare nuoce fortemente al mercato legale. In altri casi si fa cassa con una licenza maltese o italiana e poi quando si devono pagare grosse somme si usano le licenze di oltre oceano. Ma alla fine sono gli stessi soggetti che hanno licenza maltese o Italiana.

Che intende per grosse somme, le vincite?

Sì. Se l’operatore si trova a dover pagare 30, 40 o 50mila euro, può farla passare come una vincita centrata presso un operatore di un altro Stato, con un’altra licenza. E questo per evitare che venga tracciata e che venga sottoposta a tassazione Europea. Ho un’ampia documentazione che lo prova, e ritengo che diversi operatori di grandi dimensioni hanno adottato questo escamotage già dal 2014-2015. I piccoli invece lo fanno da sempre.

Le vincite, trattandosi di somme ingenti, come vengono pagate?

Ognuno sa come muoversi e sa com’è strutturata la propria azienda. A volte, i soldi vengono accreditati da società fiduciarie italiane o maltesi, ma l’Italia o Malta non conoscono il soggetto estero da cui partono i soldi, al massimo il problema potrebbe essere per il Paese d’origine che in ogni caso non ha “volontà” ad indagare perché tali operazioni risultano di estremo interesse per l’economia del paese stesso. In altri casi può essere anche l’agenzia che paga a trance le grosse vincite, o addirittura la compagnia madre estera che accredita al giocatore la vincita, spalmandola in una serie di pagamenti mensili di importo contenuto così da non insospettire la Banca presso cui ha il conto il giocatore.

Lei ha fatto riferimento anche a dei concessionari italiani che hanno adottato lo stesso stratagemma. Quali sono i vantaggi?

Nonostante l’accordo FACTA e la Convenzione OCSE, ci sono ancora una serie di giurisdizioni che garantiscono la riservatezza, per preservare una fetta consistente del proprio Pil. E questo nel caso del gioco è un’ulteriore garanzia. Basti pensare a quello che è successo con l’operazione Gambling, in cui una serie di compagnie maltesi – a detta loro totalmente estranee alla vicenda – hanno ricevuto avvisi di garanzia perché avevano avuto contatti con la BetUniq o le altre società del gruppo. Questo non sarebbe possibile con un’azienda oltre Oceano o meglio… sarebbe possibile ma con maggiori difficoltà.

A quel punto operano sottobanco in Italia. Nelle loro stesse agenzie?

Anche in quelle dei competitors. È un fenomeno che si nota sopratutto nelle agenzie del Sud Italia.

E che rischi corrono?

C’è la clausola della concessione che prevede la decadenza della concessione medesima per chi utilizza dei canali di raccolta non autorizzati… serve un lavoro paziente per ricostruire i rapporti tra le società italiane e quelle estere. Non è un lavoro lungo e nemmeno complesso – io stesso ho portato un fascicolo di oltre 500 pagine all’ADM in cui ho ricostruito alcuni di questi legami, ma temo che sia stato ignorato – in ogni caso è un lavoro che non viene effettuato come dovrebbe.

Quali altri strumenti servirebbero?

Il vero problema è che non esiste un organo competente – dovrebbe essere l’ADM – che crei una rete di cooperazione internazionale, una possibile attività di contrasto per questo fenomeno. Parimenti, sarebbe opportuno e necessario che la stessa ADM collaborasse con tutti quegli operatori nazionali con expertise internazionale che hanno maturato esperienza di contrasto per simili fenomeni. Questo sarebbe già un primo importante passo: ADM si ritroverebbe con un bagaglio importantissimo. Mi auguro, quindi, che con il prossimo Bando si dia maggiore interesse al problema. Gli operatori legali, con enormi sforzi, continuano a doversi “difendere” da soli perché sono poco “tutelati” o “coadiuvati” da chi dovrebbe fare i loro interessi.

gr-dar/AGIMEG

Re: Spostamento da Malta a Curacao dei book che fanno i sottobanchi in Italia.

Inviato: 12/07/2016 - 18:41
da Europei
"Scommettitore", oggi nel tuo blog c'è un articolo che sembrerebbe sullo stesso argomento, che dici di aver preso da Agimeg, ma ora su Agimeg non c'è traccia.


Scommesse, avv. Antonio Feriozzi (legale SKS365 Malta Ltd): “Lo slittamento del bando di gara rende più scivoloso il rapporto concessorio e dai Caraibi si alzano venti di tempesta per il settore”



SKS365
“Il settore dei giochi e delle scommesse può essere paragonato ad un oceano in tempesta in cui le diverse istituzioni ed i concessionari sono costretti, loro malgrado, da un lato a navigare a vista, e dall’altro a subire le aggressioni dei soggetti per i quali il naufragarvi risulta essere assai dolce – esordisce così Antonio Feriozzi, avvocato del pool legale di SKS365 Malta Ltd, in una intervista rilasciata ad Agimeg – “Attraverso la Legge 190 del 23 dicembre 2014 (“Legge di Stabilità 2015 Padoan/Renzi), il Legislatore nazionale, “In attesa del riordino della materia dei giochi pubblici… in attuazione dell’articolo 14 della legge 11 marzo 2014, n. 23…” (altra occasione persa), aveva risolto in parte il proprio storico ed anacronistico contrasto con l’Europa nel settore dei Giochi Pubblici, eliminando gran parte dei profili discriminatori presenti nel “Bando Bersani” e nel “Bando Monti”, con riferimento al limitato numero di diritti posti in gara, alla durata degli stessi, all’automatico rinnovo delle concessioni, all’obbligo di cessione a titolo gratuito dei beni materiali ed immateriali della rete previsto per i soli nuovi concessionari ecc. .In seguito a tale adeguamento, venuti meno gli indicati profili discriminatori, il concessionario SKS365 ha evidentemente aderito alla procedura ivi prevista, vedendosi riconosciuto finalmente il proprio legittimo diritto ad operare con la propria intera rete. La condizione dell’oceano dei giochi e delle scommesse è pertanto passata da tempesta a calmo o poco mosso”. Ma il mancato rispetto dei termini prevista nell’ultima Legge di Stabilità hanno comunque creato problemi? “L’allineamento da parte del “Sistema Monopolio Italia” ai principi dell’Unione ed il conseguente passaggio di stato (da tempesta a calmo o poco mosso) hanno evidentemente reso più facile l’individuazione di quei soggetti che meglio sapevano muoversi nel mare in tempesta, e che sono dovuti emigrare dai non più sicuri porti del mediterraneo a quelli più sicuri dei Caraibi. Il mancato rispetto dei termini per la pubblicazione del bando di gara per il rinnovo delle concessioni di scommesse, e la scelta, seppur obbligata, da parte di ADM, di procedere alla proroga di quelle in essere, al fine di garantire comunque la continuità del servizio pubblico ed impedire il collasso dell’intero settore, comporterà evidentemente lo slittamento di tutti i termini previsti nella stessa Legge di Stabilità, confermando come la gestione del rapporto concessorio resti di fatto assolutamente “scivolosa”, con assoluta incertezza ed indeterminatezza nella percezione di “ciò che è lecito” da “ciò che è diversamente lecito”. Nelle more della pubblicazione del prossimo Bando (nella migliore delle ipotesi, per come prospettate dal Sottosegretario Pier Paolo Baretta nella giornata di ieri, possibile al più tardi nel prossimo mese di novembre, con assegnazione delle concessioni dal primo quadrimestre del 2017) SKS365 ha evidentemente sottoscritto il richiesto impegno alla relativa partecipazione, provvedendo a fornire le richieste “garanzie”. Ma bisogna fare in fretta. Dai mari caraibici si sta alzando un vento preoccupante che va fermato prima che ritorni la tempesta”. es/AGIMEG

Re: Spostamento da Malta a Curacao dei book che fanno i sottobanchi in Italia.

Inviato: 12/07/2016 - 18:54
da scommettitore siracusano
Hai ragione, Europei; ma non so cosa sia successo su AGIMEG. Ora l'articolo, con la stessa data e la stessa ora è stato sostituito con quest'altro, con lo stesso link che parla dei Caraibi :coin:


http://www.agimeg.it/scommesse-avv-anto ... l-settore/

Scommesse, avv. Antonio Feriozzi (legale SKS365 Malta Ltd): “La lotta all’illegalità può funzionare solo con il supporto degli operatori internazionali riconosciuti da ADM”


In: In Evidenza, Scommesse Sportive
12 luglio 2016 - 10:33

SKS365
“Il settore dei giochi e delle scommesse può essere paragonato ad un oceano in tempesta in cui le diverse istituzioni ed i concessionari sono costretti, loro malgrado, da un lato a navigare a vista, e dall’altro a subire le aggressioni di soggetti non interessati in alcun modo a operare in Italia secondo le regole italiane – esordisce così Antonio Feriozzi, avvocato del pool legale di SKS365 Malta Ltd, in una intervista rilasciata ad Agimeg – “Attraverso la Legge 190 del 23 dicembre 2014 (“Legge di Stabilità 2015 Padoan/Renzi), il Legislatore nazionale, “In attesa del riordino della materia dei giochi pubblici… in attuazione dell’articolo 14 della legge 11 marzo 2014, n. 23…”, aveva risolto in parte il proprio storico ed anacronistico contrasto con l’Europa nel settore dei Giochi Pubblici, eliminando gran parte dei profili discriminatori presenti nel “Bando Bersani” e nel “Bando Monti”, con riferimento al limitato numero di diritti posti in gara, alla durata degli stessi, all’automatico rinnovo delle concessioni, all’obbligo di cessione a titolo gratuito dei beni materiali ed immateriali della rete previsto per i soli nuovi concessionari. In seguito a tale adeguamento, venuti meno gli indicati profili discriminatori, SKS365 ha aderito alla procedura ivi prevista, vedendosi riconosciuto finalmente il proprio legittimo diritto ad operare con la propria intera rete. Ma il mancato rispetto dei termini prevista nell’ultima Legge di Stabilità hanno comunque creato problemi? “L’allineamento da parte del “Sistema Monopolio Italia” ai principi dell’Unione ha evidentemente reso più facile l’individuazione di quei soggetti non interessati a operare secondo le regole, pronti a utilizzare tutta una serie di escamotage che SKS365 ha più volte denunciato attraverso un preciso e approfondito studio della situazione basato su un expertise tra i più accurati e professionali a livello europeo. Chi oggi opera in assenza di licenza italiana basando la propria attività fuori dai confini UE, lo può fare anche grazie all’importante supporto di quelle aziende fornitrici di servizi che, pur in assenza di concessioni per lo stato di riferimento, forniscono tutta la tecnologia necessaria. E’ ovvio ed evidente che il problema non nasce quindi tanto dai “territori d’oltremare”, quanto da chi è capace di costruire un prodotto informatico “chiavi in mano”. “Nelle more della pubblicazione del prossimo Bando SKS365 ha evidentemente sottoscritto il richiesto impegno alla relativa partecipazione, provvedendo a fornire le richieste “garanzie”. Ma è necessario prevedere da subito che chi ha sanato, chi conosce il mercato meglio di molti altri, sia ascoltato. SKS365 ha presentato dossier e denunce, si è adeguata a un sistema nonostante una giurisprudenza favorevole, si prepara al suo debutto online sul mercato italiano pur in presenza di evdenti distorsioni del mercato. SKS365 ha portato avanti un’attività di intelligence ora al servizio di chi vuole davvero debellare un fenomeno preoccupante e pericoloso. rg/AGIMEG

Re: Spostamento da Malta a Curacao dei book che fanno i sottobanchi in Italia.

Inviato: 12/07/2016 - 19:21
da scommettitore siracusano
In effetti, mettendo a confronto l'articolo dell'Avv. Fabio Maggesi (che ho conosciuto e con cui, per un breve periodo, ho collaborato in indagini su bookmakers sul filo della illegalità), con l'articolo dell'avvocato Antonio Feriozzi della SKS365 Malta Ltd (che controlla la PlanetWin365), evidenzierei la frase:

SKS365 ha portato avanti un’attività di intelligence ora al servizio di chi vuole davvero debellare un fenomeno preoccupante e pericoloso.

Ovvero qualcosa con obiettivi similari al gruppo AtlantisScommesse contro tutti gli illeciti (sottobanchi in particolare) che sono quelli da segnalare maggiormente ai Monopoli.

Come ho detto, fin dal primo momento, negozi AAMS, book sanati nel 2015, e partecipanti al prossimo bando, per il futuro, dovranno combattere le stesse battaglie contro gli illeciti.

Re: Spostamento da Malta a Curacao dei book che fanno i sottobanchi in Italia.

Inviato: 13/07/2016 - 12:36
da arianna2000
scommettitore siracusano ha scritto:avv. Fabio Maggesi (esperto di diritto web ed internazionale) ad Agimeg: “Il giro di vite dell’MGA maltese ha fatto spostare molte compagnie a Curacao. Tra queste anche gruppi che operano in Italia e che stanno spostando nell’isola caraibica la parte oscura del business”

http://www.agimeg.it/on-line-avv-fabio- ... he-gruppi/

12 luglio 2016 - 16:12

Malta ha intensificato da un paio di anni la collaborazione e lo scambio di informazioni con l’ADM, complicando la vita a quelle compagnie nate per operare “sul filo del rasoio”. Il risultato è che questi operatori si stanno trasferendo in altre giurisdizioni, Curacao in primis, o almeno stanno aprendo delle “succursali” nell’isola caraibica, spostando qui la parte del business più opaca. Smascherarli non è impossibile, anzi gli strumenti ci sono, ma i controlli non partono. E’ l’allarme che lancia l’Avvocato Fabio Maggesi, esperto in diritto del web e diritto Internazionale, dello studio Maggesi & Partner con sedi a Roma, Malta, Barcellona ed uffici di rappresentanza in America, Asia ed Africa, in un’intervista esclusiva a Agimeg.

Partiamo dalla coordinate legali. Curacao è un territorio d’oltremare dei Paesi Bassi. Le compagnie con sede in questa giurisdizione sono riconosciute in Europa in riferimento al betting? Per loro vale il principio della libera prestazione dei servizi?

Non potrebbero operare in Europa e sicuramente non potrebbero operare in Italia. Ma è talmente semplice ottenere la licenza! Il vero problema è che l’Adm dispone di pochi strumenti per contrastare questo fenomeno. Se oscura un sito, il giorno dopo quello stesso sito riaprirà inserendo un numero progressivo nel dominio o modificando addirittura l’interno URL. Non sarebbe più facile a questo punto colpire i soggetti che controllano questi siti?!

Ma è possibile risalire ai vertici di una compagnia che opera da un paradiso fiscale?

Nella maggior parte dei casi non serve effettuare indagini sofisticate e dal 2014 paesi come Belize, Ghana, Malta, Paesi Bassi, Bonaire, Saba, Aruba e Curacao stesso hanno aderito alla convenzione OCSE. Convenzione che serve a creare quella cooperazione internazionale tra le autorità fiscali per migliorare e facilitare la lotta all’elusione fiscale nel rispetto dei diritti fondamentali dei contribuenti. Insomma, per quel che mi riguarda, basterebbe maggiore “cooperazione internazionale”.

Chi sta mettendo in atto questo escamotage? Si tratta di grandi operatori o di piccole compagnie?

In realtà ci sono situazioni diverse.In alcuni casi si tratterebbe – ma bisogna usare il condizionale perché non posso sostituirmi alla magistratura – di soggetti collegati a grandi gruppi non necessariamente maltesi, ma anche italiani;altri sono soggetti già noti alla magistratura e che continuano ad operare utilizzando siti locati su Server oltreoceano ( o comunque esterovestiti ) e con aziende parimenti “schermate” che aprono e chiudono rapidamente. Molti siti ( in realtà quasi tutti quelli che operano in maniera “illecita” in Italia) non sono neanche in HTTPS, ma in normale HTTP, e quindi non sono criptate dallo scambio dei Certificati.

Non si tratta quindi degli operatori che in genere allestiscono reti di Ctd, giusto? Cosa utilizzano, dei Totem?

A volte sono siti che vengono offerti sottobanco nelle agenzie regolari, e questo come si può facilmente immaginare nuoce fortemente al mercato legale. In altri casi si fa cassa con una licenza maltese o italiana e poi quando si devono pagare grosse somme si usano le licenze di oltre oceano. Ma alla fine sono gli stessi soggetti che hanno licenza maltese o Italiana.

Che intende per grosse somme, le vincite?

Sì. Se l’operatore si trova a dover pagare 30, 40 o 50mila euro, può farla passare come una vincita centrata presso un operatore di un altro Stato, con un’altra licenza. E questo per evitare che venga tracciata e che venga sottoposta a tassazione Europea. Ho un’ampia documentazione che lo prova, e ritengo che diversi operatori di grandi dimensioni hanno adottato questo escamotage già dal 2014-2015. I piccoli invece lo fanno da sempre.

Le vincite, trattandosi di somme ingenti, come vengono pagate?

Ognuno sa come muoversi e sa com’è strutturata la propria azienda. A volte, i soldi vengono accreditati da società fiduciarie italiane o maltesi, ma l’Italia o Malta non conoscono il soggetto estero da cui partono i soldi, al massimo il problema potrebbe essere per il Paese d’origine che in ogni caso non ha “volontà” ad indagare perché tali operazioni risultano di estremo interesse per l’economia del paese stesso. In altri casi può essere anche l’agenzia che paga a trance le grosse vincite, o addirittura la compagnia madre estera che accredita al giocatore la vincita, spalmandola in una serie di pagamenti mensili di importo contenuto così da non insospettire la Banca presso cui ha il conto il giocatore.

Lei ha fatto riferimento anche a dei concessionari italiani che hanno adottato lo stesso stratagemma. Quali sono i vantaggi?

Nonostante l’accordo FACTA e la Convenzione OCSE, ci sono ancora una serie di giurisdizioni che garantiscono la riservatezza, per preservare una fetta consistente del proprio Pil. E questo nel caso del gioco è un’ulteriore garanzia. Basti pensare a quello che è successo con l’operazione Gambling, in cui una serie di compagnie maltesi – a detta loro totalmente estranee alla vicenda – hanno ricevuto avvisi di garanzia perché avevano avuto contatti con la BetUniq o le altre società del gruppo. Questo non sarebbe possibile con un’azienda oltre Oceano o meglio… sarebbe possibile ma con maggiori difficoltà.

A quel punto operano sottobanco in Italia. Nelle loro stesse agenzie?

Anche in quelle dei competitors. È un fenomeno che si nota sopratutto nelle agenzie del Sud Italia.

E che rischi corrono?

C’è la clausola della concessione che prevede la decadenza della concessione medesima per chi utilizza dei canali di raccolta non autorizzati… serve un lavoro paziente per ricostruire i rapporti tra le società italiane e quelle estere. Non è un lavoro lungo e nemmeno complesso – io stesso ho portato un fascicolo di oltre 500 pagine all’ADM in cui ho ricostruito alcuni di questi legami, ma temo che sia stato ignorato – in ogni caso è un lavoro che non viene effettuato come dovrebbe.

Quali altri strumenti servirebbero?

Il vero problema è che non esiste un organo competente – dovrebbe essere l’ADM – che crei una rete di cooperazione internazionale, una possibile attività di contrasto per questo fenomeno. Parimenti, sarebbe opportuno e necessario che la stessa ADM collaborasse con tutti quegli operatori nazionali con expertise internazionale che hanno maturato esperienza di contrasto per simili fenomeni. Questo sarebbe già un primo importante passo: ADM si ritroverebbe con un bagaglio importantissimo. Mi auguro, quindi, che con il prossimo Bando si dia maggiore interesse al problema. Gli operatori legali, con enormi sforzi, continuano a doversi “difendere” da soli perché sono poco “tutelati” o “coadiuvati” da chi dovrebbe fare i loro interessi.

gr-dar/AGIMEG


Un amico gestore di CTD mi parlava già due/tre anni fa che faceva i bonifici degli incassi a Curacao. Allora non sarà vero che questo spostamento da Malta ai Caraibi sia avvenuto dopo le azioni della MGA di Malta. Si sarà solo accentuato.

Re: Spostamento da Malta a Curacao dei book che fanno i sottobanchi in Italia.

Inviato: 13/07/2016 - 14:00
da scommettitore siracusano
arianna2000 ha scritto:
scommettitore siracusano ha scritto:avv. Fabio Maggesi (esperto di diritto web ed internazionale) ad Agimeg: “Il giro di vite dell’MGA maltese ha fatto spostare molte compagnie a Curacao. Tra queste anche gruppi che operano in Italia e che stanno spostando nell’isola caraibica la parte oscura del business”

http://www.agimeg.it/on-line-avv-fabio- ... he-gruppi/

12 luglio 2016 - 16:12

Malta ha intensificato da un paio di anni la collaborazione e lo scambio di informazioni con l’ADM, complicando la vita a quelle compagnie nate per operare “sul filo del rasoio”. Il risultato è che questi operatori si stanno trasferendo in altre giurisdizioni, Curacao in primis, o almeno stanno aprendo delle “succursali” nell’isola caraibica, spostando qui la parte del business più opaca. Smascherarli non è impossibile, anzi gli strumenti ci sono, ma i controlli non partono. E’ l’allarme che lancia l’Avvocato Fabio Maggesi, esperto in diritto del web e diritto Internazionale, dello studio Maggesi & Partner con sedi a Roma, Malta, Barcellona ed uffici di rappresentanza in America, Asia ed Africa, in un’intervista esclusiva a Agimeg.

Partiamo dalla coordinate legali. Curacao è un territorio d’oltremare dei Paesi Bassi. Le compagnie con sede in questa giurisdizione sono riconosciute in Europa in riferimento al betting? Per loro vale il principio della libera prestazione dei servizi?

Non potrebbero operare in Europa e sicuramente non potrebbero operare in Italia. Ma è talmente semplice ottenere la licenza! Il vero problema è che l’Adm dispone di pochi strumenti per contrastare questo fenomeno. Se oscura un sito, il giorno dopo quello stesso sito riaprirà inserendo un numero progressivo nel dominio o modificando addirittura l’interno URL. Non sarebbe più facile a questo punto colpire i soggetti che controllano questi siti?!

Ma è possibile risalire ai vertici di una compagnia che opera da un paradiso fiscale?

Nella maggior parte dei casi non serve effettuare indagini sofisticate e dal 2014 paesi come Belize, Ghana, Malta, Paesi Bassi, Bonaire, Saba, Aruba e Curacao stesso hanno aderito alla convenzione OCSE. Convenzione che serve a creare quella cooperazione internazionale tra le autorità fiscali per migliorare e facilitare la lotta all’elusione fiscale nel rispetto dei diritti fondamentali dei contribuenti. Insomma, per quel che mi riguarda, basterebbe maggiore “cooperazione internazionale”.

Chi sta mettendo in atto questo escamotage? Si tratta di grandi operatori o di piccole compagnie?

In realtà ci sono situazioni diverse.In alcuni casi si tratterebbe – ma bisogna usare il condizionale perché non posso sostituirmi alla magistratura – di soggetti collegati a grandi gruppi non necessariamente maltesi, ma anche italiani;altri sono soggetti già noti alla magistratura e che continuano ad operare utilizzando siti locati su Server oltreoceano ( o comunque esterovestiti ) e con aziende parimenti “schermate” che aprono e chiudono rapidamente. Molti siti ( in realtà quasi tutti quelli che operano in maniera “illecita” in Italia) non sono neanche in HTTPS, ma in normale HTTP, e quindi non sono criptate dallo scambio dei Certificati.

Non si tratta quindi degli operatori che in genere allestiscono reti di Ctd, giusto? Cosa utilizzano, dei Totem?

A volte sono siti che vengono offerti sottobanco nelle agenzie regolari, e questo come si può facilmente immaginare nuoce fortemente al mercato legale. In altri casi si fa cassa con una licenza maltese o italiana e poi quando si devono pagare grosse somme si usano le licenze di oltre oceano. Ma alla fine sono gli stessi soggetti che hanno licenza maltese o Italiana.

Che intende per grosse somme, le vincite?

Sì. Se l’operatore si trova a dover pagare 30, 40 o 50mila euro, può farla passare come una vincita centrata presso un operatore di un altro Stato, con un’altra licenza. E questo per evitare che venga tracciata e che venga sottoposta a tassazione Europea. Ho un’ampia documentazione che lo prova, e ritengo che diversi operatori di grandi dimensioni hanno adottato questo escamotage già dal 2014-2015. I piccoli invece lo fanno da sempre.

Le vincite, trattandosi di somme ingenti, come vengono pagate?

Ognuno sa come muoversi e sa com’è strutturata la propria azienda. A volte, i soldi vengono accreditati da società fiduciarie italiane o maltesi, ma l’Italia o Malta non conoscono il soggetto estero da cui partono i soldi, al massimo il problema potrebbe essere per il Paese d’origine che in ogni caso non ha “volontà” ad indagare perché tali operazioni risultano di estremo interesse per l’economia del paese stesso. In altri casi può essere anche l’agenzia che paga a trance le grosse vincite, o addirittura la compagnia madre estera che accredita al giocatore la vincita, spalmandola in una serie di pagamenti mensili di importo contenuto così da non insospettire la Banca presso cui ha il conto il giocatore.

Lei ha fatto riferimento anche a dei concessionari italiani che hanno adottato lo stesso stratagemma. Quali sono i vantaggi?

Nonostante l’accordo FACTA e la Convenzione OCSE, ci sono ancora una serie di giurisdizioni che garantiscono la riservatezza, per preservare una fetta consistente del proprio Pil. E questo nel caso del gioco è un’ulteriore garanzia. Basti pensare a quello che è successo con l’operazione Gambling, in cui una serie di compagnie maltesi – a detta loro totalmente estranee alla vicenda – hanno ricevuto avvisi di garanzia perché avevano avuto contatti con la BetUniq o le altre società del gruppo. Questo non sarebbe possibile con un’azienda oltre Oceano o meglio… sarebbe possibile ma con maggiori difficoltà.

A quel punto operano sottobanco in Italia. Nelle loro stesse agenzie?

Anche in quelle dei competitors. È un fenomeno che si nota sopratutto nelle agenzie del Sud Italia.

E che rischi corrono?

C’è la clausola della concessione che prevede la decadenza della concessione medesima per chi utilizza dei canali di raccolta non autorizzati… serve un lavoro paziente per ricostruire i rapporti tra le società italiane e quelle estere. Non è un lavoro lungo e nemmeno complesso – io stesso ho portato un fascicolo di oltre 500 pagine all’ADM in cui ho ricostruito alcuni di questi legami, ma temo che sia stato ignorato – in ogni caso è un lavoro che non viene effettuato come dovrebbe.

Quali altri strumenti servirebbero?

Il vero problema è che non esiste un organo competente – dovrebbe essere l’ADM – che crei una rete di cooperazione internazionale, una possibile attività di contrasto per questo fenomeno. Parimenti, sarebbe opportuno e necessario che la stessa ADM collaborasse con tutti quegli operatori nazionali con expertise internazionale che hanno maturato esperienza di contrasto per simili fenomeni. Questo sarebbe già un primo importante passo: ADM si ritroverebbe con un bagaglio importantissimo. Mi auguro, quindi, che con il prossimo Bando si dia maggiore interesse al problema. Gli operatori legali, con enormi sforzi, continuano a doversi “difendere” da soli perché sono poco “tutelati” o “coadiuvati” da chi dovrebbe fare i loro interessi.

gr-dar/AGIMEG


Un amico gestore di CTD mi parlava già due/tre anni fa che faceva i bonifici degli incassi a Curacao. Allora non sarà vero che questo spostamento da Malta ai Caraibi sia avvenuto dopo le azioni della MGA di Malta. Si sarà solo accentuato.


Non ne sono a conoscenza, ma secondo me il fatto importante è che una società come la Planet, dopo aver deciso il 18 aprile di rispettare i limiti AAMS per le scommesse da banco, e dal 18 Maggio i limiti aams anche per l'on line, oggi mette a disposizione degli inquirenti delle notizie, a mio avviso importanti, frutto, come dice l'avv. Maggesi, di un lavoro di intelligence. Un contributo molto positivo per la lotta agli illeciti, specialmente per quanto riguarda la PIAGA dei sottobanchi. Consiglierei di vedere tutto in prospettiva futura.