Treni e aerei in fase 3: viaggio da Milano a Gozo passando per Fiumicino

Come si viaggia in fase tre, a cavallo tra il mondo passato e quello che verrà

Ho trascorso più tempo del solito a Milano per via delle note misure restrittive e di varie ragioni personali, ma questo immagino che non interessi a nessuno. Ieri però ho potuto far ritorno alla mia isoletta dove, salvo complicazioni, conto di fermarmi qualche mese. Vi racconto come è andata perché credo che molti siano curiosi di sapere come si viaggia in questo periodo. Io lo ero.

Voglio subito precisare che ad oggi non per tutti è possibile volare a Malta perché l’aeroporto è ancora chiuso ai i voli commerciali. Esiste però un servizio speciale, detto anche lifeline, che da Amsterdam, Londra, Francoforte e Roma permette ai cittadini maltesi e agli stranieri residenti di fare ritorno a casa. E’ gestito da Air Malta e per ottenere un biglietto (che non è gratis, costa tra i 200 e 300 euro) serve un’autorizzazione governativa.

Il viaggio si è svolto in due tappe, perché non ho voluto correre rischi. Sono partito martedì pomeriggio da Milano per essere certo di non perdere il volo partito da roma ieri mattina.

Il Malpensa Express

Da pochissimi giorni è stato riattivato il servizio da Cadorna. Nulla è cambiato, dall’orario al costo del biglietto. Il treno è partito praticamente vuoto, ho notato solo qualche movimento del personale di servizio anche se nessuno mi ha chiesto nulla. Un treno fantasma, ma puntualissimo, lanciato verso il T2, il solo funzionante. La capienza è ridotta del 50%  con un cartellino giallo che segnala i posti da non usare.

Questa foto credo che renda bene l’idea. Molti riconosceranno il lungo corridoio che dai binari conduce all’esterno della stazione ferroviaria.

Malpensa stazione

In aeroporto per l’imbarco

Il terminal non è così deserto. Tutto molto tranquillo e rilassato ma qualche persona in giro c’è. Si forma una piccola coda al controllo sicurezza perché è in funzione un solo nastro con un addetto al controllo che chiama i viaggiatori uno per uno. Roba di pochi minuti comunque. Il primo momento in qualche modo simile a un giorno normale si verifica quando arrivo al gate.

al gate

Qui un po’ di gente c’è anche se stiamo tutti più o meno distanziati e i posti a sedere sono dimezzati. Quelli che si possono usare hanno un contrassegno verde. Pensavo di trovare meno persone: i costi dei biglietti sono più alti del solito e comunque viaggiare da Malpensa a Fiumicino non è esattamente come viaggiare da Centrale a Termini. Forse sono persone come me, che poi proseguiranno.

A bordo dell’aereo

Ecco la foto più interessante. Ecco ciò che capiterà anche a voi tra pochi giorni, quando in molti riprenderete a volare.

a bordo dell'aereo

Mi fa un po’ effetto ancora adesso. Dopo mesi di lockdown, affrontati con talebanesco ardore, limitando al massimo i contatti e le uscite, non ero del tutto preparato. Quella mano sarà a un metro da mio gomito sinistro? Cos’ha detto la Capua? Anche sei il mio idolo è Galli.

In sostanza non viene usato il sedile di mezzo. La capienza quindi è ridotta di 1/3. Il posto davanti al mio era occupato. Certo, eravamo tutti mascherati ma sul distanziamento avrei dei dubbi.

Fiumicino

Una foto non rende bene l’idea. Ci vorrebbe anche l’audio ma non ho nulla purtroppo. E’ talmente vuoto che quasi si sente l’eco dei passi e delle poche voci. Impressionante se uno pensa che invece le strade sono piene di auto e di persone. Ormai il lockdown è alle spalle ma questo è ancora un mondo sospeso, a cavallo tra le varie fasi. Due signore addette alle pulizie parlano di cassa integrazione ed eccolo il link al mondo reale. Corpi veri, accessoriati con ramazze o trolley, che si muovono nel mondo sospeso come fantasmi col mutuo da pagare o con il miraggio di un tampone, anzi due.

Si parte

La notte l’ho passata in aeroporto. C’è un hotel a pochi passi dagli imbarchi, comodissimo. In altri tempi molto difficilmente avrei fatto tappa a Roma senza andarci davvero. Senza passare la serata davanti a un piatto di cacio e pepe con qualche amico. E nel raro caso di uno stop a Fiumicino avrei pernottato in un hotel sulla via Portuense. Avrei certamente sopportato i 20 euro di tariffa fissa che i taxi locali (non quelli di Roma) applicano per i trasferimenti dalla città di Fiumicino alla vicina aerostazione (e viceversa, cioè 20+20). Poi sarei andato da Bastianelli o chissà dove. Invece ho voluto evitare al massimo i contatti. Esagerando? Forse.

In mattinata ci siamo trovati al check in in otto. Tutti italiani residenti a Malta. Ma il volo a un certo punto sembrava non esserci più anche se poi è andato tutto bene. Un volo sospeso, ma puntuale, in un mondo sospeso.

A Malta

Abbiamo consegnato un modulo con i nostri dati al personale addetto, che ci ha anche misurato la temperatura. Siamo stati informati che avremo dovuto sottostare ad un periodo di quarantena obbligatoria di 14 giorni e che ci sarebbero stati fatti due tamponi. Uno entro le prime 48 ore e un secondo dieci-undici giorni dopo. Un protocollo solido. Bravi maltesi.

L’aeroporto di Malta è ancora più vuoto di quello di Roma. Del resto c’eravamo solo noi otto oltre al personale. In più buio, perché hanno abbassato le luci. La gente qui non è incline agli sprechi. Ma fa meno effetto perché in certi periodi invernali, luci a parte, c’è comunque poca gente.

In giro meno mascherine che da noi anche se sul traghetto è obbligatoria. Poco traffico – per Malta – ma passando per Mellieħa ho visto che un po’ di gente in spiaggia c’era anche se non mi pare, ma non ne sono certo, che ci siano i problemi di distanziamento di cui si parla in Italia.