Folle Ternana. A marzo era spacciata, Liverani l’ha salvata senza playout!

Salvezza Ternana Liverani ha completato un mezzo miracolo…

Immaginate il Pescara, che a tredici giornate dalla fine inizia a viaggiare con la stessa media della Juventus, batte quasi tutte le prime e si salva all’ultima giornata. Ecco, in Serie B la Ternana si è resa protagonista di un’impresa simile.

A Fabio Liverani, giustamente, non piace parlare di miracolo ma quello che ha fatto la Ternana in questa stagione non può che scomodare parole ingombranti. Nel bene e nel male. Dieci mesi vissuti sull’orlo del precipizio tra polemiche, esoneri, contestazioni, dimissioni, avvicendamenti e ricorsi. Una retrocessione che sembrava inevitabile e che poi è stata sventata in extremis.

Quattro tecnici sotto contratto e due direttori sportivi. Prima il dinamico duo composto da Christian Panucci e Fabrizio Larini, la lite col proprietario Simone Longarini e una pace apparente che resiste tre settimane. Il tempo di superare il Pordenone nella Tim Cup all’esordio stagionale e arriva l’esonero del tecnico insieme a quello del dirigente emiliano.

Salvezza Ternana Liverani ha completato un mezzo miracolo…

A Terni arriva Benito Carbone. L’inizio è intermittente: pessimo debutto a Cittadella e un buon derby ma poi la Ternana non vince per nove volte di fila e dopo il ko di Avellino si ritrova ultima. La società non lascia, raddoppia: il contratto di mister Carbone viene esteso e le Fere trovano misteriosamente quattro risultati utili consecutivi (Entella, Frosinone, Brescia, Carpi).

Poi il crollo: dal 17 dicembre (ko interno col Vicenza) 4 sconfitte di fila, a gennaio la firma del direttore sportivo Danilo Pagni. Si naviga a vista. I primi colpi di un mercato (Diakite, Ledesma, Rossi, Acquafresca, Monachello, Pettinari) di parametri zero dall’illustre passato non cambiano lo scenario: dopo la sconfitta di Pisa, Benny Carbone si dimette.

In rossoverde sbarca Carmine Gautieri e il suo integralismo tattico: dopo un buon esordio col Cittadella il Gaucho inanella sei sconfitte consecutive (derby compreso) e si auto-condanna con una serie di scelte quantomeno rivedibili (Falletti in fascia?). Dopo il ko con la Pro Vercelli, inevitabile l’esonero. La Ternana per tre settimane va in ritiro, nel frattempo Sissokho firma e rescinde. Il caos regna ovunque. E Pagni non le manda più a dire ai giocatori. Aria da tutti contro tutti.

La Ternana è ultima a 23 punti, -8 dai playout e -9 nove dalla salvezza diretta. La carta della disperazione si chiama Fabio Liverani, allenatore peraltro fermo da due anni e con esperienze poco rassicuranti a Genova e in Inghilterra: le Fere sembrano spacciate, la squadra è abbandonata anche dal pubblico. E il nuovo allenatore ha la faccia giusta ma non sembra in grado di rimettere in piedi il Titanic.

Col Trapani arriva la vittoria che tiene in piedi le residue speranze di risalita. E invece quel giorno si avvia la cavalcata dei rossoverdi: 26 punti in 13 incontri e andamento da promozione diretta (in precedenza 23 punti in 29 gare). Altro che retrocessione…

Fantastico il rush finale: colpo esterno a Vicenza, successo sulla Spal capolista davanti a 10.000 tifosi e poi la vittoria di Ascoli che certifica la salvezza. Nove punti recuperati al Trapani in tre giornate. IN-CRE-DI-BI-LE!

Gli ultra’ attendono la squadra al ritorno in Umbria e invocano una statua per Mister Liverani. Incredibile. In un anno alla Ternana sono successe lo stesso numero di cose che in un club normale accadono in cinque stagioni.
Salvezza Ternana Liverani ha completato un mezzo miracolo…

La chiusura è del Mister: “Nei primi giorni l’impatto è più psicologico che tattico e tecnico. I ragazzi erano a terra, non avevano stimoli e speranze: sembravano aver chiuso il campionato con due mesi di anticipo. Il 6 marzo stavano messe peggio solo il Pescara e il Palermo in Serie A: la risalita è stata dura, certe volte anche il pareggio era considerato un bicchiere mezzo vuoto. Non potevamo sbagliare niente. Questa salvezza va al di là degli aspetti professionali, regala emozioni profonde. Se non avessimo superato il Trapani al mio esordio le cose si sarebbero complicate. E invece da quel successo nascono le vittorie su Avellino, Salernitana e Frosinone, ma anche il colpo di Novara e il pareggio di Chiavari”.

Un’impresa indimenticabile di una squadra pazzesca.