Derrick Rose ai Knicks. E’ questa la prima grande operazione di mercato estivo nella Nba, che stravolge il quadro della Eastern Conference. L’Mvp del 2011 va a New York dentro una maxi trade che coinvolge altre tre giocatori: Robin Lopez, Josè Calderon e Jerian Grant che passano dalla Grande Mela a Chicago.
Rose ai Knicks significa almeno due cose. Che Phil Jackson ha trovato un play, vero tallone d’Achille delle ultime versioni di New York, e che una delle più grandi incognite sul piano fisico della Nba si sposta nella città che più in assoluto mette pressione ai suoi giocatori. Rose è un attaccante dal palleggio strabiliante: l’idea di vederlo accanto a Carmelo Anthony e a Kristaps Porzingis stuzzica la fantasia di una costa Est nella quale il dominio dei Cavs rischia di continuare senza rivali credibili. Ma è anche un azzardo incredibile. Il Rose fino all’infortunio del 2012 era una cosa. Quello visto dopo ai Bulls è tutt’altra e anche Carmelo è giocatore usurato da chilometraggio elevato nella Lega. Di sicuro i Knicks non saranno noiosi, nelle mani di Jeff Hornacek.
Rose ai Knicks significa anche la fine di un’epoca a Chicago, che già lo scorso anno aveva voltato pagino con l’addio a coach Thibodeau. I Bulls hanno deciso definitivamente di affidarsi a Jimmy Butler, lievitato proprio a causa dei problemi fisici di Rose, e Robin Lopez in città significa anche che non è detto rimangano Joachim Noah e Pau Gasol. Chissà che uno dei due non finisca proprio a New York, dove sistemata l’architettura degli esterni adesso cercano un lungo.