Alfa Romeo in F1 con Sauber, la strategia di Marchionne

Torna un marchio storico in F1, è quello del Biscione che fornirà le power unit alla Sauber nel 2018

Il 2018 in F1 sarà un anno decisivo ed eccitante per tanti motivi. Non solo la battaglia tra Mercedes e Ferrari o quella tra Hamilton e Vettel per il quinto titolo mondiale. Sarà ricordata anche come la stagione del ritorno di un marchio storico per i motori, quello dell’Alfa Romeo che vinse i primi due mondiali della storia nel 1950 con Farina e nel 1951 con Fangio.

Se ne è parlato per mesi e lo stesso presidente Ferrari, Sergio Marchionne, aveva più volte fatto capire che l’ipotesi era più di una suggestione e che era necessario coinvolgere il marchio del Biscione nelle competizioni di alto livello. Perciò l’Alfa Romeo fornirà ufficialmente i motori alla Sauber nel 2018. Si tratterà di power unit di chiara derivazione Ferrari e ci sarà la supervisione di Maranello come da accordo tra Marchionne e Frederic Vasseur, team principal della Sauber. Alfa Romeo sarà anche sponsor principale della scuderia il cui nome ufficiale sarà Alfa Romeo Sauber F1 Team.

Non si tratta soltanto di un ritorno emozionante di un marchio che ha un ruolo indelebile nella genesi della Ferrari, come disse lo stesso Enzo nel 1951 a Silverstone dopo la prima vittoria di una rossa in F1 parlando di Alfa Romeo come ‘mamma della Ferrari‘. L’intento non dichiarato di Maranello è quello di trasformare la Sauber in una scuderia di sviluppo, dal punto di vista tecnico e dei piloti, della Ferrari. Una strategia già utilizzata dalla Red Bull nella sinergia con la Toro Rosso.

Per questo è importante anche la scelta dei piloti. Uno sarà sicuramente Charles Lecerlerc, punta di diamante della Ferrari Driver Academy, che nel 2016 e 2017 ha vinto la Gp3 Series e la Formula 2, da molti considerato il Verstappen di Maranello. Il secondo sarà Marcus Ericsson. Nelle intenzioni iniziali dovrebbe esserci spazio anche per Antonio Giovinazzi, collaudatore Ferrari e che nel 2017 è stato visto in pista in Sauber nelle gare inaugurali in Australia e Cina, che dovrebbe disputare sei gare con la scuderia.

Non sfugge che il ritorno di Alfa Romeo in F1, come è stato evidente nel giorno della presentazione a inizio dicembre, fa parte di una precisa strategia di Marchionne. Il presidente Ferrari, che come la Mercedes non vede di buon occhio la nuova F1 pensata dagli americani, più livellata verso il basso con motori semplificati alla ricerca di nuovi costruttori di prestigio pronti a entrare nel Circus, ha fatto capire chiaramente che non intende trattare sulla filosofia della principale competizione motoristica. Riportando Alfa Romeo in F1 l’intento è quello di avere più peso in fase di trattativa perché dopo il 2020, quando scadrà l’accordo per la fornitura alla Sauber, non una ma due scuderie potrebbero chiamarsi fuori dal gioco. Una delle quali è la Ferrari. Che nemmeno Liberty Media può permettersi di perdere, viste le continue minacce niente affatto velate che il numero uno di Maranello continua a fare piovere a mezzo stampa a intervalli regolari.