I Clippers fermano Griffin, Chicago ferma Butler, Lillard segna 50 punti contro i Kings

La striscia di vittorie dei Pistons è interrotta proprio dai Clippers, il ritorno a Chicago di Jimmy Butler è rovinato da un super LaVine, facili vittorie per Rockets e Cavs, Lillard segna 50 punti in 29 minuti contro i Kings

I risultati della notte NBA.

Houston-Denver 130-104

Passeggiata notturna dei Rockets che smantellano i Nuggets senza difficoltà, chiudendo il discorso con un primo periodo da 35-23 e gestendo il resto della partita con il gomito fuori dal finestrino. La settima vittoria consecutiva di Houston arriva tirando con il 50% dal campo, mandando a bersaglio 19 triple e portando cinque uomini in doppia cifra. Harden è come al solito travolgente (28 punti e 11 assist) Capela addirittura straripante (23 punti e 25 rimbalzi, massimo in carriera), Chris Paul gestisce i ritmi (11 punti, 7 assist e 2 recuperi) e la squadra di D’Antoni continua la caccia ai Warriors. Per Denver la solita mancanza di incisività in trasferta, 7-19 il record lontano dal Pepsi Center, una serata da 3/21 dall’arco e praticamente nessun impatto dal quintetto se non da Jokic (14 punti, 7 rimbalzi e 5 assist). Pelicans e Jazz sono a una e due partite di distanza dal suo ottavo posto nella Western Conference.

Boston-Indiana 91-97

Solito copione al TD Garden, con gli ospiti che scappano nel primo tempo e i Celtics che rimontano nel terzo periodo. L’esito però stavolta è diverso perché in una serata a basso punteggio è 80-80 a cinque minuti dalla fine e sono i Pacers a prendersi la vittoria con quattro punti consecutivi di Oladipo che generano il 91-85 a 1:37 dalla sirena ed è l’allungo decisivo. Indiana era avanti 59-38 a fine primo tempo, il vantaggio aveva toccato i 26 punti e in una serata da 25% dall’arco grande parte del merito è di Oladipo (35 punti, 10 rimbalzi e 5 recuperi) e Young (13 punti e 14 rimbalzi). I Celtics sono appannati nell’ultima settimana, terza sconfitta nelle ultime quattro partite giocate, e manca l’apporto della panchina dentro un pessimo 38.2% dal campo complessivo. Irving (21 punti e 5 assist) e Tatum (15 punti e 3 rimbalzi) producono sostanza ma non abbastanza energia e la lotta per il primo posto della Eastern Conference con i Raptors si fa sempre più appassionante.

Detroit-LA Clippers 95-108

Le due squadre protagoniste della trade più interessante di gennaio si trovano per la prima volta di fronte sul parquet della Little Caesars Arena e sono proprio gli ex compagni di Blake Griffin a firmare la sua prima sconfitta in maglia Pistons. Partita equilibrata e risolta nell’ultimo periodo da un parziale di 31-15 di Los Angeles che approfitta del momento di vuoto offensivo vissuto da Detroit per scappare con un parziale di 11-3 a sei minuti dalla sirena. Partita nervosa e sentita emotivamente, volano cinque falli tecnici in totale, con Teodosic e Rivers figlio fuori da una parte e i nuovi arrivi Nelson e Ennis non ancora attivi dall’altra. La scossa la regala Lou Williams dalla panchina (26 punti e 6 assist), la sfida tra i migliori rimbalzisti della stagione la vince Drummond, 12 punti e 17 rimbalzi contro i 4 e 17 di Jordan, ma Detroit ha soli tre uomini dalla panchina e non bastano i cinque uomini in doppia cifra del quintetto né Griffin (19 punti, 8 rimbalzi e 6 assist) per evitare il crollo finale. Positivo Gallinari (16 punti, 4 rimbalzi, 2 assist e 2 recuperi) nella terza vittoria consecutiva dei Clippers.

Atlanta-Cleveland 107-123

Da squadra deprimente a spumeggiante in una notte con lo scambio che ha epurato Thomas, Wade e Rose e ringraziando il calendario che ti mette di fronte una delle squadre più sgangherate della Lega. I Cavs ricominciano con una vittoria ad alto punteggio scappando nel secondo tempo alla Philips Arena e LBJ manda un messaggio con tripla doppia annessa (22 punti, 12 rimbalzi e 19 assist, massimo stagionale) e a lui si accoda Korver che firma il proprio massimo stagionale (30 punti e 3 rimbalzi con 7/13 dall’arco) tenendo un clinic di balistica. Hill e Hood non sono ancora con la squadra ma Cleveland tira con il 53.5% dal campo e gli Hawks prima della gara annunciano la rescissione con Belinelli, ora libero di cercarsi una nuova squadra, ufficialmente perché ‘vogliamo dare spazio ai giocatori più giovani’ come dichiara coach Budenholzer a fine partita. In campo Schroder (25 punti, 5 rimbalzi e 4 assist) è il solito faro ma arriva la seconda sconfitta consecutiva e gli Hawks sono al momento la peggiore squadra della Nba.

Philadelphia-New Orleans 100-82

Facile vittoria dei Sixers, terza sconfitta consecutiva per i Pelicans e la conferma che senza Cousins le speranza playoff si affievoliscono drasticamente. Il primo periodo è lo specchio della partita, 32-14 per Philadelphia e nessuna reazione di New Orleans. Si andrà avanti così per il resto della partita, con Embiid dominante (24 punti e 16 rimbalzi) e Simmons tolto dal campo nel quarto periodo (10 punti, 9 rimbalzi e 8 assist) sfiorando la tripla doppia in 25 minuti ma preservato per le partite che varranno i playoff visto che arriva la notizia che Fultz, prima scelta dell’ultimo draft, potrebbe non rientrare prima della prossima stagione. I Pelicans tirano con il 34.7% dal campo, Davis è particolarmente stanco (14 punti e 8 rimbalzi con 6/19 dal campo) e non ha supporto dal quintetto in una serata a senso unico.

Utah-Charlotte 106-94

I Jazz continuano a essere la squadra più calda della Nba, la loro striscia di vittoria consecutive sale a otto e gli Hornets, tenacemente aggrappati alla partita per tre quarti, si arrendono quando Rubio e Ingles vanno al lavoro sul finale del terzo quarto. Hood e Johnson sono partiti nella trade che ha coinvolto anche Cleveland, Lakers, Miami e Sacramento ma non se ne accorge nessuno. Tutti si accorgono di Donovan Mitchell (25 punti, 6 rimbalzi e 4 assist) che anticipa la gara delle schiacciate con un paio di antipasti che deliziano il pubblico, Ingles tocca il suo massimo stagionale (23 punti e 5 assist) e Gobert (20 punti, 11 rimbalzi e 3 assist) è il motivo per il quale Utah è diventata una squadra da corsa dal suo ritorno. Charlotte perde la terza partita consecutiva nonostante un discreto Walker (19 punti e 3 rimbalzi) senza ottenere risposte sostanziose dal resto del quintetto nel momento in cui la partita scivola via.

Miami-Milwaukee 91-85

E’ la serata del ritorno di Dwyane Wade e tutti gli sguardi sono su di lui, che gioca una partita marginale. Ma l’entusiasmo generato dalla mossa di mercato permette agli Heat di vincere una preziosa partita in chiave playoff dopo cinque sconfitte consecutive ed è il 30-8 dei padroni di casa nel terzo periodo a indirizzare la partita. I Bucks provano nel finale a rientrare ma lo fanno troppo tardi e pagano lo scarso contributo della panchina oltre che il 30% dall’arco. Antetokounmpo (23 punti, 11 rimbalzi e 3 assist) offre energia ma perde 5 palloni, Bledsoe (19 punti e 6 assist) aggiunge pepe sul perimetro ma Milwaukee gioca una delle peggiori prestazioni offensive stagionali e viene punita da Tyler Johnson (19 punti e 6 rimbalzi) e da una panchina che ridotta a soli quattro uomini produce 38 punti. In area Whiteside (12 punti e 16 rimbalzi) è una calamita e da Cleveland è LeBron James a mandare la propria benedizione per il ritorno a casa del compagno con cui a Miami ha vinto due titoli.

Chicago-Minnesota 114-113

Nella serata degli incroci tra ex è anche il turno di Jimmy Butler per la prima volta a Chicago da avversario. Il suo ritorno allo United Center è rovinato proprio da Zach LaVine, coinvolto nella trade estiva, che segna sei punti nel finale e gioca la migliore partita in maglia Bulls (35 punti, 5 rimbalzi e 2 recuperi) dal suo ritorno dall’infortunio. L’intero quintetto di casa va in doppia cifra con Grant protagonista in regia (14 punti e 11 assist) e un solido Holiday sul perimetro (12 punti, 6 rimbalzi e 4 assist). Per i Wolves è la seconda sconfitta consecutiva nonostante Butler faccia di tutto per rendere il suo ritorno indimenticabile (38 punti, 7 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi) e il pubblico di Chicago lo accolga calorosamente. A Minnesota manca il solito Towns offensivo (14 punti con 3/8 dal campo) e Wiggins è pigro a rimbalzo, problema di intensità che spesso lo affligge durante la regular season.

Sacramento-Portland 100-118

I Blazers tentano una prima fuga nel primo tempo, vengono raggiunti nella seconda parte del terzo periodo e poi la chiudono con un 19-0 di parziale firmato prevalentemente da Lillard. La stella di Portland è incandescente (50 punti, 8/13 dall’arco, 6 assist e 3 recuperi) e mette in piedi il suo spettacolo in 29 minuti prima che coach Stotts decida di farlo riposare nel quarto periodo. I suoi compagni non devono fare altro che assecondarlo, McCollum ci mette il minimo indispensabile (11 punti e 2 assist) e i Kings non hanno antidoti sul perimetro nonostante una buona tendenza offensiva per tre quarti. L’intero quintetto va in doppia cifra, Randolph (17 punti e 9 rimbalzi) è sempre ispirato contro una delle sue ex squadre ma Sacramento non ha un uomo che possa prendere in mano la partita e la Nba da questo punto di vista non ti perdona in serate del genere.