Nerazzuras mores non violabo

Decenni di Informazioni genetiche non si cancellano in pochi mesi e a me, in fondo, piace di più così

Primo tempo inguardabile, secondo galattico. Queste le parole più usate dal popolo nerazzurro mentre usciva festante da San Siro. A me invece, complice lo striscione della Nord, resta l’immagine di un’Inter nucleica, anzi desossiribonucleicamente acida. La follia è nel suo DNA anche se l’uomo chiamato per riportarla in alto proprio non ne vuole sentire parlare. Le note di Pazza Inter infatti, inno non ufficiale dell’Inter, non risuonano più all’interno dello stadio da agosto 2019. Resta C’è solo l’Inter, a volte nemmeno tutta intera.

Conte potrebbe aver trovato la svolta della stagione nel modo che meno gli piace. Un po’ per caso, un po’ per follia.

Umiliato da Pioli nel primo tempo, il leccese non sembrava aver trovato l’antidoto nemmeno nei primissimi minuti del secondo. I rossoneri sembravano blaugrana e l’aggancio alla Juve un miraggio.

Poi è arrivato il gol di Brozovic: un colpo di fortuna che però ha cambiato i destini del derby e forse dell’intera stagione. Ora c’è la Coppa Italia e poi Lazio-Inter e sarà bello affrontare queste sfide dopo un derby vinto così. Per i calciatori, per l’allenatore e anche per noi.

Ben venga il pragmatico asse cinosalentino, ci mancherebbe altro, ma sono davvero felice di aver ritrovato un pezzo della mia Inter, pazza si ma tanto bella e non solo quando vince. Nerazzuras mores non violabo.

E i rossoneri? Sono distrutti. Ieri sera, sul canale Youtube Numero Diez, ho intravisto un tizio in maglia nerazzurra spaccare i piatti di casa mentre commentava il derby. La frase che riassume tutto potrebbe essere questa: «Vi abbiamo dato due gol di vantaggio, giocavamo col portiere volante e avete perso lo stesso!»