
Curry e i Warriors implacabili, Spurs travolti – Mancava Kawhi Leonard dopo uno dei contatti più discussi nella storia dello sport moderno con Zaza Pachulia in gara 1. Caviglia nel ghiaccio per lui e notte di grande freddo per gli Spurs, che subiscono la peggiore sconfitta ai playoff dell’era Popovich e vengono travolto 136-100 alla Oracle Arena. Lo aveva detto Ginobili che sarebbe stato difficile avere un’altra occasione ghiotta come il prologo per battere i Warriors. Lo sapeva lui e lo sapevano i padroni di casa che dopo il grande spavento e la rimonta da -25 decidono di mettere in chiaro le cose dalla palla a due e continuano la loro marcia impeccabile ai playoff con dieci vittorie senza sconfitte. Stavolta Golden State parte fortissimo, chiude il primo periodo 33-16 mettendo la palla in mano a Steph Curry e ne segna altri 39 nel secondo quarto. All’intervallo è 72-44 e lo scenario contrariamente a gara 1 non cambia nel secondo tempo. I Warriors mettono sulla scacchiera i pezzi pregiati e gli Spurs non hanno armi per reagire, incassando per la prima volta almeno 30 punti in ogni singolo periodo.
Nel secondo tempo il divario si dilata fino a 41 punti e adesso la serie si sposta a San Antonio con una piega già chiara. Il dominio della squadra di Kerr e Brown è tale che può permettersi anche la seconda notte anonima consecutiva di Thompson, 11 punti con 4 assist e 4/10 al tiro, 6/21 nelle prime due gare e vedrete che sarà protagonista all’AT&T Center. Ma Curry sta giocando i migliori playoff della carriera ed è una furia da 29 punti, 7 rimbalzi, 7 assist, 3 recuperi con 8/13 dal campo e 6/9 dall’arco. Lo fa in 30 minuti, praticamente tre quarti scarsi di presenza sul parquet. Durant non deve fare altro che essere chirurgico, 16 punti con 3 assist e 6/10 dal campo, il resto del lavoro lo fa Green che è enciclopedico in ogni fase del gioco. Firma 13 punti, 9 rimbalzi, 6 assist, 2 recuperi, 2 stoppate. Entrambi giocano 27 minuti e la panchina produce 57 punti con 18 e 3 triple del rookie McCaw e in campo si vede anche il giovane McAdoo, 9 punti e 5 rimbalzi. Dominio totale da 56.2% dal campo, 18/37 dall’arco, 40 assist su 50 canestri realizzati di cui 23 nel primo tempo, nuovo record di franchigia e la furia di chi dopo essersi spaventato vuole dimostrare di essere più forte. Talmente forte da non risentire dell’assenza di Iguodala per un problema al ginocchio e dell’infortunio a Pachulia che lo costringe a giocare solo sette minuti. Gli Spurs, svuotati di energie e di rotazioni, non entrano mai in partita, chiudono con 37/100 dal campo provando inutilmente ad aumentare i possessi ma perdono 18 palloni e non hanno una guida da seguire. Ironicamente l’unico positivo è il sostituto di Leonard in quintetto, Jonathan Simmons che segna 22 punti con 3 assist e 8/17 dal campo. Non ci sono altri uomini in doppia cifra, Aldridge fa 4/11 al tiro, Gasol è inconsistente come gli esterni del quintetto e Popovich decide che non vale la pena rischiare Ginobili più di 5 minuti in una serata finita prima ancora di cominciare, dandone tra i 12 e i 26 a sei uomini della panchina. Tutto ruota intorno alle condizioni di Leonard. Se torna, con due partite in casa, la serie può allungarsi. Ma la dimostrazione di forza dei Warriors, in termini di talento e numeri, è impressionante.
EASTERN CONFERENCE
Boston stanotte giocherà gara 1 della finale di Conference contro i Cavs e i Celtics possono già festeggiare. Saranno loro a scegliere per primi al draft di giugno grazie a una trade con i Nets che coinvolse anche Paul Pierce e non succedeva dal 1982 che la squadra con il migliore record della Lega avesse la numero uno. I Lakers all’epoca selezionarono James Worthy, compagno di squadra di Michael Jordan a North Carolina, per entrare nell’epoca dello Showtime. E saranno proprio i Lakers di Magic ad avere la seconda scelta davanti ai Sixers, ai Suns e ai Kings.
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