
EASTERN CONFERENCE
L’uomo del quarto periodo (e dell’overtime) trascina Boston – Playoff, emozioni, prestazioni indimenticabili. L’essenza dell’Nba è tra aprile e giugno ma quella stessa magia, sprigionata in dosi che non sono direttamente proporzionali alla sua stazza fisica, Isaiah Thomas l’ha sparsa in campo durante la regular seasono. Iniziati i playoff ha perso la sorella e, in gara 1 contro Washington, anche un dente. Dove trovi la forza per continuare a trascinare i Celtics è un mistero e tra le storie più belle dello sport moderno. Boston avanza 2-0 nella serie ma per farlo ha di nuovo bisogno di rimontare i Wizards, stavolta con un supplementare, e che il suo folletto scolpisca nella pietra una delle prestazioni individuali più incredibili nella storia della franchigia. Dentro il 129-119 dei Celtics ci sono 53 punti di Thomas, dei quali 29 arrivano soltanto tra quarto periodo e continuazione. Sono 17 minuti nei quali l’intera capitale ne segna 30. E’ la seconda prestazione individuale nella storia dei Celtics ai playoff (Hondo Havlicek ne segnò 54 nel 1973) e arriva nel giorno del compleanno della sorella.
Il copione è lo stesso del prologo, Washington scappa sul 42-29 a fine primo periodo e i Celtics rientrano con 35 punti nel secondo. La capitale torna di nuovo avanti di 14 ma l’ultimo quarto è territorio di Thomas, che produce la furiosa rimonta per introdurre il finale punto a punto. La stella dei Celtics segna lo step back del 112-111 a 46 secondi dalla sirena, Porter Jr trova la tripla del 114-112, Thomas si guadagna i due tiri liberi del pareggio a 14 secondi dalla fine. La combo di Washington nell’ultimo possesso ha due palloni della vittoria, il primo di Wall e il secondo di Beal ma entrambi vanno sul ferro. Il supplementare nemmeno comincia e Thomas ci mette tutti i trucchi del repertorio, jumper, penetrazione nel traffico, fadeaway. Washington segna appena cinque punti e il palcoscenico è tutto per l’uomo che non si arrende mai. Ci sono anche 4 assist e 3 recuperi nel suo 18/33 dal campo. I Celtics tirano il 51.1% dal campo e perdono 16 palloni in un inizio confuso, ma Bradley, Horford e Crowder producono 43 punti supportando il loro trascinatore, la panchina fa lo stesso con 33 punti dei quali 12 con 6 rimbalzi sono di Rozier. L’impatto di Thomas è tale da offuscare una prestazione altrettanto monumentale di Wall, 40 punti e 13 rimbalzi. Ma il suo fatturato ne prevede 33 nel primo tempo, sgonfiandosi progressivamente e non trovando un supporto totale dai compagni.
I Wizards mandano in doppia cifra altri sei uomini, con Gortat da 14 e 10 rimbalzi e Morris da 16 e 6. Ma Beal manca all’appello, 14 punti con 1/9 dall’arco oltre all’errore nell’ultimo possesso. Oubre Jr e Smith dalla panchina sono positivi, ma Jennings e Bogdanovic depongono l’uovo e il 29.4% da tre della capitale è una delle chiavi del secondo tempo e dell’intera serie. che sta sfuggendo a ogni logica e Thomas sta sfuggendo a ogni accorgimento difensivo di Brooks, preoccupato anche per le percentuali dall’arco dei suoi tiratori. Emotivamente sono due partite che per Washington potrebbero pesare, ma non è da escludere un cambio di copione spostandosi al Verizon Center. Ammesso che si riesca a trovare un antidoto all’uomo che non si arrende mai.
Boston | Washington | 2-0 |
Cleveland | Toronto | 1-0 |
WESTERN CONFERENCE
Warriors senza problemi contro i Jazz – Alla Oracle Arena finisce 106-94 per i padroni di casa. E la faccenda può essere vista da due angolazioni. Se siete i Jazz e tenete l’attacco più temuto della storia a 106 punti segnati sui loro canestri, potete essere soddisfatti e dichiarare che il piano partita di Snyder in difesa ha funzionato. Abbassare i tempi e spezzare i ritmi di chi ha più talento e punti nelle mani. Però siete anche i Jazz che in attacco non hanno nessuna possibilità di fare a gara a chi segna di più, anche in una partita nella quale si segna meno del solito, perché non è che i Warriors non difendano. La sintesi è che i favoriti vincono gara 1 controllando progressivamente la partita, andando avanti di 21 nel quarto periodo. Numero di volte in cui Utah è avanti nel punteggio è esattamente zero. E’ questa la chiave della serie. Coach Snyder vede i suoi uomini stare nel piano partita nel primo tempo, con Golden State che non riesce a scappare e chiude avanti 58-46 senza produrre le accelerazioni che avevano travolto i Blazers. Il copione rimane invariato nel secondo tempo ma i Warriors abbattono la difesa dei Jazz e restano sempre avanti in doppia cifra con Durant che a 4 minuti e 34 secondi dalla fine schiaccia il 101-81 che manda i titoli di coda. Come da copione Utah costringe i Warriors a faticare a rimbalzo ma non può fare niente contro i continui tagli in area degli uomini di Kerr. Che infatti tirano dall’arco solo 7/29 ma fanno 33/53 vicino al canestro. Metteteci 32 assist su 40 canestri di squadra e avrete l’altra chiave della partita. L’intero quintetto dei Warriors è in doppia cifra con Curry da 22 punti, 5 assist e 7/11 dal campo con appena una tripla, Durant da 17 e 5 rimbalzi, Thomspon da 15 e 3/8 dall’arco. Anche Pachulia sfrutta gli spazi che si aprono con 10 punti, Green è la solita sapienza miscelata in 17 punti, 8 rimbalzi, 6 assist e 2 stoppate. Il ritorno di Livingston vale 9 punti e 5 rimbalzi in una serata in cui Iguodala non ha impatto. I Warriors perdono appena 7 palloni contro i 13 dei Jazz, che tirano discretamente ma non hanno un vero faro offensivo e sono ancora provati dalla gara 7 a Los Angeles di due giorni prima. Il migliore marcatore è Gobert con 13 punti, 8 rimbalzi e 2 stoppate, ma Hayward si ferma a 12 con 4/15 al tiro e Hill fa anche peggio con 7 punti e 3/9. Snyder prova la carte Joe Johnson in quintetto e ne è ripagato con 11 punti e tre triple, prova anche ad aumentare il minutaggio della panchina e ne ricava 44 punti da sette uomini tra cui 12 e 5 rimbalzi di Hood, ma i Jazz hanno poco di ciò che i Warriors hanno in abbondanza. Talento offensivo e uomini a cui mettere la palla in mano quando vuoi due punti sicuri. Se volete un termometro della diversa pericolosità in attacco, guardate in lunetta. I Jazz fanno 9/12, i Warriors 19/21. Serie che sembra segnata.
Golden State | Utah | 1-0 |
San Antonio | Houston | 0-1 |