Il freddo che riscalda

Tre punti estratti con buona qualità e appena un pizzico di follia da una serata fredda e non banale che non era iniziata sotto i migliori auspici. I volti attorno a me non erano gli stessi e lì per lì ho pensato che potesse essere un primo piccolo segnale di disaffezione. Conoscendo gli umori del popolo nerazzurro un po’ temevo questo ritorno a San Siro dopo la mancata qualificazione agli ottavi di Champions.

Molte tessere sono passate di mano anche se oggi non avviene più uno scambio fisico, basta trasferire una manciata di byte e il gioco è fatto.

Mi sono messo in ascolto per capire che aria tirava e per fortuna era buona. “Quando gioca l’Inter dentro lo stadio non dovrebbe entrare nulla di rossonero“. A un anziano signore non piacevano i colori dei bicchieri della Coca Cola e il fatto che quello fosse un argomento di conversazione mi è parso un fatto positivo. Un segnale di distensione.

Non c’è stato astio nemmeno nel “mica vorranno fare altri dieci minuti così” urlato da una ragazza seduta poche file più in alto quando nel finale l’Udinese provava a farsi sotto. Solo onesta fifa ricordando quei dieci minuti iniziali del secondo tempo in cui in effetti si è realmente rischiato.

E’ una squadra in cui si intravedono chiari margini di crescita, in cui il lavoro dell’allenatore sta iniziando a determinare. Icardi da qualche partita sembra un altro giocatore. E non parlo certo del cucchiaio, che Maurito il Freddo ha eseguito in totale sicurezza, non certo per irridente e stolta spavalderia. Joao Mario sta trovando prestazioni importanti e Spalletti sa benissimo cosa gli manca per fare del portoghese un giocatore davvero forte: un pizzico di cattiveria, di ‘veleno’ come lo definirebbe Gattuso.

I margini di crescita sono già presenti all’interno del gruppo attuale, recuperando la verve di Nainggolan appena starà meglio, ad esempio, e anche facendo in modo di ritrovare il vero Perisic. Per il resto serviranno interventi mirati, e di un certo peso, sul mercato. Ma senza stravolgere, questo non è l’ennesimo anno zero.

Traguardi (e buoni propositi)

A) Qualificazione in Champions senza patire come lo scorso anno. Il potenziale c’è, Marotta lo sa e farà i suoi conti se le cose andranno diversamente.

B) Una Coppa Italia da giocare con intelligenza e senza snobbarla troppo. E’ vero che l’undici migliore dell’Inter forse non è più forte di quello dello scorso anno ma il gruppo nel suo complesso è molto più completo e numeroso. Se non lo usi, in qualche modo lo sprechi.

C) Discorso simile per l’Europa League. Spero che Spalletti la pensi come Carlo Ancelotti, che vuole provarci seriamente col suo Napoli. Anche noi tifosi dobbiamo capire che al momento il nostro livello è questo, che ci piaccia o meno. Qui trovate le idee della redazione sul sorteggio di lunedì.

TABELLINO INTER-UDINESE 1-0


MARCATORE76′ Icardi (R)

INTER:1 Handanovic; 2 Vrsaljko, 6 De Vrij, 37 Skriniar, 18 Asamoah; 20 Borja Valero (55′ 10 Lautaro Martinez) 77 Brozovic, 15 Joao Mario; 16 Politano (85′ 14 Nainggolan), 9 Icardi, 11 Keita  (70′ 44 Perisic). IN panchina: 27 Padelli, 5 Gagliardini, 13 Ranocchia, 23 Miranda, 33 D’Ambrosio, 87 Candreva.

Allenatore: Luciano Spalletti

UDINESE: 1 Musso; 19 Larsen, 5 Troost-Ekong, 17 Nuytinck; 18 Ter Avest (92′ 9 Vizeu), 6 Fofana (85′ 16 Machis), 11 Behrami, 38 Mandragora, 77 D’Alessandro; 10 De Paul, 23 Pussetto. A disposizione: 23 Scuffet, 88 Nicolas, 2 Wague, 4 Opoku, 7 Pezzella, 14 Micin, 15 Lasagna, 21 Pontisso, 72 Barak, 99 Balic

Allenatore: Davide Nicola

Arbitro: Abisso.
Assistenti: Bottegoni – Santoro.
Quarto uomo: Piscopo.
VAR: Calvarese, assistente Schenone.

Spettatori: 
57.025
Ammoniti: Asamoah (I), Politano (I), Musso (U), Lautaro Martinez (I)