
In Cina spero si siano divertiti. Quattro gol in prima serata, emozioni con tanto di scarpata di Zapata al 97′, convalidata grazie alla goal line technology. Insomma questi italiani, questi milanesi, ci sanno fare avranno pensato da quelle parti.
Confesso di trovarmi un po’ spaesato di fronte allo schermo bianco. Ho letto pochissimo e visto ancora meno ma quel poco mi è bastato per capire di vivere in una dimensione emotiva diversa da quella che filtra attraverso il mainstream mediatico.
Il piazzale antistante lo Stadio è quello di sempre. In genere ci arrivo da via dei Rospigliosi, costeggiando il vecchio trotter in rovina, poi percorro il mezzo giro che mi separa dagli ingressi 6 o 7. E’ un modo per entrare nel clima: i tifosi bardati per l’occasione, i cori.
C’è stato l’annuncio del famigerato closing rossonero e ‘Fozza Mila’ va così ad aggiungersi a ‘Fozza Inda’. Poveri cinesi, per loro è molto difficile, almeno quanto lo sarebbe per noi che, infatti, in genere nemmeno ci proviamo a dirlo nella loro lingua.
La situazione però è un po’ comica, non c’è nulla di irrispettoso nel dirlo. Stride un po’ con la sacralità del luogo e dell’evento: Inter-Milan è sempre il Derby di Milano, nonostante tutto.
Un po’ questo, un po’ le interviste di Scarpini nel prepartita, non so bene a chi perché dalla mia posizione sento solo le voci, cominciano ad alterare il flusso delle mie emozioni, che virano verso qualcosa di difficilmente definibile.
Poi, inizia il Derby numero 218. “Facciamo cagare” è il primo commento, sembra provenire dalla fila sotto.
Dopo un minuto, il salvatore della patria Gagliardini (tu quoque?) rischia di regalare il vantaggio ai rossoneri e ci vuole la bravura del solito Handanovic per tenere a galla la squadra di Pioli.
Vedo una sola squadra in campo. Le occasioni a favore del Milan si accumulano, Deulofeu (che fosse forte, lo sapevo) impazza. Verso il 34′, ad esempio, vola via il prode Medel nella corsa, come quei galoppatori di classe, che quando cambiano passo superano gli avversari con uno scatto fulmineo e si involano, solitari, verso il traguardo. E’ ancora una volta San Samir a salvarci in uscita bassa. Fozza Handa.
Poi, succede quel succede. Donnarumma si fa beffare da Candreva e al primo tiro in porta l’Inter passa in vantaggio. Raddoppia persino, sull’asse Perisic-Icardi che conduce l’argentino a marcare la sua prima rete contro i cugini.
I gufi, su WhatsApp, dispiegano le ali. Ci provo a buttare acqua sul fuoco, ma invano. Siamo 2-0 ma non mi sento per niente bene.
Eppure il Milan, costretto a giocare contro natura, attaccando una difesa schierata, fatica. Entra persino Lapadula e di fianco a me qualcuno dallo spiccato accento barese commenta, ironico: “una volta toglievi Sheva per mettere Kaka, oggi…”. Gente che va allo stadio da mille anni e non ha ancora imparato che le partite finiscono al 90′, a volte anche molto dopo. Sono cose da Daspo.
Mai e dico mai mi sono sentito tranquillo. Nemmeno Pioli, forse.
Il finale lo sapete, inutile rivangare. Dopo il gol di Romagnoli era quasi inevitabile prendere il 2-2, anche se è arrivato al 97′, anche se Orsato, anche se tutto quello che volete.
Una squadra seria non si fa rimontare in questo modo, dopo che la sorte fa certi regali, in una partita del genere. L’Inter di due mesi fa però si è come rinsecchita, resta un guscio vuoto spolpato della linfa vitale
Il Milan in questo momento ha forse qualcosa in più di noi. E’ una squadra. Ci sta che attacchi, provi e riprovi, ma non si può praticamente smettere di giocare.
Mi sembra che a Pioli manchi il saper infondere nei suoi uomini quello che serve in queste occasioni. Le cose tecniche le lascio a quelli bravi.
All’uscita dallo stadio, incontro un paio di amici. Certo siamo dispiaciuti, ma, cosa preoccupante, non così tanto. C’è la consapevolezza che per fare una grande Inter manchi più di quanto pensavamo. Concordiamo che Pioli non basta.
Ho visto le pagelle di alcuni siti che vanno per la maggiore, voti altissimi. Ci sarà mica qualche fantacalcio taroccato in giro? Ci saranno mica condomini interi che hanno messo in formazione tutta l’Inter per vedere fioccare tutti questi 7?
Sono rassegnato e depresso. Prestazione da dimenticare, sensazione di inadeguatezza.
Posizione ufficiale concordata a tavola, nel post gara attorno a piatti di salamelle e bottiglie di vino rosso: l’Europa di Serie B, magari dalla porta di servizio dei preliminari a Luglio, non ci interessa. Meglio sprofondare e attendere pazientemente una vera rivoluzione. Che Suning faccia quello per cui ha investito tanti milioni. Basta allenatori-scommessa. Non mi fiderei nemmeno di certi perdenti di lusso il cui nome è stato ultimamente affiancato ai nostri colori.
La grana c’è, lo sappiamo. La si investa bene, usando la testa. Siamo stufi.
Amala.