Football Manager 2020, ovvero l’arte di farsi il calcio quando il calcio non c’è

Il calcio non ci sarà per un po' ma si può rifarlo in casa con Football Manager 2020 Mobile, la versione per smartphone e tablet

Lo sappiamo, lo sport non c’è stato per un po’, il calcio in particolare e se un buon numero di telespettatori ha trovato conforto negli ultimi mesi in una programmazione che ripropone partite del passato recente o remoto (per dire, per un po’ di sere consecutive su Rai Sport sono andate in onda le varie Italia-Argentina dei mondiali dal 1978 in avanti, che poi è il 1986 visto che il mondiale del 1990 e la semifinale di Napoli non si sono mai giocati), molti altri non trovavano sollievo a rivedere eventi di cui già conoscevano il risultato e che non contribuivano a scrivere i risultati futuri. Certo, nelle ultime settimane è tornata la Bundesliga e tante altre leghe minori, ma senza la serie A o almeno la Premier League e la Liga siamo ancora a livello di surrogato buono per arginare ma non per placare l’astinenza. Naturalmente intorno ad aprile l’unico modo per riavere non solo il campionato, ma anche tutto il calcio del mondo, era rifarselo in casa. O meglio sul proprio smartphone.

Football Manager 2020 Mobile

Se fossimo stati negli anni Ottanta si sarebbe andati di Subbuteo a manetta, e in effetti non sono pochi quelli che ancora ci stavano andando regolarmente anche prima dell’epidemia. Ma già se fossimo stati a metà degli anni Novanta ci sarebbe venuto in soccorso Championship Manager, già in circolazione su diverse piattaforme per poi stabilire definitivamente su pc il proprio regno con il nome che conosciamo oggi, quello di Football Manager. Raramente esiste un appassionato di calcio che non conosce FM, magari sono di più quelli che non l’hanno giocato nemmeno una volta, ma la sua crescita è stata talmente esponenziale che anche nel calcio vero spesso lo si è usato per risalire a valori di giocatori e leghe sperdute nel mondo. Ecco, l’essenza è questa ed è per questo che qui si parla di Football Manager e non di Fifa o Pes 20. Questi due sono per chi vuole il calcio giocato sull’erba, c’è un po’ di contorno ma non somiglia se non a tratti al calcio vero che conosciamo sugli spalti o in tv o sui giornali o su internet. La magia di FM è che vi fa immergere dentro un macroambiente nel quale il calcio non si è fermato e non si fermerà mai, interconnesso com’è nella realtà, (quasi) complesso com’è la fuori dalla finestra, e per questo è il migliore antidoto all’astinenza in questi giorni di rimozione forzata dal pallone. Il motivo per cui qui parliamo della versione Mobile, cioè per smartphone e tablet, potrebbe sembrare un controsenso ma in realtà non lo è. Stando in casa molti potrebbero giocarlo su pc, la cui versione è chiaramente più completa e dettagliata, ma la versione Mobile ha il vantaggio di potervi accompagnare ovunque anche dopo, quando l’emergenza sarà finita e la vita fuori seppure diversa sarà di nuovo possibile. Perché con FM si sa dove si comincia ma raramente si conosce la fine. ‘Noi non supereremo mai questa fase’ (cit. inevitabile da Febbre a 90°).

La carriera

Ci sono anche degli scenari da completare, per esempio portare alla salvezza nelle ultime giornate una squadra che naviga in cattive acque o completare una stagione da imbattuti come sembrava che potesse fare la Juve con Cristiano Ronaldo in serie A nel 2018-19, ma il succo è chiaramente la carriera. La versione mobile rispetto a quella pc vi fa scegliere quattro nazioni con rispettive serie minori selezionabili, la vostra fama iniziale (il che incide discretamente sulla vostra capacità di attrarre i giocatori e le società) e si comincia. Abbiamo fatto una rapida prova completando in un paio di giorni la prima stagione e di fatto sostituendo la coppia Fonseca e Petrachi alla Roma, di fatto affascinati dal vedere quante e quali difficoltà avrebbe comportato raccogliere l’eredità e le macerie lasciate da Monchi. La versione Mobile è senza fronzoli, non c’è il motore grafico che accompagna le partite del fratello maggiore, le interazioni con la stampa sono rare e non si può parlare alla squadra prima e dopo la partita (ma ai singoli giocatori in qualsiasi momento della settimana sì), la versione tattica e degli allenamenti è leggermente semplificata ma di base quello che manca sono anche i dettagli che la maggior parte dei giocatori ritiene noiosi e ripetitivi. Anche il calcio mercato non è esente da qualche limite nella gestione delle clausole e le società che non vogliono vendervi i loro giocatori vi sparano cifre che a volte suonano offensive (va bene che Demiral è un prospetto di primo piano, ma capita di offrire 45 milioni e sentirsi rispondere che ne servono 150), ma la magia è intatta. Le decisioni rimangono cruciali e qui per esempio bisogna decidere che fare coi tanti prestiti a fine stagione, da Mancini a Smalling e Kalinic, alla necessità di trovare un terzino sinistro futuribile pensando a Kolarov che non durerà per sempre, provare a prendere un attaccante che faccia rifiatare Dzeko e che gli giochi accanto (soffiando per esempio Muriel all’Atalanta nel mercato invernale, fatto) ma intaccando il budget per l’estate successiva, gestire l’impegno in Europa League come ha fatto la Lazio risparmiando i titolari per buttarsi nella corsa a uno dei primi quattro posti che è l’obiettivo che vi ha dato la società, oppure onorare tutti gli impegni compresa la coppa Italia ma rischiare di avere una rosa che paghi la stanchezza nel momento decisivo della stagione. Ci sono obiettivi che si possono sbloccare, tipo la possibilità di allenare una nazionale, altri che si possono acquistare o conquistare nel corso delle stagioni, tipo la possibilità che un magnate compri la società e qui il modello è più simile al Psg che a Dan Friedkin, se mai ci sarà la transizione con Pallotta. Si comincia e si continua in un ritmo immersivo e frenetico che a volte, oltre a essere estremamente divertente, è anche utile per evitare di passare troppo tempo sui social, su internet e su tutte quelle fonti frammentarie che in un momento del genere rischiano di creare ulteriore confusione. Non sarà il calcio vero, ma è un grande esempio di come le nuove tecnologie possano darci una mano a farci passare il tempo più velocemente in attesa che un arbitro torni a fischiare il calcio di inizio della serie A sul campo vero.