F1 2020 quote antepost, è ancora Hamilton il favorito

Il Coronavirus ha stravolto la F1 rimandando la rivoluzione regolamentare: dal mercato piloti al Das della Mercedes, ecco cosa potrebbe succedere nel 2020

Sarà una F1 anomala, quella del 2020, tra corse cancellate e altre riposizionate più avanti nel calendario. Ma quello che potrebbe fare la differenza, più ancora del Coronavirus, è la scelta di congelare il cambiamento regolamentare nel 2021 e posticiparlo al 2022, con la conferma al prossimo anno del budget cap. Le monoposto 2020 che vedremo in quest’anno solare saranno praticamente le stesse da luglio a dicembre e non saranno tanto diverse da quelle che vedremo in pista nel 2021. E questo porta a diverse ripercussioni sulle quali in questo momento di assenza forzata dei motori vale la pena spendere qualche riflessione.

I valori in campo

Sappiamo per esempio che scuderie in apparente difficoltà nei test come la Ferrari si erano date un range di quattro o cinque gare per testare la propria competitività nel 2020. Nessuno naturalmente lo ha dichiarato ufficialmente, ma la conseguenza fin troppo scontata di un avvio di stagione deludente o della consapevolezza di non riuscire a colmare il gap con la Mercedes avrebbe generato lo spostamento di ogni risorsa al progetto 2021, quello del cambio regolamentare e per il quale si sta già ampiamente lavorando. Ma cosa succede se l’orizzonte più vicino prevede che quel cambio viene spostato al 2022 e che per forza di cose nel 2021 bisognerà tenersi buona la monoposto varata a febbraio? Diverse cose. Che per esempio i valori in campo potrebbero non essere alterati, ma anzi consolidarsi. Se la Mercedes ha un ampio vantaggio, e sembra averlo, è difficile pensare che possa essere azzerato o accorciato dalle sue rivali visto che lo sviluppo di questa generazione di F1 è arrivato praticamente al termine. Inoltre, stando a quanto visto a Barcellona, le uniche difficoltà incontrate dalla scuderia tedesca hanno riguardato l’affidabilità. Che nel medio termine, spalmato su due stagioni, è un parametro più facilmente addomesticabile rispetto alla prestazione. In altre parole è più realistico che la Mercedes riesca a diventare più affidabile, cosa che fisiologicamente avviene per molte scuderie nel corso della stagione, rispetto a vedere Ferrari e Red Bull diventare più veloci per contenderle il titolo. La rivoluzione 2021 nelle intenzioni di Liberty Media serviva soprattutto a rimescolare i valori in campo. La necessità di limitare i costi e spostare la transizione rischia di generare due stagioni nelle quali l’epilogo sarà lo stesso che si è visto dal 2014 in avanti e l’unica differenza sarà quella generata dal mercato piloti. E questa, in un ambiente che sarà provato economicamente dalle conseguenze dello stop, non è un buona notizia dal punto di vista dell’interesse e dello share televisivo. Nessuno, dopo un periodo di crisi, vuole vedere una competizione nella quale si sa già chi vincerà. Figurarsi se si tratta di chi ha già vinto per sei anni consecutivi.

Il calendario

E’ stato condizionato dal Coronavirus e il fatto che ci saranno diverse gare negli stessi circuiti, vedi il doppio esordio in Austria e Silverstone, potrebbe condizionare la spettacolarità delle gare perché è realistico pensare che determinati valori di forza su un certo tipo di circuito possano ripetersi anche nel weekend successivo. Ma con la certezza che sarà una stagione compressa con un numero di gare che potrebbe essere inferiore a sedici, la pressione nei primi appuntamenti estivi per i piloti dei top team potrebbe essere anomala. Sbagliare un paio di gare all’inizio del campionato può significare essere tagliati fuori dalla corsa al mondiale già a inizio agosto e lo stesso vale per i rapporti di forza all’interno della propria squadra, vedi Ferrari con Vettel e Leclerc. Se paradossalmente Hamilton sbagliasse l’inizio della stagione e Bottas andasse in fuga nella classifica piloti, come è già successo in passato, come reagirebbe la Mercedes? Da questo punto di vista può essere proprio il calendario a riservare le maggiori sorprese della stagione.

Il mercato piloti

Una variante del capitolo precedente. C’era chi, con in vista la rivoluzione regolamentare, sarebbe stato disposto a cambiare scuderia visualizzando la possibilità di saltare su una monoposto più competitiva. Altri, come Sebastian Vettel, in scadenza di contratto, sanno già che il 2020 sarà l’ultima stagione in una determinata scuderia. Adesso anche i piloti sanno che i valori probabilmente resteranno gli stessi non per una ma per due stagioni. Alcuni potrebbero non avere motivo di fare un salto che non sarebbe più nel vuoto, ma nel conosciuto. Altri, che potevano avere motivi di cambiare, potrebbero non trovare nei team principal delle controparti disposte a trattare sapendo che nessuno in questo momento solo con il proprio talento sarebbe in grado di garantire un salto di qualità nei risultati. Il mercato piloti nella fase centrale della stagione diventa un tema caldo e appassionante, e potrebbe smettere di esserlo fino al 2022 al di là del domino innescato dalle scelte Ferrari con l’arrivo di Sainz e l’approdo di Ricciardo alla McLaren. Significa che l’estate 2021 probabilmente non porterà nessuna novità da questo punto di vista perché tutte le scuderie avranno già in squadra le coppie che guideranno nel 2022 con il cambio regolamentare. In poche parole, il mercato nel 2020 finisce prima ancora che la stagione sia cominciata e nel 2021 potrebbe non cominciare affatto se non per le scuderie minori.

Il Das

Per ultimo il famigerato dispositivo montato sul volante dalla Mercedes nei test a Barcellona. La federazione si era affrettato a dichiararlo legale per il 2020 ma illegale per il 2021. Ma visto che la stessa federazione ha confermato che nel 2021 le monoposto saranno le stesse del 2020, come verrà considerato il Das nella prossima stagione? Legale o illegale? Se la Mercedes dovesse scoprirne un’effettiva utilità, potrebbe spingere perché venga dichiarato legale anche nel 2021 e sotto molti aspetti giuridici potrebbe anche avere ragione. Ma se la Fia continuasse a percorrere la stessa strada intrapresa a febbraio, non avrebbe alternative a dichiararlo illegale già da subito, nel 2020, annullando la propria stessa decisione. Da una parte la squadra dominante con un’arma che potrebbe amplificarne ulteriormente il vantaggio, dall’altra una federazione che raramente negli ultimi anni ha avuto tempistiche illuminate e trasparenti nelle proprie scelte. Un garbuglio regolamentare nel quale potrebbero intervenire altre scuderie, vedi Ferrari e Red Bull già aspramente nemiche nella questione relativa alla regolarità della power unit di Maranello, e che rischia di generare ulteriore confusione.

Quote F1 2020

Naturalmente per quanto visto a Barcellona è Lewis Hamilton il favorito per il titolo mondiale, sarebbe il quarto consecutivo e il settimo in carriera. Secondo i bookmakers italiani è Verstappen l’antagonista principale, più di Bottas e soprattutto più di Leclerc e Vettel che ai nastri di partenza sono considerati come outsider.

Pilota Bet365 Eurobet
Hamilton 1.61 1.45
Verstappen 5.50 6.00
Bottas 9.00 8.00
Leclerc 9.00 7.00
Vettel 17.00 9.00
Albon 101.00 101.00

 

La Mercedes è la favorita per il titolo costruttori con quote quasi irrisorie. Più incerta la situazione per il secondo gradino del podio con alcuni bookmaker che vedono favorita la Ferrari nel ruolo di antagonista della scuderia tedesca e altri che offrono quote più basse per la Red Bull.

Scuderia Bet365 Eurobet
Mercedes 1.25 1.20
Red Bull 5.50 7.00
Ferrari 8.00 5.50