Il cedimento strutturale dell’EA7 Milano, l’ennesimo. Ma Pianigiani minimizza…

Alla Final Eight di Firenze, l'EA7 rimedia una figuraccia cedendo di schianto contro Cantù e subendo 105 punti.

Coppa Italia Milano crolla dimissioni Pianigiani in arrivo dopo l’ennesima figuraccia?

E’ finita con Giorgio Armani che usciva dal Mandela Forum di Firenze dileggiato dagli Eagles di Cantù e insultato anche dagli ultra’ di Milano, che nella precedente ora e mezzo avevano distribuito il proprio disappunto tra staff dirigenziale, coach e giocatori biancorossi. Se nei primi due quarti di finale Avellino e Venezia avevano tradito le aspettative e i propri tifosi, il cedimento di Milano è stato strutturale. Ingiustificabile. Verticale.

Ci si aspettava una reazione forte quanto la delusione provata dai tifosi dell’EA7 e invece nella conferenza stampa di fine partita, le parole di Simone Pianigiani sono state piuttosto tiepide, poco aderenti a una figuraccia spaventosa. “Vorrei avere qualcosa di intelligente da dire ma prevale l’amarezza. Ci tenevamo a fare un’altra partita e ci tenevano i giocatori. Non è stato un problema di impegno. Complimenti a Cantù: con il suo inizio ci ha mandato fuori giri. Abbiamo incassato 105 punti ma alzando il ritmo per cui il vero problema è stato l’attacco, i lay-up sbagliati o le palle perse. Per tutto il primo tempo abbiamo provato a tenere un lungo in campo ma ci siamo solo incartati. Bravi loro perché abbiamo giocato come volevamo loro e noi con cinque piccoli non siamo altrettanto validi o abituati. Ora è un momento di riflessione perché siamo a febbraio. Volevamo arrivare con una tensione diversa a questa partita. Sta succedendo a tutti, qui e in giro per l’Europa, e proprio per questo eravamo allertati ma quell’avvio ci ha spiazzato. Questa è una cicatrice profonda, spero ci renda più forti”.

Cantù ha dominato, nel punteggio e nel controllo del ritmo: l’EA7 ha inseguito la Red October quanto Pianigiani è corso dietro a Sodini: 57 punti subiti nel primo tempo col 62% da due, una sola squadra in campo e l’altra a pascolare, con e senza Davide sul parquet. Al punto che verrebbe da sperare che al contrario di quanto dichiarato dall’ex tecnico della Nazionale, il problema sia stato di impegno.

O almeno di sottovalutazione di un avversario privo di Culpepper e Crosariol. Non è la prima volta quest’anno che Milano imbocca il tunnel degli spogliatoi a testa bassa, ma quanto visto a Firenze è francamente intollerabile. Qualcuno faccia qualcosa, ora che due obiettivi stagionali su tre sono compromessi.

In tarda serata poi Livio Proli ha blindato la posizione del tecnico (“ho visto come ha preparato la partita, i giocatori hanno fatto il contrario di quanto gli era stato detto”), chiedendo scusa ai tifosi a nome di società, staff e squadra. “Inaccettabile una simile mancanza di personalità, non c’è stato mezzo momento di reazione“. 

Foto Ufficio Stampa Olimpia Milano