Il cedimento strutturale dei Chicago Bulls, -56 in casa contro i Celtics

Record negativo di franchigia per i Tori, umiliati allo United Center nonostante i cambi di massa decisi da coach Boylen.

Due sere fa i Chicago Bulls hanno toccato il punto più basso della loro gloriosa storia. I Tori hanno infatti perso in casa con i Boston Celtics 133-77, rimediando così 56 punti di scarto, record negativo per la franchigia nella storia della NBA.

Evidentemente il licenziamento di coach Fred Hoiberg non ha sortito effetto, nonostante la dirigenza del club avesse motivato la decisione con la volontà di “ricatturare quello spirito e quell’energia”. Dopo 5 minuti del primo quarto l’intero quintetto dei Bulls (Ryan Arcidiacono, Zach LaVine, Justin Holiday, Wendell Carter Jr. e Lauri Markkanen) è stato sostituito dal nuovo allenatore Jim Boylen, con Boston avanti 17-0. Giocatori umiliati? “Penso che di imbarazzante ci fosse solo la nostra prestazione – ha spiegato Boylen – io li ho sostituiti per salvarli da una figura peggiore. Stiamo parlando di pallacanestro giocata da professionisti, che hanno il dovere di onorare il gioco: se c’è stato qualcosa di imbarazzante, stasera, è l’aver giocato senza impegno indossando la maglia dei Bulls. Ho lavorato per Gregg Popovich, uno che era solito sostituire in gruppo tutti e cinque i suoi giocatori. Nessuno gli ha mai detto niente: pensava fosse la cosa migliore per la sua squadra, così come lo pensavo io stasera. Volevo dare una chance alla nostra panchina e vedere se sarebbero stati in grado di raddrizzare la nave. Se non mi piace la combinazione di cinque giocatori in campo, sono libero di cambiarla, farli sedere tutti e lasciarli un attimo a riflettere su quanto fatto”. La squadra ovviamente è stata salutata dai fischi dello United Center, a fine partita.

Le sostituzioni di gruppo non sono state gradite da Zach LaVine, l’unica stella di Chicago: “Non possiamo fare altro che quello che ci dice di fare. Noi lavoriamo duro, personalmente cerco di dare il massimo ogni giorno. Indipendentemente da quello che è il risultato vorrei essere in campo a giocare ma ovviamente oggi non ne abbiamo avuto l’opportunità. È stato imbarazzante, avrei voluto restare in campo e continuare a giocare: così fa schifo, ti sembra di non aver fatto nulla di male. Certo, ci hanno sorpresi, fin dalla palla a due e ovviamente il coach non l’ha presa bene. A volte accade nella NBA, nel secondo quarto abbiamo comunque reagito”.

Non la pensa così Lauri Markkanen, il finlandese da poco rientrato nelle rotazioni dopo l’infortunio: “Ci siamo meritati la sostituzione di massa”. I cinque giocatori di Chicago schierati in quintetto hanno chiuso l’infausta serata con la miseria di 27 punti, il peggior totale dalla gara del 10 novembre 2007 contro Toronto, più di dieci anni fa, mentre il -56 finale è come detto il peggior risultato nei 53 anni di esistenza della franchigia dell’Illinois ma anche (vista dalla prospettiva di Boston) la più larga vittoria esterna nella storia della NBA, pareggiando quella ottenuta da Seattle a Houston il 6 dicembre 1986.

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