Calcio italiano, i criteri e le scelte per la ripartenza

La serie A sarà la prima a ripartire con ritiri contingentati, test ogni 48 ore e gare a porte chiuse, si ricomincia dalla coppa Italia?

La Federcalcio, di concerto con la commissione medica, ha stabilito una serie di criteri per la ripartenza dell’attività sportiva in Italia che per il momento dovrebbe seguire le date indicate in precedenza. Allenamenti a partire dal 4 maggio e ritorno in campo fissato a giugno, all’inizio del mese nella più ottimistica delle previsioni. Questa la struttura dei provvedimenti che dovranno fare in modo di permettere alla serie A, che sarà la prima a ricominciare, di garantire e mantenere la sicurezza di giocatori, staff e addetti ai lavori che ruotano intorno agli eventi della massima serie.

Allenamenti

I giocatori prima di ottenere il lasciapassare per riprendere gli allenamenti dovranno sottoporsi a visite accurate di idoneità al fine soprattutto di stabilire eventuali danni e disfunzioni cardiache. Verranno successivamente sottoposti a due tamponi in un arco temporale compreso tra le 72 e le 96 ore e a test sierologici ogni due giorni. Perché questo sia possibile serviranno tamponi e reagenti che secondo Walter Ricciardi dell’Oms saranno a disposizione entro fine mese. Ma per non gravare sul servizio sanitario nazionale e non dare l’impressione che il calcio goda di una corsia preferenziale in un periodo di assoluta emergenza sarà la Lega a pagare il costo per test e tamponi.

Isolamento

La fase più delicata della ripresa non è legata soltanto alla ripartenza, ma anche a evitare la possibilità che un nuovo stop possa definitivamente cancellare la stagione. Per questo l’idea della Figc già più volte illustrata e presa in considerazione anche da altri sport di squadra è quella del ritiro permanente per almeno un mese. Staff, giocatori e dipendenti saranno contingentati e per almeno un mese nessuno potrà entrare o uscire e nemmeno tornare a casa. Anche gli arbitri dovranno andare in ritiro. I giocatori verranno divisi in tre fasce, chi ha avuto il Covid-19, che è attualmente positivo e chi non lo ha mai avuto. Successivamente verranno fatti a tutti i giocatori (ma è da capire se anche staff e addetti ai lavori dovranno essere sottoposti allo stesso protocollo) test sierologici ogni 48 ore in modo che i positivi possano essere isolati e permettere agli altri di continuare l’attività. Se si ricominciasse a giocare, oltre agli infortuni l’altra grande incognita sui risultati sarebbe legata alla possibilità che le squadre possano perdere i propri giocatori positivi ai test. A quel punto, se anche gli altri continuassero a giocare, potrebbero non averli a disposizione per almeno un mese e un’altra incertezza è legata ai tempi di recupero, visto che durante l’isolamento non potrebbero allenarsi e avrebbero bisogno di altre settimane per recuperare la condizione.

Calendari e criteri di ripresa

Si è parlato negli ultimi giorni di ripartire non con le gare della serie A ma dalle due semifinali di ritorno della Coppa Italia, Juve-Milan e Napoli-Inter. Questo permetterebbe da un lato una prima verifica sull’efficacia delle norme adottate e dall’altro di dare alla Lega più tempo per organizzare la ripartenza. Si giocherà a porte chiuse e questo è l’unico elemento sul quale non si discute, ma è altamente probabile che le squadre del nord dovranno trovare un campo neutro nel quale giocare ‘in casa’ oltre che una sede per il ritiro. Tutte scelte che richiedono sopralluoghi, verifiche e tempo. Di sicuro il calcio che ricomincerà nella prima fase sarà solo quello della serie A, perché per la B non esistono le condizioni logistiche per una ripresa in sicurezza, dalle foresterie per il ritiro ai costi per i trasferimenti. A cascata lo stop a tempo indeterminato della serie B ha ripercussioni anche sulla serie C e sui criteri di scelta di promozioni e retrocessioni che dovrebbero essere stabilite a tavolino se i campionati non fossero completati. Il rischio di una serie infinita di ricorsi che blocchi la transizione verso la prossima stagione è uno degli scenari che il calcio italiano proverà a evitare.