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Lance Armstrong
Messaggioda luigi21 » 18/01/2013 - 13:35
da gazzetta.it
Armstrong: "Doping in tutti i 7 Tour vinti
Passerò la vita a scusarmi"
AUSTIN (Stati Uniti), 18 gennaio 2013
Nell'intervista a Oprah Winfrey la confessione: "Epo, trasfusioni e cortisone, era come riempire le borracce. Mi dopavo prima del cancro e negli anni delle vittorie in Francia. Ora sono più felice di prima"
I primissimi minuti dell’intervista di Oprah sono i più forti. Fanno il gioco del sì e del no. “Ha fatto uso di sostanze dopanti?”. “Sì”. “Ha fatto uso di Epo?”. “Sì”. “Ha fatto uso di trasfusioni?” “Sì” “Di cortisone e di testosterone?” “Sì”. Dunque è vero, il Cowboy si dopava. Si sapeva, ma sentirlo dire da lui mentre si morde continuamente le labbra è scioccante. Armstrong fa un mea culpa, si autocondanna, si dichiara colpevole. Ma il pentimento? Quello non c’è. Perché per lui doparsi era come “gonfiare i tubolari o riempire d’acqua le borracce”. Insomma, una cosa normale. “Su duecento corridori nel gruppo, forse erano in cinque o sei a non farlo. Ma ora con il passaporto biologico e i test fuori competizione è molto più complicato”.
SUL DOTTOR FERRARI — Nega di aver mai forzato i compagni a fare come lui e dice chiaramente che “era impensabile vincere senza usare queste sostanze”. Si autoaccusa, ma in qualche modo traspare una sorta di auto-giustificazione. Ha mai pensato di essere un imbroglione? “Mai. Ero persino andato a controllare il significato della parola “Cheat”. Vuol dire prendersi un vantaggio sugli altri. Ebbene questo vantaggio non c’è mai stato”. Dunque il doping come sistema collettivo per andare in bicicletta. Si autoaccusa, ma non fa altri nomi. Salva persino il dottor Ferrari: “Lo ritengo una brava persona e intelligente”. Conferma che al Tour del 1999, quando fu trovato positivo al cortisone, una ricetta medica fu retrodatata. Confermando la versione della sua ex massaggiatrice, Emma O’Reilly. Con la quale si scusa. Ma nega di aver fallito un test al Tour di Svizzera e di essere stato coperto. Si scusa anche con gli Andreu: “ma gli ho fatto troppo del male per poter ottenere il loro perdono”. Dice che il suo grande errore è stato tornare alle corse nel 2009 (“in quei due anni, però, ho corso pulito”). “Se non lo avessi fatto, oggi non saremmo seduti qui. Ha scatenato la gelosia di Floyd Landis che si è sentito ostracizzato dal ciclismo. E da lì è cominciata la caduta”.
L'UNICA EMOZIONE — L’unico momento in cui si emozionato è stato alla fine della puntata, la prima. Oprah gli chiede se avrebbe fatto qualcosa di diverso quando l’Usada gli ha chiesto di collaborare. “Sì, ho sbagliato a cercare di combatterla. Oggi dico che avrei dovuto reagire in modo diverso. Forse era il momento per dire: “Datemi tre giorni per avvertire la mia famiglia, gli sponsor e la gente vicina a me. Vorrei tornare a quel giorno per poter affrontare quella situazione in modo completamente diverso”. Insomma, avrebbe collaborato. E’ forse la frase più bella e sincera che gli esce in tutta la serata.
Doping, Armstrong confessa
L'Intervista di Oprah Winfrey
AUSTIN (Stati Uniti), 18 gennaio 2013
L'intervista integrale che segna la fine di un'era. "Ho preso Epo e sostanze proibite negli anni Novanta e fino al 2005. Senza doping non si vincono 7 Tour. Questa storia era perfetta per così tanto tempo: battuto il cancro, vinto tutto, un matrimonio perfetto. Ma non era vero. Su 200 corridori al Tour ce n'erano 5 puliti. Ferrari è una brava persona, non un mostro". Il Cio: "Restituisca il bronzo olimpico di Sydney 2000"
E' l'intervista più importante nella storia del ciclismo, sicuramente una delle più importanti dello sport. Lance Armstrong, per la prima volta, ammette di aver fatto uso di doping. Ecco le parti più importanti trasmesse da Own, il canale fondato dalla regina dei salotti, Oprah Winfrey, riportate in tempo reale con il commento dei giornalisti della Gazzetta dello Sport.
2.42 — Simone Sandri e Massimo Lopes Pegna ci accompagnano in questa lunga diretta. Claudio Gregori ci aiuterà a ripercorrere i casi più clamorosi di sportivi caduti nella rete del doping. Pier Bergonzi, per cominciare, traccia un profilo del campione passato dalla gloria dei 7 Tour de France vinti alla polvere del sospetto e della colpa.
2.52 — L'intervista è stata registrata in un hotel di lusso di Austin, in Texas, la città dove risiede Armstrong. Nelle oltre tre ore di girato - che lo staff della Winfrey ha deciso di dividere in due parti trasmesse stanotte e domani alla stessa ora - Armstrong avrebbe scagionato i suoi ex compagni di squadra pur parlando di doping "endemico". Le sue parole suscitano molti interrogativi sulle reali dimensioni del fenomeno nel ciclismo. Ed è significativo che, senza nemmeno aspettare le due serate tv il Comitato olimpico internazionale, ha detto la sua con poche durissime parole rivolte all'ex campione: restituisca la medaglia di bronzo vinta nella prova su strada ai Giochi di Sydney 2000.
2.56 — Quattro minuti all'inizio della trasmissione su Own. In attesa del programma della Winfrey, il direttore sportivo del Tour, Christian Prudhomme, è stato laconico: "Per noi Armstrong appartiene al passato", brucia troppo quell'inganno perpetrato per anni alla corsa più prestigiosa del mondo. Prudhomme non nega la sorpresa: "Fino a pochi giorni fa, nessuno avrebbe immaginato una confessione". Armstrong ha vinto 7 Tour de France consecutivi dal 1999 al 2005.
3.02 — E' iniziata l'intervista, Oprah ha chiesto ad Armstrong se ha fatto ricorso ad Epo. La risposta è stata "Sì". "Ho iniziato con il cortisone a inizio carriera, poi a metà anni novanta l'Epo. E’ troppo tardi per la mia ammissione secondo la maggior parte delle persone, ed è colpa mia. E' una grossa bugia quella che ho ripetuto tante volte".
3.05 — "Questa storia era così perfetta per così tanto tempo: ho battuto il cancro, ho vinto sette tour, con un matrimonio perfetto. Ma non era vero..."
3.08 — "Le colpe sono tutte mie. Sono abituato a controllare tutto nella mia vita. Ho perso il controllo quando questa situazione è diventata più grande di me. Vincere senza doping nella mia generazione non era possibile. Non avevo accesso a cose che altri corridori non potessero prendere".
3.10 — Ancora Armstrong, che ha risposto con una serie di "Yes" alle prime domande, dirette, della Winfrey, sull'assunzione di sostanze proibite. "La cultura in quel momento era quella che era, senza doping non si vincono 7 Tour... Qualcuno dice che c’erano 200 corridori al Tour e forse 5 non si dopavano... penso che aveva ragione. L’idea che qualcuno dei mie compagni fosse stato forzato o costretto a doparsi non è vera. Non è facile per uno come me chiamare qualcun altro bugiardo, ma non ho obbligato nessuno a farlo".
3.13 — Claudio Gregori su doping e sport.
LA TRAGEDIA DI SIR SIMPSON 1967 Di doping si muore. Il 13 luglio 1967 nella 13ma tappa del Tour, Marsiglia-Carpentras, 211 km. Il britannico Tommy Simpson, campione del mondo ’65 e vincitore della Sanremo, nominato baronetto dalla regina Elisabetta, beve del brandy che il compagno Colin Lewis ha razziato. Ai piedi del Mont Ventoux mette cognac nella borraccia e vuota due dei tre tubetti di anfetamine, che aveva. Fa un caldo tremendo. A 2 chilometri dalla cima comincia a zig-zagare, poi cade per due volte. Soccorso, muore all’ospedale di Avignone. L’autopsia conferma la presenza di stimolanti.
3.15 — "Era molto semplice. Il cocktail che prendevo era Epo, trasfusioni e testosterone, ma nemmeno troppo...". Paura? "No, non avevo paura di essere beccato". Durante l'intervista Oprah Winfrey tesse il racconto con inserti che riassumono la vicenda e interviste a Travis Tygart, capo dell'Usada che ha chiuso l'inchiesta che ha inchiodato Armstrong.
3.18 — "Due cose sono cambiate: il passaporto biologico, che secondo me funziona, e i test al di fuori delle competizioni. L’accusa che mi sono dopato dopo il mio ritorno non è vero, mi sono dopato l’ultima volta nel 2005. Nel 2009 e 2010 non mi sono dopato e non ho fatto transfusioni, è così".
3.20 — Pier Bergonzi: Fino ad ora Lance ha parlato soltanto di se stesso. Ma quello che ha detto è pesantissimo… E’ molto freddo, non dà l’idea di un vero pentimento.
3.22 — Massimo Lopes Pegna, inviato a Austin (Texas): Lance si morde spesso le labbra. Quasi si entusiasma quando descrive come tutto funzionava alla perfezione. Ma sta facendo molte ammissioni.
3.23 — Ancora Armstrong, incalzato da Oprah Winfrey che ricorda i tempi della Us Postal: "Non avrei potuto licenziare qualcuno perché non si dopava. Io ero il leader, non c'è mai stato un ordine diretto tipo 'se vuoi correre con noi ti devi dopare', non è mai successo".
3.25 — "So di non essere la persona più credibile del mondo ma non ho mai costretto qualche mio compagno a doparsi. La pressione a doparsi da parte mia nei confronti dei miei compagni non è mai esistita".
3.27 — "Per tutta la mia vita quando qualcuno diceva qualcosa che non mi piaceva la mia reazione era di attaccarlo". Questa la risposta sul doping prima della malattia. "Mi dopavo prima del cancro ma non ero un bullo, lo sono diventato dopo".
3.31 — "Dal mio punto di vista doparsi era come mettere aria nelle gomme o acqua nelle borracce, lo facevano tutti: questa almeno era la mia visione".
Armstrong ha vinto 7 Tour: dal 1999 al 2005. Epa
Armstrong ha vinto 7 Tour: dal 1999 al 2005. Epa
3.33 — Le pillole di storia di Claudio Gregori
LA BORRACCIA INFAME DI MERCKX 1969 Eddy Merckx ha inanellato la Sanremo, il giro delle Fiandre, la Liegi-Bastogne-Liegi e domina il Giro d’Italia. Il 30 maggio lascia Gimondi a 1’07” nella cronometro di San Marino. Dopo il giorno di riposo, il 1. giugno, dopo la Parma-Savona, come maglia rosa fa il controllo anti-doping. Il mattino dopo scopre di essere “positivo” per fencamfamina, uno psicostimolante che allevia la sensazione di fatica. Piange e grida la sua innocenza. Montanelli in un fondo del Corriere della Sera, titolato "Tutti a casa", prende le sue difese. Si parla di una borraccia malandrina. Le inchieste, però, confermano la “positività”. Però il 14 luglio l’Uci, calpestando le regole, "sospende" la squalifica di un mese.
3.34 — "Ci sono persone in questa storia che non sono assolutamente dei mostri, Michele Ferrari è una brava persona, una persona intelligente". Oprah chiede: "Ferrari è il gran capo, la mente del vostro doping di squadra?" "No", risponde Armstrong. "Non sono a mio agio a parlare del comportamento di altre persone".
3.38 — "Ero un filantropo ma anche un bugiardo, adesso sto pagando un prezzo alto, ma è tutta colpa mia. Merito quello che mi sta succedendo. Il mio desiderio di vincere a tutti i costi mi ha aiutato quando ho sconfitto il cancro, ma mi ha messo nei guai dopo".
3.43 — Massimo Lopes Pegna da Austin
Lance continua a difendere il dottor Ferrari. Sostanzialmente vuole prendersi le colpe senza coinvolgere altre persone. Forse però non è abbastanza.
Lance Armstrong è nato nel 1971 ed è stato anche campione del mondo. Ansa
Lance Armstrong è nato nel 1971 ed è stato anche campione del mondo. Ansa
3.45 — Ancora Armstrong, siamo a metà della prima parte dell'intervista: "Ho detto delle cose ridicole al termine della vittoria del tour del 2005. A rivederle mi sento ridicolo".
3.47 — "Non mi sembrava sbagliato doparmi". Oprah chiede: "Sentivi che stavi barando". Armstrong: "No, risposta che fa paura vero?".
3.50 — "Per quanto riguarda il doping non avevo un vantaggio rispetto agli altri, eravamo tutti sullo stesso piano. La cosa importante è che sto cominciando a capire quelo che ho fatto. Vedo la rabbia delle persone che ho deluso. Si sentono traditi e hanno ragione, è colpa mia. Passerò il resto della mia vita a scusarmi con queste persone. Sono più felice adesso di prima, in tutta onestà. Oggi sono più felice di ieri".
3.52 — Il commento di Pier Bergonzi
Lance resta glaciale come quando correva. Fa impressione pensare la razionalità assoluta del suo approccio al doping. E ancora adesso dice che non pensava di barare. Considerava il doping esattamente come l’allenamento. Come "l’aria da mettere nei tubolari e l’acqua da mettere nelle borracce”. Terribile! Anche in questa intervista calcola tutto. Sa quello che può e vuole dire.
3.55 — Massimo Lopes Pegna da Austin (Texas)
Nel bar dello sport dove sto seguendo l'intervista ci sono tre schermi sintonizzati e sei persone. E tutte disinteressate. Forse Armstrong poi non è dopo tutto l'argomento così eccitante. Lo trovo comunque sorprendente.
3.56 — Armstrong: "Non ho mai fallito un test antidoping, li ho passati tutti perché non c’era nulla nel mio metabolismo durante le gare. La storia sul mio test positivo al Giro di Svizzera non è vera. Non ci fu nessun meeting segreto con il direttore del laboratorio antidoping, e l’Uci (di cui certo non sono un sostenitore) non ha fatto sparire quel test. Mi hanno chiesto una donazione e io l’ho fatta, senza avere nulla in cambio. Niente a che vedere con il Giro di Svizzera".
4.00 — "Il racconto di Emma O’Reilly (la massaggiatrice della squadra di Armstrong durante le campagne al Tour, una delle prime, grandi, accusatrici del texano, ndr) è vero, lei è una di quelle persone a cui devo delle scuse".
4.04 — "Un mio grande difetto è che mi aspettavo sempre di ottenere quello che volevo. Non ci sono scuse per quello che ho fatto. Ci sono persone alle quali ho fatto del male e che non mi perdoneranno mai, lo capisco. Vorrei riuscire a parlare con queste persone direttamente, questo è uno dei miei obbiettivi".
4.08 — Sullo schermo scorrono le immagini della malattia di Armstrong, colpito dal cancro nel 1996. "Ho parlato con Betsy Andreu (la moglie di Frankie, uno dei suoi compagni di squadra, che ha seguito il momento peggiore della vita di Lance, ricoverato per mesi in ospedale rivelando tutto ciò che aveva preso prima di ammalarsi, ndr), ma non voglio parlare di quello che è successo in quell’ospedale in Indiana. Sì, l'ho chiamata prima di questa intervista, siamo stati 40 minuti al telefono ma non ci siamo riappacificati perché ho fatto loro, a lei e suo marito, troppo male".
4.16 — "Il mio ritorno alle corse non è piaciuto a Floyd Landis. Da li è nato tutto". Landis, compagno di squadra di Armstrong alla Us Postal, è stato tra i primi accusatori del "sistema" doping creato attorno a Lance "Non ho ostracizzato Landis, penso che lo abbia fatto il ciclismo. Se non fossi tornato alle corse in questo momento non saremmo seduti qui". "Rimpiangi di essere tornato?", la domanda di Oprah Winfrey. "Sì".
4.18 — Le pillole di storia di Claudio Gregori
BEN JOHNSON SEUL 1988 Nella finale dei 100 metri ai Mondiali di Roma 1987 Carl Lewis uguaglia il primato del mondo con 9”93, ma il canadese Ben Johnson lo polverizza correndo in 9”83. Nella finale olimpica di Seul, il 24 settembre 1988, Ben Johnson vince ancora col record del mondo, 9”79”, contro 9”92” di Carl Lewis. Tre giorni dopo risulta “positivo” allo stanozolol, uno steroide anabolizzante contenuto nel Winstrol-V usato per ingrassare il bestiame. La Commissione Dubin rivelerà che si dopava dal 1981. Johnson sarà squalificato a vita, dopo esser stato trovato di nuovo “positivo” il 17 gennaio 1993 a Montreal per livelli troppo alti di testosterone.
4.19 — "Siamo qui perché c'è stata un’indagine federale e alcuni ciclisti sono stati chiamati a testimoniare. Poi l'Usada ha iniziato la sua indagine. Quando l’indagine federale è stata chiusa ero convinto di averla fatta franca".
4.21 — Il commento di Pier Bergonzi
Oprah ha studiato tutto il dossier Usada, fa le domande che si devono fare, ma non riesce a entrare in profondità e non riesce a replicare agli spunti di Lance.
4.24 — "La mia reazione all’indagine condotta dall'Usada (che ha portato al bando a vita dal ciclismo e all'annullamento delle 7 vittorie al Tour de France, ndr) è stata quella di combatterla, come ho sempre fatto. Sinceramente, oggi dico che avrei voluto reagire in modo diverso. Potessi tornare indietro direi all’Usada, dopo aver visto le varie testimonianze, 'datemi tre gionri, così che io possa chiamare un po’ di persone, la mia famiglia, i miei sponsor'. Mi piacerebbe poter tornare a quel giorno, ma non posso".
4.29 — Armstrong parla della possibilità di collaborare con l'Usada: "Amo il ciclismo, non ho rispettato le regole ma se dovessero esserci i presupposti di collaborare con una commissione indipendente, e io sarò invitato, lo farò".
4.33 — "Non do nessuna colpa a George Hincapie (compagno di squadra in tutti i 7 Tour vinti dal texano, ndr), lui era il più credibile di tutti, lo conosco da quando aveva 16 anni, siamo ancora buoni amici. George conosce la mia storia meglio di tutti".
Milioni di persone nel mondo hanno seguito l'intervista. Afp
Milioni di persone nel mondo hanno seguito l'intervista. Afp
4.34 — Si è conclusa la prima parte dell'intervista. Domani alla stessa ora la seconda parte. Oprah ha chiuso la trasmissione lasciando intravvedere alcuni flash degli argomenti che verrano trattati: la parte personale, gli affetti, gli sponsor, la fondazione Livestrong e la delusione provocata presso milioni di appassionati.
4.39 — Il commento di Simone Sandri dagli Stati Uniti
Un'intervista a tratti davvero accattivante. Oprah non è la regina dei salotti televisivi americani per caso. Però a me è sembrata un po' troppo accomodante in alcune situazioni. Per esempio avrebbe potuto insistere di più sul tema Ferrari o sulle parole di Betsy Andreu. Lance, invece, a mio avviso è apparso troppo freddo e calcolatore, non credo che questo suon atteggiamento avrà grande appeal sul pubblico americano.
4.40 — Ecco invece il commento di Pier Bergonzi dalla redazione della Gazzetta
Non c’è davvero traccia di pentimento. Oprah un po’ deludente. Ha incassato lo scoop, ma non ha sfruttato l’occasione. Per Lance un barlume di emozione dopo un’ora, per il resto solo una gelida analisi. Resta la confessione epocale. Fa però di tutto per non coinvolgere altri. Salva anche l’Uci. Rivela però che venne “arrangiato” il caso del cortisone al Tour. Resta la seconda parte dell’intervista. Vedremo se Oprah Winfrey si è tenuto qualche asso nella manica. Ma credo che il più Lance lo abbia già detto.
Doping, Armstrong intervista e reazioni
Usada: "Ora testimoni sotto giuramento"
Milano, 18 gennaio 2013
Travis Tygart, capo dell'Usada: "E' un piccolo passo avanti, ma se davvero Lance è sincero dica tutto quello che sa". L'Uci: "Confermato che tra lui e noi non c'era alcuna collusione". "Disappunto ma anche gratitudine" dalla fondazione contro il cancro Livestrong, da lui stesso creata
Le prime reazioni arrivano dagli Stati Uniti ed è significativo che la firma sia quella di Travis Tygart, grande accusatore di Armstrong, e di Livestrong, la fondazione a cui Lance ha dedicato gran parte dei suoi sforzi da filantropo. "Stasera Lance Armstrong ha finalmente riconosciuto che la sua carriera da corridore è stata costruita su una potente miscela di doping e imbrogli", ha detto Tygart, capo dell'Usada, l'agenzia antidoping statunitense che ha inchiodato il texano. "Le sue ammissioni sono un piccolo passo avanti verso la giusta direzione. Ma se è davvero sincero il suo desiderio di porre rimedio agli errori del passato, allora testimoni sotto giuramento e dica tutto quello che sa".
McQuaid — Apprezzamenti anche da parte dell'Uci, che si compiace di fronte alla testimonianza di Lance Armstrong. Il pesidente Pat McQuaid dichiara in una nota: "La scelta di Armstrong di affrontare il proprio passato è un importante passo avanti sulla lunga strada per riparare il danno che è stato causato al ciclismo e per ripristinare la fiducia in questo sport. Lance ha confermato che non vi era alcuna collusione tra l'Uci e Armstrong. Non ci sono stati test positivi che sono stati coperti e le sue donazioni fatte alla Uci dovevano contribuire alla lotta contro il doping. "E' stato sconvolgente vederlo descrivere una litania di reati, il bullismo, il dover sempre mentire a tutti magari con una prescrizione medica retroattiva per giustificare un risultato del test. Tuttavia, anche Lance Armstrong ha detto giustamente che il ciclismo oggi è uno sport completamente diverso rispetto a 10 anni fa. Lance ha espresso il desiderio di partecipare a un processo di verità e riconciliazione, per noi sarebbe il benvenuto".
LIVESTRONG — La fondazione per la ricerca contro il cancro fondata proprio da Armstrong che si è dimesso dal board a novembre, è stata informata prima della messa in onda dell'intervista sul contenuto della confessione. Pur esprimendo il "disappunto", Livestrong "è grata a Lance per la sua guida e il suo esempio di sopravvissuto, per la devozione e lo spirito con cui ha servito la lotta controil cancro".
IL CIO — Già prima che l'intervista fosse trasmessa dal canale via cavo Own il Comitato olimpico internazionale aveva emesso la sua sentenza. "Abbiamo scritto ad Armstrong chiedendo la restituzione della medaglia - ha detto un portavoce del Cio -. La decisione è stata presa dalla giunta prima di Natale, aspettavamo che l'Uci ci confermasse il mancato ricorso di Armstrong contro la squalifica". Il Cio non riassegnerà il bronzo (sarebbe spettato allo spagnolo Abraham Olano Manzano, giunto quarto), dando seguito alla decisione dell'Uci di non dichiarare alcun vincitore per le sette edizioni del Tour che il texano si era aggiudicato prima della radiazione.
I COMPAGNI — Tra i primi a commentare su Twitter l'intervista di Armstrong c'è l'ex compagno alla Motorola, Phil Anderson: "Non ha tirato fuori nulla dal cilindro, almeno per ora".
Armstrong: "Doping in tutti i 7 Tour vinti
Passerò la vita a scusarmi"
AUSTIN (Stati Uniti), 18 gennaio 2013
Nell'intervista a Oprah Winfrey la confessione: "Epo, trasfusioni e cortisone, era come riempire le borracce. Mi dopavo prima del cancro e negli anni delle vittorie in Francia. Ora sono più felice di prima"
I primissimi minuti dell’intervista di Oprah sono i più forti. Fanno il gioco del sì e del no. “Ha fatto uso di sostanze dopanti?”. “Sì”. “Ha fatto uso di Epo?”. “Sì”. “Ha fatto uso di trasfusioni?” “Sì” “Di cortisone e di testosterone?” “Sì”. Dunque è vero, il Cowboy si dopava. Si sapeva, ma sentirlo dire da lui mentre si morde continuamente le labbra è scioccante. Armstrong fa un mea culpa, si autocondanna, si dichiara colpevole. Ma il pentimento? Quello non c’è. Perché per lui doparsi era come “gonfiare i tubolari o riempire d’acqua le borracce”. Insomma, una cosa normale. “Su duecento corridori nel gruppo, forse erano in cinque o sei a non farlo. Ma ora con il passaporto biologico e i test fuori competizione è molto più complicato”.
SUL DOTTOR FERRARI — Nega di aver mai forzato i compagni a fare come lui e dice chiaramente che “era impensabile vincere senza usare queste sostanze”. Si autoaccusa, ma in qualche modo traspare una sorta di auto-giustificazione. Ha mai pensato di essere un imbroglione? “Mai. Ero persino andato a controllare il significato della parola “Cheat”. Vuol dire prendersi un vantaggio sugli altri. Ebbene questo vantaggio non c’è mai stato”. Dunque il doping come sistema collettivo per andare in bicicletta. Si autoaccusa, ma non fa altri nomi. Salva persino il dottor Ferrari: “Lo ritengo una brava persona e intelligente”. Conferma che al Tour del 1999, quando fu trovato positivo al cortisone, una ricetta medica fu retrodatata. Confermando la versione della sua ex massaggiatrice, Emma O’Reilly. Con la quale si scusa. Ma nega di aver fallito un test al Tour di Svizzera e di essere stato coperto. Si scusa anche con gli Andreu: “ma gli ho fatto troppo del male per poter ottenere il loro perdono”. Dice che il suo grande errore è stato tornare alle corse nel 2009 (“in quei due anni, però, ho corso pulito”). “Se non lo avessi fatto, oggi non saremmo seduti qui. Ha scatenato la gelosia di Floyd Landis che si è sentito ostracizzato dal ciclismo. E da lì è cominciata la caduta”.
L'UNICA EMOZIONE — L’unico momento in cui si emozionato è stato alla fine della puntata, la prima. Oprah gli chiede se avrebbe fatto qualcosa di diverso quando l’Usada gli ha chiesto di collaborare. “Sì, ho sbagliato a cercare di combatterla. Oggi dico che avrei dovuto reagire in modo diverso. Forse era il momento per dire: “Datemi tre giorni per avvertire la mia famiglia, gli sponsor e la gente vicina a me. Vorrei tornare a quel giorno per poter affrontare quella situazione in modo completamente diverso”. Insomma, avrebbe collaborato. E’ forse la frase più bella e sincera che gli esce in tutta la serata.
Doping, Armstrong confessa
L'Intervista di Oprah Winfrey
AUSTIN (Stati Uniti), 18 gennaio 2013
L'intervista integrale che segna la fine di un'era. "Ho preso Epo e sostanze proibite negli anni Novanta e fino al 2005. Senza doping non si vincono 7 Tour. Questa storia era perfetta per così tanto tempo: battuto il cancro, vinto tutto, un matrimonio perfetto. Ma non era vero. Su 200 corridori al Tour ce n'erano 5 puliti. Ferrari è una brava persona, non un mostro". Il Cio: "Restituisca il bronzo olimpico di Sydney 2000"
E' l'intervista più importante nella storia del ciclismo, sicuramente una delle più importanti dello sport. Lance Armstrong, per la prima volta, ammette di aver fatto uso di doping. Ecco le parti più importanti trasmesse da Own, il canale fondato dalla regina dei salotti, Oprah Winfrey, riportate in tempo reale con il commento dei giornalisti della Gazzetta dello Sport.
2.42 — Simone Sandri e Massimo Lopes Pegna ci accompagnano in questa lunga diretta. Claudio Gregori ci aiuterà a ripercorrere i casi più clamorosi di sportivi caduti nella rete del doping. Pier Bergonzi, per cominciare, traccia un profilo del campione passato dalla gloria dei 7 Tour de France vinti alla polvere del sospetto e della colpa.
2.52 — L'intervista è stata registrata in un hotel di lusso di Austin, in Texas, la città dove risiede Armstrong. Nelle oltre tre ore di girato - che lo staff della Winfrey ha deciso di dividere in due parti trasmesse stanotte e domani alla stessa ora - Armstrong avrebbe scagionato i suoi ex compagni di squadra pur parlando di doping "endemico". Le sue parole suscitano molti interrogativi sulle reali dimensioni del fenomeno nel ciclismo. Ed è significativo che, senza nemmeno aspettare le due serate tv il Comitato olimpico internazionale, ha detto la sua con poche durissime parole rivolte all'ex campione: restituisca la medaglia di bronzo vinta nella prova su strada ai Giochi di Sydney 2000.
2.56 — Quattro minuti all'inizio della trasmissione su Own. In attesa del programma della Winfrey, il direttore sportivo del Tour, Christian Prudhomme, è stato laconico: "Per noi Armstrong appartiene al passato", brucia troppo quell'inganno perpetrato per anni alla corsa più prestigiosa del mondo. Prudhomme non nega la sorpresa: "Fino a pochi giorni fa, nessuno avrebbe immaginato una confessione". Armstrong ha vinto 7 Tour de France consecutivi dal 1999 al 2005.
3.02 — E' iniziata l'intervista, Oprah ha chiesto ad Armstrong se ha fatto ricorso ad Epo. La risposta è stata "Sì". "Ho iniziato con il cortisone a inizio carriera, poi a metà anni novanta l'Epo. E’ troppo tardi per la mia ammissione secondo la maggior parte delle persone, ed è colpa mia. E' una grossa bugia quella che ho ripetuto tante volte".
3.05 — "Questa storia era così perfetta per così tanto tempo: ho battuto il cancro, ho vinto sette tour, con un matrimonio perfetto. Ma non era vero..."
3.08 — "Le colpe sono tutte mie. Sono abituato a controllare tutto nella mia vita. Ho perso il controllo quando questa situazione è diventata più grande di me. Vincere senza doping nella mia generazione non era possibile. Non avevo accesso a cose che altri corridori non potessero prendere".
3.10 — Ancora Armstrong, che ha risposto con una serie di "Yes" alle prime domande, dirette, della Winfrey, sull'assunzione di sostanze proibite. "La cultura in quel momento era quella che era, senza doping non si vincono 7 Tour... Qualcuno dice che c’erano 200 corridori al Tour e forse 5 non si dopavano... penso che aveva ragione. L’idea che qualcuno dei mie compagni fosse stato forzato o costretto a doparsi non è vera. Non è facile per uno come me chiamare qualcun altro bugiardo, ma non ho obbligato nessuno a farlo".
3.13 — Claudio Gregori su doping e sport.
LA TRAGEDIA DI SIR SIMPSON 1967 Di doping si muore. Il 13 luglio 1967 nella 13ma tappa del Tour, Marsiglia-Carpentras, 211 km. Il britannico Tommy Simpson, campione del mondo ’65 e vincitore della Sanremo, nominato baronetto dalla regina Elisabetta, beve del brandy che il compagno Colin Lewis ha razziato. Ai piedi del Mont Ventoux mette cognac nella borraccia e vuota due dei tre tubetti di anfetamine, che aveva. Fa un caldo tremendo. A 2 chilometri dalla cima comincia a zig-zagare, poi cade per due volte. Soccorso, muore all’ospedale di Avignone. L’autopsia conferma la presenza di stimolanti.
3.15 — "Era molto semplice. Il cocktail che prendevo era Epo, trasfusioni e testosterone, ma nemmeno troppo...". Paura? "No, non avevo paura di essere beccato". Durante l'intervista Oprah Winfrey tesse il racconto con inserti che riassumono la vicenda e interviste a Travis Tygart, capo dell'Usada che ha chiuso l'inchiesta che ha inchiodato Armstrong.
3.18 — "Due cose sono cambiate: il passaporto biologico, che secondo me funziona, e i test al di fuori delle competizioni. L’accusa che mi sono dopato dopo il mio ritorno non è vero, mi sono dopato l’ultima volta nel 2005. Nel 2009 e 2010 non mi sono dopato e non ho fatto transfusioni, è così".
3.20 — Pier Bergonzi: Fino ad ora Lance ha parlato soltanto di se stesso. Ma quello che ha detto è pesantissimo… E’ molto freddo, non dà l’idea di un vero pentimento.
3.22 — Massimo Lopes Pegna, inviato a Austin (Texas): Lance si morde spesso le labbra. Quasi si entusiasma quando descrive come tutto funzionava alla perfezione. Ma sta facendo molte ammissioni.
3.23 — Ancora Armstrong, incalzato da Oprah Winfrey che ricorda i tempi della Us Postal: "Non avrei potuto licenziare qualcuno perché non si dopava. Io ero il leader, non c'è mai stato un ordine diretto tipo 'se vuoi correre con noi ti devi dopare', non è mai successo".
3.25 — "So di non essere la persona più credibile del mondo ma non ho mai costretto qualche mio compagno a doparsi. La pressione a doparsi da parte mia nei confronti dei miei compagni non è mai esistita".
3.27 — "Per tutta la mia vita quando qualcuno diceva qualcosa che non mi piaceva la mia reazione era di attaccarlo". Questa la risposta sul doping prima della malattia. "Mi dopavo prima del cancro ma non ero un bullo, lo sono diventato dopo".
3.31 — "Dal mio punto di vista doparsi era come mettere aria nelle gomme o acqua nelle borracce, lo facevano tutti: questa almeno era la mia visione".
Armstrong ha vinto 7 Tour: dal 1999 al 2005. Epa
Armstrong ha vinto 7 Tour: dal 1999 al 2005. Epa
3.33 — Le pillole di storia di Claudio Gregori
LA BORRACCIA INFAME DI MERCKX 1969 Eddy Merckx ha inanellato la Sanremo, il giro delle Fiandre, la Liegi-Bastogne-Liegi e domina il Giro d’Italia. Il 30 maggio lascia Gimondi a 1’07” nella cronometro di San Marino. Dopo il giorno di riposo, il 1. giugno, dopo la Parma-Savona, come maglia rosa fa il controllo anti-doping. Il mattino dopo scopre di essere “positivo” per fencamfamina, uno psicostimolante che allevia la sensazione di fatica. Piange e grida la sua innocenza. Montanelli in un fondo del Corriere della Sera, titolato "Tutti a casa", prende le sue difese. Si parla di una borraccia malandrina. Le inchieste, però, confermano la “positività”. Però il 14 luglio l’Uci, calpestando le regole, "sospende" la squalifica di un mese.
3.34 — "Ci sono persone in questa storia che non sono assolutamente dei mostri, Michele Ferrari è una brava persona, una persona intelligente". Oprah chiede: "Ferrari è il gran capo, la mente del vostro doping di squadra?" "No", risponde Armstrong. "Non sono a mio agio a parlare del comportamento di altre persone".
3.38 — "Ero un filantropo ma anche un bugiardo, adesso sto pagando un prezzo alto, ma è tutta colpa mia. Merito quello che mi sta succedendo. Il mio desiderio di vincere a tutti i costi mi ha aiutato quando ho sconfitto il cancro, ma mi ha messo nei guai dopo".
3.43 — Massimo Lopes Pegna da Austin
Lance continua a difendere il dottor Ferrari. Sostanzialmente vuole prendersi le colpe senza coinvolgere altre persone. Forse però non è abbastanza.
Lance Armstrong è nato nel 1971 ed è stato anche campione del mondo. Ansa
Lance Armstrong è nato nel 1971 ed è stato anche campione del mondo. Ansa
3.45 — Ancora Armstrong, siamo a metà della prima parte dell'intervista: "Ho detto delle cose ridicole al termine della vittoria del tour del 2005. A rivederle mi sento ridicolo".
3.47 — "Non mi sembrava sbagliato doparmi". Oprah chiede: "Sentivi che stavi barando". Armstrong: "No, risposta che fa paura vero?".
3.50 — "Per quanto riguarda il doping non avevo un vantaggio rispetto agli altri, eravamo tutti sullo stesso piano. La cosa importante è che sto cominciando a capire quelo che ho fatto. Vedo la rabbia delle persone che ho deluso. Si sentono traditi e hanno ragione, è colpa mia. Passerò il resto della mia vita a scusarmi con queste persone. Sono più felice adesso di prima, in tutta onestà. Oggi sono più felice di ieri".
3.52 — Il commento di Pier Bergonzi
Lance resta glaciale come quando correva. Fa impressione pensare la razionalità assoluta del suo approccio al doping. E ancora adesso dice che non pensava di barare. Considerava il doping esattamente come l’allenamento. Come "l’aria da mettere nei tubolari e l’acqua da mettere nelle borracce”. Terribile! Anche in questa intervista calcola tutto. Sa quello che può e vuole dire.
3.55 — Massimo Lopes Pegna da Austin (Texas)
Nel bar dello sport dove sto seguendo l'intervista ci sono tre schermi sintonizzati e sei persone. E tutte disinteressate. Forse Armstrong poi non è dopo tutto l'argomento così eccitante. Lo trovo comunque sorprendente.
3.56 — Armstrong: "Non ho mai fallito un test antidoping, li ho passati tutti perché non c’era nulla nel mio metabolismo durante le gare. La storia sul mio test positivo al Giro di Svizzera non è vera. Non ci fu nessun meeting segreto con il direttore del laboratorio antidoping, e l’Uci (di cui certo non sono un sostenitore) non ha fatto sparire quel test. Mi hanno chiesto una donazione e io l’ho fatta, senza avere nulla in cambio. Niente a che vedere con il Giro di Svizzera".
4.00 — "Il racconto di Emma O’Reilly (la massaggiatrice della squadra di Armstrong durante le campagne al Tour, una delle prime, grandi, accusatrici del texano, ndr) è vero, lei è una di quelle persone a cui devo delle scuse".
4.04 — "Un mio grande difetto è che mi aspettavo sempre di ottenere quello che volevo. Non ci sono scuse per quello che ho fatto. Ci sono persone alle quali ho fatto del male e che non mi perdoneranno mai, lo capisco. Vorrei riuscire a parlare con queste persone direttamente, questo è uno dei miei obbiettivi".
4.08 — Sullo schermo scorrono le immagini della malattia di Armstrong, colpito dal cancro nel 1996. "Ho parlato con Betsy Andreu (la moglie di Frankie, uno dei suoi compagni di squadra, che ha seguito il momento peggiore della vita di Lance, ricoverato per mesi in ospedale rivelando tutto ciò che aveva preso prima di ammalarsi, ndr), ma non voglio parlare di quello che è successo in quell’ospedale in Indiana. Sì, l'ho chiamata prima di questa intervista, siamo stati 40 minuti al telefono ma non ci siamo riappacificati perché ho fatto loro, a lei e suo marito, troppo male".
4.16 — "Il mio ritorno alle corse non è piaciuto a Floyd Landis. Da li è nato tutto". Landis, compagno di squadra di Armstrong alla Us Postal, è stato tra i primi accusatori del "sistema" doping creato attorno a Lance "Non ho ostracizzato Landis, penso che lo abbia fatto il ciclismo. Se non fossi tornato alle corse in questo momento non saremmo seduti qui". "Rimpiangi di essere tornato?", la domanda di Oprah Winfrey. "Sì".
4.18 — Le pillole di storia di Claudio Gregori
BEN JOHNSON SEUL 1988 Nella finale dei 100 metri ai Mondiali di Roma 1987 Carl Lewis uguaglia il primato del mondo con 9”93, ma il canadese Ben Johnson lo polverizza correndo in 9”83. Nella finale olimpica di Seul, il 24 settembre 1988, Ben Johnson vince ancora col record del mondo, 9”79”, contro 9”92” di Carl Lewis. Tre giorni dopo risulta “positivo” allo stanozolol, uno steroide anabolizzante contenuto nel Winstrol-V usato per ingrassare il bestiame. La Commissione Dubin rivelerà che si dopava dal 1981. Johnson sarà squalificato a vita, dopo esser stato trovato di nuovo “positivo” il 17 gennaio 1993 a Montreal per livelli troppo alti di testosterone.
4.19 — "Siamo qui perché c'è stata un’indagine federale e alcuni ciclisti sono stati chiamati a testimoniare. Poi l'Usada ha iniziato la sua indagine. Quando l’indagine federale è stata chiusa ero convinto di averla fatta franca".
4.21 — Il commento di Pier Bergonzi
Oprah ha studiato tutto il dossier Usada, fa le domande che si devono fare, ma non riesce a entrare in profondità e non riesce a replicare agli spunti di Lance.
4.24 — "La mia reazione all’indagine condotta dall'Usada (che ha portato al bando a vita dal ciclismo e all'annullamento delle 7 vittorie al Tour de France, ndr) è stata quella di combatterla, come ho sempre fatto. Sinceramente, oggi dico che avrei voluto reagire in modo diverso. Potessi tornare indietro direi all’Usada, dopo aver visto le varie testimonianze, 'datemi tre gionri, così che io possa chiamare un po’ di persone, la mia famiglia, i miei sponsor'. Mi piacerebbe poter tornare a quel giorno, ma non posso".
4.29 — Armstrong parla della possibilità di collaborare con l'Usada: "Amo il ciclismo, non ho rispettato le regole ma se dovessero esserci i presupposti di collaborare con una commissione indipendente, e io sarò invitato, lo farò".
4.33 — "Non do nessuna colpa a George Hincapie (compagno di squadra in tutti i 7 Tour vinti dal texano, ndr), lui era il più credibile di tutti, lo conosco da quando aveva 16 anni, siamo ancora buoni amici. George conosce la mia storia meglio di tutti".
Milioni di persone nel mondo hanno seguito l'intervista. Afp
Milioni di persone nel mondo hanno seguito l'intervista. Afp
4.34 — Si è conclusa la prima parte dell'intervista. Domani alla stessa ora la seconda parte. Oprah ha chiuso la trasmissione lasciando intravvedere alcuni flash degli argomenti che verrano trattati: la parte personale, gli affetti, gli sponsor, la fondazione Livestrong e la delusione provocata presso milioni di appassionati.
4.39 — Il commento di Simone Sandri dagli Stati Uniti
Un'intervista a tratti davvero accattivante. Oprah non è la regina dei salotti televisivi americani per caso. Però a me è sembrata un po' troppo accomodante in alcune situazioni. Per esempio avrebbe potuto insistere di più sul tema Ferrari o sulle parole di Betsy Andreu. Lance, invece, a mio avviso è apparso troppo freddo e calcolatore, non credo che questo suon atteggiamento avrà grande appeal sul pubblico americano.
4.40 — Ecco invece il commento di Pier Bergonzi dalla redazione della Gazzetta
Non c’è davvero traccia di pentimento. Oprah un po’ deludente. Ha incassato lo scoop, ma non ha sfruttato l’occasione. Per Lance un barlume di emozione dopo un’ora, per il resto solo una gelida analisi. Resta la confessione epocale. Fa però di tutto per non coinvolgere altri. Salva anche l’Uci. Rivela però che venne “arrangiato” il caso del cortisone al Tour. Resta la seconda parte dell’intervista. Vedremo se Oprah Winfrey si è tenuto qualche asso nella manica. Ma credo che il più Lance lo abbia già detto.
Doping, Armstrong intervista e reazioni
Usada: "Ora testimoni sotto giuramento"
Milano, 18 gennaio 2013
Travis Tygart, capo dell'Usada: "E' un piccolo passo avanti, ma se davvero Lance è sincero dica tutto quello che sa". L'Uci: "Confermato che tra lui e noi non c'era alcuna collusione". "Disappunto ma anche gratitudine" dalla fondazione contro il cancro Livestrong, da lui stesso creata
Le prime reazioni arrivano dagli Stati Uniti ed è significativo che la firma sia quella di Travis Tygart, grande accusatore di Armstrong, e di Livestrong, la fondazione a cui Lance ha dedicato gran parte dei suoi sforzi da filantropo. "Stasera Lance Armstrong ha finalmente riconosciuto che la sua carriera da corridore è stata costruita su una potente miscela di doping e imbrogli", ha detto Tygart, capo dell'Usada, l'agenzia antidoping statunitense che ha inchiodato il texano. "Le sue ammissioni sono un piccolo passo avanti verso la giusta direzione. Ma se è davvero sincero il suo desiderio di porre rimedio agli errori del passato, allora testimoni sotto giuramento e dica tutto quello che sa".
McQuaid — Apprezzamenti anche da parte dell'Uci, che si compiace di fronte alla testimonianza di Lance Armstrong. Il pesidente Pat McQuaid dichiara in una nota: "La scelta di Armstrong di affrontare il proprio passato è un importante passo avanti sulla lunga strada per riparare il danno che è stato causato al ciclismo e per ripristinare la fiducia in questo sport. Lance ha confermato che non vi era alcuna collusione tra l'Uci e Armstrong. Non ci sono stati test positivi che sono stati coperti e le sue donazioni fatte alla Uci dovevano contribuire alla lotta contro il doping. "E' stato sconvolgente vederlo descrivere una litania di reati, il bullismo, il dover sempre mentire a tutti magari con una prescrizione medica retroattiva per giustificare un risultato del test. Tuttavia, anche Lance Armstrong ha detto giustamente che il ciclismo oggi è uno sport completamente diverso rispetto a 10 anni fa. Lance ha espresso il desiderio di partecipare a un processo di verità e riconciliazione, per noi sarebbe il benvenuto".
LIVESTRONG — La fondazione per la ricerca contro il cancro fondata proprio da Armstrong che si è dimesso dal board a novembre, è stata informata prima della messa in onda dell'intervista sul contenuto della confessione. Pur esprimendo il "disappunto", Livestrong "è grata a Lance per la sua guida e il suo esempio di sopravvissuto, per la devozione e lo spirito con cui ha servito la lotta controil cancro".
IL CIO — Già prima che l'intervista fosse trasmessa dal canale via cavo Own il Comitato olimpico internazionale aveva emesso la sua sentenza. "Abbiamo scritto ad Armstrong chiedendo la restituzione della medaglia - ha detto un portavoce del Cio -. La decisione è stata presa dalla giunta prima di Natale, aspettavamo che l'Uci ci confermasse il mancato ricorso di Armstrong contro la squalifica". Il Cio non riassegnerà il bronzo (sarebbe spettato allo spagnolo Abraham Olano Manzano, giunto quarto), dando seguito alla decisione dell'Uci di non dichiarare alcun vincitore per le sette edizioni del Tour che il texano si era aggiudicato prima della radiazione.
I COMPAGNI — Tra i primi a commentare su Twitter l'intervista di Armstrong c'è l'ex compagno alla Motorola, Phil Anderson: "Non ha tirato fuori nulla dal cilindro, almeno per ora".
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Re: Lance Armstrong
Messaggioda muffyloffy » 18/01/2013 - 14:07
Non voglio essere banale scontato e venale pero pentirsi semplicemente dopo che t hanno beccato so veramente bravi tutti....Questo signore ( dopato come tutti i ciclisti) durante i suoi anni di carriera si e' goduto fama pubblicita prime pagine sui giornali e gloria vantanto la sua onesta e la sua pulizia e sopratutto facendo leva sulla malattia che aveva avuto..
Guadagnava 12 milioni all' anno solo di sponsorizzazioni mentre il braccialetto che lui sponsorizzava ( per una giusta causa) e vendeva incassava oltre 500 milioni di dollari....
E ora pretende dopo aver preso in giro tifosi, appassionati, il suo sport preferito ma sopratutto se stesso di essere addirittura scusato nn rendendonsi conto di aver forse rovinato definitivamente uno sport che stava tentando di riconquistarsi una legalita e una credibilita che credo ora abbia perso definitivamente...
Guadagnava 12 milioni all' anno solo di sponsorizzazioni mentre il braccialetto che lui sponsorizzava ( per una giusta causa) e vendeva incassava oltre 500 milioni di dollari....
E ora pretende dopo aver preso in giro tifosi, appassionati, il suo sport preferito ma sopratutto se stesso di essere addirittura scusato nn rendendonsi conto di aver forse rovinato definitivamente uno sport che stava tentando di riconquistarsi una legalita e una credibilita che credo ora abbia perso definitivamente...
" Non giocare l'indispensabile per ottenere il superfluo."
" E' il football ragazzi, è tutto qui " cit
" E' il football ragazzi, è tutto qui " cit
Re: Lance Armstrong
Messaggioda luigi21 » 31/01/2013 - 19:12
Da sportmediaset
31 gennaio 2013
RASMUSSEN: "DOPATO PER 12 ANNI"
IL CICLISTA DANESE CONFESSA E SI RITIRA
Ciclismo sotto shock: dopo Armstrong, Michael Rasmussen. Il ciclista danese ha ammesso durante una conferenza stampa trasmessa sulla tv nazionale di aver "utilizzato prodotti e metodologie dopanti dal 1998 al 2010", annunciando di aver iniziato a collaborare con le autorità antidoping. Per dodici anni lo scalatore ha fatto uso di epo, ormone della crescita, testosterone, insulina, cortisone e trasfusioni di sangue.
Rasmussen, 39 anni, era finito sulle prime pagine nel luglio del 2007, quando indossava la maglia gialla di leader del Tour de France e fu indotto dalla sua squadra, la Rabobank, a ritirarsi per alcuni sospetti su pratiche dopanti. In seguito il corridore venne squalificato per due anni dall'Uci.
Il ciclista danese ha ammesso di aver usato sostanze vietate, ma ha rifiutato per il momento di fare i nomi dei suoi complici, annunciando poi la decisione di lasciare l'agonismo e di aver cominciato a collaborare per "fare piazza pulita". Nel dettaglio il ciclista ha spiegato di aver preso accordi con le autorità antidoping danesi, olandesi e statunitensi e l'agenzia mondiale Wada per dare piena confessione e fare i nomi di altri corridori colpevoli, con il divieto però di fornire dettagli alla stampa.
"Ho mentito e truffato, ora mi sento sollevato di poter smettere di farlo - ha spiegato Rasmussen - e sono pronto ad accettare le eventuali sanzioni".
31 gennaio 2013
RASMUSSEN: "DOPATO PER 12 ANNI"
IL CICLISTA DANESE CONFESSA E SI RITIRA
Ciclismo sotto shock: dopo Armstrong, Michael Rasmussen. Il ciclista danese ha ammesso durante una conferenza stampa trasmessa sulla tv nazionale di aver "utilizzato prodotti e metodologie dopanti dal 1998 al 2010", annunciando di aver iniziato a collaborare con le autorità antidoping. Per dodici anni lo scalatore ha fatto uso di epo, ormone della crescita, testosterone, insulina, cortisone e trasfusioni di sangue.
Rasmussen, 39 anni, era finito sulle prime pagine nel luglio del 2007, quando indossava la maglia gialla di leader del Tour de France e fu indotto dalla sua squadra, la Rabobank, a ritirarsi per alcuni sospetti su pratiche dopanti. In seguito il corridore venne squalificato per due anni dall'Uci.
Il ciclista danese ha ammesso di aver usato sostanze vietate, ma ha rifiutato per il momento di fare i nomi dei suoi complici, annunciando poi la decisione di lasciare l'agonismo e di aver cominciato a collaborare per "fare piazza pulita". Nel dettaglio il ciclista ha spiegato di aver preso accordi con le autorità antidoping danesi, olandesi e statunitensi e l'agenzia mondiale Wada per dare piena confessione e fare i nomi di altri corridori colpevoli, con il divieto però di fornire dettagli alla stampa.
"Ho mentito e truffato, ora mi sento sollevato di poter smettere di farlo - ha spiegato Rasmussen - e sono pronto ad accettare le eventuali sanzioni".
Re: Lance Armstrong
Messaggioda luigi21 » 09/02/2013 - 12:09
da sportmediaset
Ciclismo, fu doping per Cipollini
Lo svelano le tabelle di Fuentes
09/02/13
Ora ci sono le prove e le sbatte in prima pagina La Gazzetta dello Sport: anche per Mario Cipollini fu doping. Ci sono le carte che accusano il campione toscano che proprio nel 2002, anno in cui vinse un grande Mondiale, ebbe rapporti con Eufemiano Fuentes. Nella stagione iridata, SuperMario (nome in codice Maria o CP), seguì un programma specifico dettatogli dal medico spagnolo che prevedeva una tabella fatta di trasfusioni, Epo e ormoni.
Da febbraio a ottobre è tutto un "pullulare" di appuntamenti col doping. E non potrebbe essere altrimenti perché chi segue questa strada non può sgarrare. Deve tenere un ritmo costante. Tra Epo e ormoni ci sono di mezzo anche le sacche di sangue pulito (quelle che misero in crisi e portarono alla squalifica anche di Ivan Basso, nome in codice "Birillo").
E' plausibile credere, scrive sempre La Gazzetta dello Sport, che il velocista lucchese, se ne sia fatte iniettare due prima della vittoria a Zolder.
Colpisce anche, guardando questa triste storia, che Cipollini si sia ritirato dalla Vuelta alla 14.ma tappa e dopo aver dichiarato che era comunque al massimo e che proprio per questo motivo non voleva intaccare la sua condizione. Tutto questo schema per seguire passo passo i dettami di Fuentes e della sua banda.
A mettere nell'occhio del ciclone il Re Leone (questo il suo soprannome da corridore) anche il numero di fax rivenuto sulle famigerate tabelle e i pagamenti effettuati al santone del doping. Insomma, un'altra tristissima pagina per questo sport che giorno dopo giorno, inchiesta dopo inchiesta, viene demolito da se stesso.
Ciclismo, fu doping per Cipollini
Lo svelano le tabelle di Fuentes
09/02/13
Ora ci sono le prove e le sbatte in prima pagina La Gazzetta dello Sport: anche per Mario Cipollini fu doping. Ci sono le carte che accusano il campione toscano che proprio nel 2002, anno in cui vinse un grande Mondiale, ebbe rapporti con Eufemiano Fuentes. Nella stagione iridata, SuperMario (nome in codice Maria o CP), seguì un programma specifico dettatogli dal medico spagnolo che prevedeva una tabella fatta di trasfusioni, Epo e ormoni.
Da febbraio a ottobre è tutto un "pullulare" di appuntamenti col doping. E non potrebbe essere altrimenti perché chi segue questa strada non può sgarrare. Deve tenere un ritmo costante. Tra Epo e ormoni ci sono di mezzo anche le sacche di sangue pulito (quelle che misero in crisi e portarono alla squalifica anche di Ivan Basso, nome in codice "Birillo").
E' plausibile credere, scrive sempre La Gazzetta dello Sport, che il velocista lucchese, se ne sia fatte iniettare due prima della vittoria a Zolder.
Colpisce anche, guardando questa triste storia, che Cipollini si sia ritirato dalla Vuelta alla 14.ma tappa e dopo aver dichiarato che era comunque al massimo e che proprio per questo motivo non voleva intaccare la sua condizione. Tutto questo schema per seguire passo passo i dettami di Fuentes e della sua banda.
A mettere nell'occhio del ciclone il Re Leone (questo il suo soprannome da corridore) anche il numero di fax rivenuto sulle famigerate tabelle e i pagamenti effettuati al santone del doping. Insomma, un'altra tristissima pagina per questo sport che giorno dopo giorno, inchiesta dopo inchiesta, viene demolito da se stesso.
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