"Qualche parametro può essere ponderato meglio". Il governo concede solo qualche ritocco alle Regioni
Il ministro Boccia domani vede i governatori sul calcolo di Rt e dei 21 indicatori. Ma la struttura di base non cambia
18/11/2020 19:37 https://www.huffingtonpost.it/amp/entry ... 7XkwgDnstcBy Gabriella Cerami
I 21 parametri certamente non diventeranno cinque, come chiesto dalle Regioni che invocano criteri più semplici e snelli. E anche meno restrittivi. Ma l’esecutivo è pronto a concedere qualche ritocco, nel nome anche dell’unità invocata ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando ha detto “stop a divisioni e polemiche scomposte”. Quindi il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, più volte sollecitato dagli Enti locali, ha convocato per giovedì alle 16 i governatori insieme al ministro della Salute Roberto Speranza e al presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro per discutere dei paramenti attraverso i quali l’Italia è stata divisa nelle tre zone di rischio, spesso mal digerite dai territori.
Per placare la rivolta in corso e sedare, in parte, l’ira dei governatori, alcuni parametri potrebbero essere ponderati in maniera diversa. “Se dovesse venir fuori dalla Cabina di regia una valutazione scientifica che può consentire a un parametro di essere ponderato meglio, lo valutiamo. Chiaramente la Cabina di regia può dare un contributo”. Domani il professore Brusaferro, presente al tavolo con le regioni, registrerà le indicazioni che arriveranno dai territori per poi comunicarla alla Cabina di regia che si riunirà venerdì. Riunione che come ogni settimana si svolge per incrociare i dati e stabilire se le singole regioni passeranno da una zona a un’altra o se la situazione è rimasta immutata. Difficile che ci possano essere cambiamenti sostanziali nei parametri già questa settimana, dal momento che gran parte dei dati sono ormai confluiti. Piuttosto si può decidere venerdì ma con validità dalla prossima settimana.
Anche perché, stando alla fotografia del momento, le terapie intensive in Italia sono al collasso con una media di occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid del 42%, ovvero il 12% oltre la soglia critica fissata dal ministero della Salute al 30%. Ma, oltre al dato di media, le regioni che sforano la soglia sono 15 regioni a cui si sommano le province Autonome di Trento e Bolzano. Emerge dai dati, aggiornati a ieri sera, elaborati dall’Agenzia per i servizi sanitari (Agenas), il cui presidente Enrico Coscioni fa parte della cabina di regia. Anche la percentuale di posti letto occupati dai pazienti Covid nei reparti di medicina si attesta al 51% a livello nazionale, superando anche in questo caso la ‘soglia critica’ fissata al 40%.
Tanto è vero che l’Abruzzo è già passata in zona rossa. “Una scelta difficile e dolorosa”, dice il presidente Marco Marsilio, “ma il nostro sistema sanitario è in sofferenza, anticipiamo una decisione che sicuramente sarebbe arrivata venerdì”. Anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera al ministro Speranza per chiedere “l’adozione di un provvedimento che inserisca esclusivamente i territori delle province di Foggia e di BAT nella cosiddetta ‘zona rossa’, in quanto caratterizzati da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”.
Mentre il governatore della Lombardia Attilio Fontana sostiene che qui l’indice di contagio sia sceso “in maniera sostanziale. In base ai numeri rientreremmo oggi in una zona arancione. Il Dpcm dice però che questi numeri devono essere confermati per due settimane, quindi noi fino al 27 novembre continueremo a rimanere in zona rossa”.
Per questo il governo ci va con i piedi di piombo. Per il ministro Boccia “l’unica cosa che non possiamo fare è politicizzare i parametri, perché sarebbe un errore, ovvero rendere discrezionali alcuni parametri senza il conforto della comunità scientifica”. Il più agguerrito di tutti è Luca Zaia, presidente del Veneto, che in attesa di ricevere la convocazione, poi arrivata nel pomeriggio, ha ribadito che “la riduzione a cinque parametri non è una proposta politica ma dei Dipartimenti di prevenzione delle regioni ed è stata studiata dai tecnici”.
Dal canto suo anche il premier Conte difende gli studi del Comitato tecnico scientifico e della Cabina di regia, adottati dal governo: “Questo sistema ci consente interventi mirati e di introdurre misure restrittive che siano limitate nel tempo e ben dosate sull’effettivo livello di rischio dei territori. Cerchiamo così di contenere e limitare il contagio”, perché la seconda ondata della pandemia “è stata così veemente che saremmo comunque stati travolti se ci fossimo affidati solo ai protocolli” di sicurezza anti-contagio. Alla fine i governatori non si accontenteranno e il braccio di ferro continuerà.