Da zero a dieci, è subito Zemanlandia e la Roma senza freni

La nostra rubrica sul meglio e peggio del campionato italiano: Zeman torna e il Pescara vince la prima partita in A dopo quattro anni, la Roma vola, Genoa e Torino in crisi

10 – Il Pescara, Zeman e la prima – Facciamo i realisti. Non è che un boemo in panchina da due giorni possa far diventare la combriccola più sghangerata d’Europa una squadra capace di vincere segnando cinque gol senza subirne. Però la suggestione c’è, e la reazione all’esonero di Oddo pure. Gli abruzzesi si sbloccano tutto d’un tratto, approfittando anche del fatto di giocare contro chi è in questo momento più sghangerato d’Europa, e fanno en plain. Prima vittoria sul campo della stagione, massimo di reti segnate in singola partita, prima volta in stagione con la porta inviolata. Non succedeva dal 6 gennaio 2013. Regalando un finale di stagione più frizzante.

9 – Gabi (primo) gol – Oggetto misterioso per eccellenza, Gabriel Jesus, soprannominato Gabigol per motivi misteriosi fino a mezzogiorno di ieri, va in campo nel secondo tempo di Bologna e piazza la zampata che vale una vittoria preziosa e sudata. Pioli ha ancora il problema dei gol in trasferta, appena tre segnati nelle ultime tre uscite lontano da San Siro, ma intanto fa punteggio pieno nelle due partite senza Icardi trovando l’ennesimo protagonista alternativo. Se non fosse stato per la sconfitta con la Juve il 2017 dell’Inter sarebbe composto solo di vittorie, sei. Con un ringraziamento ad Handanovic che nel tempo di recupero salva il risultato con un riflesso fuori dal comune.

9 bis – La Roma che rulla – Tra Crotone e Olimpico, in una settimana Spalletti ha collezionato tre vittorie con dieci gol fatti e solo uno subito, inutile, da Maxi Lopez nel finale della vittoria contro il Torino. Fate che abbia segnato quattro gol in tre delle ultime quattro partite giocate e avrete la dimensione offensiva di una squadra che in stagione ha già segnato 81 gol. Con Dzeko che battaglia alla pari con Higuain a quota 19 in testa alla classifica marcatori, in rete da otto partite consecutive, e Paredes, che pareva dovere partire a gennaio, che oscura anche il bosniaco con la bordata di destro che è gol più bello della giornata per coordinazione ed esecuzione. Adesso arrivano i nodi al pettine: Inter, derby di Coppa Italia e Napoli per capire fino a dove si può sognare.

8 – La firma del principe  Marchisio sembrava prossimo a perdere il posto e invece contro il Palermo la prima firma è la sua, di rapina più che di aristocrazia. La pennellata di Dybala che toglie la polvere dall’incrocio dei pali è direttamente nobiltà. La Juve anteriorissima approccia il Porto con la doppietta dell’argentino piccolo al suo passato e la zampata di quello grande, capocannoniere, che ci mette anche un assist di tacco. Buffon perde l’imbattibilità a tempo scaduto ma la sostanza rimane. Quando arriva il momento di fare la differenza, la Juve la fa. Ogni anno.

7 – La smuove Immobile – La Lazio è la squadra che tira in porta più di chiunque altro e quella che segna meno in relazione alla mole di gioco che produce. All’Olimpico stenta da due gare, ma ha vinto le ultime due trasferte a Pescara e Empoli e contro i toscani la situazione era complicata per la magia di Krunic. Ma il tridente di Inzaghi si sblocca al momento giusto. Immobile pareggia di rapina, Keita la risolve subito dopo. Se i biancocelesti ritrovano i loro attaccanti, il quarto posto è ancora possibile.

6 – La Dea europea – Quinto risultato utile consecutivo per l’Atalanta, che batte l’Empoli con il minimo indispensabile e contestualmente con il massimo disponibile. Ovvero un sistema nel quale un attaccante, Petagna, butta nel mezzo l’assist sul quale un difensore, Conti, si avventa per risolvere il pomeriggio. Con Gasperini funziona così, quelli arretrati vanno avanti e quelli davanti vanno indietro a fare assist. Terza vittoria consecutiva in campionato, quarta nelle ultime cinque giornate, due soli gol subiti nelle ultime cinque giornate. Gite in giro per il continente nella prossima stagione praticamente prenotate.

5 – E Pavoletti? – Il Napoli fa lo stesso risultato di Madrid al contrario, 3-1, e Sarri ci mette un turnover moderato, la cui parte più importante è Pavoletti titolare. Solo che i gol continuano a segnarli gli altri, da Insigne a Hamsik a Zielinski, e l’attaccante vero pagato un sacco di soldi viene sostituito. E ne parleremo in settimana. Nodi tattici costosi che non piacciono a De Laurentiis, a dispetto dei risultati.

4 – Donadoni senza casa – Quarta sconfitta consecutiva per il Bologna ed è la terza di seguito al Dall’Ara. Davanti ai propri tifosi nelle ultime tre uscite Donadoni ha prima incassato sette gol dal Napoli, poi regalato una vittoria al Milan che giocava in nove uomini e per concludere i tre punti all’Inter facendo andare in gol uno che non aveva mai segnato da quando è sbarcato a Linate. Fa un gol segnato e nove subiti. Male, ma pure malissimo.

3 – Fiorentina in riserva – Napoli, Roma, Milan. Tre delle ultime quattro trasferte giocate dai viola in Italia con tre sconfitte. Vero, la partita di Monchengladbach di tre giorni prima ha tolto energie. Vero, Bernardeschi non si regala a nessuno, figuriamoci in uno scontro diretto. Ma la Fiorentina dimostra anche a San Siro che contro le grandi del campionato il solo possesso palla non basta. Poche occasioni create, ancora meno punti ottenuti e bocciatura praticamente definitiva tra le pretendenti all’Europa League.

2 – Zico e l’Udinese – Il modo peggiore di celebrare l’icona brasiliana degli anni Ottanta lo scelgono gli uomini di Delneri, che prima vanno in vantaggio e poi si fanno ribaltare dal Chievo alla Dacia Arena. Dove sono arrivate tre sconfitte nelle ultime quattro uscite, con l’eccezione del successo sul Milan. Dando ragione ha chi ha disegnato i seggiolini dello stadio con chiazze variopinte, perché se continua così da qui a fine stagione di motivi per andare a vedere i friulani dal vivo ce ne saranno davvero pochi.

1 – Mihajlovic e l’attacco sdentato  Nel nuovo anno i granata hanno battuto soltanto il Pescara, e prima di ieri non era difficile, trovando tre pareggi e due sconfitte nelle altre uscite in campionato. Il tridente del tecnico serbo a parte il 5-3 rifilato agli abruzzesi è ancora in letargo e anche le sue alternative, soprattutto Iturbe che tornato all’Olimpico ha convinto tutti i presenti di quanto fosse giusto spedirlo fuori dal raccordo, non pungono. La sconfitta contro la Roma, oltre che essere netta, sposta a nove punti più avanti l’Europa League e spegne ogni speranza continentale per il prossimo anno.

0 – Juric senza futuro – Ma a Juric l’hanno detto che di solito quello che prende cinque gol coi difensori immobili come semafori è l’allenatore che ha di fronte? Non è tanto la vittoria che manca ormai dal 15 dicembre, sette sconfitte e due pareggi in mezzo. Non è nemmeno il gol che manca dal 29 gennaio, poi a bocca asciutta contro Sassuolo e Napoli e Pescara. Non è nemmeno la difesa, che in queste tre partite ne ha subiti otto. E’ che rimarrà nella storia per essere stato il primo a concedere i tre punti a una squadra che da agosto non ne aveva mai fatti sul campo. Esonero sul piatto, arriva Mandorlini, e paga colpe non sue. L’andata era stata positiva, poi Preziosi ha fatto mercato a gennaio, ovvero ha come al solito smantellato la squadra. E questi sono i risultati.