Referendum: NO in vantaggio per sondaggisti e bookmaker

La data fatidica si avvicina, facciamo il punto della situazione a poco più di tre settimane dal voto.

Scommesse referendum: NO favorito, sempre di più. Dopo essermi occupato delle elezioni presidenziali USA torno sulle cose italiane a un mese di distanza dal mio ultimo articolo.

Dopo l’inattesa sconfitta di Hillary Clinton posso immaginare con che spirito molti di voi leggeranno articoli come questo, o considereranno le valutazioni dei sondaggisti.

Mi occupo di scommesse, le stime espresse dai sondaggi le posso citare per completezza di informazione, ma non ne so molto.

Ci sono alcuni aspetti cui vorrei brevemente accennare prima di dare qualche numero.

Il mercato delle scommesse è sempre più simile ai mercati finanziari. Prova ne è che il mio riferimento è sempre il betting exchange, quando è possibile. Chi ha seguito questo blog lo sa bene. Va detto che ci sono alcuni grandi bookmaker internazionali che sono affidabili quasi come un betting exchange: diverso il meccanismo, ma stesse motivazioni per quanto concerne il criterio di attendibilità delle quote e quindi delle probabilità che esse esprimono.

Quindi mi pare azzardato definire giuste o sbagliate le quote disponibili su un dato evento dopo averne conosciuto l’esito. Cambiano troppe cose. Sino a quando c’è stata la possibilità di mettere in gioco del denaro (per chi lo fa seriamente, investire è il verbo più appropriato) alle quote esposte, esse avevano una valenza. Dopo si può commentare, certo, ma è accademia.

Inoltre, si tenga presente che anche in un match in cui uno dei due esiti possibili sia considerato nettamente favorito, è sempre una questione di probabilità. Non è come mettere un segno su una schedina senza andare troppo per il sottile. Se c’è un favorito a 1.20, o a 1/5 per dirla alla maniera britannica, la probabilità stimata di una sua vittoria è pari all’83.33%. Significa, semplificando, che vincerà cinque volte su sei. Non che vincerà sempre.

Tutti i discorsi fatti dopo aver conosciuto l’esito, e ovviamente non intendo le valutazioni politiche, lasciano il tempo che trovano. Dopo il palo son buoni tutti, dicevano i vecchi cavallari. E’ facile parlare a posteriori, questo il senso.

Torniamo alle scommesse sul referendum costituzionale. La prima notizia, di ieri, è che si farà. Il tribunale di Milano ha respinto il ricorso presentato dal costituzionalista Valerio Onida contro la consultazione popolare del 4 dicembre.

Per quanto riguarda i sondaggi, vi rimando al sito del Termometro Politico. Mi limiterò a dire che la forchetta più ampia vede il NO accreditato di un 53% contro il 47% del SI. Affluenza 50%, indecisi 16%.

Ce la passiamo non benissimo per quanto riguarda le scommesse. Personalmente non considero ancora il mercato abbastanza attendibile per estrapolare delle stime serie.

Ecco il betting exchange di riferimento, betfair.com.

Quote referendum

Il volume scambiato, equivalente a circa novemila euro, e gli importi accettati, seppur in crescita rispetto a un mese fa, non sono rilevanti.

Il bookmaker che tutti hanno preso come riferimento in queste ultime settimane è Ladbrokes. Le sue quote vedono sempre favorito il NO, ma a 1.57, contro il SI dato a 2.25. Non conosco i massimali accettati.

La differenza tra le quote di Betfair e Ladbrokes è notevole, altro segnale di debolezza del segnale. Non significa che questi numeri non hanno valore, solo che vanno presi con una certa cautela.

Difficile fare previsioni o ulteriori commenti. Il 4 dicembre si avvicina, e gli indecisi sono ancora tanti. La partita resta aperta con il NO favorito.