Raffaella Masciadri scrive per noi: la Nazionale, un onore infinito!

Raffaella Masciadri capitano della Nazionale scrive per noi. Il suo esordio in Maglia Azzurra, gli anni da capitano, il prossimo Europeo.

Raffaella Masciadri capitano della Nazionale scrive per noi. Gli anni in Nazionale, dall’esordio alla rinuncia della WNBA. Fino al prossimo Europeo, con un sogno da coronare…

Raccontare quasi vent’anni di carriera in maglia Azzurra non è semplice.

Primo perché le partite da descrivere sarebbero tantissime e ovviamente non me le ricorderei tutte. Secondo rischierei di annoiarvi. Quindi proverò a parlarvi di come ci si sente a vestire Quella Maglia, La Maglia per eccellenza, quella con la M maiuscola e che tutti sognano prima o poi di indossare.

Sì perché rappresentare un Paese intero non è cosa da tutti i giorni: ci vuole senso di appartenenza, capacità di sacrificarsi, spirito di lealtà, responsabilità e cosa più importante dedizione completa.

Raffaella Masciadri capitano della Nazionale scrive per noi

Sono aspetti certo che possono far paura, soprattutto ad una ragazza di appena vent’anni compiuti che si trova catapultata in Irlanda, a Limerick, a giocarsi la presenza numero 1 con la nazionale senior in una partita di qualificazione per gli Europei. Al fianco di coloro che fino a quel giorno erano stati i suoi idoli e modelli: Fullin, Pollini, Ballabio, Zara, Paparazzo, Caselin, Arnetoli, Rezoagli, Gardellin, Bonfiglio, ecc.

Però proprio grazie a queste ragazze l’esordio è stato molto meno spaventoso del previsto. Mi hanno trasmesso quella serenità e tranquillità degna delle campionesse che scendono in campo a rappresentare si una nazione intera, ma con la consapevolezza che insieme si può superare ogni ostacolo.

Cosi ad ogni “high-five” che ci scambiavamo, la tensione diminuiva per far posto ad una felicità che ancora non so descrivere a parole. E appena è stato il mio turno di entrare in campo la determinazione e la concentrazione l’hanno fatta da padrone e tutto è filato liscio come l’olio. La partita vinta e la qualificazione ottenuta!

Raffaella Masciadri capitano della Nazionale scrive per noi

Da quel giorno vi giuro che non ho mai smesso di amare la maglia azzurra, anche a costo di “sacrificare” un’esperienza di altissimo livello come la Wnba. Era l’estate 2006, sarebbe stata la mia terza stagione consecutiva a Los Angeles ma avevamo un torneo importante da giocare, in vista dei successivi Europei. Cosi la Federazione mi chiese di rinunciare all’America per prepararmi al meglio con la squadra.

E così feci: la scelta non fu semplice visto che le Sparks puntavano molto su di me e la squadra quell’anno era stata costruita per vincere il titolo, ma non ci pensai due volte. La Nazionale veniva prima di tutto! E’ questa la dedizione completa di cui parlavo prima. Se scegli di rappresentare il tuo Paese devi essere pronta a tutto, anche a rinunciare a dei successi o a un sogno come quello di vincere l’anello in WNBA.

Senza rimpianti, perché una volta che indossi la maglia azzurra sei già ripagata di tutto.

Come avrete capito giocare in Nazionale è stato un sogno nel cassetto che è diventato realtà. Ma quello che ancora mi manca è riuscire a vincere una medaglia importante in una manifestazione importante come ad esempio un Campionato Europeo. Non che di risultati in azzurro non ne abbia mai ottenuti,

Ho vinto due medaglie d’argento, la prima ai Giochi del Mediterraneo (Tunisi 2001) e la seconda alle Universiadi (Daegu, Corea, 2003), una medaglia d’oro sempre ai Giochi del Mediterraneo (Pescara, 2009) e ho ottenuto un sesto posto agli Europei di Riga nel 2009.

Raffaella Masciadri capitano della Nazionale scrive per no

Ho partecipato ad altri tre Europei (sempre con la Nazionale senior): Chieti nel 2007, in Francia nel 2013 e in Romania nel 2015, ma senza mai raccogliere medaglie. Quello della prossima estate sarà il mio quinto Europeo e lo giocheremo in Repubblica Ceca, dove mi auguro davvero con tutto il cuore di “sfatare” questo tabù.

Perché solo così potrò dire di aver ripagato la maglia azzurra per tutto quello che mi ha dato. Da qualche anno ne sono anche la capitana quindi mi sento responsabile verso tutti gli italiani che vogliono vederci vincere.

Non sarà facile, ma se c’è una cosa che la pallacanestro mi ha insegnato è che non bisogna mai mollare: fino a quando non suona la sirena tutto è possibile!